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Autore: Sev_394    06/03/2014    3 recensioni
Qualcosa è andato storto, dovrebbe odiarla. Lei è una Mezzosangue! Può essere giusto qualcosa di davvero sbagliato? Per Draco Malfoy forse si...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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~~Capitolo 3 :Bene e Male

 
“Granger? S-sei tu? Co-cosa ci fai tu qui?” balbettò il biondo sicuro di essere ancora addormentato.

“Da quando Draco Malfoy balbetta?” chiese lei beffarda. La lampada le illuminava solo parte del volto, ma questo bastava a far vedere la sua bellezza.

“Sono stato colpito da un bolide” rispose lui mettendosi meglio a sedere. Era davvero lei. E lo stava guardando, sorridendo. Il cuore accelerò. Doveva ricordarsi di chiedere a Madama Chips quale tipo di fattura gli avessero fatto.

“Me ne sono accorta, veramente se ne è accorta tutta Hogwarts. E si è resa conto anche del motivo per il quale ti sei beccato quel bolide in piena schiena…” Hermione arrossì lievemente e abbassò lo sguardo sulle dita che ancora erano intrecciate a quelle di Malfoy. Strattonò la mano e le guance le si colorarono del tutto. “Mi hai difeso, Draco. Grazie molte.”

Lui fissò lo sguardo su di lei, deciso a godersi ogni istante di quel bellissimo sogno.
 
“Non si tratta solo di questo. Una Grifondoro perfettina come te non esce dal dormitorio in piena notte solo per ringraziare.” Con queste parole si avvicinò ancora di più a lei. Tra i loro visi c’era spazio solo per i respiri caldi dei due giovani che si guardavano negli occhi spaventati da ciò che stava accadendo. Draco era affascinante, sicuro e Hermione era attratta da lui nonostante sapesse quanto questo fosse sbagliato. Se era possibile, Draco Malfoy stava peggio; si era perso in quegli occhi caldi che promettevano cose meravigliose che lui era sicuro di non poter mai conoscere, annaspava in un mare di debolezze verso la luce che emanavano gli occhi di lei, ma veniva irrimediabilmente tirato a fondo dal peso di quel tatuaggio scuro che ardeva sul suo braccio sinistro.

 “Sei tu il problema! In queste ultime settimane non fai altro che guardarmi di sottecchi, addirittura mi difendi ad una partita di Quidditch! Che cosa c’è, per caso mi stai studiando per consegnarmi nelle mani del tuo padrone?” Draco rabbrividì al pensiero di Hermione nelle mani del Signore Oscuro. E poi una voce dentro di luì si levò fredda e sibilante “è solo una Mezzosangue”. No. Non era solo una mezzosangue per Draco Malfoy, non più. Ma non poteva ammetterlo, non poteva rinnegare quello che era sempre stato.

“Tu vaneggi.” Disse lui allontanandosi da Hermione. Reprimeva il desiderio di incrociare i suoi occhi ancora, temendo di leggervi il disgusto che in quel momento lui provava per se stesso.

“No. So benissimo cosa sto dicendo. E io non mollerò, Draco Malfoy, io scoprirò cosa ti ronza per la testa. Non preoccuparti.” Con queste parole si alzò dal materasso ma Draco le afferrò un polso tirandola verso di se. Tanto valeva provocarla un po’.

“Sta attenta Granger, non si sa cosa si può trovare nella mia testa.” Le ammiccò.

“Non preoccuparti Malfoy, so cavarmela da sola.” Rispose lei con una scintilla di determinazione che fece fremere il ragazzo. Hermione si allontanò dal letto con passo deciso ed estremamente sensuale, che fece pensare Draco. Hermione Granger non era più la ragazzina insopportabile di sei anni prima, ora era una donna forte e coraggiosa quanto bella, che stava affrontando una guerra magica che la riguardava in prima persona a sangue freddo e con ingegno. Ma era una Mezzosangue amica dello Sfregiato che dovevano uccidere. Non sarebbe stato prudente affezionarsi a lei. In nessun caso. Chiuse gli occhi e si abbandonò ai suoi soliti sogni.

Quella mattina in Sala Grande la Granger non c’era. Il Rosso, Potter e la ragazza Weasley stavano confabulando tra loro. Malfoy non parlò con nessuno dei suoi compagni che sembravano ignorarlo completamente, forse credevano che fosse impazzito. Non sopportava più tutti quegli sguardi accusatori, anche da Pansy Parkinson che prima stravedeva per lui.

“Cosa avete da guardare eh?” e sbuffando uscì dalla sala. Davanti all’ingresso della Sala Comune, Draco indugiò un momento. Chissà dove si era cacciata la Granger. No, non poteva essere preoccupazione quella che gli fermentava nel petto, stritolandogli lo stomaco. Ma senza pensare uscì dai sotterranei e si diresse in biblioteca sicuro di poterla facilmente stanare in quel posto. Entrò dalla porta di legno e venne subito investito dal profumo di libri antichi e cera di candele vecchie. Cercò tra tutte le scrivanie ma della ragazza non c’era traccia. Ma sull’ultimo scrittoio in un angolo buio c’era un libro aperto . Malfoy si avvicinò e lesse l’ultima riga della pagina su cui era rimasto aperto “Per sconfiggerlo, devi conoscere ogni arma del tuo avversario” Gli affiorò tra le labbra un ghigno soddisfatto. Voleva ‘Conoscerlo Meglio’. E dove poteva una ragazza conoscere meglio un Mangiamorte? Lo sguardo di Draco indugiò tra gli scaffali. Un cancello di ferro era leggermente accostato. Il Reparto Proibito, certo. Coraggiosa la ragazza senza dubbio. Si avvicinò alla soglia di metallo quando un grido straziante gli strappò il cuore dal petto. Corse dentro e cominciò a vagare tra i ripiani carichi di Maledizioni e Incantesimi Oscuri. Non riusciva a immaginare cosa potesse essere successo a una creatura così fragile in un mondo del genere, il suo mondo. Troppo diversi, il bene e il male. Finalmente la trovò, accasciata a terra con un mantello di fianco a se e un libro nero come la pece a pochi passi dal corpo inerte. Rimase in ascolto attendendo di sentire i passi di Madama Pince, che non arrivarono mai. Si gettò quindi a terra, di fianco al corpo di Hermione. La prese tra le braccia come aveva fatto nel sogno, respirava ancora. La scosse leggermente ma non rinsavì. Teneva gli occhi chiusi ma cominciò ad agitarsi tra le braccia del Serpeverde.  Borbottava parole incomprensibili e smaniava. Draco la strinse più forte contro il petto e le sussurrò all’orecchio

“Tranquilla, va tutto bene, tutto bene.” I borbottii tacquero per un’istante e lasciarono posto alle parole.

“Non andare via, Draco, non lasciarmi sola.”

 
  
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