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Autore: sakura18    05/03/2014    2 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   -eh? Davvero? Quindi state insieme?- mi chiese una ragazza con i capelli ricci rossi. Penso che si chiama Anna.
   -si, stiamo insieme da ieri- Anna si agitò ancora di più tutta elettrizzata del nuovo gossip.
   -fantastico! E come bacia? Chissà com’è stare tra le sue braccia- lei si abbracciò facendo una piroetta con lo sguardo perso nel vuoto. Io risi e cominciai a cambiarmi. Anche le altre ragazze stavano ridendo.
   -be… io penso che bacia bene. Non ho mai avuto un ragazzo quindi… ed è fantastico stare tra le sue braccia, ci si sente al sicuro- mi sedetti sulla panca a mettermi le scarpe. Infine mi legai i capelli pronta per fare ginnastica.
   -non hai mai baciato nessuno? Davvero?- io annuì. Mi alzai e mi diressi verso la porta.
   -penso che dovremmo andare- acconsentirono tutte e l’argomento fu chiuso. Raggiungemmo i ragazzi e vidi subito in fila Hiroki. Era li in piedi con dei pantaloncini bianchi larghi da basket e con una maglia a maniche corte blu.
   -ogni giorno fate sempre più tardi. Cosa combinate nello spogliatoio per fare sempre così tardi?- noi ci guardammo senza rispondere. -va be a quanto pare è un segreto. Ok cominciamo l’appello. Armani Anna- Anna fece un passo avanti. Quando finì l’appello incominciammo la corsa e come speravo correvo insieme a Hiroki.
   -vediamo chi va più veloce?- proposi io.
   -ma poi ci stanchiamo presto-
   -io e Sakura lo facciamo sempre- lui ancora non era convinto, ma poi aumentai la velocità e sorrisi e lui mi raggiunse. La gara era iniziata. Lui era un osso duro, era molto più veloce di Sakura e per poco non persi. Ma almeno l’ho battuto che soddisfazione!
   -ha! Ha! Ti ho battuto! Avviva!- saltai dalla gioia poi mi fermai e vidi che mi guardava in modo strano –era piegato in due a riprendere fiato come se avessi qualcosa di orribile addosso. Mi avvicinai e lui si raddrizzò. -cosa c’è?- 
   -niente. bella gara, mi hai stracciato- mi accarezzò la testa e iniziò a fare gli esercizi di rispirazione. Ma io continuai a guardarlo in modo preoccupata. Lui mi sorrise da dietro il suo braccio sinistro.
   -tranquilla ero solo sconvolto che mi avevi battuto. No sono abituato a perdere e questa è stata la prima volta che qualcuno mi batte figuriamoci poi una ragazza! Sono sotto scock!- lo spintonai e ci mettemmo a ridere. Be se era solo quello allora potevo anche non preoccuparmi. Dopo gli esercizi di respirazione il prof ci fece fare dei palleggi di palla volo e una partita. E finalmente noi ragazze battemmo i ragazzi.
 
Uscì dallo spogliatoio e andai a prendere le mie cose all’armadietto.
   -Rosy!- mi girai e vidi che Hiroki mi veniva incontro. -hey, ti va di venire a casa mia adesso?- a casa sua? Non vorrà mica…? Lui forse capì quello che pensavo e infatti aggiunse: -oddio non è come pensi. Vorrei solo portarti a casa mia e parlare un po’ di ieri- ah allora è solo questo, meno male! Mi sento così leggera ora!
   -ah allora si, va bene, adesso chiamo mio padre per dirglielo- lui annuì e mentre facevo il numero e avvicinavo il telefono all’orecchio Hiroki indicò fuori. Mi avrebbe aspettata fuori da scuola. Io annuì. Lo vidi uscire.
   -pronto? Che succede?- 
   -niente volevo dirti che sto fuori con un amico torno a casa stasera o forse andiamo a mangiare fuori- non potevo ancora dirgli che ora avevo un ragazzo e che andavo proprio a casa sua! Avrebbe pensato sicuramente male come avevo fatto io poco fa! 
-ho.. be penso che vada bene se questo è un amico, ma non fare troppo tardi ok? Non vorresti ripulire di nuovo la casa da cima affondo non è vero?-

   -no! Assolutamente no!- mio padre dall’altra parte della linea rise e mi diede il permesso. Lo salutai e chiusi la comunicazione. Raggiunsi Hiroki e mi accompagnò alla sua macchina. Viveva a dieci minuti dalla scuola e la sua casa da fuori è spettacolare. È grande con un bel giardino davanti e il bosco dietro. Abita in mezzo alla natura da solo? Dall’altro lato della strada anche li il bosco. non sarà pericoloso stare qui? Lui mi condusse verso l’entrata e aprì la porta. Entrammo e vidi che Hiroki si è fermato dove c’è uno scalino e si tolse le scarpe. Quindi è in stile Giapponese la casa? Lo imitai togliendomi le scarpe. C’era un corridoio che andava fino in fondo per poi c’erano della scale che porteranno alla sua camera. Il pavimento del corridoio era di legno lucido. Alla mia destra c’era la sala con una televisione, un divano bianco, una libreria e in mezzo alla stanza un tavolino sempre in legno, ma il pavimento era diverso non so cosa fosse ma era strano. Alla mia sinistra invece c’era la sala da pranzo con un tavolo per quattro persone. Poi c’era un bancone dove penso si prepara da mangiare di colore bianco e dietro il bancone ovviamente il piano da cucina, fornelli, forno ecc… nel corridoio si intravedevano delle altre porte e un altro scalino, ma mi avrebbe fatto vedere dopo. Lui era andato in cucina e lo raggiunsi mettendomi seduta su una delle sedie vicino al bancone. E lo guardai preparare il thè. Poi aprì uno sportello sopra di lui e prese una tazza. Ma perché una? Lui non lo beve? Si girò e versò il thè nella tazza nera. E me la porse.
   -tu non lo bevi?- lui scosse la testa.
   -sei mia ospite e in Giappone è maleducato servirsi quando si hanno degli ospiti- a e quindi è per questo? Però sapevo che lo voleva anche lui. Quindi mi alzai e lo raggiunsi dietro il bancone, presi un’altra tazza nera e versai il thè e lo porsi verso Hiroki.
   -ecco così non ti sei servito da solo- si mise a ridere, a quanto pare non fanno neanche questo, ma accettò il thè servito da me e mi diede un veloce bacio sulle labbra.
   -arigatou Rosy-Chan- Rosy… Chan? Cosa vorrà dire? Lui si incamminò ridendo verso la sala e si inginocchiò e appoggiò al tazza sul tavolino e mi fece segno di sedermi davanti a lui. Lo raggiunsi e mi sedetti sui talloni come fanno i Giapponesi. E sorseggiai il thè. Wow! È buonissimo!
   -perché ti sei messo a ridere? E perché quando hai detto… Rosy-Chan sei arrossito?- lui bevve un sorso di thè e mi guardò. Appoggiò la tazza.
   -perché hai fatto una faccia troppo buffa e sono arrossito perché quando noi Giapponesi abbiamo una relazione oppure siamo amici intimi chiamiamo l’altra persona per nome e aggiungendo il “Chan” ovviamente questo è per le ragazze, per i ragazzi invece usiamo il “Kun” e visto che stiamo insieme volevo provare a chiamarti per nome aggiungendoci il “Chan” di solito non ci chiamiamo mai per nome ma usiamo il cognome e aggiungendoci “San” o gli altri due che ti ho detto, ma se si ha una relazione o se si hanno amici intimi ci si chiama per nome, ma non sempre però- annuì e bevvi un altro sorso di thè.
   -ho capito, quindi io dovrei chiamarti Hiroki-Kun?- lo guardai e lui arrossì violentemente e annuì, finì di bere la sua tazza di thè e io finì la mia.
   -cos’è questo?- appoggiai la mano sul “pavimento”.
   -si chiama “tatami” è un tipo di pavimento Giapponese- tatami? Che strano nome, tatami. Mah.. comunque pensavo fosse più scomodo e invece non è così, anzi è abbastanza comodo per essere un “pavimento”.
   Che cosa imbarazzante, essere in casa sua e non dire niente. scena muta. Be anche lui non è che stia parlando molto. Mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa da dire ma non trovai niente di cui parlare ed è calato un atmosfera molto imbarazzante. Ho no, non va bene devo dire qualcosa, qualunque cosa!
   -ti va di andare a sederci sul divano?- alzai lo sguardo, Hiroki stava indicando il divano bianco dietro di lui. Io annuì. Ci alzammo e ci andammo a sedere sul divano. Lui si mise vicino a me, talmente vicino a me che le nostre spalle si toccano. Sono così nervosa! Cosa devo fare? cosa devo dire? non ho mai avuto un ragazzo e non saprei cosa fare. Cosa farebbe Sakura al mio posto? Di sicuro non avrebbe mai fatto calare questa atmosfera imbarazzante.
   Tenevo lo sguardo basso, lo guardavo con la coda dell’occhio, lui sembrava più a suo agio. Rilassato. Vidi che si mosse e mi mise un braccio attorno alle spalle. Da questo gesto il mio rossore diventò più rosso e anche il mio imbarazzo. Il battito del mio cuore non vuole smettere di battere così veloce. Non dirmi che sente il rumore dei miei battiti vero? Perché deve fare tutto questo rumore? Io il suo non lo sento per niente. devo riprendermi, ma che mi succede? È il mio ragazzo no? È anche un angelo, perché non gli sto domandando niente? forza, chiedigli qualcosa, di qualcosa almeno! Questa vocina non smetteva di riperdermi queste cose e ha ragione, devo parlare. Parlare. Parlare. Forza parla!
   -he.. hey, Hiroki- si voltò verso di me, ok ho attirato la sua attenzione adesso devo colpirlo con delle domande.
   -mmh? Cosa c’è?- mi voltai a guardarlo. Fu un grande errore, l’unica domanda mi morì in gola. Avere Hiroki così vicino e sapere che è un angelo e per di più è il mio ragazzo…. Non posso farcela! -cos’hai? Sei molto silenziosa- cambiò posizione per guardarmi  meglio.
   -non ho niente è che… vorrei farti una domanda ma… non so se è il caso- Hiroki sorrise. Aveva uno sguardo così dolce e premuroso! Vidi che si stava avvicinando a me e mi tirò a sé. Lui si era appoggiato con la schiena al bracciolo del divano, in questo modo era con la parte superiore dritta, aveva steso le gambe per farmi  appoggiare la schiena contro il suo petto, ma io ero ancora seduta.
  -forza stenditi- obbedì. Se giro la testa posso sentire il suo cuore che batte veloce. Allora non è solo il mio!
   -ora dimmi quello che volevi dirmi- cominciai a giocherellare con la sua mano che mi tenevano stretta a lui. Aveva delle mani così belle, così grandi e forti, ma allo stesso tempo delicate.
   -come… come sei diventato un angelo? Succede come i vampiri o come i lupi mannari che ti basta un morso e “puf” sei come loro?- si mise a ridere e di gusto anche! Mi voltai a vidi che aveva le lacrime agli occhi dalle risate. Misi il muso e mi voltai.
   -no, non fare così non ti stavo prendendo in giro! Vedi è che non succede così agli angeli, non si più trasformare un umano in un angelo e poi un angelo che morde una persona! Ha! Ha!- e ricominciò a ridere, mi immaginai la scena. Un angelo che si avvicina a un essere umano e lo morde e subito dopo l’essere umano gli spuntano le ali. Si fa ridere, come se un angelo è capace di fare una cosa simile. Cominciai a ridere insieme a lui.
   -e quindi non potete trasformare nessuno?- sentì che stava annuendo.
   -già, nasciamo così-
   -e quando vi spuntano le ali? Nascete già con le ali o cominciano a crescere negli anni?- 
   -appena compiano nove anni ci screscono le ali, quando succede si sente un dolore terribile. Anche quando le ritiri e devono riornare dentro la carne, le prime volte fa veramente molto male, ma dopo non vedi l’ora di liberarle, appena escono ci si sente liberi quando dobbiamo nasconderle ci sentiamo rinchiusi in una gabbia. Non è una bella sensazione.- non pensavo che dovevano soffrire per fare uscire le ali le prime volte. Pensavo che nascessero così con delle piccole alette. Invece devono sopportare un dolore insopportabile. Gli accarezzai il braccio per consolarlo come per fargli passare tutto il dolore che ha dovuto subire.
   -mi dispiace-
   -e di cosa?- 
   -di tutto quello che hai dovuto passare- 
   -a no non ti preoccupare ora non sento più dolore.- tenevo le braccia sul mio stomaco e Hiroki cominciò ad accarezzarmele. Mi venne la pelle d’oca.
   -hai altre domande da farmi?- ci pensai su. Che altro potevo dirgli? Be ci sono molte domande, potevo fargliele davvero tutte?
   -be.. ne ho un po’- lo sentì ridere.
   -allora inizia pure. Risponderò a tutte le domande che mi farai>> mi sistemai per essere più comoda e iniziai l’interrogatorio.
   -ok prima domanda-
   -seconda. La prima me l’hai già fatta- gli tirai una gomitata nello stomaco.
   -ok seconda domanda. Nate qui sulla terra o vivete in paradiso?- sentì che si stava trattenendo dal ridere. Devo ammettere che è una domanda stupida. Vorrei non averla fatta. Mi sto vergognando da sola!
   -no viviamo qui, gli anziani vivono da un'altra parte. Non so dove penso che stiano in un mondo parallelo-
   -un mondo parallelo? Cioè?- 
   -non so come rispondere a questa domanda. penso che ci si arrivi andando a tutta velocità. Fortunatamente non mi hanno mai chiamato quindi non so come ci si arrivi. Prossima domanda- mondo parallelo. Che forza. Chissà com’è.
   -ok, avete tutti le ali bianche?-
   -no assolutamente no. Ognuno di noi le ha diverse, per esempio Sakura le ha rosa, con il contorno di un rosa più scuro. Ricordano molto i fiori di ciliegio. Poi ci sono angeli con ali rosse o nere- 
   -che bello! Però io penso che le tue ali siano le più belle di tutte- rise. -i licantropi esistono?- lo sentì irrigidirsi. Sembrava un pezzo di legno. Si mise a sedere costringendomi a fare lo stesso. Lo guardai, era impallidito e aveva la mascella serrata. Mi guardò e vidi che i suoi occhi erano freddi, duri. Si alzò improvvisamente e mi fece alzare tirandomi per un braccio. rimase in piedi immobile per un po’ per poi abbracciarmi all’improvviso. mi alzò il viso e mi baciò. Non era uno dei suoi baci che mi dava, questo era più duro più possessivo. Sembrava che volesse farmi cancellare la domanda di poco fa. Concluse il bacio e mi guardò negli occhi. tenendomi il viso costringendomi a guardarlo.
   -di questo non devi preoccuparti. Ti riporto a casa- mi diede un altro bacio per poi dirigersi verso la porta.
 
   Mi accompagnò fino alla porta, mi diede un bacio in fronte e se ne andò a tutto gas a casa. Io rimasi li impalata come una scema. Ma che è successo? Ho detto qualcosa di male? Aprì la porta e andai a letto. Non mi andava di preparare la cena ne di parlare con mio padre. Mi cambiai e andai a letto. Stranamente mi addormentai subito, con la compagnia del dolore allo stomaco.  



ci sentiamo presto (o almeno spero) con il nono capitolo.ciaoo!
  
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