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Autore: Alexis__94    28/06/2008    0 recensioni
Si può davvero realizzare un sogno?...anche se dopo mille dolori e pianti, sorrisi e gioia...si può davvero avverare un sogno? tutto attraverso le righe della mia Fan Fic! Baci Ale!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Canzone Della Mia Vita....

2° Capitolo

Giovedì 7 Febbraio io e mia madre eravamo su un treno che stava per partire verso Berlino ed il mio cuore stava battendo a mille, ero emozionatissima, il sogno che avevo avuto fin da piccola si stava realizzando. Stavo ascoltando una canzone di un gruppo di cui sapevo davvero poco, li avevo conosciuti solo qualche mese fa ma la loro musica mi era piaciuta subito, la canzone si chiamava "Sleep" dei My Chemical Romance, un gruppo davvero bravo. Mamma mi guardò sorridente e raggiante ed io risposi con un sorriso un pò tremante per la mega eccitazione. Il viaggio durò tantissimo oppure era il tempo che per l'agitazione scorreva così lento che quasi voleva farmi scoppiare i nervi, ma ero sicura che più di 9-10 ore era durato e non eravamo ancora arrivati a destinazione. Eravamo solo in una piccola città della Germania, si chiamava Lipsia, era carina ed accogliente e per quel giorno avremo speso la giornata in quella città ed il giorno dopo saremo ripartite verso Berlino. Ma quello stesso giornò arrivate in albergo mio padre mi chiamò per sapere dove eravamo  ed io risposi a Lipsia. Papà meravigliato disse:"Bene allora per domani sarete sicuramente a Berlino!! Bhè ora devo lavorare, fate qualche giro al centro della città è molto carina!! Vi aspetto domani, Ciao figliola!!" ed io risposi:"Ok! Ciao papà!". Felicissima di essere arrivata in Germania decisi di andare a fare un giro in quella deliziosa città.

Uscii dopo aver avvisato mia madre che sarei andata in centro e dopo essermi beccata una predica sulla mia età e sulla fiducia che non mi sarei cacciata nei guai. Presi un bus che da quel che avevo imparato di tedesco credevo potesse portare in centro, infatti dopo essere scesa il luogo sembrava molto familiare. I negozi erano tutti pieni di luce e il brusio della gente che parlava era molto confortante, camminavo e ammiravo le numerevoli vetrine, tutto colorato e festoso niente era triste. Il cielo era terso...altro che quello di Jesi..di sicuro laggiù pioveva. Stavo fantasticando su costumi colorati e spiagge assolate per un lontano Giugno mentre ero in pieno Febbraio, che ad un certo punto caddi a terra ed esclamai:"Ohi! Che botta!"massaggiandomi la testa, e come risposta ricevetti:"Che diavolo! Stai attenta a dove metti i piedi!" ed io irritata risposi :"Senti un pò anche tu potevi scansarti se vedevi che ti stavo venendo addosso!!"e"Ma senti tu cosa mi dice questa! E poi non sarebbe maleducazione chiedere scusa!" alla fine nera dalla rabbia risposi:"Stammi a sentire, io non l'ho fatto apposta se vuoi uno scusa dovresti chiederlo anche tu! Sbruffone che non sei altro!"e lui rispose"Certo certo! Sognatelo!! Ma dico gente come te...peccato che sei tedesca!Un disonore per lo Stato!!" "Ma come ti permetti?! Disonore tu! e comunque non sono tedesca...sono qui in vacanza!" e alla fine alzandomi gli dissi"Comunque se permetti ora dovrei ritornare in albergo...e stato un Dispiacere incontrarti!" e rispose"Anche per me! Grazie di avermi rovinato la serata!Ciao nanerottola!!"esasperata risposi:"Ma vai al diavolo va!" ci voltammo entrambi e continuammo per le nostre srade. Era un ragazo abbastanza carino, alto, biondo castano e rasta e con gli occhi marroni...ah si e aveva anche un pircing al labbro se non sbaglio. Peccato che aveva un carattere schifoso...ma dico certa gente così bella va sprecata così...Più pensavo a quel strano incontro più cominciavo ad innervosirmi così decisi di cambiare pensieri altrimenti avrei rotto di sicuro la maniglia del sedile dell'autobus che stavo torturando staccandogli pezzi di finta pella.

Arrivata a casa non trovai mia madre e sul tavolo della cucina c'era un biglietto con scritto: 'Sono in giro a fare shopping..torno dopo cena. Ti voglio bene. Mamma.', così presi l'elenco del telefono e cercai un ristorante che avesse un nome davvero appetitoso e quello che mi colpì fu l'unico ed inimitabile McDonald's. Presi la borsa con i soldi ed il telefonino e lasciai un altro bigliettino con scritto: 'Sono andata a cena e non so a che ora torno. Ti voglio bene. Alexis.'. Uscii dall'albergo e presi un bus che portava nella zona vicino al fast food, dopodichè cercai a piedi il negozio, questa storia di andare a piedi sarebbe finia presto visto che papà forunatamente aveva due macchine a Berlino con lui, ed una era per me! Entrata mi diressi a prendere un bel BigMac e una Coca-Cola. mi sedetti ad un tavolino e cominciai a mangiare. Mentre mangiavo guardavo in giro, quel luogo così familiare e accogliente, mi fece ripensare alle milioni di volte che ho visto quel posto...ormai ero dipendente degl'hamburger e sopratutto delle Coca-Cola! Ero totalmente assorta nei miei pensieri che quando qualcuno mi strattonò per una spalla mi sentivo come risvegliata da un lungo sonno.

Volsi lo sguardo verso quella persona che mi aveva risvegliata e quando vidi quest'ultima quasi mi misi a piangere! Joe! Il mio migliore amico, unico e indescrivibile. "Joe! Ma che caspiterina ci fai qui???" e con il suo solito sorriso si mise a sedere davanti a me e poi rispose:"E che mi volevi lasciare nella sperduta Jesi? Solo soletto senza la mia Alex???! nah spiacente ma parto per la Germania anch'io!"ancora stupefatta dalla sorpresa chiesi un po’ balbettando:" M-ma come sapevi che ero qui, in Germania? E poi come facevi a sapere che mi ero fermata a Lipsia?"e con una risata rispose:"Ehi ehi calma con le domande sembra un interrogatorio!! Comunque, Sesto senso!!" non mi fregava:"Sesto senso? Ma chi vuoi fregare! Sputa il rospo Joe!" e scrollando il capo disse:"Ok ok, ti dirò tutto..Ormai non ti si può tenere nascosto nulla, mi capisci al volo! Comunque l'11 Gennaio ti volevo telefonare per dirti 'bentornata', ma tua madre mi aveva risposto che eri andata a fare shopping-senza di me cattiva, non te lo perdonerò mai-perchè presto sareste partiti per la Germania, mi sono informato bene così t'avrei fatto una sorpresa, infatti ero sullo stesso treno tuo e anche nello stesso Hotel. Dimmi se non sono un genio!" ci pensai su e poi risposi:"Bhè sono contenta che sei qui e comunque per lo shopping non ti ho detto niente perchè non sapevo neanche se eri rimasto vivo dopo 7 mesi..." ed entrambi ridemmo poi fui lui a riparlare:"Comunque perchè non mi ha detto niente? prima di andartene potevi anche dirmi che per ben un anno rimanevi qua! Sai io ad aspettarti!! Bell'amica Alex..."il suo viso stava diventando cupo e abbassò lo sguardo, così presi il suo mento glielo tirai su e con un sorriso dissi:"Sai che te lo avrei detto! Ma ero così felice che non mi sono ricordata e poi ho provato a chiamarti 10-11 volte al tuo cellulare ma tu niente...ma lo tieni per impiccio??!" c'ero riuscita, era ritornato sorridente e adesso mi stava arruffando tutti i capelli ed io lo guardai in cagnesco ed eccolo rideva di cuore. Eh si quanto volevo bene a Joe senza di lui non sarei vissuta, era la mia unica speranza di vita ed ero grata al cielo di avermi inviato il mio migliore amico.

Finii la mia Coca-Cola e posai lo sguardo su un giubbotto di pelle così nero e bello, era lucido e i miei pensieri dicevano:'Che bel giubbetto, sarà costato oltre i 200 euro, si vede lontano un miglio che è pura pelle, pura e morbida e bellissima, profumatissima pelle. Quanto avrei voluto toccarlo...', fui distratta dai miei pensieri da Joe che mi sventolò una mano davanti agl'occhi e disse:"Ehi? Alex? Ma che stai guardando?" voltò anche lui lo sguardo e vide che ero fissa sul quel magnifico giubbetto, poi fischiò e rivolse verso di me lo sguardo poi disse" Ottima pelle, Disel direi...buon gusto non trovi?" io ancora attratta annuii meccanicamente, poi ad un certo punto vidi avvicinarsi al giubbetto, un ragazzo alto e magro, i capelli lunghi, lisci e neri con delle meches color platino qua e là e coperti da una cuffietta, gli occhi color cioccolato, e vestito con una semplice felpa e dei jeans. Era bellissimo, bellissimo?! ma che dico, direi stupendo...alla pari con il giubbetto...ma assomigliava così tanto a qualcuno....stesso viso, stessi occhi...niente non capivo chi mi ricordasse, ma non era un viso nuovo. Il ragazzo prese il giubbino, lo indossò e si voltò e il nostro sguardo si incrociò, così bello il suo, morbido, caldo, affascinante, dolce ed incredibilmente profondo e quando si voltò, mi sembrò di scorgere un sorriso, uno di quelli estremamente dolci e luminosi. Mi voltai subito, certa che il mio viso era rosso dall'imbarazzo, poi ripresi a parlare con Joe per fargli vedere che non mi ero dimenticata di lui. Ma pensavo e ripensavo a quello sguardo che invadeva i miei pensieri e non riuscivo a dimenticarlo. Dopo circa due ore mi ritrovai a salutare Joe davanti all'ascensore perchè andavamo in due piani diversi.

Arrivata al 4° mi incamminai verso la mia camera dove mi fermai a cercare la chiave. Rimasi lì impalata davanti una porta di ciliegio con su scritto in oro il numero '479' e senza una dannata chiave per entrare. Mi ero dimenticata che l'aveva presa mamma e lei ancora non era tornata. Ero nei pasticci, ma non sapendo quello che fare, mi accasciai davanti alla porta ad aspettare il ritorno di mia madre. Poco più in lontananza sentii dei passi veloci per le scale e poi uno sbattere di una porta, Mi sembrò che fosse la '483' e dentro di me pensai 'Ma che modi...si può far così rumore in piena notte??!!'. Poco dopo sentii una camminata  calma e lenta che si avvicinava alle porte, poi sempre più vicina a me. Alzai il viso e ritrovai quello stesso sguardo di prima, quello intenso e adorabile, rimasi incantata finché con un sorriso parlò:" Ehi! Perso la chiave?" ed io un po’ frastornata risposi:" Bhè...più o meno! Ecco la chiave ce l'ha mia madre e non so dove sia andata così mi sono preparata ad aspettarla!!" indicandogli come mi ero seduta. Rise. Una semplice e dolce risata, la più bella che avessi mai sentito. Si accasciò accanto a me ancora sorridente e poi disse:" Bhè, signorina posso farle compagnia?" sorridendo anuii e poi dissi:" Allora, potrei sapere il suo nome?" ci pensò poi rispose con un sorrisetto:" Direi che si può fare! Mi chiamo Bill, Bill Kaulitz molto piacere. Lei? Qual è il nome di questa incantevole fanciulla?" ed io:"Mmh...incantevole fanciulla? Non direi" e risi, poi continuai: “ Molto piacere Alexis, Alexis Evans!! Posso sapere se sei di qui oppure di solo passaggio?”chiesi al ragazzo, ma lui diventò serio e si voltò, poi con un leggero sorriso si volse e mi accorsi di alcuni particolari che non avevo visto: aveva un pircing al sopracciglio destro, una french nera e bianca alle unghie che avrebbe fatto invidia a qualsiasi ragazza, poi quando si sistemò i capelli vidi un tatuaggio sul collo ed infine uno al braccio. Non voleva rispondermi, l’avevo dedotto, così fui io a rompere il silenzio: “ Ok! Rimarrò nel dubbio finchè non me lo vorrai dire” dissi solenne. Lui rise di nuovo e Rispose: “Ok! Ci sto!”. Guardai l’orologio e mi accorsi che erano le 3:30 del mattino e mi stavo dove fosse finita mia madre. Provai a bussare alla porta e dopo mi accorsi di uno strano rumore nella mia stanza. Mi alzai e avvicinai l’orecchio al muro e dopo aver capito cosa fosse mi misi a ridere e mi riavvicinai alla porta, bussai altre 3-4 volte ma nessuno venne ad aprire, mi sedetti di nuovo e sorridente dissi: “Mi sa che stanotte devo dormire qui davanti” e feci una risata poi riparlai di nuovo: “Mia madre è in camera, ma ormai è pienamente nel mondo dei sogni…sicuramente non si sveglierà fino alle 10 di domani mattina”. Bill rise con me e poi mi disse: “Se vuoi ti presto il mio letto, io posso benissimo dormire sul divano!! Che ne dici? Accetti?” ci pensai su e poi quando vidi che i suoi occhi brillavano decisi di accettare, lui si alzò mi porse l amano per aiutarmi ad alzare e poi cominciammo a dirigerci verso la sua camera, lo seguii finchè non si fermò davanti alla camera ‘483’, cioè proprio quella che prima avevo visto aprirsi, prese la chiave e aprì la porta, mi fece cenno di entrare, così mi avvicinai e vidi  gli interni della stanza che erano identici hai miei solo che i suoi erano neri mentre i miei rossi. 

Dall’altra stanza sentii venire le voci della TV, poi Bill disse: “Ciao fratellone! Abbiamo ospiti!!” e poi mi fece l’occhiolino e io diventi, credo, iper rossa per l’imbarazzo, poi dissi: “Sei sicuro che posso stare qui?.. posso sempre dormire fuori… sai per me non è un problema…” e poi lui con un sorriso rispose: “Non ti preoccupare, qui sei la benvenuta!” , così ricambiai il sorriso per ringraziamento. Qualcuno intanto dall’altra stanza si alzò e venne nella nostra, quando vidi chi era ebbi un impeto di rabbia. Subito il  ragazzo esclamò: “TU?!”, io sbalordita e arrabbiata come lui rimasi a bocca aperta e ripensando a ciò che era successo, sentivo una grande voglia di picchiarlo con le mie stesse mani. Bill confuso spostò lo sguardo da me al ragazzo e di nuovo su di me. Fu lui a interrompere la gara di occhiatacce: “Allora ragazzi, credo proprio che dovete spiegarmi cosa sia successo!!”. Il ragazzo biondo mise il muso ed io strinsi i pugni sulle tempie per cercare di calmarmi, dopodichè il biondo parlò rispondendo all’occhiata di Bill che attendeva con un sopracciglio alzato: “Ok ok! In pratica oggi io e lei…” disse guardandomi sprezzante: “ Ci siamo scontrati e abbiamo avuto un litigio. Ecco fatto”. Bill ci riguardò entrambi dopodichè tirò un sospiro e disse: “Bhè…stanotte la sopporterai!! L’ho fatta venire a dormire qui e le darò il mio letto mentre io andrò sul divano! Comportati bene!” e poi dirigendosi verso il divano disse: “Buona Notte!”. 

Restammo lì a fissarci…io e il ragazzo biondo di cui ancora non sapevo il nome…poi alla fine esasperata dal sonno dissi: “Ok basta per oggi! Dov’è il letto?” lui rimase ancora a fissarmi e poi indicò la stanza, io ci entrai e rimasi un po’ spiazzata poi guardandolo con terrore esclamai: “E’ matrimoniale?????”, il ragazzo si strinse nelle spalle e disse: “Era l’unica camera rimasta e visto che io e mio fratello non abbiamo problemi abbiamo accettato lo stesso. Tu resta alla larga dal margine destro…è mio!”ed io rabbrividendo al pensiero di dormire insieme a quel ragazzo per una notte risposi: “Tranquillo, tanto io sto alla larga da Te!!” ci scambiammo due occhiatacce dopodichè presi un maglione grande e mi preparai per andare a letto, quando finii tutto vidi che il ragazzo biondo si stava spogliando, mi avvicinai a lui e gli allungai una mano poi dissi: “Piacere Alexis” e lui con una occhiata da martire la strinse e disse: “Piacere Tom.”, mi misi sotto le coperte e dissi: “Notte Tom!” poi chiusi gli occhi e incominciai a farmi invadere dal mondo dei sogni.

  
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