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Autore: Chains_    09/03/2014    31 recensioni

N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n}
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.”
“E se uno viene sottratto all'altro...”
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo.

Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati.

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=t652GzFXWqc
La Fanfiction prende ispirazione dal vero.
[Personaggisecondari: LittleMix, 5Sos...]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Drops of memory.



 
Dunque, rieccoci qui! Con qualche ora di ritardo, devo dire, ma ci sono! Diamine, mi è mancato, domenica scorsa, aggiornare. Non mi perdo in chiacchiere, solo... Aspettatevi un capitolo di passaggio e badate ai dettagli e al finale, perché da questi potrete capire molte cose... Anche troppe.
Beh, buona lettura e, come faccio ormai da tempo, vi invito a recensire!
 

 

 

"Ehm... Ciao Allin." Mormorò impacciato Niall davanti alla telecamera interna del suo pc, rendendosi conto, solo dopo aver parlato, che questa era ancora disattivata.

Il biondino si morse nervoso il labbro inferiore: non aveva tempo da perdere. Da qualche giorno, infatti, si trovava nel cottage del patrigno di Harry, insieme a tutti gli altri ragazzi della band ancora priva di un nome, con l'intenzione di conoscersi meglio ed iniziare a lavorare quantomeno sull'unione delle loro voci. Nessuno sapeva di Allin, quindi, se lo avessero scoperto fare ciò che stava facendo avrebbero sicuro storto il naso.

"Okay, forse dovrei ricominciare... Ma non importa poi tanto.” Mormorò il ragazzo, facendo partire, questa volta veramente, la registrazione.

"Ho deciso che ogni sera registrerò questi video, dunque non ti scocciare... Non subito almeno."

"Io ho bisogno di sentirti vicina, Allin." Fu un sussurro, così straziato che anche la persona più insensibile della Terra avrebbe sussultato sentendolo.

"Perché, da quando te ne sei andata, io non riesco ad essere più quello di prima. È come se si fosse aperta una voragine, proprio qui..."

"Sul cuore." Continuò Niall. Inconsciamente si portò una mano proprio lì, chiudendola a pungo, sentendo i battiti accelerare.

“Dove sei, Allin? Dove?” Una lacrima scese lungo la sua guancia destra, una lacrima in cui riflettevano i ricordi da lui provati.

“I ricordi che rivivono... Allin, io non so lasciarti andare. E forse sarà stupido a cerco nelle cose il sorriso che a primo impatto tentavi di nascondere, quel sorriso per cui morivo ogni volta che me lo concedevi, quel sorriso che curvava le tue labbra non appena mi vedevi.” Niall chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dall'emozioni provate insieme alla ragazza, ripensando alle sue labbra sottili e carnose, labbra che tante volte aveva avuto il lusso di assaporare.

“E mi manca quando mi stringevi, mi manca quando c'eri.” Aggiunse poi, con gli occhi umidi di lacrime perché il dolore che stava provando, la malinconia che lo rendeva inquieto, lo stava distruggendo.

“Allin, io so che non sei stata tu a scrivere quella lettera, a distruggere la nostra casetta... "E il mio cuore.” Continuò il biondo guardandosi le mani. Erano così fredde, senza quelle di Allin in grado di scaldarle con premura. E non solo, le unghie erano scheggiate, morse fino alla pelle. Colpa degli incubi notturni che lo facevano svegliare ansioso nel cuore della notte.

"Non hai mai fatto del male a nessuno, mai e so anche, per certo, che mai avresti potuto farne a me, non dopo tutti i 'Ti amo', non dopo tutto ciò che abbiamo vissuto, affrontato."

"Sai, vorrei tanto poter sentire la tua voce, poter stringerti a me e ribadirti che, ehi, continuo ad amarti, a vivere con il tuo volto impresso costantemente nella mia mente e che credo che non ci sia ragazza al mondo che potrebbe sovrapporsi a te." Sussurrò Niall, abbozzando un sorriso scompigliandosi nel mentre i capelli. Allin sarebbe rimasta la sua sola principessa, per sempre.

"Eppure non posso fare niente, eppure non posso neanche sapere perché sono solo, adesso. E' troppo grande questo mondo per uno come me che ti sta cercando...” Lo sguardo glaciale di Niall fu rivolto verso il soffitto, mentre alcune ultime lacrime scorrevano ai lati del suo viso.

"Dai, non voglio fare questi video per rattristarti, per annoiarti, ma per farti presente che beh, io non ti scorderò..." Il biondo si strinse nelle spalle, poi continuò con il suo discorso.

"Chissà se dove sei mi hai visto ad X-Factor. Credo di no."

"Ho superato la prima audizione! Sai che non si può dire lo stesso per i bootcamp?"

"Non mi avevano preso... O meglio, non mi hanno preso da solo."

"...Hanno unito me ed altri quattro ragazzi in un gruppo! ...Un gruppo! Ti rendi conto? É la cosa più bella che mi sia successa... Da quando non ci sei più." Un sorriso improvviso illuminò il volto giovane di Niall mentre ripensava all'emozione provata quando aveva capito che sarebbe rimasto in gara.

"Zayn, Louis, Harry, Liam. Diventati già Zay, Lou, Haz e Payno."

"Hanno la mia età e sono probabilmente alcuni dei ragazzi più in gamba che abbia mai conosciuto." Raccontò ancora il biondino.

"Dicono che sono simpatico... Ho sempre riso, del resto, mai pianto."

"Sì, non gli parlato di te."

"Non ancora..." E nel rivelare questo Niall rivolse lo sguardo altrove, vergognandosi della sua timidezza, da sempre nascosta dietro ad una risata.

"Devo farlo. E al più presto." Concluse infine, restando un attimo imbambolato davanti al portatile, domandandosi ancora se quei video sarebbero stati mai visti, se almeno sarebbero serviti a qualcosa, in futuro.

"Nialler, cosa stavi facendo?" Liam irruppe nel piccolo cottage Styles, facendo sobbalzare Niall. L'irlandese lo guardò un solo istante, poi chiuse di scatto il computer, balbettando qualcosa di incomprensibile.

"Ti abbiamo sentito parlare..." Spiegò poi Louis, sporgendo appena la testa dalla porta d'ingresso.

"Niente, ragazzi. Che ne pensate di suonatina intorno al fuoco?" Niall si alzò di scatto dal divano, raggiungendo in un batter d'occhio il giardino.

"Perfetto! Lou, aiutami a fare il falò." Esclamò Harry, avendo sentito la proposta del biondo.

"Ho male ad un braccio." Gli rispose il castano, facendo una falsissima smorfia di dolore per cui non venne affatto creduto.

"Hai male al culo semmai." Battibeccò quindi il riccio, non nascondendo minimamente il suo disappunto.

"Pigro." Aggiunse Zayn dandogli uno spuntone amichevole.

"Culo di piombo." Asserì Harry, dando al castano un leggero schiaffo sul fondoschiena.

"È così che si tratta un amico infortunato?" Il maggiore del gruppo alzò di gran lunga il tono di voce, facendolo risultare tremendamente simile a quella di una qualche vecchietta inglese.

"Louis, taci." Concluse allora Liam ridacchiando, gli era bastato poco per appiccare un degno falò. Così i ragazzi - escluso Louis naturalmente - aiutarono Liam a sistemare qualche poltroncina da esterno intorno alla fonte di calore, afferrarono qualche bustina colma di varie caramelle confezionate si apprestarono a sedersi, coperti seppur fosse inizio agosto con delle trapunte, seppur leggere.

"Okay, vi devo dire una cosa. Sento che nascondendovela ancora impazzirò." Spiegò Niall dopo aver sospirato pesantemente, attirando così l'attenzione degli altri unicamente su di sé.

"Sono innamorato di una zingara." Continuò poi mantenendo lo sguardo fisso verso il basso, incidendo con la punta delle scarpe ghirigori e disegni senza senso sul terreno e inziando quindi a raccontare, partendo ovviamente dal primo giorno di scuola.

"E poi?" Lo incitò Liam, posandogli una mano sul ginocchio. Aveva compreso subito che il biondo, parlandogli, stava facendo uno sforzo non indifferente.

"E poi... Dopo il funerale della madre mi ha mandato un messaggio, dicendomi di raggiungere il nostro 'luogo felice', come lo chiamava lei."

"Arrivato lì, ho trovato la casetta distrutta e una lettera firmata, naturalmente, 'Allin'... Che ho conservato." Nel dirlo l'irlandese tirò fuori da una delle tasche dei suoi skinny un pezzo di carta, che aveva tutto l'aspetto di essere stato preso tra le mani più volte.

"Tornato a casa, dopo averla letta - incominciò quindi a raccontare Niall, passando ai suoi amici la lettera della gitana - le ho mandato un messaggio. Poi mio padre, per evitare che provassi a cercarla ancora, ha disattivato la mia vecchia scheda sim. Sapete la cosa strana? Ho scoperto che anche il suo numero, adesso, risulta essere inesistente. Quindi mi ritrovo a non avere alcun collegamento con lei... E non a caso ho scelto di registrare, ogni sera, un video, come se scrivessi pagine di diario. Questo perché quando e se mai la troverò, potrò dimostrarle concretamente che io ho continuato a pensare a lei, giorno dopo giorno..."

“La amo così tanto!” Niall guardò il cielo, era buio e aveva un che di malinconico, essendo infatti privo anche della luna.

Gli somigliava, quel cielo. Come lui appariva triste, incompleto, senza la luna, Niall appariva triste ed incompleto senza la sua Allin.

"Pensi che diventando famoso riuscirai a trovarla e nel contempo a farti trovare, vero?" Mormorò Liam togliendo la lettera dalle mani di Louis, per poterla leggere.

"È ridicolo.... Lo so." Si ritrovò ad affermare il biondo, asciugandosi velocemente una lacrima, prima che questa cadesse lungo il suo viso, diventando così la prima di una lunga serie.

"No, invece. Se è come dici tu, se davvero Allin non c'entra niente con questa lettera, volerla cercare non è affatto ridicolo." Commentò il maggiore, sospirando dolcemente.

Si sentiva come un fratello da seguire, per quei quattro ragazzi, anche se, in fin dei conti, era lui il bambino del gruppo.

"Ma vi prego!" Zayn lesse le prime tre righe dello scritto poi, visibilmente frustrato, si alzò di colpo dalla sua sedia.

"Zayn?" Harry seguì il gesto del moro, rizzando in piedi, per poi stringergli una spalla e lanciargli uno sguardo inceneritore.

"È assurdo! Quale mostro avrebbe potuto architettare una cosa simile?!" L'anglo-pakistano si scrollò di dosso il riccio, allontanandosi infine dal resto del gruppo.

Solo quando raggiunse il piccolo laghetto appena fuori dalla proprietà del patrigno di Harry, si rese conto di esser stato troppo duro, reagendo così. A sua discolpa c'è da dire che rabbrividiva alla sola idea di dover consolare, un domani, un Niall triste ed avvilito, perché stato vittima per troppo tempo di una semplice illusione. Fu quando Zayn sentì dei passi avvicinarsi che i suoi occhi si inumidirono, tanto che le fioche luci dei cottage lì vicino diventarono sfocate ed imprecise.

"Niall, io non voglio che tu stia male." Mormorò poi, quando l'irlandese gli si fece sempre più vicino.

"Scusami..." Rispose questo, sedendosi infine accanto a lui sull'erba umida, tipica dei prati inglesi.

"E di cosa Nì?" Domandò Zayn. Era stato lui ad esagerare, non Niall, in effetti.

"Beh...”

"Beh niente. Io ti voglio bene, bene davvero. Per questo ti aiuterò a trovarla, ma ti ricorderò sempre di non illuderti. E se dovesse andar bene sarò il primo a festeggiare con te, se lei ti darà prova della sua innocenza piangerò dalla gioia, e se dovesse andare male, ci sarò comunque, sarò pronto a tutto pur di tirarti su il morale."

"Grazie Zayn."

"Di niente, fratello." E così il moro abbracciò Niall, sorprendendolo.

Pensandoci, il biondo lo aveva definito spesso un 'ragazzo da parete', e aveva completamente ragione a ritenerlo tale. Zayn infatti amava ascoltare, guardare gli altri, studiarli con cura e nel dettaglio, scovare dentro i loro sguardi, leggere nei loro occhi e cogliere ogni sfumatura di sentimento nella loro voce. E sì, lo aveva capito. Zayn aveva capito perfettamente Niall. La sua risata, a quei tempi, insieme al suo sorriso, era fin troppo forzata, fin troppo fragorosa per essere sempre sincera fino in fondo. Eppure, da bravo e riservato ragazzo qual era, l'anglo-pakistano non aveva osato fare domande a quel simpatico e dolce irlandese con cui avrebbe voluto legare di più. Per questo, in quell'istante, stretto a lui, non poteva far a meno di sorridere, di carezzargli la nuca, consolandolo. E in quel momento entrambi capirono che ci sarebbero sempre stati, l'uno per l'altro. Niall avrebbe sopportato la schiettezza di Zayn, Zayn avrebbe sopportato lo sperare incessante di Niall. Infine, nel più bello, ai due ragazzi si aggiunsero Liam, Harry e Louis che arrivarono non proprio silenziosamente. Così, stretto in un abbraccio a dir poco stritolante, Niall sorrise. C'è da dire che, finalmente, lo fece con gioia, lo fece per davvero. Infondo, aveva capito che ce l'avrebbe fatta ed, ormai, era già certo, che la sua romantica ricerca l'avrebbe vissuta al fianco di quei quattro ragazzi. Ognuno diverso dall'altro, ma con un sogno e un rapporto d'amicizia e fratellanza a legarli.

* * *

"Mi hai rovinato la vita." Disse qualcuno spuntando fuori dal nulla.

"No! Niall non è così!" Esclamò di colpo Allin. L'aveva riconosciuta, la sua voce.

"Mi hai solo rovinato la vita." Continuò quindi il ragazzo, avvicinandosi a lei con poche grandi falcate.

"Lasciami spiegare!"

"Mi fai schifo." Niall rivolse all'acrobata uno sguardo glaciale, colmo di rancore, di odio.

"Niall, ti prego!" Allin sentì gli occhi pizzicare fastidiosamente, accorgendosi che alcune lacrime tentavano dispettose di bagnarle il viso. Lo stesso viso pallido che, da qualche settimana, aveva ripreso a sbriciolarsi come friabili biscottini da thé.

"Tornatene al circo che tanto ami! Ormai non sei nessuno per me." Il ragazzo le si avvicinò ancora, la guardò dall'alto verso il basso, alzandole poi il viso con una mano, restando immobile.

Allin poté sentire il suo respiro carezzarle il naso, le guance, le labbra. Non era lo stesso respiro dolce che riusciva a percepire tempo prima, bensì era un respiro irregolare, violento, aggressivo.

"Nì... Per favore." La voce di Allin risultò così flebile, così debole e soffusa da far di quel sussurro una supplica. E forse sì, la ragazza stava supplicando l'irlandese di baciarla, bramando le sue labbra rosee mentre riusciva a sfiorarle con le sue.

"No." Fu la risposta secca del ragazzo.

"Ti amo!" Urlò Allin all'improvviso. La ragazza spalancò gli occhi, portandosi le mani sul cuore, che sembrava esser pronto a cedere.

Con impulsività, la bionda si rizzò a sedersi nel letto.

"Un incubo." Constatò poi, portandosi le mani sul cuore.

Il suo respiro era irregolare, agitato, inquieto. Le era sembrato così vero, quel sogno.

Avrebbe dovuto aspettarselo, la ragazza, che, imponendosi di non pensare a Niall, durante tutto il giorno, il suo inconscio le avrebbe fatto brutti scherzi la notte. E quella lì, non rischiarata né dalle luminose stelle, né dalla bianca luna, Allin la passò con le lacrime agli occhi, stretta ad un cuscino fin troppo freddo e duro, per le sue braccia che richiedevano supplichevoli di stringere ancora il corpo di Niall. Ma Allin no, non ascoltava il suo corpo, non ascoltava il suo cuore, ma razionalizzava ogni cosa, elaborandola unicamente con il cervello. Eh sì, Allin era decisamente tornata al solito vivere, comportandosi come aveva sempre fatto prima di incrociare per la prima volta gli occhi chiari ed estremamente profondi di Niall L'ultimo anno, a Mullingar, la bionda lo aveva iniziato a ridurre all'essere stato una minuscola parentesi di vita quasi del tutto insignificante, che aveva la certezza di dimenticare senza difficoltà, con il passare incessante degli anni. Fredda, distaccata, aveva ripreso a rispondere usando solo veloci, atoni monosillabi, non parlando mai di sua spontanea volontà, neanche con la maggiore delle sue cugine, Leena che, insieme al resto della compagnia circense, aveva raggiunto Madrid, la capitale spagnola, poco dopo di lei. E in quella città, c'è da dire, la sua vita era completamente cambiata. Allin aveva infatti avuto modo di conoscere molti altri gitani, kalé, come Gonzalo, velocemente aveva dovuto riprendere a parlare spagnolo e il suo allenamento giornaliero era diventato un vero e proprio inferno. Quella mattina di inizio Agosto, ad esempio, la bionda era giunta in pista all'alba. Del resto, aveva ben poco da fare, se fatta eccezione per le chiacchierate con cui ingannava il tempo insieme alle sue cugine e con gli altri ragazzi della compagnia.

Afferrato il cerchio, la ragazza incominciò a volteggiare in aria, destreggiandosi con il suo cerchio. In sottofondo, una musica lenta sembrava cullarla. L'acrobata non trasmetteva alcuna emozione, eseguiva gli ordini del padre non lamentandosi minimamente, limitandosi ad annuire, stringendo i denti. E l'uomo, ormai a capo del circo, giova seduto sugli spalti battendo di tanto in tanto il ritmo con le mani, perché Allin si era rivelata ancora una volta la sua fonte di soldi più cospicua, l'attrazione più richiesta. Ed effettivamente, senza distrazioni, con ore e ore di allenamento extra, Allin era diventata in grado di regalare al pubblico esibizioni sicuramente rare. E il bello è che nessuno si accorgeva delle lacrime che bagnavano le sue guance. Lacrime di cui non riusciva a fermare lo scorrere compulsivo. Lacrime passive, lacrime colme di ricordi e malinconia, gocce di memoria che seguitavano a bagnarle parti svariate del viso come stessero giocando, a causa della forza di gravità. C'è da dire che queste lacrime pero' erano l'unica debolezza di Allin che, per il resto della giornata, indossava costantemente una maschera di tranquillità ed indifferenza così convincente da risultare vera anche a lei stessa, una maschera che sembrava essersi fusa con il suo essere. E forse sì, Allin non era più la Allin di un tempo, forse neanche quella che era stata prima che di innamorarsi perdutamente di Niall. La bionda era cambiata, tornata ad essere ancor peggiore rispetto ad un anno prima, perché più matura, più donna.

"Allin, tua madre ti ha lasciato questo. Mi ha chiesto espressamente di dirti di non rivelare a nessuno, neanche a me il suo contenuto." Fu questa frase della zia, che la raggiunse non appena finì di allenarsi in quella grigia mattina d'estate, a cambiare tutto.
 

Spazio autrice
 
Okay, ci sono. Indovinate? Anche stavolta il capitol postato non mi fa impazzire, tuttavia mi sono imposta di non annoiarvi con le mie lagne, dunque passo subito a commentare.
-Tenete bene a mente le parole di Zayn e degli altri ragazzi, perché presto torneranno a galla.
-Cosa ha lasciato la madre ad Allin? Perché questa necessità di far restare questa cosa segreta a tutti?
Visto che ci sto, vi do anche un'anticipazione del prossimo capitolo. Lo sto già scrivendo e potrei postarlo anche sabato sera/domenica mattina. Leggerlo sarà come mandare avanti un film, accelerando ogni scena. Non so se mi sono spiegata bene, spero di sì! Alla fine di questo, se tutto va come dovrebbe andare, arriverà il diciottesimo compleanno di Allin e la storia prenderà una nuova piega... Importante.
Che altro dirvi, spero che, sebbene questo non sia un capitolo eclatante, non mi abbandoniate, continuando a recensire. Inoltre invito chi non lo ha mai fatto a farmi sapere un suo parere generale sulla fanfiction, fino ad ora, perché sta, come già detto, subendo una svolta.
Concludo ringraziando per le 286 recensioni, un numero davvero alto che mi fa rabbrividire dalla felicità, giuro! E inoltre, ringrazio le 69 -che numero, gente- persone che mi hanno inserita tra gli autori preferiti del sito... Grazie mille, di cuore!
Giorgia.
   
 
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