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Autore: Fiamma Erin Gaunt    08/03/2014    7 recensioni
Tyra, distrutta dalla scomparsa di Loki, scopre di possedere il Dono. Cosa accadrà quando una visione mostrerà il giovane Gigante dei Ghiacci a capo di un’armata diretta su Midgard? E se a ciò si aggiungessero un corteggiatore midgardiano, una profezia misteriosa e inquietante e l’arrivo di un bambino capace di segnare il destino degli Dei?
***
- Credevo che non ti avrei più rivisto. –
Le accarezzò una guancia con le labbra, facendola sospirare, - Ti avevo detto che sarei tornato. –
***
- Che ce ne facciamo di uno di questi … Com’è che si fanno chiamare? Ah, sì, i Vendicatori. – chiese, lanciando un’occhiata sprezzante al midgardiano ai suoi piedi.
- Può tornarci utile. –
- Sicura di non dirlo solo per via del suo bel faccino? –
Voleva essere una domanda sarcastica, ma il sospetto era trapelato dalla sua voce.
- Sei forse geloso? –
- Di lui, un patetico essere dalla vita spaventosamente breve? –
- Oh, sì, sei terribilmente geloso. – decretò, ghignando divertita.
[Sequel di "Never let me go"]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Sif, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1

 

 

 

Una volta arrivati su Midgard, Tyra si guardò attorno, meravigliata. Aveva visto quel pianeta nella sua visione, ma le erano sfuggiti molti dettagli. Tanto per iniziare, quell’enormità di costruzioni e poi, benché la cosa la contrariasse oltre ogni dire, si sorprese nel notare che il cielo si vedeva molto poco e decisamente male. Su Asgard non c’era nulla che impedisse alle persone di ammirare la volta celeste, indipendentemente dal momento della giornata, mentre lì persino di notte si faticava ad ammirare le stelle.

- Era questo il posto? – le chiese Thor, strappandola dalle sue considerazioni.

- Sì, era questo. – confermò, puntando gli occhi color ghiaccio verso la direzione in cui aveva visto apparire Loki.

Per un attimo, mentre fissava il vuoto, si domandò se Odino non avesse ragione e la sua non fosse stata davvero una visione. Magari era solo il desiderio smodato di rivederlo, di saperlo ancora vivo. Stava giusto per comunicare questa sua impressione al fratello, quando questi le fece segno di rimanere in silenzio. Tese le orecchie, alla ricerca di una fonte di rumore che spiegasse lo strano comportamento di Thor.

Poi lo sentì, un sottile rumore di passi che avanzavano sul manto erboso. Una persona sola, facile da sopraffare all’occorrenza. Era già pronta in posizione d’attacco, quando lo vide.

Le apparve davanti come un fantasma. Gli stessi capelli corvini, portati un po’ più lunghi rispetto all’ultima volta che si erano visti, gli occhi color ghiaccio e lo stesso volto pallido e lievemente spigoloso. Era lì, proprio davanti a lei, e la fissava senza dire una parola. Thor, al suo fianco, le rivolse un’occhiata penetrante. Era un invito a mantenere la calma, a non lasciarsi andare ai sentimentalismi, e sapeva che aveva ragione. Amava Loki, probabilmente non avrebbe mai smesso di farlo, ma non poteva permettersi il lusso di fissarlo con l’aria imbambolata di una sciocca ragazzina innamorata.

- Tyra. – sussurrò il ragazzo, puntando le iridi chiare nelle sue, mentre la sua espressione passava da fredda e imperscrutabile a illuminata dalla gioia.

- Loki. Credevo che non ti avrei più rivisto. – ammise.

- Eppure sono qui, proprio di fronte a te. –

Tese una mano verso di lei, invitante.

Tyra gli andò incontro, venendo bloccata solo all’ultimo istante da una presa ferrea. Si voltò verso suo fratello, contrariata.

- Lasciami. –

Thor scosse la testa.

- No, lo sai che abbiamo una missione. Dobbiamo riportarlo su Asgard, avrai tutto il tempo di parlargli più tardi. –

Sapeva che le sue parole  erano giuste, ma le suonavano così sbagliate. Come poteva chiederle di aspettare ancora, non aveva già atteso abbastanza prima di poter nuovamente rivedere Loki? Cosa avrebbe cambiato un abbraccio, sarebbe stato troppo chiedere di provare ancora una volta la sensazione di benessere che l’assaliva quando la loro pelle si sfiorava, quando le labbra si congiungevano e il suo corpo non provava nient’altro che beato oblio.

- Fratello … – cominciò, supplichevole.

Sapeva di stare usando una mossa sleale, perché malgrado tutto i sentimenti di Thor nei suoi confronti non si erano ancora annullati del tutto, e che avrebbe dovuto sentirsi in colpa per la facilità con cui lo manipolava per ottenere ciò che desiderava, ma non riusciva a impedirsi di essere almeno un po’ egoista in quella circostanza.

Thor alzò gli occhi al cielo, sbuffando e maledicendosi per la propria debolezza.

- E sia, puoi abbracciarlo, ma poi ce ne andremo. –

Lo abbagliò con un sorriso grato, per poi rilassarsi nella presa familiare di Loki. Chiuse gli occhi, inspirando quel profumo che fin dal primo istante era stato sinonimo di casa per lei. Si lasciò stringere, sentendosi una sciocca per l’incapacità di trattenere le lacrime. Era vivo, stava bene, e lei si metteva a piangere? Per tutti gli Dei, certe volte persino lei faticava a capirsi.

Loki la strinse maggiormente a sé, accarezzandole le onde corvine.

- Ti avevo detto che sarei tornato. – sussurrò, asciugandole le lacrime con le labbra.

Tyra sospirò, incapace di trattenersi dal rabbrividire di piacere sotto il suo tocco. Le era mancato così tanto.

- Ehm, ehm. – tossicchiò discretamente Thor.

Si separarono quel tanto che bastava per non dare l’impressione, tra l’altro fondata, di essere sul punto di saltarsi addosso.

- È bello rivederti, ma siamo qui per riportarti a casa. –

Loki inarcò un sopracciglio, in segno di sfida, - E se non desiderassi fare ritorno? –

Tyra si allontanò di scatto, fulminandolo con lo sguardo, - E questo cosa vorrebbe dire? –

- Che non tornerò ad Asgard, non ora e di certo non come prigioniero. – ribadì, ricambiando risolutamente il suo sguardo.

- Non torneresti come prigioniero … – cominciò, ma s’interruppe bruscamente.

Loki aveva ragione; Odino non sarebbe passato tanto facilmente sopra a ciò che era accaduto con i Giganti di Ghiaccio, nemmeno se si trattava del suo figlioccio.

- Ok, forse all’inizio, ma poi tutto si risolverebbe e tornerebbe come prima. – si corresse prontamente.

- Magari io non voglio che tutto torni come prima. –

Già, lui e la sua folle idea di conquista, come aveva fatto a dimenticarselo? Preferiva dare inizio a un’altra guerra pur di governare piuttosto che tornare a casa con loro e sistemare le cose. Per la prima volta si chiese se non si fosse illusa sulla sua vera natura, se il desiderio di dominio non fosse la cosa a cui teneva più di ogni altra. Più di lei, di Thor, del pianeta su cui era cresciuto e della gente che fino a poche settimane prima lo aveva acclamato come principe.

- Stai dicendo che preferisci rimanere su Midgard e regnare piuttosto che seguirci. Che un regno è più importante della persona che hai detto di amare? – gli chiese, rabbiosa.

Lo sguardo di Loki vacillò per un istante, ma si riprese in fretta.

- Tu non hai fatto lo stesso quando ti ho chiesto di seguirmi, non hai preferito Asgard a me? –

Non riusciva a credere alle sue orecchie, gli stava davvero rinfacciando di non essere stata in grado di tradire la sua famiglia, la sua patria?

- Era diverso, e lo sai; tu mi hai chiesto di lasciare la mia famiglia, anzi no di tradirla, mentre io ti chiedo solo di tornare con noi. –

- Non tornerò ad Asgard con voi, Tyra. –

Annuì. Era certa che sarebbe andata a finire così, ma non credeva che la rabbia sarebbe riuscita a prevalere sul dolore.

- Bene, ho avuto la mia risposta. Fa quel che devi, Thor. – aggiunse, voltandogli ostentatamente le spalle e rivolgendosi al fratello.

Thor annuì, pronto allo scontro. Aveva sperato che l’intervento di Tyra fosse sufficiente, ma a quanto sembrava si era sbagliato di grosso. Era un dannato testone e stava buttando via tutto ciò che aveva conquistato nei mesi passati per qualcosa che forse non sarebbe neanche riuscito a ottenere.

- Quindi passiamo alle maniere forti, fratello? – domandò, calcando sprezzantemente sull’ultima parola.

 - Già, temo che le paroline dolci e le buone maniere non facciano per me. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

- Stark, sei sicuro che si trovi proprio qui? –

L’uomo annuì, picchiettando contro il vetro del rilevatore che lampeggiava con insistenza, - Assolutamente sì, rilassati, Capitano. –

Steven alzò gli occhi al cielo. Possibile che quella sottospecie di filantropo rivestito d’acciaio dovesse sempre fare così tanto affidamento sulla sua preziosissima tecnologia? Poi, all’improvviso, una serie di rumori giunse alle sue orecchie.

- C’è uno scontro, questo il tuo prezioso rivelatore non lo dice? – ironizzò, puntando in direzione della fonte del rumore.

Due giovani uomini, vestiti in modo assurdo, combattevano tra loro senza esclusione di colpi. Leggermente in disparte, assorta in chissà quali pensieri, stava una ragazza. Fu proprio quest’ultima ad accorgersi della loro presenza. Alzò lo sguardo, in una strana espressione tra l’incuriosito e l’allarmato, e fu allora che vide il suo viso. Capelli neri come le ali di un corvo, carnagione alabastrina … E quegli occhi. Dio, non aveva mai visto occhi belli come quelli.

- Capitano, ci sei? – domandò Stark, sventolandogli platealmente una mano davanti al viso.

Si scostò, irritato, - Certo che ci sono. Allora, è il moro quello che dobbiamo prendere, no? Diamoci una mossa. –

Tony annuì, leggermente incerto, poi lo seguì a ruota. Quel Rogers quando ci si metteva era davvero maledettamente strano.

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo. Chiedo scusa se è un po’ corto, ma ho dovuto separare questo e il prossimo, perché altrimenti sarebbe venuta fuori una roba da quindici pagine e non mi pareva proprio il caso. Spero che vi sia piaciuto e come sempre vi chiedo di farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

  
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