Arrivai davanti al carcere.

Era un luogo con mura grigie, un luogo abbastanza triste, come la tristezza che avevo dentro in quel periodo.

“Ev, andiamo?” Perrie mi guardò accennando un sorriso, forse per incoraggiarmi.

Ricambiai il sorriso, feci un cenno di sì con la testa e scesi dalla macchina continuando a squadrare ogni minimo particolare di quell'enorme edificio.

Entrammo.

Vuoto.

Era tutto uno schifo lì dentro, nessuno sorrideva.

Perrie parlò con un poliziotto, poi arrivammo davanti ad una porta.

“Dietro questa porta c'è nostra madre Ev” Perrie mi prese la mano.

Una maledetta, fottuta porta mi divideva da mia madre, io avevo paura di vederla ma dovevo, non potevo tirarmi indietro.

Entrai.

Una donna c'era davanti a me, la stessa donna che vidi entrare nel negozio, la stessa ed identica donna.

Mi sedetti di fronte a lei, oramai non ci separava niente, avevo un mare di lacrime nascoste e il cuore in gola.

La donna mi guardò e scoppiò in lacrime, senza dire niente, respirò a fondo e cominciò a parlare:
“Mia figlia..” sussurrò

Aveva ancora il coraggio di definirmi così? Io non l'avrei mai perdonata, io non tratterei mai mio figlio così.

“Eva, mi chiamo Eva, non sono tua figlia” ecco, trovai il coraggio di dirglielo.

La donna scoppiò di nuovo in lacrime.

Mi alzai e guardai Perrie.

La donna si alzò a sua volta.

“Non andartene, voglio parlare con te” mi disse.

“Sei tu che devi parlare, perché mi hai abbandonata? Dov'è tuo marito, mio padre?”

“Io..” si bloccò per un po' ma poi ricominciò a parlare “Io volevo tenerti, tuo padre mi ha obbligata a lasciarti a tua zia” continuava a piangere mentre mi parlava “perdonami”

“Non so se potrò farlo”

“Rimarrò qui altri anni.. per droga”

Guardai nuovamente Perrie e le presi la mano, stringendola forte.

“Forse è meglio andare” disse Perrie notando la mia paura.

La donna guardò sua figlia.

“Perrie” sorrise

Perrie scosse la testa “scusa mamma, davvero”

Mia sorella strinse la mia mano ancora di più e mi portò fuori da quel posto.

Attraversai il corridoio senza dire una parola, non avevo nemmeno il coraggio di parlare, avevo quasi paura di parlare.

Entrammo in macchina e abbracciai Perrie forte.

“tranquilla, ora va tutto bene” sussurrò accarezzandomi i capelli.

In quel momento Niall passò per la mia mente, avevo bisogno di lui, avevo bisogno dei suoi baci e delle sue braccia.

“Pe-perrie, Niall”

“ora andiamo, subito”

Arrivammo a casa.

Corsi fino a casa mia, bussai, Liam mi aprì, senza nemmeno guardarlo negli occhi lo strinsi forte.

“Ev, cosa succede?” per un attimo rimase immobile ma poi ricambiò l'abbraccio.

“Sono andata a trovare..mia madre” sussurrai e sciolsi l'abbraccio.

“Oddio e.. cosa è successo?” Liam mi guardò serio sgranando gli occhi.

Alzai le spalle e lo strinsi di nuovamente.

“Niall..” sussurrai.

Liam mi strinse “Niall è qui” si spostò per farmi vedere Niall seduto sul divano.

Corsi verso di lui e mi sedetti accanto a lui prendendogli la mano.

“Ti amo” sussurrai guardandolo negli occhi.

Niall sorrise, alternava lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra avvicinandosi sempre di più fino a quando le nostre labbra si toccarono.

Quel bacio cambiò la mia giornata in qualche modo.

Era lui quello di cui dovevo fidarmi per sempre, il mio cuore aveva scelto lui.

-Eva.