Personaggi: Kagami Taiga / Tetsuya Kuroko
Rating: Verde.
Note dell'autore: Flashfic / Sentimentale
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.
.Yukata.
La fascia in vita stringeva
troppo, il tessuto nero e grigio dello yukata maschile prudeva contro
la pelle nuda e di sicuro Kagami non è il tipo da stare ad
aspettare la venuta di qualcuno. Nulla come il festival annuale riuniva
tante persone in uno spazio relativamente piccolo e il gigantesco
giocatore del Seirin se ne stava seduto su una panchina, le gambe
abbastanza larghe da prendersi tutto il legno scuro, e nella mano
destra l'ultimo stecchino appuntito del takoyaki.
Aveva invitato Kuroko proprio quella mattina, dopo almeno cinque caffè e la dose di coraggio di una tigre, perché Taiga e qualsiasi cosa si avvicinasse ad un concetto romantico erano così distanti da temere la formazione di un nuovo Pacifico. Eppure eccolo lì, ad aspettarlo seduto, da almeno dieci minuti! « ... Kuroko, damn it! » Sibilò, stringendo i denti attorno a metà della pallina dall'interno di polpo, prima delle povere tre superstiti. Chiamarlo? No, troppo difficile - e vergognoso - per Kagami. Non è lui il tipo da fare queste cose e-
« Kagami-kun, scusa il ritardo. » Una voce calma, anche se leggermente affaticata, fece irrigidire il corpo di Taiga fino a rendergli impossibile piegare la gamba. Ma il suono morbido dei takoyaki caduti sul terreno polveroso si udì molto meglio, e non fu per la sorpresa nel sentire la voce di Kuroko, bensì vedere qualcosa sul lato sinistro della testa. Una piccola composizione di fiori di ciliegio, probabilmente finti, sopra i capelli azzurrini del ragazzo leggermente ansimante e appena arrivato, nel suo yukata bianco e grigio.
« ... e-e quelli? » Kuroko mostrò sorpresa, alzando la mano sinistra per sfiorare la decorazione. « Oh, mi ha costretto Momoi-san. Per questo ho fatto tardi, scusam- » La voce venne soffocata dalla morbidezza delle altrui labbra sulle proprie, dal sapore dei takoyaki e dalla sorpresa di quel gesto tanto inconsueto. « Ti stanno benissimo, Tetsu. » E, soprattutto, andarono abbinandosi alla sfumatura rosata sulle guance morbide.
Aveva invitato Kuroko proprio quella mattina, dopo almeno cinque caffè e la dose di coraggio di una tigre, perché Taiga e qualsiasi cosa si avvicinasse ad un concetto romantico erano così distanti da temere la formazione di un nuovo Pacifico. Eppure eccolo lì, ad aspettarlo seduto, da almeno dieci minuti! « ... Kuroko, damn it! » Sibilò, stringendo i denti attorno a metà della pallina dall'interno di polpo, prima delle povere tre superstiti. Chiamarlo? No, troppo difficile - e vergognoso - per Kagami. Non è lui il tipo da fare queste cose e-
« Kagami-kun, scusa il ritardo. » Una voce calma, anche se leggermente affaticata, fece irrigidire il corpo di Taiga fino a rendergli impossibile piegare la gamba. Ma il suono morbido dei takoyaki caduti sul terreno polveroso si udì molto meglio, e non fu per la sorpresa nel sentire la voce di Kuroko, bensì vedere qualcosa sul lato sinistro della testa. Una piccola composizione di fiori di ciliegio, probabilmente finti, sopra i capelli azzurrini del ragazzo leggermente ansimante e appena arrivato, nel suo yukata bianco e grigio.
« ... e-e quelli? » Kuroko mostrò sorpresa, alzando la mano sinistra per sfiorare la decorazione. « Oh, mi ha costretto Momoi-san. Per questo ho fatto tardi, scusam- » La voce venne soffocata dalla morbidezza delle altrui labbra sulle proprie, dal sapore dei takoyaki e dalla sorpresa di quel gesto tanto inconsueto. « Ti stanno benissimo, Tetsu. » E, soprattutto, andarono abbinandosi alla sfumatura rosata sulle guance morbide.
.Fine.