Entrammo nell'atrio e sentii uma terribile puzza di chiuso. Per me era soffocante, anche perché io soffrivo di claustrofobia. La direttrice distribuisse i numeri dell camere e le rispettive chiavi. La mia era la 126d al 4º piano. Feci le scale e raggiunsi il piano della mia camera. Percorrevo il lungo corridoio con il cuore il gola e le gambe che quasi non mi reggevano in piedi. Ad un certo punto vidi la camera 126d. Misi la chiave nella serratura e la girai. Aprii la porta. La stanza era buia, cupa e molto triste. Per fortuna non dovevo dividerla con nessuno e questo era un bene. Sul piano c'eravamo solo io, e un altro ragazzo in un altra stanza, mentre le altre camere erano tutte vuote. Decisi di risistemare un po' la camera e di attacare un po' di posters sulle pareti. Una volta completato il lavoro la mia camera aveva finalmente preso un'aspetto più allegro. Improvvisamente sentii bussare alla porta. Mi avvicinai e aprii. Alla porta c'era una signora bionda con i capelli che gli arrivavano un po' più in giù delle spalle e uma frangia; i suoi occhi erano azzurri, di un azzurro come quello del cielo quando c'è una bella giornata; aveva una statura media/bassa, più o meno 1,55 m. Doveva avere circa 40 annia ne dimoatrava molti meno. Le chiesi: " Salve chi è lei? " " Sono Marina, la responsabile di questo piano " disse facendomi un sorriso. In quel momento mi sentii come sollevata nel vedere quel sorriso. A quel punto ricambiai e dopo una presentazione chiusi la porta e ritornai in camera.