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Autore: my mind    09/03/2014    2 recensioni
Cosa succede se una ragazza come me decide di scrivere una fan fiction un po' romantica e contorta sul suo manga/anime preferito? I personaggi in questa storia non saranno dei pirati alla ricerca di avventura ma dei ragazzi che hanno dei problemi sentimentali e finiranno in situazioni un po'... strambe! La scuola è difficile per tutti ma ancora di più per una ragazza sola e insicura che sembra voler nascondere il suo passato. Riusciranno i suoi amici a farle capire l'importanza dell' amicizia e dell'amore? Saprà capire cosa prova davvero? Riuscirà a fare luce sui suoi sentimenti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ciao a tuttiii! Lo so... sono in super ritardo, ma ho una buona ragione. Ho avuto degli impedimenti per via del wii fii di casa. Non mi funzionava più! Era un incubo, ma ora sono riuscita a finire e il wii fii è apposto :) 
Spero vi piaccia il capitolo, non metto i nomi di chi ha messo la storia tra le preferite e chi la segue perchè state aumentando sempre di più! E ne sono felicissima, grazie a tutti vi voglio bene 
♥ ♥ Fatemi sapere che ne pensate! ^-^




- Uhg... – mi prendo la testa fra le mani, che dolore. Mi gira la testa. Devo aver preso una sbronza colossale. Quel cuoco da strapazzo sarà incazzato nero con me, credo di avergli consumato buona parte delle bottiglie di alcolici. Dove sono? Mi guardo intorno, sembra un appartamento di lusso. Il letto dove sono sdraiato è davvero comodo. Mi sposto le coperte blu notte di dosso e poggio i piedi scalzi sul pavimento gelido in linoleum. Guardo l’orologio che c’è sul comodino, segna le 12:00. Per quanto tempo ho dormito? Dovrei essere andato via dal gamba nera verso... le 10:30 credo.
La testa mi sta facendo troppo male, non riesco neanche a pensare. Avanzo qualche passo nella direzione del bagno. Lì mi lavo la faccia e cerco di rendermi il più presentabile possibile. Sul bordo della vasca vedo appoggiati degli indumenti. Non so chi li possa aver lasciati qui, ma in questo momento poco m’importa.
Ho una vasta scelta, posso scegliere fra una canottiera bianca e dei pantaloni comodi di tuta blu o dei pantaloni comodi di tuta blu e una canottiera bianca... bel dilemma.
Decido di optare per i pantaloni di tuta blu e la canottiera bianca.
Ora profumo di pulito anche se ho la faccia di chi vorrebbe vomitare la propria anima. Guardo il pavimento ben lucidato della camera, sarebbe un peccato sporcarlo, perciò decido di trattenermi e cercare di ricacciare giù tutti quei liquidi alcolici.
Mi dirigo verso quella che presumo possa essere l’uscita e apro la porta.
Mi ritrovo dentro un armadio pieno di vestiti eleganti. Spalanco gli occhi ed esco confuso dall’armadio.
Mi giro e vedo un’altra porta, mi avvicino e prendo la maniglia dorata.
- Zoro! Ben svegliato...-
Riconosco quella voce, l’ho sentita troppe volte nei miei incubi, ogni volta la sento urlare dal dolore mentre un chirurgo con una mascherina che gli ricopre tutto il viso accende una sega elettrica e la alza minacciosamente sopra la testa della ragazza. Io provo in tutti i modi di andarle in contro e aiutarla ma una forza mi trattiene. Ogni singolo incubo è uguale e finisce nello stesso modo... sono andato da molti strizza cervelli per colpa di questi incubi ma non sono mai riuscito a farli smettere.
Mi giro sorridendo, cerco di non barcollare troppo.
- Ehi, Tashigi, da quanto che non ci si vede...-
- Già, un paio di settimane mi pare, lo sai vero che quella non è la porta per uscire dalla camera? –
Arrossisco, so che non ho un buon senso dell’orientamento, ma sono troppo orgoglioso per ammetterlo. Mi giro per cercare di non far vedere il rossore.
Sento Tashigi ridacchiare – Vieni con me – mi prende per un braccio. La sua stretta è delicata ma anche forte. La riabilitazione l’ha rimessa a nuovo.
Usciamo dalla camera, sento che qualcuno entra nella porta affianco. Nello studio di mio padre. Probabilmente è un inserviente.
Mi porta per vari corridoi e scale, quando arriviamo nel giardino all’ultimo piano del grattacielo di mio padre mi lascia andare.
Questo posto è stato il nostro rifugio da quando ci conosciamo, è il nostro posto preferito, un posto unicamente mio e di Tashigi. A volte, d’estate, venivano anche il resto delle nostre famiglie.
- Che te ne pare? – si sposta leggermente verso sinistra per farmi vedere meglio il cespuglio dietro di lei. È stupendo, ci sono tantissime rose bianche che stanno sbocciando, alcune sono ancora dei germogli mentre altre stanno già iniziando a perdere qualche petalo, Tashigi ama fare giardinaggio sin da piccola, io la aiutavo spesso perché la rendeva felice.
- Non ti sarai stancata troppo? –
Lei ridacchia e si sposta un ciuffo di capelli neri dietro un orecchio.
- Tu ti preoccupi sempre troppo –
- Non è vero –
- Vuoi negarlo? –
- Certo! Io... sono semplicemente prudente... hai finito la riabilitazione da poco! –
- Non mi va di non fare niente, e tu lo sai che non riesco a starmene con le mani in mano! E poi tu sei anche peggio di me –
Provo a ribattere ma lei si avvicina e mi porta delicatamente un dito alla bocca facendomi cenno di stare in silenzio.
- Sssh, ascolta...-
Resto in silenzio, siamo vicinissimi,i suoi occhi sono penetranti, oggi non ha messo gli occhiali, forse le stavano dando fastidio. Sento un cinguettio sopra le nostre teste, alziamo entrambi lo sguardo e vediamo due esserini che giocano insieme.
- Wow... non avevo mai visto degli uccelli così da vicino – dico io in un attimo di sorpresa.
Tashigi sorride – sono due passerotti, il maschio sta cercando di sedurre la femmina, questo è il periodo degli accoppiamenti. –
Non so per quale motivo ma lei arrossisce talmente tanto che si porta le mani alla faccia e scuote la testa.
- Tashigi stai bene? – non mi piace vederla cambiare così di colore, magari sta male?
- Si, tutto a posto...ti ricordi quel giorno? –
- Quale? –
- Il giorno che mi hai chiesto... di sposarti –
Ripenso a quel giorno, l’aria pura che mi inebria i polmoni, il calore del sole sulla mia pelle bagnata, Tashigi in costume a bordo piscina, la madre di Tashigi che fa la limonata... si, lo ricordo bene quel giorno.
Le avevo chiesto io di accompagnarmi a prendere la palla per giocare a pallavolo.
Stavamo parlando durante il tragitto.
**Nei ricordi di Zoro**
- Tashigi, prendiamo anche il frisbee? –
- Ok... Zoro tu...-
Si blocca all’improvviso e la sento dire “stupida!”. Si copre il viso imbarazzata con le mani.
- Tashigi che c’è? Hai fame? Freddo? Caldo? –
- No no! Io... non sono un peso per te, vero Zoro? –
- Certo che no! Perché dici queste cose? -
Le tolgo le mani dal viso, sta sorridendo e piangendo allo stesso tempo.
- Tashigi tu...-
- Zoro, sono felice...grazie, grazie, grazie! –
Non ho mai visto Tashigi sorridere così tanto.
- Perché mi ringrazi? È colpa mia se hai sofferto così tanto, dovresti odiarmi... –
Lei abbassa la testa. Si tiene le mani e ci giochicchia come una bambina. Poi alza leggermente il capo e mi guarda – non potrei mai odiarti... perché devi sapere che...io...io ti amo –
Strabuzzo gli occhi, sapevo che tra di noi c’era una buona amicizia ma... amore? Lei prova un simile sentimento per me? Sono uno stupido. Dovevo capirlo prima.
E adesso che dovrei fare? Oh mamma, io, Zoro, che entro in palla per una confessione amorosa, sono proprio patetico! Pensa, pensa, pensa Zoro! Cosa si fa in questi casi?
Dunque....
  1. Ringraziare (insensibile)
  2. Cambiare discorso (stronzo 1)
  3. Scappa!  (stronzo 2)
 
No, no, no! Non va bene così!
Quanto è difficile essere amati...
Sento lo sguardo di Tashigi penetrarmi negli occhi. Scoprirà che io non ricambio per lei le stesse cose se non mi sbrigo a fare qualcosa... non voglio spezzarle il cuore un’altra volta, le ho già fatto troppo male. Devo agire d’istinto. Non devo pensare a me, ma a quello che sarebbe meglio per lei.
Certo posso ancora scegliere la terza opzione e scappare ma... sarei un vigliacco.
- Zoro... ti ho per caso messo a disagio? M-Mi dispiace, io non... –
Le tappo la bocca, non la lascio reagire, ho agito d’istinto, ho fatto quello che mi sentivo di fare, ho fatto quello che lei avrebbe voluto. L’ho baciata. La bacio per più di 30 secondi che mi sembrano un’infinità. Le sue labbra sono talmente delicate che ho paura di farle male anche mentre faccio l’azione più pacifica dell’universo.
Lei rimane irrigidita per i primi secondi ma poi si lascia andare e mi tocca i capelli della nuca mentre ci baciamo. È una bella sensazione, magari anche lei mi piace un po’. Poi eccola, quell’idea assurda mi balena nella mente. Allontano la mia bocca dalla sua, la guardo negli occhi, lei è completamente rossa, si tocca la bocca con le dita. È stato il suo primo bacio, ne sono certo.
- Tashigi...sposami –
Be poi è successo tutto il resto... mamma mia che casino. Fino ad ora sono successe un sacco di cose.
È passato quasi un anno, mancano due settimane a un anno giusto dal nostro fidanzamento, quel giorno io e Tashigi ci sposeremo insieme a Rufy e Boa.
Guardo Tashigi, ora ha i capelli più lunghi e cammina molto meglio.
Un ragazzo della nostra età ne sarebbe attratto, è molto sexy nella sua intelligente ingenuità.
- Quel giorno...ho provato una sensazione che mai avevo provato prima. Sono felice grazie a te Zoro... ma... io so che tu ti senti in debito con me, ma... non pensi che sarebbe meglio essere sinceri l’uno con l’altro? –
Ha un sorriso malinconico sul viso. Forse lei sa la verità. Mi faccio coraggio e inizio a raccontare.
- Sai... sono successe tante cose in questo ultimo periodo...iniziando dalla scuola, inoltre vorrei parlarti di una persona fantastica che ho conosciuto abbastanza recentemente...ma è già molto importante per me, la mia mocciosa...-
 
 
 
 
 
- Sei un idiota! Cretino! Scemo e stupido! Come vi siete permessi tu e Zoro di ingannare in questo modo Nami?! Non ve lo perdonerò mai! – Bibi è furiosa, e ne ha tutto il diritto.
Cerco di dire qualcosa ma non mi esce nessun suono, ha perfettamente ragione, non avremmo dovuto tenere Nami all’oscuro di tutto...
- Rufy, Bibi ha ragione, siete stati davvero incorreggibili... e dire che vi stavate avvicinando così tanto voi tre... – Robin di solito è impassibile ma in questo momento ha gli occhi spalancati e il volto corvino, non sembrerebbe dal suo tono di voce calmo ma è davvero infuriata.
- Ragazze... dovremmo cercare di capire un po’ meglio il punto di vista di Rufy e Zoro... anche se hanno fatto una cosa ignobile potrebbero non essere del tutto colpevoli e...-
- No Usopp, hanno ragione – prendo coraggio e mi risveglio dallo stato vegetale in cui ero caduto – ho riflettuto e temo che io e Zoro siamo stati davvero troppo superficiali in questa vicenda...-
Abbasso la voce per non farmi sentire da tutti gli studenti che sono vicino a noi.
- Ragazzi mi dovete coprire...io devo fare una cosa.
Usopp sembra spaventato – anche tu scappi?! Ma come facciamo a... –
- Ci inventeremo qualcosa – dice Robin interrompendo l’agitazione di Usopp – per esempio potrei dire di averti mandato a casa perché hai avuto un improvviso calo di zuccheri...-
- Sarebbe perfetto Robin! Grazie mille ragazzi –
Bibi mi stringe forte il polso e mi fulmina con lo sguardo – Rufy...giuro che se tu la fai soffrire io...-
Le sorrido – tranquilla non succederà.-
Guardo un ultima volta il gruppetto e con un gesto del capo mi allontano.
Prendo il cellulare e cerco nella rubrica il numero di Hancock.
Le scrivo un messaggio “Trova una scusa ed esci da scuola, ti aspetto”.
Cinque minuti dopo vedo Hancock che mi corre incontro. I capelli lunghi neri svolazzano qua e là mossi dal vento.
- Ehi Hancock, scusa se ti ho fatta uscire da scuola così in fretta, noi ci conosciamo praticamente da una vita... volevo chiederti se tu fossi certa dei tuoi sentimenti per me... –
Lei mi guarda con un enorme punto interrogativo stampato in fronte.
- Cosa stai cercando di dire Rufy? Lo sai che io ti amo tantissimo! –
- Si ma... non pensi che, insomma, non hai mai pensato a nessun altro oltre me? Non hai mai conosciuto nessuno altrettanto “speciale”? –
Lei mi si avvicina ancheggiando. Indietreggio qualche passo e mi ritrovo con le spalle al muro, sospira rumorosamente, per un attimo non penso a niente e vedo solo gli occhi neri di Hancock che mi scrutano, sento il suo petto gonfio strusciarsi contro di me e le sue dita accarezzarmi le braccia e la testa. È una bella sensazione, dopotutto sono sempre un ragazzo! Si lecca con la lingua le labbra piene e leggermente screpolate dal freddo.
Rivedo questa scena come un deja vu. Si ripete ormai da sempre, lei che cerca di baciarmi e io che giro la testa. Tutti i ragazzi della scuola mi rimproverano sempre. Continuano a chiedermi “Come è possibile che ancora non ci hai combinato nulla?”.
Beh preferisco non illuderla perché le voglio bene ma non la amo, e questo l’ho sempre saputo. Anche se sono abbastanza ipocrita visto che le ho chiesto di sposarmi... mi sono cacciato in questo guaio da solo. Non volevo farla soffrire e invece ho peggiorato solo le cose, dovrei essere sincero con lei e porre fine a questo teatrino una volta per tutte.
Socchiude gli occhi e allunga la testa verso di me per ricevere ciò che le sue labbra bramano da ormai troppo tempo.
Le poso dolcemente una mano sulla bocca, la fermo.
- No, Hancock, dobbiamo parlare seriamente...-
Chiude gli occhi e si lascia andare fra le mie braccia.
- Lo so Rufy, lo so che non mi ami...-
Stavolta sono io a rimanere di sasso, lei sapeva ma ha accettato lo stesso di restare un anno legata a me senza ricevere nessun tipo di affetto romantico da parte mia con come sostegno la sola speranza di farmi innamorare di lei?
- Hancock... mi dispiace, mi dispiace davvero, sei una ragazza stupenda e io ti ho solo fatto perdere tempo... scusa –
Alza la testa per guardarmi meglio, vede il mio viso triste e pieno di amarezza.
Rimango per la seconda volta spiazzato. Mi tira uno schiaffo.
- Stupido! Io ti amo! È vero che in quest’anno non mi hai mai baciata o coccolata ma... ma... io ero felice così perché sapevo che ti importava di me. Ho passato un anno bellissimo con te, mi hai portato in giro e a mangiare fuori e ci siamo divertiti tanto! Quelli sono tutti ricordi che non perderò mai... sapevo che prima o poi tutto questo sarebbe finito ma... è stato bello poter sognare per un anno intero una vita con te... io ti amo... e questo non cambierà facilmente anche se non ci sposeremo, sappi che non ci rinuncio a te! E quella cretina di Nami deve aprire gli occhi! Perché non si rende conto di quanto è fortunata... –
Vedo che iniziano a sgorgarle dagli occhi dei grossi lacrimoni, prova inutilmente a fermarli, anche se lei le asciuga in continuazione le lacrime continuano a scendere.
La prendo per i polsi. – Sei stata molto coraggiosa... –
Ciò che segue è un bacio che Hancock attendeva da non so quanto tempo. Le lacrime che le rigano il viso non sono più lacrime di tristezza, ma di felicità.
Subito dopo mi viene un certo languorino che vorrei saziare con un bel panino di carne ma Hancock è ancora davanti a me che mi guarda.
Ora non sorride più, c’è qualcosa che non va.
- Rufy, prima devo dirti una cosa riguardo i nostri matrimoni e mio padre...-
 
 
 
 
Se prima temevo di sentirmi una merda, ora mi sento una merda doppia.
Tashigi è davanti a me che piange disperata. Non so con certezza il motivo, ma suppongo che sia per il fatto che le ho detto che ero innamorato di un’altra ragazza.
Di solito reagiscono così le ragazze a una delusione amorosa, mi pare.
- Ehi Tashigi... dai non piangere, per favore, mi dispiace, dai su... guardami –
Cerco in tutti i modi di farla smettere ma non ci riesco, saranno tre minuti buoni che piange, mi sento un idiota, forse ha ragione il cuoco a dire che sono un buzzurro...
Mi da le spalle, suppongo sia per non farsi vedere mentre piange.
Non so cosa dire. Suppongo che la cosa migliore che posso fare è stare zitto, perciò lo faccio.
- Zoro... – sembra aver smesso di piangere – mi dispiace così tanto...-
- Non ti devi scusare Tashigi! Sono io che...-
- No! Non hai capito! Ascoltami ora. Devo farti una confessione... non hai idea di quanto io mi senta in colpa ma... non ce la faccio più a mentire. –
- Cosa stai dicendo? Tu mentire? –
- Io ti ho nascosto tante cose in questi anni, era tutto un piano di mio padre, anzi, del sign. Boa. Io non sono la figlia maggiore del conte Boa, sono solo un’orfana. Hancock è figlia unica. Lei è la vera figlia del conte. Ma il sign. Boa non avrebbe mai permesso alla sua principessina di sacrificarsi per la sua sete malata di soldi, perciò hanno messo su questa farsa.
Una volta sposati lui... ti avrebbe “fatto fuori”, non fraintendermi, non ti avrebbe mai ucciso, ma ti avrebbe mandato in un posto molto lontano dandoti per disperso, così io sarei diventata una vedova straricca.
Io avrei dovuto solo farti innamorare o tenerti in qualche modo legato a me.
L’occasione mi si è presentata quella volta che mi hai fatto cadere da piccoli.
Mi sento malissimo solo a pensarci e ora che te lo sto dicendo a voce alta è ancora peggio.
Non mi sono mai rotta niente, ho sempre e solo recitato. Tu non mi hai rovinato la vita Zoro! Stavo cercando di dirtelo anche l’anno scorso, poco prima che tu mi chiedessi di sposarti, ma non ce l’ho fatta. Perché io...io avevo paura di perderti, avevo paura che ti saresti allontanato da me. Perché io mi sono innamorata di te Zoro...ti prego, non ti chiedo di perdonarmi, ti chiedo solo di non odiarmi –
Non voglio credere alle mie orecchie.
Tutto questo è assurdo, era tutto una montatura?
Allora non ho rovinato la vita di Tashigi.
Allora lei non ha dovuto subire operazioni dolorosissime.
Non avrò più gli incubi.
Non dovrò più mentire sui miei sentimenti.
Potrò confessarmi a Nami.
La mia mocciosa... deve sapere!
- Tashigi... è meraviglioso! –
Sto ridendo, è una risata isterica. Inizio a piangere, finalmente posso liberarmi di tutti questi pesi.
Prendo Tashigi e le do un bacio a stampo per poi abbracciarla.
- Grazie Tashigi, grazie! –
Sono talmente contento che la mia risata sovrasta il rumore della porta del giardino che si apre. Sento Tashigi irrigidirsi tra le mie braccia.
- Zoro... –
Quella voce...
Mi giro di scatto, sto ancora abbracciando Tashigi.
Vedo lei, li in piedi, con gli occhi spalancati e una mano davanti alla bocca.
- Nami...-
Mi allontano con uno scatto da Tashigi mentre la mia mocciosa corre via. Faccio per rincorrerla ma la mano di Tashigi mi blocca.
- Zoro aspetta, devo dirti un ultima cosa, per favore. Ho bisogno che mi aiuti –
- Ora devo proprio andare, ci vediamo più tardi. –
- No aspetta! È una questione di vita o di morte, ti prego! –
Stringo i pugni.
- Dimmi –
- Il conte Boa non pagherà più le cure per mio fratello ora che ti ho detto tutta la verità, lui è molto malato, non voglio che muoia... è tutto ciò che mi resta, ti prego aiutami! –
Vedo che i suoi occhi non mentono.
- Sai che mio padre non mi darà mai il denaro per aiutare la ragazza che ha aiutato il conte nel suo piano di prendergli tutti i soldi? –
- Io non voglio che mi manteniate, vorrei che mi aiutassi a trovare un lavoro... per favore, ti scongiuro, io non so a chi potrei riferirmi, so per certo che il conte cercherà di complicarmi la vita mettendo in giro strane voci su di me così che nessuno mi darà un lavoro. –
Anche se mi ha mentito per tutto questo tempo non posso dimenticare che lei è una delle mie amiche più importanti.
- Forse so io da chi potresti andare...  sei abbastanza brava come barista? –
- Direi di si...-
- Perfetto, ti lascio il numero di una persona che di sicuro ti prenderebbe, ora io devo proprio andare, mi capisci...? –
Tashigi prende rapidamente il foglietto col numero di Sanji e annuisce.
Prendere l’ascensore sarebbe troppo lento, ormai sarà già in strada.
Guardo il cornicione del palazzo, se mai mi buttassi da li morirei di sicuro. Ma io so qualcosa che non tutti sanno. Prendo la rincorsa e mi lancio dal palazzo.
Sento l’urlo di Tashigi dietro di me.
Corre disperata a vedere dove sono finito e mi trova in una posizione piuttosto scomoda sul ponteggio del grattacielo che è stato messo recentemente per riparare alcune finestre.
- Che cazzo fai idiota! – Tashigi sbraita arrabbiata, io ridacchio compiaciuto nel vedere la sua espressione di terrore e sconcertamento.
Ma ora non ho tempo per fermarmi, inizio a scendere velocemente grazie alle impalcature.
È molto più rapido dell’ascensore o delle scale del grattacielo. Certo... non avevo considerato il fattore altezza... da qua tutto sembra ancora più alto.
- Calma...- cerco di distrarmi – ricorda di mettere bene i passi uno dopo l’altro...-
 Sento Tashigi che urla qualcosa, ma ormai sono sceso già 3 piani e non la posso più sentire.
Continuo a camminare stando attento a dove metto i piedi. Tashigi continua a sbraitare ma non capisco nulla. Cosa avrà tanto da urlare?
Sento un’aria gelata venire da dietro la testa, mi giro d’istinto e mi ritrovo faccia a faccia con una stupida cornacchia che non aveva proprio nient’altro da fare che volare verso di me.
- Oh cazzo...- cerco di togliermi dalla faccia quel maledetto uccellaccio, me ne passano altri due vicino alla testa rapidissimi. Sento gli artigli della cornacchia che si conficcano sulla mia faccia. Fanno male, tanto male. La cornacchia è ormai impazzita, è completamente fuori controllo. Mi becca l’orecchio procurandomi una ferita abbastanza profonda mentre, le altre due cornacchie, continuano ad emettere dei suoni che mi stanno trapanando i timpani. Di questo passo non riuscirò mai a raggiungere Nami. È peggio di un incubo. Questa cornacchia non mi vuole proprio lasciare in pace.
Sento le impalcature scricchiolare per via del mio movimento frenetico.
Non va bene, non va proprio per niente bene. Ma perché dovevo avere questa cazzo di stupidissima idea? Sono proprio inutile... ora che posso confessarmi alla persona che amo continuo a fare cavolate una dopo l’altra. L’impalcatura ha un cedimento e una trave cade leggermente in un movimento improvviso che mi fa sussultare. Ora sono sul margine, potrei cadere giù in qualunque momento eppure l’unica cosa a cui riesco a pensare è che non ho ancora fatto tutte le cose che vorrei fare con quei due, ormai sono loro la mia famiglia, perché sono stato così stupido quando ho scoperto che Rufy si era dichiarato prima di me? Lo sapevo già che lui l’amava, me lo aveva detto. Eppure... non volevo crederci.
**Nei ricordi di Zoro**
- Rufy... quanti panini vorrai mangiare ancora? Siamo qui già da un’ora e per tutto il tempo hai solo mangiato, non dovevi dirmi qualcosa? –
Rufy sembra agitato, non l’ho mai visto così taciturno. Non mi guarda neanche negli occhi.
Avrà combinato qualche guaio.
- Dai parla, che è successo? –
- Zoro... non vuoi un po’ di carne? Dai mangia! –
Rufy mi si avvicina come una saetta cercando di ficcarmi il panino con la carne in bocca. Riesco a schivarlo abilmente e lui tira una testata al tavolino.
- Ohi ohi... che male! –
- Stupido! Non puoi cercare di ingozzare le persone così all’improvviso! Che volevi fare? –
- Lo so... volevo solo cercare di non farti parlare... e evitare che mi facessi domande perché sai che io non sono bravo a mentire e ti avrei di sicuro rivelato che sono innamorato di... – si porta una mano sulla bocca per impedirsi di rivelare di più. Sogghigno compiaciuto, sapevo benissimo che Rufy non sarebbe riuscito a dirmi una balla.
- hahaha ci sei cascato! – finalmente realizzo ciò che ho appena sentito – Aspetta, tu... sei innamorato?! –
Rufy innamorato? Se me lo avesse detto qualcun altro non ci avrei mai creduto!
Se davvero è innamorato di una io dovrei sostenerlo da bravo migliore amico no?
Al diavolo, preferisco prenderlo in giro a morte.
- Tu? Innamorato? HAHAHAHAHAH ma non scherziamo! E di chi? Di quel bel cosciotto di pollo che hai in bocca? O dell’hamburger del panino? Questa si che è bella! –
Pensavo che l’avrebbe presa sul ridere, ma sembra agitato.
- Ehi, non ti sarai offeso? Dai lo sai che scherzo. –
- Non sono offeso! Io sono preoccupato... della tua reazione se proprio vuoi saperlo. –
- Perché? –
- Non mi hai ancora chiesto chi è lei, e penso che tu sappia già chi è... non è vero? –
Ha indovinato, certo che ho capito chi è, non sono ceco.
Il modo in cui la guarda, le accarezza i capelli o la sfiora.
Il modo in cui le parla, le sue risate, il rossore dopo che si guardano dritto negli occhi.
In quei momenti mi son sempre sentito il terzo incomodo, e tutto ciò mi faceva soffrire.
- Certo che lo so, ora che facciamo? –
Lui mi guarda sorpreso – in che senso? –
- Non siamo entrambi innamorati di Nami? –
È inspiegabile la sua reazione. È quasi come nei fumetti, ha gli occhi allargati a dismisura e la bocca arriva al pavimento.
- Tu...Tu...aspetta... TU?! –
Dalla sorpresa cade dalla sedia e fa cadere il piatto del cibo.
Si avvicina una cameriera allarmata che aiuta Rufy ad alzarsi e porta via il piatto rotto.
Rufy si rimette a sedere e la sua espressione ritorna normale.
- Wow... Zoro questa è una sorpresa... –
- Aspetta, non l’avevi ancora capito? –
- No... –
- Rufy... sei davvero ingenuo! –
- Ehi! –
Ridiamo, e per la prima volta mi sento nervoso.
Rufy sarebbe perfetto per Nami, è divertente, è dolce, è gentile e la cosa più importante... può far star bene chiunque. Come posso io essere meglio di lui? Come potrebbe qualcuno preferire me a lui? Neanche io preferirei me a lui. Sento che perderò. Perderò il cuore di Nami.
- Ehi, Zoro, tutto bene? –
Rufy sta addentando un altro panino che la cameriera ha appena portato.
- Rufy, non ti senti in competizione? –
- Per niente –
La sua risposta mi spiazza.
- Proprio per nulla? –
- Nulla nulla –
- Perché? –
- Perché tu e Nami siete le persone più importanti per me. E so che alla fine comunque vada resteremo sempre uniti. Giusto? –
Sorrido, è migliore di me anche nel mettere al primo posto i suoi amici.
- Hai ragione...-
Si pulisce la bocca dopo aver terminato l’ultimo panino.
- e comunque... Nami sceglierà il migliore, datti da fare perché io mi impegnerò al massimo! –
Si alza dal tavolino e apre la porta per uscire.
Sono spiazzato dalle sue parole, allora anche lui si sente in competizione.
Faccio per andargli dietro quando sento la mano della cameriera afferrarmi per la spalla. Mi giro e vedo che ha in mano il conto.
- Rufy si è mangiato 30 panini?! –
Mi giro e Rufy mi fa l’occhiolino – Offri tu vero? Ciao! – e così se ne va lasciandomi con un conto esorbitante.
- Bastardo... –
 
 
 
E già, è così che è andata. La nostra battaglia non è neanche cominciata, io non mi sono dichiarato. Ma non voglio mollare. E non sarà di certo una cornacchia a farmi fuori.
Riesco ad allontanarmi dal bordo ma la cornacchia continua a starmi addosso. Inciampo in una trave leggermente rialzata, batto la schiena contro il vetro di una finestra, la cornacchia sbatte il becco contro il vetro e rimane stordita per un secondo che mi basta per acchiapparla.
Ora finalmente sono io ad avere il controllo sulla situazione. Mi sporgo leggermente e vedo le due cornacchie a pochi metri da me. Aspetto che la cornacchia smetta di agitarsi e poi la libero.
Finalmente le tre riescono a riunirsi e continuare il loro viaggio.
Quelle tre cornacchie mi hanno fatto capire una cosa.
Sono esattamente come me, Rufy e Nami.
La prima rimane indietro, si sente fuori posto, si agita e complica la situazione, mentre le altre due lo aspettano poco più avanti nella speranza che riesca a riprendersi e tornare da loro.
Ho capito che l’unico impedimento che ho avuto fino ad ora sono io.
Ora devo recuperare il tempo perso. Ho deciso, mi dichiarerò!
Ma come faccio? Una sensazione di angoscia prende il posto del senso di liberazione che mi aveva riempito un secondo fa.
Prima di pensare di dichiararmi devo riuscire a capire come scendere da questo grattacielo.
Una trave cede all’improvviso sotto i miei piedi. Cado sulla piattaforma più sotto. Sbatto violentemente l’anca, urlo per l’impatto. È stata una bella caduta. Mi rialzo a fatica e mi appoggio alla finestra del grattacielo. Mi prendo del tempo per calmarmi un po’. Se raccontassi che mi ha attaccato una cornacchia su un’impalcatura non ci crederebbe nessuno.
All’improvviso sento la finestra aprirsi, non riesco ad appoggiare bene la gamba per via del dolore, perciò cado per terra e sono sorpreso quando alzo gli occhi per vedere chi è il mio “salvatore”.
- N- Nami?! –
Lei mi guarda e scoppia a ridere – Ma che ci facevi la fuori?! –
- Stavo cercando di scendere..-
- Si... volando da una piattaforma all’altra? –
- Beh... mi sembrava una buona idea all’inizio, poi ho capito che volare è bello ma l’atterraggio non tanto... –
Scoppiamo a ridere. Sono felice che sia riuscita a trovarmi. Mi aiuta a rialzarmi e realizzo che siamo in un corridoio al 7° piano. Non c’è nessuno ora, saranno tutti a pranzo. La gamba mi fa troppo male perciò Nami si propone di sorreggermi e iniziamo a camminare. È così vicina che riesco a sentire il suo profumo.
Dopo un momento di silenzio imbarazzante la prima a parlare è lei.
- Tuo padre non voleva che ti incontrassi. Pensava che se ti avessi parlato sarei riuscita a convincerti a non sposarti, mi ha offerto di partire per un viaggio con mia zia, io stavo per accettare ma poi ho cambiato idea e ho deciso di venire a parlare con te. Nella stanza non c’eri più, così ho chiesto in giro e mi hanno detto che probabilmente eri nel tetto. Poi ho visto te e Tashigi. –
- Nami, io e Tashigi non... –
- Tranquillo, l’ho capito. –
Ha capito che sono innamorato di lei?
Il mio cuore accelera freneticamente il battito. Trattengo il respiro, aspettando che continui. O forse si aspetta che sia io il primo a parlare? Oh mamma, oh mamma, oh mamma! Sta succedendo, è forse questo il momento?
I miei pensieri vengono frenati dalla sua voce.
- Ho capito che non la ami, avevo qualche dubbio ma quando ti ho visto fuori da quella finestra penso di aver realizzato. Non so come spiegartelo, ma in questo momento... mi sento molto più sollevata. –
Allora non sa che la amo.
- Nami, il matrimonio era tutta una farsa per cercare di prendere i soldi dei miei genitori. Tashigi era una complice del conte Boa, non ha mai dovuto affrontare delle operazioni chirurgiche perché non si è mai rotta nulla, ha sempre finto. Nami, io ho capito una cosa. Anzi, lo so già da tempo. Io...io... penso di... essermi innamorato di te –
Lei mi guarda poi distoglie lo sguardo sospirando.
- Anche io... –
Strabuzzo gli occhi. Sta parlando della stessa cosa di cui sto parlando io?
- Tu...-
- Si, mi sono innamorata di te...-
Un’improvvisa felicità mi riempie il cuore. Lei ha detto che ama me? Così, a bruciapelo. In questo momento riesco solo a pensare a Nami, le sue gote leggermente arrossate, il bel sorriso sul suo volto illuminato... ma poi succede qualcosa. Le scende una lacrima, sta piangendo ma sorride.
- Nami... cosa succede? –
- Zoro... io... io sono innamorata di te... ma, penso di essere innamorata anche di Rufy...-
Rimango immobile, non riesco a muovere più neanche un passo.
Lei nota il mio scombussolamento e si ferma, asciuga le lacrime e mi sorride.
- Sono un bel casino vero? –
Le scendono un altro paio di lacrime. Non ci riesco a vederla star male.
Mi avvicino e le asciugo le lacrime.
- Tu non sei un casino, tu sei ciò che da un senso alla mia vita. –
Le prendo la faccia tra le mani e la avvicino alla mia.
Appoggio la fronte alla sua e inspiro a pieni polmoni il profumo che emana. Mandarino con un retrogusto dolce. Le do un rapido bacio in fronte e faccio un passo indietro.
Non sarebbe giusto baciarla ora, la confonderei di più.
Le stringo la mano. Cerco di trattenermi ma non ci riesco. La stringo forte a me in un abbraccio. Ne avevo bisogno, avevo bisogno di lei.
 
  
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