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Autore: Julia of Elaja    09/03/2014    0 recensioni
Isola di Elaja, in un mondo parallelo; Hermione Granger ne è regina, assieme ad altri sette re, compreso suo marito.
Ma come si è ritrovata in un mondo del genere la strega più brillante che Hogwarts avesse conosciuto?
Chi incontrò sull'isola di Elaja al suo arrivo?
Come ne è diventata regina?
E perché non è moglie di Ron Weasley?
Chi altri ha preso posto nel suo cuore?
O meglio... quanti altri?
CROSSOVER: Dragon Ball
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure dei quattro re'
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Capitolo 2: Storia di Elaja


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“Ricapitolando: Elaja è una gigantesca isola, divisa in più regioni. Noi ci troviamo in quella di Mors, omonima del suo capoluogo, che è il luogo in cui mi trovo adesso. Giusto?”.
Bulma le sorrise incoraggiante; “Esatto”.
Sospirando, Hermione riprese, sotto lo sguardo imbronciato di Vegeta che le metteva addosso parecchia ansia: “Nella capitale dell'isola c'è il palazzo dell'imperatore, Abu, che è un oscuro e potente mago, attorniato dai suoi Consiglieri, gente pericolosa e di malaffare. Il Consigliere che si occupa di Mors è Ade, Dio degli Inferi, vile e impostore. E...”
“E tu sei?” la interruppe Vegeta facendola sobbalzare.
“Vostra nipote, figlia di una sorella di Bulma di nome Lyra” recitò prontamente “Vengo dalla regione di Maris”.
“Io direi che ormai sei pronta, mia cara” Bulma si alzò in piedi e le sorrise “Sta' tranquilla, tu e i tuoi amici sarete al sicuro!”.
“Io direi che puoi anche darti una lavata e indossare un abito invece che quelle pezze olezzanti” Vegeta le rivolse un'occhiata sprezzante; Hermione finse di non averlo notato.
“Il mio fidanzato, Ron, è finito in casa di un tale Tiorin...”.
“Tiorin è un brav'uomo” Vegeta si alzò dalla sedia, stiracchiandosi “Anche l'altro tuo amico si trova in ottime mani; Brom ha deciso di ospitarlo per questi primi tempi”.
“Dove andremo poi?”; Hermione aveva il respiro leggermente affannato.
“Lo decideremo più avanti, ragazzina”.
“Vegeta, Hermione ha un suo nome!” intervenne Bulma “Finiscila di appellarla in quella maniera!”.
Lui si voltò corrucciato verso la moglie: “Vuoi forse negare che sia una ragazzina, donna?”.
Un vassoio volò per la stanza, diretto alla testa di Vegeta che lo schivò spostando appena il capo; Hermione trattenne una risata.
“Chiamami ancora donna e ti lascerò dormire fuori stanotte!” Bulma lo fronteggiava con gli occhi fiammeggianti, le mani sui fianchi.
Vegeta rise, iniziando a camminare diretto alla sua camera da letto: “Io vado a riposare” disse “Ci si vede più tardi”; chiusa la porta dietro di sé, il silenzio calò improvviso nella cucina.
“Aspettami qui, Hermione; vado a prenderti della biancheria pulita e un abito, così potrai darti una rinfrescata!” Bulma sorridendo uscì dalla cucina diretta in uno stanzino, mentre Hermione riconoscente ringraziava e sorrideva.
Bulma si presentò con uno splendido abito color pervinca, biancheria profumata di pulito e un paio di scarpe di tela: “Non è molto, ma è tutto ciò che posso darti, cara” la donna le porse gli indumenti, e Hermione ringraziò sentitamente.
Ad Elaja le docce non esistevano; c'era un grande catino di legno, abbastanza largo da contenere una persona adulta, colmo di acqua calda e profumata. Hermione vi si immerse e iniziò a strofinare il corpo e i capelli con del sapone in polvere che Bulma stessa creava con gli estratti di fiori e erbe.
Quando finalmente Hermione uscì dal bagno, era completamente rinata; sistemata e improfumata, tornò in cucina da Bulma.
“Come ti senti adesso?” esclamò la donna cordiale.
“Decisamente meglio” Hermione le sorrise in risposta, prendendo posto su una sedia; “Mi stavo chiedendo... dove sono i vostri figli? Vegeta mi ha detto che ne avete due”.
“Oh, sì. Trunks e Bra sono ancora alla sede centrale della resistenza, ad Elaja. Non sappiamo quando torneranno. Oh, mia figlia è tua coetanea, sai?” Bulma le sorrise, sedendosi di fronte a lei “Trunks invece è un po' più grande. La sua fidanzata, però, ha solo un anno in più rispetto a te e Bra”.
“Come si chiama questa ragazza?”.
“Cornelia” Bulma sorrise “Non ho ancora avuto modo di conoscerla di persona, lei abita nella capitale. Devo ammettere che all'inizio non l'ho presa proprio a genio, ma con il tempo ho imparato a conoscerla. Oh, è una strega sai?”.
Hermione strabuzzò gli occhi: “Davvero? Una strega come me?!”.
Bulma scosse il capo: “No, non proprio come te” la corresse “Vedi, tu usi la bacchetta. Lei invece ha dei poteri suoi”.
“Come è possibile? Io credevo che...”.
“Hermione, ricorda che qui ad Elaja non valgono le leggi del tuo mondo”.
La ragazza annuì; “Ogni tanto me ne scordo. Penso ancora di essere nella mia realtà”.
“Ti ci vorrà un po' ad abituartici” Bulma sospirò “Quando noi arrivammo qui, io ebbi una vera e propria crisi esistenziale”. La donna si alzò e si diresse al camino, per attizzare i carboni e aggiungere altra legna. “Vedi, Hermione” riprese poi, mentre gettava un ceppo “Non è facile per una donna con una famiglia sua vedere che non è più padrona di una casa immensa, che non ha più le ricchezze che prima aveva, che non ha più i suoi genitori con sé...” fece una pausa inframezzata da un sospiro; “Io e Vegeta abbiamo cercato in tutti i modi di tornare nella nostra realtà. Io stessa ho cercato di costruire un macchinario che invertisse la dimensione spazio-tempo e ci riportasse indietro nel tempo, così da poter evitare il vortice che ci ha risucchiati. Ma... non ci sono riuscita”.
“Vortice?” esclamò Hermione “Allora anche voi siete stati risucchiati da un vortice?”.
Bulma annuì con aria mesta.
“Comparso dal nulla, vero?”.
“Nel salotto, con precisione. Vegeta si gettò dentro per recuperarmi, ma venne risucchiato anche lui. E i nostri figli con noi”.
“Noi eravamo a casa del mio fidanzato” cominciò Hermione, cercando di ricordare ogni particolare di quello strano evento “Eravamo in camera sua, io lui e Harry. Parlavamo di ciò che avremmo fatto quell'estate. Stavamo aspettando Ginny, la sorella di Ron, che era ancora in camera sua e intanto scherzavamo allegramente tra noi” fece una pausa e sospirò profondamente; “Poi io ho avvertito un leggero vento dietro la nuca. Mi sono voltata e ho visto quel vortice, alto circa un metro, risplendere di una luce azzurrina che quasi mi accecava. Mi voltai verso Ron e Harry, quasi ad accertarmi che non lo vedessi solo io, ma dalle loro espressioni mi resi conto di non stare avendo una allucinazione. Era davvero lì, quel vortice. E quando allungai una mano per vedere cosa sarebbe accaduto, avverti un calore scorrermi lungo tutto il corpo. Una sensazione incredibile, quasi... bella”.
Bulma intento annuiva; “Sembrano le mie stesse parole. Continua, cara”.
“Harry mi stava appunto dicendo di non toccarlo, ma non ero più me stessa in quel momento. Provai l'impulso di gettarmici dentro, e così feci. Non so davvero cosa mi fosse accaduto”.
Ancora una volta Bulma annuì.
“Sentii le braccia di Ron tenermi stretta la vita mentre metà del mio corpo era già dentro a quel vortice che, incredibilmente, non aveva fine al suo interno. La mia testa penzolava nel vuoto! Poi però la presa di Ron si allentò e mi ritrovai in caduta libera in quel bianco abbacinante. Chiusi gli occhi e urlai, rendendomi finalmente conto di ciò che mi stava accadendo. La paura prese possesso dei miei pensieri ma prima ancora che riuscissi a razionalizzare il tutto... mi ritrovai stesa a terra nel fango”.
“Nelle campagne di Mors, immagino”.
Hermione assentì: “Esattamente, si vedeva la città poco distante. Una volta realizzato che non mi trovavo più nella camera di Ron, mi guardai attorno. E proprio dietro di me, a pochi metri di distanza, c'erano lui e Harry. Corsi ad abbracciarli, nonostante stesse piovendo fittamente e fossi già completamente inzuppata”.
“Così siete scappati verso la città, giusto?”.
“Esatto” Hermione rivolse un timido sorriso a Bulma “Ma come fate a sapere queste cose?”.
“Perché lo stalliere, presso i cui locali alloggiavate abusivamente fino a qualche giorno fa, vi ha sempre visti e sentiti. Ha fatto finta di non avervi notati, per non spaventarvi. Inoltre è stato lui a lasciarvi le pezze con cui vi siete vestiti, purtroppo non ha altro a casa sua... Noi della resistenza sapevamo già tutto. Ne abbiamo parlato con Silente e con lui abbiamo deciso di farvi venire allo scoperto”.
“Allora non è stata una casualità che Silente fosse passato in quella stalla, qualche giorno fa!” esclamò Hermione, le mani premute sulla bocca.
“Assolutamente no” ridacchiò Bulma “Era tutto convenuto. Lui vi aveva visti e riconosciuti. Così è venuto apposta lì per farvi uscire allo scoperto”.
“Incredibile” boccheggiò la ragazza “Io pensavo... credevo...”.
“L'importante è che ora siate al caldo, in casa, protetti da noi della resistenza. Se Ade vi avesse trovati, sarebbero stati seri guai per voi”.
“E perché?” chiese Hermione “Non siamo cittadini di Elaja, cosa avrebbe potuto farci?”.
“Portarvi al castello di Abu, ad esempio” Bulma si fece seria “Dove sareste divenuti schiavi dell'imperatore”.
Un'ombra passò sul volto della bella donna, per un istante; la sua voce si fece più bassa mentre mormorava ad Hermione “Vegeta sa bene quel che accade in quel palazzo. Ma non chiedergli di raccontartelo, ne porta ancora i segni”.
“Lui è stato a palazzo di Abu?” sussurrò Hermione.
Bulma annuì; “Oh, sì. Ma quel poco che ci ha raccontato lo ha così shockato che ormai non ne fa più parola. E tuttora non sappiamo se sia stato vittima di qualche violenza”.
Hermione rivolse il suo sguardo verso la camera da letto dove Vegeta riposava; era forse per quel motivo che era così irascibile e scontroso? Chissà cosa gli era accaduto...
“Ci ha raccontato solo di Voldemort, e...”.
“VOLDEMORT?” Hermione balzò in piedi e quasi rovesciò la sedia a terra “Voldemort? Lo conoscete anche voi?”.
Bulma inarcò un sopracciglio: “Certo che lo conosciamo. Fa parte dei Vendicatori”.
“I Vendicatori?” boccheggiò Hermione “Un momento... Voldemort è ancora vivo?”.
“Ma certo che è vivo!” esclamò Bulma sorpresa “Vivo e vegeto, direi, visto che gira assieme a Cell, Freezer e...”.
Hermione crollò nuovamente sulla sedia: “Noi... l'avevamo ucciso... era finito... e adesso invece scopro che è ancora vivo...”.
“Lo avevate ucciso voi tre? Davvero?” Bulma le si avvicinò sorpresa.
Hermione annuì mestamente; “Ma a cosa serve, visto che è ancora vivo? Allora non l'avevamo davvero ucciso...”.
“Oh, sì che l'avevate ucciso” intervenne Bulma “Ma c'è un problema, e anche bello grosso. Abu ha il potere di richiamare i morti alla vita”.
“COSA!?”.
“Shh, non vorrai che si svegli Vegeta! Altrimenti si salvi chi può!” la zittì Bulma.
“Ma come è possibile? Io... io...”.
“Magia Nera. Della più terribile. Si vocifera che Abu abbia a che fare con il Demone Maggiore”.
“E chi è questo Demone?” chiese Hermione, ancora sotto shock.
Bulma fece un ghigno un po' spaventato “L'entità maligna più potente di questa terra. A dire il vero, non si fa sentire né vedere da centinaia di anni, stando a quanto è raccontato negli scritti. Ma se davvero Abu è in contatto con lui, allora non abbiamo molte speranze di vincita contro quel tiranno”.
“Cosa mi sapete dire, invece, dei Vendicatori?”.
“Oh, cara, diamoci del tu” Bulma le rivolse un occhiolino complice “Vuoi sapere dei Vendicatori? Bene, sono quattro esseri spietati e potenti che proteggono il Castello e l'imperatore e, in caso di guerra, si schierano in prima fila a proteggere l'esercito reale”.
“E uno di questi quattro è Voldemort”.
“Esatto. Poi ci sono Cell, Freezer e Durza. Cell è un androide di potenza sovraumana, Freezer è un alieno maledettamente potente e spietato. Durza è un demone, molto pericoloso. E poi c'è...”.
“Lord Voldemort, che conosco bene” concluse Hermione per lei “Quindi oltre ai Consiglieri, ci sono i Vendicatori. Qualche altra figura attornia l'imperatore?”.
“Le sue concubine, naturalmente. Principesse di altre realtà che sono state rese sue schiave. Poi c'è tutto il personale di corte, ovvero i suoi schiavi”.
“Possibile che Abu sia così potente che la resistenza di tutta l'isola non si riesca ad opporre a lui?”.
Bulma ridacchiò; “Pensi che non ci siano già stati tentativi di rivolta, Hermione? Sono tutti finiti in un lago di sangue... no, ormai la gente non ci spera più. L'unica cosa che ci dà la forza di andare avanti, ora come ora, è la profezia”.
Si guardarono a lungo; “Immagino vorrai sapere di cosa parla, giusto?” aggiunse quindi Bulma.
Hermione annuì: “Voglio sapere ogni cosa”.
“La profezia della ninfa Dedale” cominciò la donna, passandosi una mano nei capelli turchini “Be' è la nostra ultima speranza. Questo perché afferma che un giorno non molto lontano giungeranno quattro cugini da un altro mondo, due maschi e due femmine, che riusciranno a conquistare il Regno di Elaja e sconfiggere definitivamente Abu. E noi li stiamo aspettando”.
“Quando è stata creata questa profezia?”.
“Due secoli fa” Bulma assunse un'espressione contrita “E si spera che si avveri il prima possibile. Dedale non precisò quando tutto questo sarebbe accaduto. Noi della resistenza intanto ci teniamo pronti a combattere e ad accogliere i futuri quattro re, qualora si dovessero presentare”.
Hermione sospirò sommessamente: la situazione era incredibilmente complicata, lì ad Elaja.
E lei, come mai prima d'allora, aveva veramente paura di non farcela
in quel mondo cupo e buio.
   
 
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