RINGRAZIAMENTI: come
sempre un grazie alle mie tesore, ma grazie anche a Stefi che è stata la prima a
commentare il capitolo precedente…grazie davvero tanto! Kmq sappi che la
poveretta ne passerà un bel po’ prima di raggiungere il suo scopo…quindi non
perderti i prossimi capitoli !!!
Grazie ancora a
tutti…e buona lettura
Una vita con i
Kaulitz
Capitolo 2: lo
sbarco nelle “lande della Lapponia”
“Quanto mai gli ho detto che so il
tedesco!!!... non potevo starmene zitta e buona-buona???” si ritrovò a
pensare la brunetta “ io! Povera ragazza
di paese, tranquilla e riservata, catapultata in
Germania…”
Dall’altoparlante sopra la sua testa una voce dal tono
elettrico annunciò
“ si prega i
gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza tra poco arriveremo a
Francoforte”
“Inoltre io
odio volare!!!” commentò mentalmente
Sara eseguendo gli ordini annunciati il secondo prima.
Arrivata all’aeroporto la ragazza rintracciò i suoi
bagagli che consistevano in 2 trolley formato famiglia che contenevano i suoi
vestiti, 2 beauty-case personali più tre da lavoro e una valigia stile borsone
dove teneva tutte le scarpe, e aspettò seduta su uno dei bagagli rigidi rosa,
imbronciata sia per lo scherzo giocatole dal professore, sia per il ritardo di
chi doveva venirla a prendere e la stava lasciando attendere nella sala
“arrivi”.
Stava smadonnando a bassa voce fissando arrabbiata il
pavimento, quando un paio di all star nere entrarono nella sua
visuale.
-bist du
Sarah?- chiese una voce dal tono
profondo sicuramente appartenente ad un ragazzo che ora la
fronteggiava.
-si si, sono io…- sbottò stizzita la
bruna senza scostare lo sguardo dalla mattonella bianca, che ormai aveva
catturato la sua attenzione.
-entschuldigung…aber wir müssen
gehen-
La
ragazza si alzò di scatto, tesa e rigida di rabbia, intoppando con un braccio
uno dei 5 beauty, che cadde a terra trascinando con sé tutti gli
altri.
-E vaffanculo. Cristo santo!!!!- un altro
scatto d’ira da parte di Sarah, la cui vena, all’altezza della tempia, stava per
esplodere.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo in segno di
rassegnazione, si accucciò a terra a raccogliere le cose uscite dai bauletti,
che cadendo a terra si erano aperti; d’istinto anche l’accompagnatore della
brunetta si accovacciò a terra, per aiutarla ma…
SDANG!!!
I
due ragazzi si presero una poderosa testata provocando un “nuovo” vaffanculo da parte di
Sarah.
-
Vaffanculo- ripeté divertito e
gioviale l’accompagnatore della ragazza, la quale per la prima volta da quando
era sbarcata, alzò gli occhi dal suolo per vedere che parlava con
lei…
Non
poteva credere ai suoi occhi: capelli castani e rigorosamente piastrati lunghi
fino alle spalle, occhi piccoli, quasi porcini, ma del colore del velluto
marrone; sopra i jeans accuratamente strappati e lisi, spiccava la maglietta
nera con lo stemma del gruppo che ormai spopolava un po’ ovunque, i Tokio
Hotel.
-tu…sei Georg!!!- soffiò la
brunetta sbalordita ed emozionata che una celebrità come lui era venuto a
prenderla.
-bitte???-
-ah…ehm… du bist Georg…-
Lui
gonfiò il petto orgoglioso, mettendo in evidenza il marchio del suo gruppo, dove
aveva il ruolo di bassista.
“perfetto e ora? Come gli parlo?l’unica
lingua che straniera che so perfettamente è l’inglese, ma dubito che…”
rifletté la ragazza, ma il suo ragionamento fu interrotto dalla suoneria del suo
cellulare che intonava “scream” dei TH, che fece voltare l’intera saletta degli arrivi
e sorridere il bassista.
L’
italiana recuperò l’apparecchio nero dalla borsa che teneva al braccio, guardò
il display e sorrise quando vide apparire il nome “Miky”.
-“pronto?”-
-“aloha Sasy… ma
dove sei? Tua mamma ci ha detto che eri via…”-
-“effettivamente…”-
-“
vuoi dirmi dove sei finita? Io e
-“diciamo che non
sono minimamente in zona…”-
-“e dove sei?
Nelle lande della Lapponia???”-
-“più o
meno…si…”-
-“
va bene…basta
scherzare…”-
-“ma non stò
scherzando…sono in Germania in compagnia di Georg”-
-“
cooooosaaaaa???”-
Da
dietro la voce di Michela si sentiva un’altra persona che chiedeva ripetutamente
in formazioni sull’amica “dispersa”.
-“passami
Dall’altro capo del telefono si sentì un po’ di
movimento e poi la voce di Alice fece la sua comparsa.
-“Ally non urlare
anche tu alla notizia”-
-“oky Sasy… vai e
spara”-
-“va bene…allora
sono a Francoforte, in compagnia di Georg, il bassista dei Tokio e credo che tra
poco andrò da loro per incontrarli”-
-“ah va bene…ehi
no…aspetta!!! Tu…”-
-“...
si…”-
-“... a
Francoforte…”-
-“…sì
…”-
-“... con
Georg…”-
-“…per Bill e
compagnia bella”-
-“
esatto!!!”-
Il
silenzio prese posto alle parole delle ragazze, che per diversi secondi non
fiatarono, fino a che, in coro, esplosero in un poderoso e risonante urlo di
gioia, che fece sobbalzare l’intero aeroporto di
Francoforte.
- ehm…- esordì Georg dando una bussatine
alla spalla della ragazza, la quale piano-piano e bianca cadaverica, si voltò
per ritrovarsi faccia a faccia col problema
“comunicazione”.
-“ehm…ragazze…ho
un problema alquanto catastrofico…”-
-“vai, dicci
tutto, socia”-
-“io, con questi,
come ci parlo? Il tedesco non lo so molto bene, spagnolo non so se sanno che
esista e italiano è decisamente da escludere…sembra che l’unica cosa che sanno
dire sia “vaffanculo”…”-.
-“mai pensato
alla possibilità dell’inglese?”-
-“sinceramente…”-
-“...no!”-
finirono la frase le due rimaste in patria.
-“ok
ragazze…”- sospirò Sarah infelice per dover già lasciare le compagne –“ora devo andare se no credo mi potrebbero
spellare viva…mi mancate già tantissimo”-
-“mi raccomando
fai la brava e non saltare addosso a Bill…”- le disse Michela prima di
salutarla e passare il cellulare ad Alice.
-“ hola
Sasy…fatti onore e se hai bisogno chiama!!!”-
-“
ovvio…grazie mille stelle…a presto”-
e chiuse la chiamata asciugandosi velocemente le lacrime che minacciavano di
cadere e rovinarle così il trucco.
-well…- sospirò la giovane sorridendo
gentilmente al suo accompagnatore – don’t
we go?! –
Georg chiamò un fattorino che lo aiutasse a trasportare
fino alla Cadillac nera parcheggiata fuori, i bagagli della brunetta; da bravo
gentil uomo, il bassista dei Tokio Hotel aprì la portiera posteriore alla
ragazza che, prima di salire, gli rivolse un sorriso di ringraziamento, il primo
da quando era atterrata in terra Tedesca.
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