Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ginny Lily Potter    27/06/2008    8 recensioni
Un alito di vento la svegliò, e si ritrovò sotto le coperte, la stanza tutt’in ordine e un profumo che proveniva dalla cucina.
“Ben svegliata, Bella Addormentata” sussurrò al suo orecchio una voce famigliare.
Lily si girò velocemente e vide un ragazzo che sorrideva sghembo.
Era alto e longilineo, i capelli lisci e biondo chiarissimo, gli occhi grigi e vispi e la bocca sottile lo distinguevano dagli altri.
Lily sorrise e si lasciò andare contro il cuscino.
“Allora, a chi dobbiamo fare una lezione per averti ridotta così?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Could we skip the step best friends?




Una ragazza stava camminando rapidamente tra la folla, reggendo pacchi e sacchettini colorati che sbattevano uno contro l’altro continuamente.
“… no, no Al, devi dirle di venire domani… giovedì sono impegnata… e dì a tua moglie che vengo a salutarla un’altra volta venerdì, voglio vedere come sta” disse, parlando al cellulare e fermandosi davanti ad una vetrina, “va bene… sì, ciao Al, ci vediamo… baci” concluse, chiudendo la chiamata e spegnendo il telefono.
Sospirando, rovistò all’interno della borsa, estraendo le chiavi della macchina.
Guidò fino a fuori Londra, canticchiando, mentre davanti a lei le immagini della sera passavano rapide.
I lampioni accesi come stelle luccicanti, le insegne colorate che sembravano fuochi d’artificio WWW e i negozi ancora aperti.
Parcheggiò in uno spiazzo desolato, dove l’unica forma di vita era un cane claudicante e rabbioso.
Lily si guardò intorno e, non vedendo nessuno, estrasse furtiva dalla borsa una bacchetta e mormorò qualcosa.
I sacchetti levitarono fino alla porta di una casa alta e dall’intonaco bianco.
La ragazza aprì la porta e salì le scale fino al terzo piano, facendo strada ai pacchi.
L’appartamento in cui entrò era spazioso e formato da grandi stanze, quasi privo di porte, le camere erano divise da pareti che non le chiudevano totalmente ma lasciavano sufficiente spazio per passare.
L’arredamento moderno, grigio, nero e bianco,faceva sembrare fuoriposto i colori dei pacchetti, che volteggiavano sopra la testa vermiglia della ragazza, che stava chiudendo la porta, senza chiave.
Indicò ai pacchi la via per il guardaroba e si tolse la giacca e le scarpe, prendendo il telefono fisso e digitando frettolossamente un numero.
“Pronto? Ciao Mike, volevo chiederti a che ora circa verrai… così cucino la carne” disse dolce, massaggiandosi i piedi e sedendosi sul divano.
“Ecco Lily, io credo… credo di non poter venire più”
“Come prego?” mormorò stranita.
“Dài, oramai è più che chiaro che non… Lily, non va. Non va più niente, per cui me ne vado”
Gli occhi della ragazza divennero freddi.
“Che vigliacco, neanche a dirmelo in faccia… ho scoperto ora che razza di persona sei…”
“Dài, sai che non è vero, siamo stati bene insieme…”
“Io che mi impegnavo a mandare avanti la nostra relazione! IO! Che scema…!” rise istericamente Lily, conficcandosi le unghie nel palmo.
“No! No, Lee, non dire così…”
La voce dall’altro capo del telefono si stava facendo preoccupata, quasi impaurita.
“Non.Chiamarmi.Lee.” sibilò la ragazza, prima di chiudergli il telefono in faccia.
Le lacrime cercavano insistentemente di scivolare sulle guance, ma si asciugò gli occhi con il palmo della mano.
Il groppo che si sentiva in gola non intendeva sciogliersi e oramai il pianto aveva avuto la meglio su di lei.
Afferrò un cuscino nero e lo strinse talmente tanto che le sembrò di veder uscire fuori le piume.
Gli occhi erano diventati rossi, le guance come loro.
Lily corse in camera e iniziò a strappare dagli appendini tutti i vestiti che Mike aveva lasciato a casa sua quando andava a trovarla.
Una giacca nera e tre camice bianche volarono sopra il letto matrimoniale, qualche paio di pantaloni e una t-shirt finirono in bagno, insieme alle scarpe rosse che tanto gli piacevano, le calze a quadri prese insieme da Madama McClan, oh, ecco la sua cravatta blu notte.
Ora è diventata bianca di dentifricio.
Quando fu soddisfatta, e tutto il guardaroba era totalmente rovinato, Lily si stese sul letto, i capelli arruffati e gli occhi lucidi, la gola che le bruciava per tanto aveva gridato e il vestito che si era strappato sull’orlo.
Dopo pochi secondi si addormentò.
Sognò Hogwarts, il Quidditch, James che camminava per i corridoi, con la solita nuvola di ragazze dietro e Albus che correva per la scuola, pronto a compiere eccellentemente ogni impegno, Hugo che la guardava con un sopracciglio alzato e diceva: “Che scandalo, miseriaccia, ditemi dov’è quel cretino che gli faccio vedere gli Ungari Spinati”…



Un alito di vento la svegliò, e si ritrovò sotto le coperte, la stanza tutt’in ordine e un profumo che proveniva dalla cucina.
“Ben svegliata, Bella Addormentata” sussurrò al suo orecchio una voce famigliare.
Lily si girò velocemente e vide un ragazzo che sorrideva sghembo.
Era alto e longilineo, i capelli lisci e biondo chiarissimo, gli occhi grigi e vispi e la bocca sottile lo distinguevano dagli altri.
Lily sorrise e si lasciò andare contro il cuscino.
“Allora, a chi dobbiamo fare una lezione per averti ridotta così?” disse Scorpius, sedendosi sul letto.
Lily scomparve sotto la coperta.
“Nessuno” mugugnò.
“Tanto so che non è vero… il tipo, quello delle scarpe rosse?” chiese,togliendosi le scarpe e sgusciando vicino a lei, sotto la coperta.
“Come hai fatto a scoprirlo?” esclamò Lily, non tanto sorpresa di aver la punta del naso che poteva toccare quella di Scorpius.
“Mah, chi lo sa!” mormorò sarcastico.
Lily accennò una risata.
“Non gli siete mai piaciuti, tu, Al e Jamie” dichiarò, girandosi con la pancia contro il materasso.
“Strano! Non pensavo che esistessero fidanzati a cui non piacciono i fratelli protettivi e gli ex della propria ragazza” sentenziò ridacchiando.
“Dài, Malfoy…” mormorò Lily, contro il materasso.
“Va bene, va bene… hai fame?” domandò, mettendosi le mani dietro la nuca.
“Mmhh, dipende da chi ha cucinato” rispose la ragazza, facendogli una linguaccia.
“Allora ti va bene, perché lo ha fatto mia madre”
Lily s’illuminò.
“Perchè non me lo hai detto prima! Tua madre è l’unica Serpeverde che io abbia mai visto mettere le mani hai fornelli… e soprattutto così bene” esclamò la ragazza, scalciando via la coperta.
“Ehi! Mi stavo abituando al caldo” protestò Scorpius.
Lily si alzò in piedi.
“Girati un momento che devo cambiarmi” disse, aprendo l’armadio e prendendo un vestito e sfilandosi quello che aveva addosso.
“Si, certo, e per te lo farò?”
“No, ma chiedere non costa niente…” sospirò Lily, infilando il vestito, “tanto ho finito. E poi ero girata”
“E poi c’era lo specchio, bella mia” ridacchiò Scorpius, alzandosi e rifacendo il letto con un colpo di bacchetta.
Lily scosse il capo e lo seguì in cucina.
“Allora Madamoiselle, per lei ci sono: carne, pesce, vino e pane, cosa vuole di più dalla vita?” disse Scorpius, scostando la sedia e facendola sedere.
“Niente, direi che va bene così” sorrise in risposta, “… come stanno i tuoi?”
Scorpius scrollò le spalle e le servì una bistecca con dell’insalata.
“Bene, con il tempo credo che siano cambiati moltissimo… ora mio padre ha deciso che vuole andare via dall’Inghilterra e vivere la sua ‘vecchiaia’ insieme a mia madre in un’isola sperduta”
Lily rise.
“Draco? Davvero? Non l’avrei mai detto…” disse, cercando d’immaginare l’austero Draco Malfoy che scrutava l’orizzonte con un cannocchiale d’argento dall’alto di una torretta mentre sua moglie cucinava noci di cocco e pesce di mare.
“Sinceramente nemmeno io, voglio dire: te lo immagini mio padre in braghini al mare?”
Lily rise più forte.
“Potrebbe diventare rosso come un’aragosta!” continuò Scorpius, cercando di distrarre la ragazza, “e di sicuro vorrebbe distruggere tutte le zanzare… che incubo”
Lily guardò Scorpius, con le guance rosse dal riso, e lo vide sorridere dolce.
“Anche tu diventi rosso, al mare…” sussurrò, sorridendo.
Il ragazzo tacque e corrugò le sopracciglia.
“Non farmici ripensare, sembravo una di quelle palline di Natale un po’ bianca e un po’ rossa” disse, scuotendo la testa.
“Anche io! Solo che le bruciature fanno pandance con i capelli…” constatò Lily.
“Convengo, stai benissimo bruciacchiata” annuì Scorpius, mentre Lily rideva.
“Che gran complimento, degno di un uomo di classe come te!” lo ringraziò, mangiando dell’insalata.
“Degno di una donna di gran bellezza come te…” mormorò, avvicinandosi.
Lily smise di respirare e lo guardò neglio occhi.
“Non voglio costringerti a fare nulla, Lily…” sussurrò, “sai, sembra che tu abbia un gran talento a scegliere gli uomini che ti faranno soffrire… solo che vale soffrire solo per uno di questi”
Scorpius s’inginocchiò vicino alla sedia di Lily.
“Ho aspettato tanto Lils, e anche tu… sono arrogante, perché ti sto sconvolgendo la vita, sbruffone, perché ne ho sempre fatto parte anche quando non lo meritavo, e terribilmente stupido perché ho impiegato sette anni a dirti che ti amo” le mormorò contro le labbra.
Lily chiuse gli occhi e Scorpius si ritrasse.
“Non voglio baciarti. Non ora. Non per le cause che ti avrebbero spinto a farlo…” le disse, in risposta al suo sguardo stranito, “io… non avrei dovuto dirtelo oggi che sei così…”
Lily sorrise.
“Non importa, anche ad Hogwarts non hai colto il momento migliore per dirmi che volevi stare con me, in effetti…”
Scorpius le sorrise e poggiò la fronte contro la sua.
“Non me ne sono pentito, però…” soffiò.
“Neanche io…” disse Lily, chiudendo gli occhi, mentre le guance le s’imporporavano.
“È bello che io riesca ancora a farti arrossire”
“È bello che io riesca ancora ad arrossire per te” ribattè la rossa.
“Solo per me, però” bisbigliò Scorpius, sorridendo.
“Solo per te, certo… non hai proprio intenzione di baciarmi?” chiese in un sussurro.
“No, voglio ricominciare da capo, ci vorranno giorni… forse mesi. Ora non mi prenderesti sul serio… potrei sembrare un ripiego”
“Ma non lo saresti!” replicò Lily.
“Non posso dubitarne, ma mi faresti sentire tale… ti prego Lils, con calma… prima voglio farti dimenticare Scarpe Rosse, da amico, portandoti in giro… parlandoti, non baciandoti” le spiegò.
“Lo trovo più che giusto” disse la ragazza, sospirando.
Scorpius si alzò.
“Allora domani andiamo, a Diagon Alley… da amici” le propose, prendendo la giacca e sparecchiando con un colpo di bacchetta.
“Va bene…” sorrise Lily, accompagnando Scorpius alla porta.
“Un amico ti verrà a prendere al lavoro verso le… vediamo, tre?” chiese il ragazzo, guardando l’orologio da polso che aveva ricevuto al suo diciassettesimo compleanno da suo padre.
“Sì, si può fare…” disse Lily, mentre Scorpius usciva dall’appartamento.
Il ragazzo si girò un’ultima volta, tenendo sulla spalla con una mano la giacca nera che contrastava con la camicia bianca.
Lily lo guardò chinando il capo di lato, scalza e con un vestito estivo indosso. Gli occhi del ragazzo brillavano.
“Dici che potremmo saltare il passaggio migliori amici?”



Dedicata a DilettaWCG, perchè me l'aveva chiesta^^

Ehm... credo avrete capito tutti che adoro questa coppia..
A proposito della storia "The Tales of Hogwarts Houses - New Generation's Real Adventures", l'aggiornamento arriverà presto...
e così anche per le altre che ho sospeso.
Scusatemi immensamente.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ginny Lily Potter