Bentornati
a tutti/e. A
chi ancora segue questa stupida Long e mi sopporta. Prima di tutto
grazie per
essere arrivati fin qui, per avere la pazienza di continuare ad
immergervi in
questa follia...:)
Secondo,
beh, spero di
aver fatto abbastanza presto...diciamo che ero un po’
indecisa sul
comportamento della papera, stronzo o no? Ahahaha alla fine...insomma,
la
smetto di fare l’idiota. Parliamo di Suigetsu,
l’inzio della fic lo vede
protagonista, con Karin ahahah tra tutti e due non sanno proprio tener
la bocca
chiusa, eh? Ahhah anche in momenti poco opportuni, e di chi parlano? J avete
indovinato...
Spero
che il capitolo
risulti abbastanza gradevole, e più leggero rispetto ai
precedenti, certe volte
a contenuto un po’ più dramadramachesiamdepressi.
Insomma,
non so
scrivere le note inziali, l’avrete capito.
Io
vi lascio a ‘sto
sclero, vi ringrazio ancora con il cuore <3 e spero davvero di
leggere tutte
le vostre impressioni <3
Allyn
Ps:
pallino color
pomodoro (A Sasuke piace questo elemento)
VENTITREESIMA
REGOLA: Parlare
a letto? E di cosa? Il corpo già dice tutto quello che
c’è da dire. Quando l’istinto
ti dice di amare tu non contraddirlo.
[Suigetsu]
“Secondo
te ora stanno scopando?” Chiese muovendosi
lentamente.
“Ah,
pensa alla tua di scopata” Gli rispose lei,
stringendogli la schiena pallida con le gambe.
“Ehi,
ti sto scopando, mi pare!” Le si piantò dentro con
una
spinta più forte e poi scoppiò a ridere.
Il letto era
sottosopra, con le lenzuola stropicciate, il
copriletto sul pavimento, loro per terra, uno sopra l’altro,
incastrati, nudi.
“L’ho
sempre immaginato, sai? Per Naruto, Hyuga, era solo una
copertura, a Sasuke invece neanche gli si alza con una donna, finocchio
fino al
midollo!” Osservò lei, per poi leccare il collo
del compagno.
“A te
invece ti si alza, eh?” Ridacchiò lasciva.
“Non
lo senti?” Sogghignò lui riprendendo a spingere a
ritmo.
“Bene,
spero davvero che quel frigido non faccia tante
storie” Sbuffò subito dopo.
“Perché
dovrebbe, da quello che mi hai raccontato non aspetta
altro da mesi...il ritorno del biondo principe”.
“Conoscendolo
lo starà prendendo a pugni” Suigetsu si
fermò
per immaginare la scena, fece cenno di no con la testa, demoralizzato,
poi il
suo viso venne catturato da un bacio della ragazza. “Ti sei
fermato di nuovo,
devo venirti sopra e fare tutto il lavoro sporco?” Chiese lei.
“Karin,
ragazza ingorda!” Rispose al bacio, e la fece
scivolare sopra di sé.
“Sei
splendida” Le disse, portandole una mano sul fianco e
l’altra sul seno.
“Come
il fratello di Sasuke?” Domandò lei piegandosi sul
suo
petto e prendendo a dondolare con più forza sul suo bacino.
“Itachi...Itachi
Uchiha, quel ragazzo è sesso allo stato
puro” Disse con aria sognante l’Hozuki, che dopo la
trascorsa vacanza con la
famiglia di Sasuke si era portato in testa e nei pantaloni il ricordo
del
maggiore degli Uchiha.
“Ma te
lo sei scopato?” Gli chiese Karin, dandogli uno
schiaffetto e fingendosi gelosa.
“Cazzo
no! Quello è più serio del fratellino-frigido. Un
miraggio da contemplare in lontananza..non come te, che ti sciogli con
un
tocco” E le sfiorò le natiche con la punta di un
polpastrello.
“Bella,
porca e disponibile”
Invece di
offendersi, Karin scoppiò a ridere di gusto e si
staccò di lui, per baciargli l’addome e poi
più giù, la pelle tesa di
quell’asta rigida che fino a pochi minuti prima le era stata
dentro.
“Non
ti sostituirei mai con lui, ma...se potessi avervi tutti
e due...Io, tu e Itachi. Cazzo Karin, cosa mi hai messo in
testa!” E mugolò
sofferente all’idea che il suo sogno erotico non sarebbe mai
stato esaudito.
“Itachi,
la versione adulta e vaccinata di Sasuke Uchiha”
Sorrise lei, schioccandogli un bacio sulla coscia e salendo gattoni sul
letto.
Suigetsu la
raggiunse baciandole prima la schiena, poi le
natiche tonde, poi toccandola piano con le dita, su e giù,
senza affondare.
“Io
spero stiano scopando sai? Naruto e Sasuke, almeno
dovrebbero prendere esempio da noi” E la penetrò
lentamente.
“Non
pensare a loro, pensa a Itachi, almeno ti muovi
decentemente” Lo schernì lei, accogliendo i suoi
affondi cadenzati, stringendo
le lenzuola con le unghie.
“Anche
io ci penserò” Continuò lei,
trattenendo un gemito e
poi una risata.
Suigetsu sapeva
com’era Karin, disinibita, ironica,
aggressiva, velenosa, ma con un senso dell’umorismo che non
era mai riuscito a
trovare in nessun’altra donna con cui era stato.
Non faceva tante
storie, avevi voglia di scoparla? Si faceva
scopare, si dava anima e corpo, si faceva mordere a sangue e godeva
pure. Era
pazza, era spinta, ma non era troia. Amava il sesso, ecco, amava dare,
darsi,
farsi dare, sentire e vivere, e Suigetsu l’adorava per
quello, ed adorava anche
litigare con lei, far finta di odiarla, per poi sbatterla da dietro
sulla
scrivania.
Se non fosse
stato così egoista da voler collezionare bei
ragazzi, bei culi e belle donne, avrebbe anche potuto fermarsi a lei,
ma quando
vedeva tipi come Uchiha Itachi allora la sua indole da squalo lo
riportava
sulla via del cacciatore.
“Tanto
pensi a me, lo sanno tutti, anche i muri” La prese in
giro, aumentando le spinte, tirandola un po’ per i capelli
per avvicinarsela e
baciarla, mentre lei gli dava le spalle.
Karin rispose,
con le labbra, con la lingua, con un sospiro
forte, mentre lui la riempiva, a volte con le dita, a volte con il suo
piacere,
a volte con entrambi, giocando con lei come se fosse stata la sua
bambola di
pezza, una bambola che reagiva e mordeva, che lo sapeva trattar male e
bene
quanto bastava.
“Mmmh
Itachi, baci bene” Finse lei, divertita.
“Mmmh
Itachi, ti fai fottere bene” Le rispose lui a tono.
“Ecco,
ora ho immaginato due Itachi che scopano tra loro”
Scoppiò in una risata lei, anche Suigetsu si unì
ai suoi singhiozzi. Non sapeva
come fosse possibile, ma era stupido ed esilarante, eppure
così naturale,
essere se stessi, ridere, ammettere di desiderare certe cose,
immaginare
scenari assurdi come un Uchiha serio e pacato che scopava con una sua
copia.
“Degno
di una fan girl” Mormorò lei, inarcando la schiena
e
offrendosi di più, cominciando a tremare per la voglia di
esplodere.
“Fammi
venire, Sui” Disse, quasi scorbutica.
E Suigetsu la
esaudì, aumentando le spinte, senza pensare a
niente, se non a quel corpo caldo e accogliente, o meglio, proprio a
niente
niente non riusciva a non pensare, in un angolino della sua testa da
depravato
c’era l’immagine di Naruto e Sasuke che forse, in
quel preciso momento, stavano
scopando proprio come loro.
***
[Sasuke]
Lo
spogliò, con l’urgenza di toccare la sua pelle
brunita, di
confermare la presenza di quell’ombelico, tondo e perfetto
sotto i vestiti,
dell’addome duro, dell’odore forte di sole e di
vita. Gli sfilò la felpa e la
getto a terra, era la stessa di quel mattino, macchiata di
caffè amaro.
Si baciarono
cozzando con i corpi, con le fronti, con le
labbra. Naruto provò ad accarezzargli il viso, i capelli, ma
Sasuke gli
sbatteva le mani sopra la testa, gli afferrava i polsi con una certa
violenza,
per poi dilaniargli il collo di morsi.
Si erano chiusi
la porta alle spalle con un tonfo, per poi
crollare sul letto ancora perfetto dell’albergo, spingendo
via i cuscini di
troppo.
Non avevano
acceso la luce, non si erano preoccupati di
travolgere la valigia ancora da disfare di Sasuke, di far cadere una
lampada...no, non c’era più niente di importante,
a parte la condivisa urgenza
di fondersi, di toccarsi, di farsi male per capire che sì,
erano reali, ed
erano lì, entrambi sopravvissuti alle loro contraddizioni.
Poi un
“Ah”, Naruto ansimò, di dolore e di
desiderio, quando
Sasuke lasciò la sua bocca e lo fissò quasi
incredulo, l’aria svampita, come se
fosse comparso lì in quell’istante, come se non si
fossero mai baciati.
“Che
cazzo ci fai qui?” Chiese, tenendogli sempre i polsi ben
stretti sopra la testa, era il nemico che stava bloccando sotto di
sé, era il
nemico che aveva combattuto nella sua mente milioni di volte e che ora
pareva
arrendersi ad ogni sua condizione.
Il biondo non
parlò, sorrise, un sorriso che ricordava quelli
delle elementari, che non dicevano nulla ma dicevano tutto, e a Sasuke
venne la
voglia di spaccargli tutti i denti con un pugno.
Si trattenne,
non voleva di certo sporcare il copriletto
dell’albergo con il sangue di quel disgraziato,
così si limitò a sospirare,
digrignare e stringere con più forza i suoi polsi tra le
dita.
“Io...”
Iniziò Naruto.
“Non
dire altro” Sasuke si alzò di scatto e
andò ad aprire la
porta, poi indicò l’ex amico e il corridoio.
“Veloce”
Disse, laconico.
Naruto rimase
dov’era, sordo agli ordini.
“Ora,
prima che ti uccida e che mi facciano ripagare la
moquette” Rantolò l’Uchiha, freddo.
Ma Naruto lo
raggiunse e lo strinse a sé, inaspettatamente.
“Tu
vuoi che rimanga, lo hai sempre voluto”
Sasuke si
divincolò dalla sua presa ed indicò ancora fuori
dalla stanza.
“A-D-E-S-S-O”
Scandì bene.
“Buttami
fuori, dimmi che non mi vuoi” Osò Uzumaki.
“Dimmi
che preferisci scopare con quel decrepito del tuo capo!” Lo
sibilò, quasi fosse
stata una minaccia.
Sasuke
sbatté forte la porta, lo afferrò per i capelli e
se
lo portò vicino.
“Con
chi scopo sono cazzi miei, miei soltanto, capito?”
Poteva sentire
il respiro rabbioso del biondo contro il viso.
“Fottimi,
voglio che tu mi scopi allora...” Disse deciso Naruto,
tirandolo per la cravatta allentata e baciandolo sulle labbra.
Sasuke lo morse,
lo colpì ad una spalla, provò ad afferrargli
qualcosa in mezzo alle gambe per fargli finalmente male, poi
l’erezione di Naruto
lo costrinse a deglutire nel bacio, a sentire un brivido
d’eccitazione
percorrerlo da capo a piedi.
“Fottimi”
Non l’aveva detto implorandolo, lo aveva detto
sfidandolo, sprezzante e orgoglioso; perché sapeva che
sarebbe stato vincitore
anche nella sconfitta, anche nell’umiliazione -se
così Sasuke poteva chiamarla-
di star sotto; anche se lui, in un angolo del suo cuore, quella notte
di
Dicembre non si era sentito umiliato ma...amato.
“Bene”
Lo
buttò nuovamente sul letto, si lasciò spogliare
dalle sue
mani grandi, si lasciò sfilare prima la cravatta, poi
sganciare la camicia, e
per ogni istante si guardarono negli occhi, senza sorridere, senza
esprimere
alcunché, eccetto una calma solo apparente
Naruto si tolse
gli ultimi indumenti quasi con la fretta di essere
nudi, uno sopra l’altro, ora affannati, persi, pazzi.
Perché era bastato poco
perché la calma si infrangesse, perché le loro
labbra cozzassero ancora, perché
le mani cercassero appigli, pelle, ossa, spalle, anima.
“Vuoi
essere fottuto?” Per Sasuke doveva essere una sfida, e
gli avrebbe fatto male, restituito il dolore trattenuto tacitamente in
quei mesi
di solitudine, se così poteva chiamarla.
Naruto rispose
ad ogni suo bacio, ad ogni morso aumentò la
presa sulle spalle chiare dell’Uchiha quando questo
provò ad entrargli dentro,
incontrando una certa resistenza.
“E’
questo che vuoi?” Gli domandò
all’orecchio, dopo un primo
faticosissimo centimetro.
Naruto gli
tirò i capelli neri, gli afferrò la testa e se lo
portò ancora più contro, infilandogli la lingua
in bocca, incastrando le
proprie labbra a quelle sottili e morbide del moro.
Sembrava un
sì, pelle contro pelle, sudati, con i segni dei
denti lividi sul collo e sulle braccia.
“Fammi
male, se ti serve” Gli sussurrò, alzando il
bacino,
scegliendo di accogliere tutto di Sasuke, anche la spinta
più forte che
l’avrebbe dilaniato.
Uchiha
indietreggiò un poco, si staccò dal calore del
corpo
dell’altro, pronto a spingere, pronto a spezzarlo.
Esitò.
Naruto
tremò impercettibilmente, ma non accadde niente.
Sasuke percorse
con le dita la sua mascella, il collo, i
pettorali, i fianchi, le gambe.
Quante volte lo
aveva sognato così, suo, sconfitto sotto il
suo peso, disponibile e bello, testardo, sudato, quante? Troppe. E in
ogni sua
fantasia non c’era mai sangue, o dolore, se non quello
giocoso dei morsi, o della
lotta per una supremazia sessuale che poco importava, che mai gli era
importata
veramente.
Lo
baciò, senza spingere troppo con il bacino, afferrandogli
i fianchi, poi una gamba, alzandola leggermente fino a poggiarne la
caviglia
sulla propria spalla, per poi riprendere a muoversi leggero.
Naruto
sgranò gli occhi azzurri e lo fissò incredulo,
poi
gemette piano, ad ogni piccola spinta, ad ogni nuova e più
profonda intrusione.
“Non
fare rumore” Lo ammonì Sasuke, cercando di
risultare
freddo, anche questa volta senza riuscirci, perché Naruto
sorrise tra un
lamento e un altro, fino a quando i suoi occhi non si colmarono di
lacrime.
Scoppiò a ridere, un po’ per cacciar via il dolore
di quell’intrusione nuova,
un po’ perché era felice, un po’
perché lui era lì, se lo poteva sentir dentro,
caldo, pulsante.
“Sasuke
Uchiha che fa sesso, finalmente” E rise ancora.
Sasuke avrebbe
voluto prenderlo a sberle, lì, su quel letto,
dopo mesi che non si toccavano, parlavano, avrebbe voluto ucciderlo, ma
contro
ogni logica scoppiò a ridere anche lui, per poi baciarlo a
fior di labbra,
stringerlo a sé, riprendere un ritmo diverso, dettato
dall’istinto.
Nessuno gli
aveva insegnato come fare, come muoversi, con
quale intensità oscillare con il bacino, avanti e indietro,
eppure, con Naruto
tutto sembrava tanto naturale, scritto nelle sue cellule, nelle sue
sinapsi.
Amare Naruto
così, con il corpo, era la cosa più bella e
semplice che avesse mai fatto in vita sua.
Si ritrovarono
tesi e ansimanti, ancora incastrati, quando
successe, Sasuke si stava muovendo velocemente, gli occhi socchiusi, le
labbra
dischiuse, la fronte imperlata di sudore, e la mano pallida contro la
testata
del letto, fu in quel momento che Naruto lo guardò, per poi
allungare le dita
sulla sua guancia, ricalcandone la morbidezza, scendendo sulle labbra
sottili,
lucide di saliva.
Lo
sussurrò, pianissimo, e Sasuke non seppe cosa rispondere,
perché poteva essere un gemito, o poteva essere un rantolo,
poteva essere
qualsiasi cosa, ma sussurrò anche lui, come un’eco
di ritorno, caldo e
immediato, senza pensarci oltre.
Lo
toccò, a ritmo di quei movimenti ora serrati, chiuse gli
occhi e
morì, per un secondo soltanto,
forse due, morì dentro Naruto, con Naruto che gli si
svuotava sull’addome e
sulla mano, bagnato e caldo come lui, vivo e denso come lo era stato
lui sulla
sua pelle.
Gli
crollò sopra, come crollano i bambini dopo una giornata
lunga e felice, e si addormentò, senza accorgersi della mano
che aveva preso a
carezzargli la schiena, che con premura gli aveva spostato i capelli
neri dalla
fronte, per baciarlo dolcemente.
***
[Naruto]
Naruto ancora
non ci credeva, ma sentiva il dolore urente in
basso, a dilaniarlo, a pulsare attorno alla carne ancora calda e
invadente di
Sasuke. Faceva male, ma non importava, era andata come doveva andare,
era stato
rude e poi inaspettatamente dolce, e poi si era perso, un po’
guardando i suoi
occhi neri, socchiusi e impegnati, un po’ amandolo e
sentendosi amato come non
accadeva da mesi.
Gli veniva da
ridere, perché tempo prima era stato male, con
Hinata addormentata tra le braccia, con il dispiacere di non aver
condiviso con
Sasuke quella prima volta tanto voluta, tanto bramata
quand’era un ragazzino.
Ora era
lì, e quel migliore amico di sempre gli dormiva
addosso, esausto e fragile, tanto bello quanto irraggiungibile,
barricato in
una corazza che si teneva cucito addosso da sempre, venuta meno dopo
quella
notte di dicembre, e ricostruita con più tenacia dopo, per
un errore.
Cosa sarebbe
accaduto?
Sarebbero
diventati una coppia? Non poté non immaginarsi un
Sasuke tutto allegro, fuori personaggio, che lo teneva per mano in
pubblico,
era inverosimile, surreale. Si trattenne dallo sghignazzare, poi
però la
tristezza lo invase, anche in un momento tanto sereno. Come avrebbero
fatto?
Erano due
ragazzi, erano amici da sempre, se si escludeva
quell’ultima insolita parentesi, ora erano...cosa? Amanti?
Due che
-sì, gli faceva ancora uno
strano effetto- scopavano?
Un brivido lo
percorse da capo a
piedi, era desiderio, ripensare a quella volta sul letto di Sasuke, e
ai
momenti vissuti poco prima, sentì che non avrebbe
più potuto fare a meno di
sentire quel ragazzo dentro di sé, e di entrargli dentro a
sua volta, di
valicare i suoi spazi, di bearsi di un’intimità
che rasentava la fusione vera e
propria.
Ricordava il
dolore, certo, quello
che non si sarebbe mai aspettato così acuto, ma era
sicuramente dovuto alla
scarsa gentilezza che l’altro aveva adottato, al suo violarlo
senza neanche
premurarsi di...insomma, a pensarlo un po’ gli faceva strano,
ma quello era,
quello rimaneva, e ora gli faceva male tutto.
Però
c’era stato anche un piacere
nuovo, torrido, quello di sentirsi presi, posseduti, amati.
Naruto chiuse
gli occhi e sospirò,
smuovendo le ciocche nere dell’altro, per poi carezzargli
ancora le spalle, i
fianchi. Si addormentò e non sognò niente, era
felice, tremendamente completo.
***
[Sasuke]
Era giorno, ed
era presto. Aprì gli
occhi e lo vide, addormentato sotto di sé, con le labbra
morbide e generose,
dischiuse nell’abbandono del sonno.
Il suo cuore
perse un battito, poi
due, poi si sentì preda di un’emozione che lo
travolse come un’onda anomala.
Cos’era
quel calore nel petto, quel
rombare in basso, quello stare bene tanto estraneo alla sua persona?
“Cazzo”
Sussurrò, e riusciva a
riassumere tutte quelle sensazioni, perciò lo
ripetè ancora, sottovoce: “Cazzo”.
Avevano scopato
di nuovo, e questa
volta Naruto si era lasciato prendere, senza opporre alcuna resistenza,
si era
lasciato invadere, mordere, stringere, e l’aveva anche
baciato,
quando gli era venuto dentro, quasi
con gratitudine, con le guance ancora umide di quelle lacrime folli e
insensate.
Lo
guardò per bene, passò le dita tra
i capelli biondi, così ribelli e morbidi, poi le guance, il
collo.
“Sei
bellissimo” Pensò
involontariamente, e arrossì, sentendosi stupido, poi
sorrise e lo baciò sulla bocca.
“Quanto
ti odio” Mormorò contro le
sue labbra. Gli aveva fatto male, certo, a suo modo si era vendicato,
però gli
dispiaceva, era stato più per pura bramosia di averlo, di
sentirlo, che per
vendetta.
Un rumore
indistinto, passi nel
silenzio di quel mattino soleggiato. Sprazzi di luce sul copriletto
sgualcito,
sui loro corpi nudi coperti dalla felpa di Naruto.
Voltò
la testa verso la porta, per
poi sentire ben distinti i colpi.
Avevano bussato.
“Sasuke?”
La voce ovattata dall’altra
parte del legno lo chiamava.
Naruto doveva
sparire, e subito.
MINIEXTRA:
Ancora di incubi e strane sensazioni [Itachi]
Si
svegliò nel cuore della notte,
sudato come l’ultima volta, i lunghi capelli neri che gli
aderivano alla fronte
umida, al collo. Li sciolse, per poi rilegarli nella consueta coda
bassa,
grazie alla quale suo fratello l’aveva soprannominato
Hippie-dark.
Un sogno, o
meglio un incubo, ancora
lui, ancora il ragazzo della vacanza, quel tale con il ghigno da
squalo...Su...come si chiamava? Sui qualcosa.
“Suigetsu”
Sussurrò.
Era una
maledizione.
Questa volta
l’aveva sognato nudo, lo
sguardo affamato, stranamente non era rivolto a Sasuke, ma a lui, a lui!
Suigetsu, nel
sogno, come se in
vacanza non l’avesse fatto, gli aveva tirato un bacio, poi si
era spostato i
capelli chiari all’indietro e si era portato le mani sotto
l’ombelico.
“E’
tuo, se vuoi!” Aveva detto,
sorridendo lascivo, toccandosi con le dita il membro teso.
Si era
svegliato, certo, ma quella
sensazione di terrore gli era rimasta nelle ossa, e lì
sarebbe rimasta per due
giorni buoni.
Note
di Allyn:
Ok,
era a pallino
rossastro ma dolce, su, Sasukino non è stato così
cattivo, i cattivi qui sono
Suigetsu e Karin che sì, ci danno dentro! Spero davvero che
questo capitolo via
sia piaciuto, spero di non aver tardato troppo, e spero di leggere
tutte le
vostre impressioni...ahaha il prossimo sarà quasi comico,
insomma, però Naruto
verrà scaraventato in un armadio, nudo, con indosso solo una
felpa macchiata di
caffè.
Un
bacio <3