Crossover
Segui la storia  |       
Autore: mydaimonissnake    08/03/2014    1 recensioni
Come si stabilisce se qualcuno è buono o cattivo? Le creature della luce sono davvero tutte buone? E quelle dell'oscurità tutte malvage? La verità è che chiunque è libero di scegliere da che parte stare. Solo scacciando tutti i pregiudizi e guardando veramente nel cuore di ognuno si può capire gli altri. E nel momento del bisogno, quando il destino della Terra è in pericolo, i veri eroi si uniranno, indipendentemente dalle razze a cui appartengono.
I personaggi della fic saranno quasi tutti tratti da telefim, anime, libri e quant'altro, alcuni manterranno i loro veri ruoli altri invece avranno una storia diversa che spiegherò man mano.
Grazie in anticipo a chiunque leggerà.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
INCONTRI
 
Rossi e Reid erano appena arrivati all’ospedale dove si trovavano i corpi delle famiglie uccise. Il Massachusetts General Hospital era uno degli ospedali migliori della città, e i Peterson che abitavano nella vicina Cambridge Street erano stati naturalmente portati qui, visto che l’istituto comprendeva  anche un obitorio. In seguito vista l’ovvia somiglianza delle morti anche i Wright vi erano stati condotti. I due agenti mostrarono i loro distintivi ad una infermiera alla reception e le chiesero indicazioni per l’obitorio, dopodiché attraversati diversi corridoi, arrivarono alla stanza delle autopsie, bussarono alla doppia porta alla loro destra e dopo aver ricevuto il permesso entrarono. La stanza era molto spaziosa con ben quattro tavole di acciaio. Al momento solo due di queste erano occupate, il corpo più a destra era coperto interamente da un lenzuolo mentre quello vicino lo era solo a metà e ospitava quella che sia Reid che Rossi riconobbero subito essere la signora Wright.
L’uomo che la stava esaminando era piuttosto giovane, un bel ragazzo, alto, più o meno sul metro e novanta. Aveva i capelli neri tagliati corti, gli occhi verdi, il naso ben dritto e non eccessivamente grosso, le labbra fini e la pelle completamente liscia senza la minima traccia di barba, nei o quant’altro potesse rovinarne la perfezione. Il camice bianco che indossava era stato lasciato aperto rivelando i suoi vestiti, piuttosto semplici e comodi. Jeans neri e maglietta blu. Reid riuscì a notare tutti questi particolari nel breve momento che l’uomo impiegò per fare un paio di passi verso di loro, sfilarsi i guanti infilandoli in una delle tasche del camice e tendere un mano sorridendo.
 –Buongiorno signori, cosa posso fare per voi?- -Buongiorno dottore, io sono l’agente speciale dell’FBI David Rossi, e lui è il mio collega il dottor Reid, siamo qui per vedere le famiglie Peterson e Wright. Stiamo collaborando con la polizia nelle indagini sulle loro morti.- Mentre Rossi parlava, entrambi avevano stretto la mano al dottore. –Capisco, in questo caso forse fareste meglio ad aspettare il ritorno della dottoressa Scarpetta, è lei che ha eseguito tutte le autopsie, io sono solo il suo assistente- spiegò loro il ragazzo. –Sai quando tornerà? Noi non possiamo aspettare molto.- -Stia tranquillo agente Rossi, la dottoressa sarà qui fra poco.- -Perché intanto non ci dici qualcosa tu, cosa stavi facendo quando siamo arrivati?- intervenne gentilmente Reid. –In realtà stavo solo dando un’occhiata al morso che la vittima ha al collo, venite pure a vedere se volete.- Detto questo il giovane si avvicinò di nuovo al corpo solo parzialmente coperto della signora Wright. Loro lo seguirono disponendosi vicini dall’altra parte del tavolo. –Senti, scusa, ma prima quando ci siamo presentati non ci hai detto come ti chiami.-  gli fece notare Reid.  -Oh, davvero?- Reid fece un cenno affermativo con la testa, quel ragazzo aveva qualcosa di stano, sembrava distratto, e sebbene il suo comportamento fosse educato e gentile, lui aveva la sensazione che non fosse affatto contento di dover parlare con loro.
-Mi chiamo Alexander,  ma di solito mi chiamano tutti Alex. Questa invece è, o meglio era, la signora Wright, e qui- spegò loro indicando il lato sinistro del collo del cadavere –potete vedere dove è stata morsa.- Sembrava davvero il morso di un vampiro, sia per la larghezza dei due fori che per la loro distanza. Chissà con che cosa erano stati fatti. I due agenti erano intenti a rimuginare più o meno sulle stesse questioni, quando il ragazzo davanti a loro sussultò imprecando a bassa voce. Entrambi alzarono gli sguardi, sorpresi. –Scusate, ma mi sono appena ricordato di una cosa che la dottoressa Scarpetta mi aveva chiesto di fare, non vi dispiace se vi lascio da soli un attimo vero? Farò in fretta, e comunque lei ritornerà fra poco.- Intanto che parlava si era tolto il camice e a lunghi passi era andato ad appenderlo ad uno dei ganci che si trovavano vicino la porta. Poi, prima che uno di loro due potesse dire o fare qualcosa afferrò la giacca di pelle nera appesa lì affianco, li salutò sbrigativamente e uscì.
-Forse è solo una mia impressione ma quel ragazzo è un po’ strano, non credi?- gli disse Rossi girandosi a guardarlo e lui fece lo stesso rispondendogli –Ho avuto anch’io questa sensazione, non ci ha nemmeno detto il suo cognome, credi che nasconda qualcosa? Magari quando torna la dottoressa potremmo farle qualche domanda anche su di lui, che ne dici?- -Perché no, mi sembra una buona idea. Sai io l’ho incontrata una volta, e ti posso assicurare che è una donna in gamba, se il suo assistente nasconde qualcosa probabilmente lei l’avrà già scoperto. Ma ora torniamo a concentrarci sul caso, questo morso è inquietante, mi chiedo quanto sia profondo.- Sicuramente quanto basta per raggiungere l’arteria.- -Tutto questo non mi piace, questo S. I. è troppo preciso e attento sarà molto difficile prenderlo se continuerà così.- Si guardarono sconfortati, nessuno di loro voleva dirlo ad alta voce, ma sapevano entrambi che sarebbero riusciti a prenderlo solo se avesse commesso un errore, e questo significava che avrebbero dovuto esserci altre vittime.
 

Nello stesso momento Morgan e Prentiss erano nella casa appartenuta ai signori Wright. Emily aveva insistito ad andare prima lì, voleva accertarsi che il palazzo non avesse scale antincendio e lui l’aveva accontentata. –Hai visto Derek, lo sapevo che avevo ragione io, non ci sono scale fuori, né appigli di alcun tipo che possano aiutare ad arrampicarsi fino alle terrazze.- La donna era abbastanza infervorata, così la lasciò sfogarsi un po’, prima di ricordarle che non era lui quello che l’aveva contraddetta, e che  anzi l’idea che il colpevole avesse solo fatto finta di passare per le finestre era sua. –Ah già, hai ragione scusa. Be’ ora sarà meglio che entriamo.- concluse lei leggermente mortificata.
Si incamminarono e svoltato l’angolo si ritrovarono nuovamente davanti la facciata del palazzo. Si stavano avvicinando al portone quando ne videro uscire due ragazze. Una bruna e una bionda, piuttosto diverse tra loro seppure entrambe molto belle. Istintivamente Derek raddrizzò le spalle e fissandole sorrise, poi si avvicinò presentando se stesso e la sua collega. –Voi chi siete invece? Abitate qui?- aggiunse Prentiss anticipando le domande che lui stesso aveva in mente di fare. A rispondere fu la ragazza bruna, era piuttosto bassa probabilmente non arrivava nemmeno al metro e sessanta, e magra ma comunque con un bel corpo. Dopo averle lanciato un’occhiata veloce Morgan riportò l’attenzione al viso della ragazza, aveva dei lineamenti delicati, le labbra fini, il naso piccolino e la pelle chiara, che le avrebbero dato un aspetto molto dolce se non fosse stato per gli occhi. Morgan giudicò dovessero essere marroni, ma erano così scuri che forse dopotutto potevano essere benissimo neri. Guardandoli si capiva che sebbene minuta questa ragazza non andava sottovalutata. Doveva avere un bel caratterino.
-No, siamo venute semplicemente a trovare una nostra amica, è un tipo un po’ emotivo e quello che è successo nel suo palazzo l’ha sconvolta, ora però dobbiamo andare, scusateci ma siamo di fretta. Arrivederci agenti.- Ricambiarono il saluto e le due ragazze si allontanarono, attraversando la strada e offrendo a Derek l’opportunità di ammirarle anche da dietro. La cosa non sfuggì a Prentiss che lo riprese amichevolmente con un colpetto sul braccio, -lascia perdere, per quanto tu sia un bel ragazzo quelle due sono troppo per te, potrebbero benissimo essere due modelle, o almeno la bionda potrebbe esserlo, l’altra effettivamente è troppo bassa.- -Ehi guarda che così mi offendi, io sarei il sogno di qualsiasi modella.- Morgan lo disse fingendosi risentito, ma ovviamente l’amica non lo prese sul serio, e ridendo lo spinse ad entrare nel palazzo, spronandolo a tornare al lavoro.


Note:
in realtà avrei voluto inserirle nel primo capitolo, ma me ne sono dimenticata e a modificare il testo di quello non sono capace, quindi lo scrivo qui. Tutti i personaggi presenti nel primo cap. appartengono al telefilm criminal minds. Chi lo segue saprà cosa significa S. I., è un loro modo per indicare i criminali e sta per soggetto ignoto. Per il resto spero sia tutto chiaro, in caso contrario chiedete pure.
Per quanto riguarda questo cap. invece, sappiate che la dottoressa Scarpetta è la protagonista di una serie di romanzi di Patricia Cornwell. Alexander invece è un personaggio di mia creazione, così come la ragazza bruna con cui parlano Morgan e Prentiss. La bionda è la protagonista di un anime, ma per il momento non  dirò chi è.  Grazie per aver letto, spero che la storia piaccia almeno un po’.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: mydaimonissnake