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Autore: miss dark    27/06/2008    3 recensioni
Una ragazza innamorata del suo migliore amico.
Lui non ricambia, non subito.
Potranno mai avere una storia, o entrerà qualcun altro nella loro vita?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai Più Noi-Capitolo 16
CAPITOLO 16

- Sara, dove sei?
Nel buio della stanza riecheggiò il suono di quella domanda.
- Qui.
Il corpo della persona a cui apparteneva la prima voce, seguì il suono della seconda e, pochi secondi dopo, si trovò a stretto contatto con la ragazza.
I suoi capelli, biondi, riflettevano quei pochi raggi di sole che le inferiate della finestra lasciavano penetrare nella stanza.
- Eccoti...
Prese a baciarle il collo, piano, con relativa dolcezza.
Poi quei teneri baci si trasformarono in foga e desiderio.
- Scusa, ma non mi va...non ora...non qui...
- Qual è il problema?
Sara si oppose alla forte presa che le cingeva i fianchi. Tentò di liberarsi, dimenandosi, nella ricerca di staccarsi da quel corpo troppo voglioso, per i suoi gusti.
- Non lo so, ma non mi pare il caso...
Il ragazzo non le mollava le braccia, premendola contro di sé.
- Ho capito...vuoi giocare un po’...
Sara si sentì mancare. Non voleva andarci a letto. Perché il loro rapporto doveva spingersi molto oltre il bacio? Si conoscevano da appena due giorni. Lei non provava niente nei confronti di quel ragazzo.
Non voleva che la sua prima volta fosse in quel modo.
Non in quella stanza d’albergo.
Non dopo una giornata passata a bere in uno sporco bar nella periferia della città.
Non voleva, non doveva essere così.
- No, per favore, voglio tornare a casa, almeno stanotte.
Già, la notte prima era stata terribile.
Un misto tra alcol e canne.
Si.
Era terribilmente depressa.
Odiava la sua vita.
Le persone che la circondavano.
L’intero mondo.
Voleva evadere da esso, scappare lontano.
Morire.
E, allora, che problemi c’erano a lasciarsi violentare da quel ragazzo?
Non vi erano motivi per cui lei lo respingesse.
Cosa voleva dalla vita? Niente, e, in ogni caso, niente avrebbe ricevuto,
- Anche stanotte in bianco?! No!
L’avvicinò a sé, con ulteriore veemenza.
Iniziarono a scendere caute ed inesorabili lacrime di delusione.
- Sì.
Ormai non aveva più niente per cui combattere.
Non un amico.
Non un amore.
Non una famiglia che le volesse bene.
Anche i suoi sogni erano svaniti, lentamente.
Così come le sue ambizioni.
No, non avrebbe opposto resistenza. L’avrebbe assecondato.
- Brava...
E mentre lui si faceva spazio tra i suoi vestiti, lei sentì il una terribile fitta al petto.
Poi, per il resto della notte, più niente. Come se non avesse più un cuore e dei sentimenti.
Non avrebbe mai più ripensato a quella notte.
Ne avrebbe vissute altre, una dopo l’altra, senza ricordarsi di amare sé stessa.

Michele era seduto su una comoda poltrona, nel salotto dell’appartamento di Sara.
I genitori non erano in casa.
Probabilmente non erano nemmeno al commissariato.
Di sicuro, si erano presi una vacanza per dimenticare la “dolorosa” scomparsa della loro primogenita.
Teneva stretta, tra le dita della mano, un fotografia.
Non ritraeva né lui, né lei.
Era una stella cometa.

-Stanotte, sarà la notte più bella di tutta l’estate, Michele, sai!
Il ragazzo strinse Sara al petto.
- Che cosa accadrà?
- Ma come?! Non ti ricordi? Stanotte è la notte di San Lorenzo!
Lui la guardò stranito e sospirò.
Lei gli diede un bacio. Dolce e tenero.
- Stanotte- iniziò a spiegare la ragazza - E’ la notte delle stelle cadenti, e io ne voglio vedere e fotografare una!

Una lacrima prese la sua discesa lungo il viso contratto del ragazzo.
Erano passati solo pochi mesi da quel giorno, ma lui aveva rovinato tutto il loro rapporto e, ora, lei era chissà dove con chissà chi.
Ricordava ancora molto nitidamente quello che avevano fatto.

- Ci sei quasi, Michele?
Il ragazzo caricò l’ultima valigia sulla macchina.
- Ecco, questa era l’ultima.
- Bravo!
Gli diede un bacio sulla guancia e lo abbracciò.
- Stanotte, saremo solo io e te sulla spiaggia...
Gli scoccò un altro bacio, sulla bocca, e fece per sedersi sul sedile posteriore. Ma lui la prese per un braccio e la trascinò a sé.
- Solo noi due...
Ora fu lui a baciarla, e stavolta non gli importava se c’erano i suoi genitori a guardarli. L’amava e voleva dimostrarglielo.
Stavano insieme da appena tre settimane e ogni momento era perfetto per consacrare il loro rapporto.
- Michele...vuoi salire in macchina?! Tuo padre sta per perdere la pazienza.
La voce pacata ma, allo stesso tempo, angosciosa della madre del ragazzo, fece sciogliere quell’affettuoso abbraccio.
- Eccoci, mamma!
Sottolineo con insofferenza l’ultima parola.
Salirono svelti sulla macchina, uno affianco all’altro, stretti in un abbraccio più cauto.
Il viaggio iniziò.
Sarebbero andati, anche quell’anno, a Porto Fino, ma, quella volta, c’era una novità: Sara.
Quello sarebbe stato il primo anno in cui le vacanze estive gli sarebbero parse una liberazione e non una tortura.
Solitamente le passava con i vecchietti sulla spiaggia. Non aveva mai avuto amici in quella località vacanziera.
- A cosa pensi?
La voce dolce e premurosa di Sara interruppe i suoi pensieri.
- A quanto sono fortunato ad averti vicino a me.
Il viso della ragazza si era illuminato di una luce nuova. Le si poteva leggere negli occhi l’amore che provava verso di lui.
- Grazie, amore!
Si accoccolò ancora più stretta al suo petto.

Era ormai sera, stavano per arrivare.
- La nostra stella cometa si avvicina!
Quelle parole fecero sobbalzare leggermente Michele.
- Pensavo dormissi...
- Infatti dormivo.
Il ragazzo la guardò, apprensivo e sereno.
- Allora ben svegliata!
Le diede un leggero bacio sulla fronte.
Lei si sdraiò sulle sue gambe scoperte. Portava un paio di pantaloncini corti e rossi. Glieli aveva regalati Sara quella stessa mattina, appena lui era passato a prenderla nel suo appartamento.
- Mi stavo chiedendo una cosa, Michele...
Lui sospirò. Quando Sara aveva qualche idea, le cose non finivano mai bene.
- Dimmi.
- Pensavo che si poteva invitare anche Giulia...
- Perché?
La voce del ragazzo era incrinata da un leggero fastidio. La biondina l’aveva notato subito e gli aveva tirato un piccolo schiaffo sul petto.
- Perché è mia amica e mi dispiace un sacco pensarla da sola a Torino...sai che depressione che le verrà!
- Ma non ha Daniele?
- Lo so...ma mi sembra che anche lui parta per le vacanze...credo andrà a Malta...
Iniziò a spiegare la ragazza, mezz’assonnata, ma Michele la interruppe.
- E non può andare con lei?
- ...con la sua ragazza.
Terminò Sara.
- Ah...pensavo stessero insieme. Da come me ne parli sempre, mi erano parsi una coppia...
Sara alzò gli occhioni azzurri verso il viso rilassato, ma incuriosito del ragazzo.
- E’ una storia veramente complicata...non te la sto a spiegare, altrimenti ci perdi la testa. Però, la possiamo invitare, per piacere...
- Non so, mia madre ha già fatto storie perché io ho insistito per farti venire, non credo accetterebbe di buon grado un’altra ospite...
La ragazza lo guardò immusonita e poi si rivolse alla madre.
- Signora, le dispiacerebbe se invitassimo un’altra ragazza? Sa, sono tre anni che non fa vacanze e che sta sempre chiusa nel suo appartamento a Torino, credo le farebbe un immenso piacere venire...
La donna ruotò gli occhi e poi rivolse uno sguardo interrogativo al marito.
- Renzo?
L’uomo assunse un’aria spaesata, come se si fosse appena svegliato dopo un lunghissimo letargo.
- Cosa, cara?
- Renzo! Perché non mi ascolti mai?!
- Scusa, ma ero soprappensiero...
In quel momento intervenne Sara.
- Signore...siete stati molto gentili ad accettare la mia visita e vi ringrazio immensamente, ma mi era parsa un’idea molto carina invitare un’altra ragazza che è tre anni che non fa vacanze estive. Pensavo potremmo ospitarla nel nostro stesso albergo...ovviamente, io e lei, pagheremo la nostra parte e non daremo eccessivo fastidio...
L’uomo, gli occhi fissi sull’autostrada che scorreva veloce e scura sotto le ruote roventi della macchina, sospirò e poi assunse un’aria bonaria.
- Marta, credo sia proprio una buona idea, sai...
In quel momento Sara si estraniò dalla conversazione e diede un buffetto al ragazzo, che le sedeva accanto.
- Vedi, gli sembra una buona idea!
Michele sbuffò, infastidito dalla possibile presenza di Giulia. Osservò la fidanzata sorridere, per convincerlo.
- Dai...le telefono domani. Stasera la passiamo solo io e te...e anche le altre...
Il moro, accettò controvoglia. Non era incline al litigio e voleva che quella vacanza fosse bella e serena, per tutti.
- Va bene...telefonale domani mattina, però...non credo che in albergo accetterebbero se ci presentassimo in cinque anziché in quattro, come da prenotazione...
Marta sorrise leggermente, nel pronunciare la frase.
- Grazie, siete veramente due persone adorabili!
- Niente, cara...speriamo solo che nostro figlio si diverta quest’anno...
Poi i due genitori ripreso a osservare la strada e ad ascoltare l’autoradio.
- Grazie anche a te, amore...
Stavolta Sara sussurrò la frase.
Michele era ancora poco convinto ma ricambiò quel sorriso raggiante con l’espressione più rilassata che potesse assumere.
- Niente.
Sara si sollevò dalle gambe del ragazzo e avvicinò le labbra alle sue.
- Non vorremmo mai che ti annoiassi...
Sussurrò sulle sua bocca. Poi lo baciò. Delicata, ma maliziosa.

Michele si alzò dalla poltrona e si avvicinò al comodino da dove aveva prelevato la fotografia.
La riappoggiò, con cautela e premurosità.
Sapeva che quella era la foto preferita di Sara.
Sapeva che quella era l’estate che lui non avrebbe mai dimenticato.
E sperava che, anche per la sua ex fidanzata fosse la stessa cosa.
Ma ora lei non c’era e lui era solo, in quel grande appartamento vuoto.
Mosse incerto grandi passi verso la camera di Sara.
Spinse, leggero, la porta e davanti a lui si parò una scena raccapricciante.


DANIELE:
Giulia...lo so, non mi vuoi sentire.
Accetto il tuo desiderio, ma sto veramente male.
Fammi almeno sapere se mi hai perdonato.
Ti prego, Giulia...
Ho capito quanto tu sia importante per me.
Ti amo!

Quasi non le cadde il cellulare dalle mani.
Stava infilandosi il pigiama, pronta a dormire per dodici ore filate, poi era suonato il cellulare e il display segnalava l’arrivo di un nuovo messaggio.
Quando ebbe letto il messaggio per circa dieci volte, si accasciò a terra, in un angolo della stanza.
Il pavimento gelido era a contatto con la pelle nuda delle cosce, ma lei non percepiva alcun freddo.
Le tremavano le mani, le gambe.
Sentiva che non sarebbe riuscita a spiccicare una sola parola.
Boccheggiava nella vana ricerca di parlare a sé stessa, per dirsi di calmarsi.
Ti amo”.
C’era scritto proprio “Ti amo”.
Iniziò a piangere.
Singhiozzava freneticamente, come una bambina di cinque anni, ma non gliene importava.
Quelle lacrime non scendevano dagli occhi, salivano dal cuore.
Da quella remota parte del suo cuore che, con tanta cura, era stata arginata e che, da pochi giorni, sopiva in uno stato di impasse.
Non aveva più provocato dolore, ma ora palpitava e feriva le pareti della cassa toracica come un martello impazzito.
Non poteva fermarlo.
Ti amo”.
Le aveva scritto “Ti amo”.
Non riusciva a schiarirsi la mente. Perciò soffriva.
Non era in grado di ragionare.
Aveva perso l’istinto, qualunque ne avesse mai avuto.
Era in uno stato di transito tra il meravigliato, il dispiaciuto, l’arrabbiato e l’innamorato.
Piangeva, per sfogare quelle emozioni, così strane, tutte insieme.
Passarono alcuni minuti, anzi, probabilmente anche una mezz’ora, ma a Giulia parvero ore veramente lunghe.
Riprese il cellulare in mano, dopo essersi passata una mano sulle lacrime secche che rigavano il viso contratto e agitato.
- Cosa devo dirgli?
Riuscì a sussurrare quelle tre parole e le parve una conquista.
Sentendo la propria voce, si calmò un po’ ed ebbe il coraggio di digitare il messaggio che aveva in mente dall’inizio di quella crisi, da quando aveva letto il messaggio.

GIULIA:
Sono io, Daniele che devo implorarti il perdono.
Tu sei stato scusato, in qualche strana maniera, dal mio subconscio.
Fra noi, sono riuscita a creare una barriera, per non soffrire.
È alta.
Non posso scavalcarla.
Per me, ormai non sei più niente.
Soffro molto nello scriverti queste parole, ma è così.
Scusa, Daniele.

Inviò il messaggio senza neanche rileggerlo, poi spense il cellulare e lo poggiò sul comodino vicino alla finestra.
- Scusa Daniele...
Era vero.
Tutto ciò che aveva scritto era la pura ed inconfutabile verità.
Aveva sofferto tantissimo, durante quelle settimane senza di lui. Talmente tanto, da non essersi resa conto che la sua mente aveva allontanato, poco a poco, il ricordo di quell’amore.
Probabilmente, non era neanche così importante come lei aveva creduto, quando l’aveva provato.
- Scusami tanto...
Si concentrò sui pantaloni del pigiama a righe che doveva indossare.
Tentò di allontanare ogni altro pensiero.
Pregava che quella breve discussione non avesse fatto scattare un meccanismo di perverso dolore.
Si sedette sul bordo del letto.
Osservò, mesta, il cellulare. Era abbandonato accanto alle chiavi di casa e al portafoglio.
Cos’avrebbe risposto Daniele? Avrebbe risposto? Cosa stava provando, in quel momento?
Sollevò il lenzuolo e le coperte e si coricò nel letto comodo.
Chiuse gli occhi, nel tentativo di addormentarsi, ma era tardi. Troppo tardi.
Ormai, la sua mente aveva cominciato a macchinare.
Cominciarono a scorrerle davanti agli occhi, le immagini di tutto il suo rapporto con Daniele.
Quella notte non sognò.
Ebbe una specie di incubo.
Ricordò ogni singolo momento della sua vita passata con quella persona così speciale che, una volta chiamava “migliore amico” e che ora, per lei, non rappresentava più nulla.
Il peggiore fra tutti gli episodi che riaffiorarono alla sua memoria fu quello dell’estate precedente.

- Ciao Giulia, come va?
Sara le aveva telefonato alle dieci di mattina dell’11 agosto, per un motivo che, allora, le era sconosciuto.
- Bene...tu?
- Mah...prova ad indovinare...sono in vacanza col mio ragazzo...potrebbe andare meglio?
Nelle pause inseriva o qualche sospiro o qualche risata, come in tutte le sue telefonate.
- Capito, magnificamente bene...perchè mi hai chiamato?
Sara si schiarì la voce, appesantita dal sonno di una notte passata a contemplare il cielo, tra le braccia sicure di un ragazzo che l’amava immensamente.
- Pensavo che potevi raggiungere me e Michele a Porto Fino...ti va?
Giulia apparve confusa, ma anche imbarazzata.
- Sarebbe bellissimo, ma io sono a Malta...
- ...con Daniele?!
- Sì...si è mollato con la ragazza, non so ancora perché, e ha invitato me...
- Ah...
- Non sei felice per me?
- Beh...
- Io sono felicissima...siamo arrivati tre giorni fa e mi sono già divertita un sacco...qui, Daniele, non conosce nessuno, così passa tutta la giornata con me...non hai idea di quanto stia bene tra le sue braccia...
- Tra le sue braccia?
- Sì...
- Vi siete messi insieme?
- Ti pare?! Non sa neanche quanto mi piace, figurati se mi viene a chiedere di metterci insieme.
- E allora?
- E’ che, proprio perché non sa quanto mi piace, mi abbraccia per dimostrarmi quanto sia importante per lui...
- Eh?!
- ...come amica...
- Ah...mi dispiace...
- Perché?! Io mi diverto tantissimo, sto veramente bene con lui...
- Ma non ti senti a disagio?
- No...ah...stasera mi porta in centro! Saremo soli, senza i suoi genitori e saremo fuori dal villaggio vacanze...
- Capito...mi raccomando, non fare cose di cui potresti pentirti e divertiti! Ora devo andare, si è svegliato anche Michele e voglio dargli un benvenuto coi fiocchi...
- Ok...vai dal tuo bel principe!
- Ma che principe! Si è addormentato prima che vedessimo la stella cadente, così ho espresso il desiderio da sola...devo fargli una strigliata di quelle...
- Ok...vai dal tuo bell’addormentato! Ciau.
- Ciao, ci sentiamo domani, voglio tutti i particolari, mi raccomando...Ehi, dove credi di andare, tu?
A quel punto Giulia riagganciò e si preparò per andare in spiaggia.
Mise il costume, ma, quando stava per uscire, qualcuno bussò alla sua porta.
- Sto uscendo...aspetta un attimo...
Prese le chiavi della stanza e andò ad aprire la porta.
- Daniele?!
- Scusa se ti ho spaventata, ma dovrei parlarti...possiamo rientrare un attimo?
- Sì...che c’è?
Daniele si chiuse la porta alle spalle e si sedette su una poltrona affianco al letto.
Aveva proprio una brutta cera. Sembrava che non avesse dormito per tutta la notte. E pareva anche molto triste.
- Ha telefonato Giorgia.
Giorgia era la ragazza che l’aveva mollato, prima delle vacanze.
Giulia attese che Daniele terminasse di spiegare, ma lui non lo fece e si prese il viso tra le mani.
- E allora? Cos’ha detto?
- Niente di particolare, ma non sono riuscito a dormire...
- Scusa, ma che ti ha detto per ridurti in questo stato?
Giulia aveva preso il mento di Daniele con una mano ed ora il loro visi erano troppo vicini.
Daniele fissò Giulia negli occhi, per un istante interminabile.
- Giulia...
- Si...?
Lui si avvicinò ancora di più al viso della mora.
- Daniele...che fai?
Chiese Giulia, lottando contro il suo istinto che le diceva di tenere la bocca chiusa e di lasciarlo fare.
Poteva sentire il respiro del ragazzo sulle sue labbra.
Lui non l’ascoltò e la baciò.
Era dolce.
Era cauto.
Era magico.
E lei stava terribilmente bene.
Gli cinse il collo con le braccia e lui la strinse a sé come non aveva mai fatto prima.
Le loro labbra si univano e si staccavano ritmicamente e i loro respiri si erano fusi in un unico fiato che alimentava quel primo bacio.
Giulia aveva perso la concezione di tutto ciò che le accadeva intorno.
Era troppo felice e meravigliata per essere anche vigile, allo stesso tempo.
Poi tutto terminò.
Lui si staccò dal corpo della ragazza, sciogliendo quel piacevole abbraccio, e si allontanò dalla poltrona.
- Scusa Giugiù, ma non posso amarti.

Poi Giulia si svegliò, turbata dal ricordo di quei momenti, riaffiorati alla memoria dopo tanto tempo che erano stati allontanati da essa.
Si era sentita amata e desiderata e, un instante dopo, respinta e amareggiata.
Era stata un’esperienza terribile da un lato e bellissima dall’altro.
L’estate, però, era stata lo stesso magnifica.
Avevano deciso di mettere una pietra sopra quello che era accaduto e si erano divertiti allo stesso modo.
Almeno così le era parso.
A ripensarci, ora, tutto era cambiato.
Lui non l’aveva più abbracciata e aveva cercato di evitare di stare da solo con lei.
Da quel giorno, anche quando erano tornati a scuola, uno strano meccanismo aveva fatto scattare, in Giulia, l’idea che la trasformazione del suo rapporto con Daniele fosse possibile e che, un giorno, avrebbe potuto baciarlo di nuovo, senza essere respinta.
Non era più riuscita ad essere semplicemente sua amica e ad accontentarsi di quel sentimento. Lei voleva di più e, anche se sapeva che non lo avrebbe avuto mai, sperava lo stesso di poterlo ricevere.
Non era a conoscenza di quello che lui provasse, realmente, per lei.
Aveva sofferto moltissimo, trascinata dalla corrente del dubbio.
Poi era esplosa e, la parte peggiore dell’inferno, le si era parata davanti.
Ora aveva perso definitivamente tutto e, a quanto pareva, non aveva mai smesso di soffrire.
Stanca di ricordare, si alzò pesantemente dal letto.
Il suo unico desiderio era andare a scuola, fingere che niente fosse successo e, tornata a casa, immergersi nei compiti, per non far riaffiorare ulteriori immagini.
Mentre si dirigeva verso il bagno, per lavarsi la faccia e vestirsi, le balenò in mente il ricordo di ciò che avrebbe dovuto fare quel pomeriggio.
- Cazzo, Lorenzo!
Cambiò del tutto traiettoria e, invece di aprire la porta della propria stanza, si fiondò alla finestra, per afferrare il cellulare e scrivere un messaggio al ragazzo a cui aveva promesso un appuntamento.
Non aveva alcuna voglia di restare da sola con lui.
Non dopo una notte tormentata come quella.
Un’altra volta Daniele le aveva rovinato i piani.
- Che stronzo!
Imprecò a fior di labbra.
Ricordò, all’istante, che se avesse acceso il cellulare avrebbe trovato l’eventuale risposta di Daniele.
Non voleva venire a conoscenza di una realtà tanto dolorosa.
Ma doveva avvertire Lorenzo del cambiamento di programma.
Sbuffando, Giulia accese il cellulare.
Chiuse gli occhi, in attesa dello squillo della suoneria che l’avrebbe avvertita di un nuovo messaggio.
Contò, mentalmente, i secondi e, dopo che ne furono passati ventisette, il telefono le vibrò in mano e la suoneria le riempì le orecchie.
A stento, riaprì gli occhi.
Erano arrivati due sms.
Daniele. Daniele.
- Non si è perso d’animo, perlomeno.
Aprì il primo in ordine di arrivo.

DANIELE:
Se la scavalcassimo insieme?
So che leggerai questo messaggio solo di mattina.
Ti conosco troppo bene.
Per questo so di amarti
e so che anche tu mi ami, ancora.
Ti prego, Giulia,
dammi una possibilità!

- Non posso, Dani! Non posso, lo vuoi capire!
Urlò a sé stessa.
- Perché non vuoi capire? Perché sei così dannatamente testardo?!
Prese un pupazzo appoggiato, inerte, sul letto e lo scaraventò contro l’armadio dei vestiti.
Esso ricadde, immobile, sul pavimento, con un espressione allegra sul viso da tigre.
- Tu perché ridi, stupido tigrotto?!
Lo prese e lo buttò sotto al letto, per non vedere più i suoi occhi di pezza, rivolgerle uno sguardo divertito.
Si sedette, nervosa e triste, sul pavimento, con la schiena appoggiata alla testiera di legno.
Si riappropriò del cellulare, dimenticato sul comodino, e aprì l’altro messaggio.

DANIELE:
Scusa.
Non dovrei essere così insistente,
ma tu mi hai cambiato.
Da quando ti conosco,
so di aver mutato comportamento.
È merito tuo se, adesso, sono un po’ migliore.
Grazie di tutto quello che tu hai fatto per me.
So che non te la sentirai di rispondere.
Ti amerò in silenzio, d’ora in poi.

- Stupido!
Esclamò, mentre il suo sguardo si velava di lacrime.

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Chiedo con tutta l'umiltà possibile scusa a tutti coloro che leggono questa fic.
Non è stato corretto il mio comportamento, visto che avevo promesso di postare con regolarità, e per questo mi dispiace molto.
posso solo dire che di mezzo ci sono stati l'esame di terza media, due concorsi e tanti problemi in famiglia e con gli amici.
Cosa ne dite del capitolo?
E' in assoluto il più lungo della storia, ma secondo me è molto bello.
Anche perchè si capisce qualcoa di più sul passato dei protagonisti e si comprendono alcuni loro gesti del presente.
Che ne dite di lasciare qualche recensione???
Così posso sapere cosa ne pensate della fic...
Lo so, tutti dicono questo, ma anche io ve lo voglio chiedere.
Perchè mi servirebbe per crescere e migliorare.
Ringazio di cuore:
_NovemberThree_: mi dispiace non aver aggiornato tanto presto...però che ne dici di questo capitolo??? Secondo me, qui, la parte migliore è quella di Giulia. Daniele si comporta proprio da stronzo, ma ti asssicuro che a me è successo...un bacio!

Kikikaulitz: non posso promettere niente, perchè io sono la prima a non sapere come finirà. Nel prossimo capitolo o in quello dopo ci sarà una parte dedicata solo a Lorenzo...per scoprire n po' di più sul suo conto. Anche a me dispiace per Daniele, come mi dispiaceva nella realtà per il mio migliore amico...comunque grazie mille per la recensione!! Un abbraccio!

Grazie mille anche a chi ha letto la storia e continuerà a leggerla e ancora grazie a coloro che mantengono la storia tra i preferiti.
Alla prossima, e sarà presto
la vostra affezionata
Miss dark
*_*


  
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