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Autore: lollipop 2013    10/03/2014    2 recensioni
About Mirea:
"Perchè a me, perchè adesso? E' quello che mi chiedo ogni istante della mia vita nell'ultimo anno."
Tratto dal capitolo 1:
Ci sono molti punti interrogativi nella sua vita, molte situazioni strane da risolvere. Misteri che l’hanno indotta a tornare a casa.
Dopo l’Iraq la sua vita è cambiata, ora sente il bisogno di ridargli un senso, ma prima, deve arrivare a capo di tutto, ripartendo dall’inizio…
" Salve a tutti, ritorno a cimentarmi con una storia di genere sovrannaturale e drammatica.
Spero possa piacervi quanto Maya - le 5 apocallissi e quanto tutte le mie altre storie.
Vi accolgo con una breve introduzione e vi aspetto numerosi nel primo capitolo. "
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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 Premessa: Quando dopo gli about dei personaggi leggete la parola "oggi", vuol dire che in quel momento la storia è ambientata nel presente quindi tutti gli avvenimenti avvengono a Roswell in New Mexico.
 

(4)

 
About Mirea – Oggi.

I raggi del sole trapassano le tapparelle, infrangendosi in ogni angolo della stanza.
Il sole è già alto in cielo e il sonno sembra aver abbandonato Mirea.
<< Cugina in piedi, è giorno. >> Mirea si copre la testa col piumino, ignorando le parole di Steven. << Ok, fai come vuoi, ma non dimenticarti della partita, ti lascio il biglietto qui. >>
Steven poggia il ticket per la partita di basket sulla scrivania per poi lasciare la camera in silenzio. Controvoglia Mirea si scopre il capo. Il lenzuolo gli ha arruffato i capelli.
Sguscia fuori dal letto, raggiungendo la scrivania, lega i capelli in una coda per poi prendere tra le mani il biglietto. Non ha alcuna voglia di andare a vedere una partita di basket ma sa, che la sua assenza farebbe rammaricare Steven e questa non è una cosa che Mirea desidera.
Si infila sotto la doccia e lascia che l’acqua cancelli lo stress e la negatività accumulata negli ultimi giorni. Una mano le scivola sul ventre, le dita sfiorano la ferita. Mirea rabbrividisce.
L’acqua bollente, copiosa le scorre sulla schiena, il getto d’acqua cocente le duole, facendole rammentare il passato. Piange Mirea, le lacrime vanno a mescolarsi all’acqua.
Esce dalla doccia e si copre con un asciugamano.
Il suo viso si riflette nello specchio appannato, l’aria stanca e segnata da anni di sofferenza la fanno ansimare.
Mirea chiude gli occhi, cercando così di far svanire quel rossore che circonda le sue iridi.
Velocemente si passa il phon tra i capelli per poi uscire dal bagno in biancheria intima e rintanarsi nella camera da letto.
Lo specchio intero affisso ad una della pareti della stanza, le regala un immagine intera del suo esile corpo, contornato però da carnose curve.
Il busto e le gambe sono colorate da graffi, abrasioni e ferite che non donano femminilità al suo corpo e che la rimandano a momenti duri e pesanti. Velocemente Mirea si copre, odia vedere il suo corpo nudo. Infila i suoi soliti jeans sdruciti, una camicia a quadri blu che le copre quel braccio marchiato. Poi, svogliatamente riordina la camera, ripulendo per bene il disordine lasciato in giro da Steven, indossa la sua solita giacca di pelle per poi uscire di casa e raggiungere la Major High School.

Una folla di persone accalca gli spalti della palestra, le squadre sono in campo.
Da un lato, con le loro divise verdi ci sono i Crickets, la squadra ospite.
A destra, vestiti con le loro casacche rosse, ci sono i padroni di casa, gli Hawks.
Shane è pronto a ricevere la palla, Steven è dietro di lui, Iman infila in bocca il suo paradenti, l’arbitro del match fischia l’inizio… si comincia.
Canestro dopo canestro, le due squadre si rispondo a suon di schiacciate in quel cerchio rotondo posto a quasi cinque metri di altezza.
La gente urla, gioisce quando gli Hawks segnano punti e si dispera quando ne incassano.
Mirea sorride, guardando la partita e tifando per i suoi due ragazzi.
<< Ciao, speravo che venissi, ti cercavo. >> un sorriso dolce e dei profondi occhi azzurri, si avvicinano a Mirea, facendola trasalire. << Halima, è successo qualcosa? >> << Ho bisogno di parlarti, vieni con me. >> Mirea lascia il suo posto e segue una misteriosa Halima. Da non molto lontano qualcuno le guarda, seguendole negli spogliatoi di fianco alla palestra.
<< Di cosa si tratta? >> Mirea incrocia le braccia sul petto e con fronte corrugata attende le parole di Halima. << Ho trovato il posto dove ti è stato fatto questo simbolo… Hai mai sentito parlare del Dhi Qar? >> Mirea scuote il capo. << Il governatorato di Dhi Qar è uno dei diciotto governatorati dell’Iraq. Nel 1976 si chiamava Muntafiq. Il suo capoluogo è Nassiriya. >> Mirea china il capo e si appoggia con la schiena contro una delle pareti di mattonelle. << Ho sentito parlare di Nassiriya, era una delle zone meno a rischio, ma non ci sono mai stata, ci era proibito superare il confine di Baghdad… Ma cosa centra questa Dhi Qar con me? >> Halima sfila dalla borsa un libro e lo apre alla pagina segnata dal segnalibro, per poi girarlo verso Mirea… << Dhi Qar è una provincia che si trova a nord di Baghdad e nel sud della Mesopotamia. E’ abitato da diverse culture di differenti credenze. Ci sono i cattolici, i mussulmani, gli sciiti e i sunniti. >> Mirea ascolta in silenzio, cercando di comprendere le parole di Halima. << Ci sono alcune persone, che mescolano queste diverse credenze, usandone le parti occulte. Leggende dicono che il Dhi Qar ha dato la patria alla stregoneria, alla magia nera e mistica. >> Mirea scuote il capo, accennando una risata. << Scusami ma non credo alla stregoneria o alla magia, sono sempre stata una persona razionale. >> << Ti capisco, anch’io stento a crederci, ma sul web sono riuscita a risalire a delle foto che ritraggono alcuni abitanti del Dhi Qar… guarda. >>
Giovani donne e uomini iracheni sono ritratti in quelle foto, sui loro volti, sui loro corpi sono impresse cicatrici, divise tra di loro da simboli, simili a quello di Mirea.
L’ultima foto ritrae un bambino, sulla sua fronte c’è un marchio irriconoscibile, che sembra essere stato fatto dalla stessa mano che ha tatuato Mirea. << Questo che vedi impresso sulla fronte di questo bambino, è un sigillo di protezione, le donne del posto lo tatuano su quei giovani che vengono arruolati dai ribelli iracheni, per combattere contro le forze armate straniere. Pensano che questo sigillo possa proteggerli. >> Halima respira per poi riporre il libro nella sua borsa e poggiarsi di fianco all’amica. << Vedi Mirea, per questa gente, ogni simbolo ha un significato fondamentale, ciò che non riesco a capire è, cosa lega  te a loro… >> Mirea posa lo sguardo curioso su Halima… << Da come ho potuto capire, sono le donne del Dhi Qar a saper usare la simbologia mescolandola alla magia nera, ma, la usano solo sulla loro gente, non lasciano che un estraneo la veda, figuriamoci usarla su uno di loro… >> Halima si porta di fronte a Mirea, stringe le sue spalle tra le mani, facendo avvicinare i loro volti. << Tu significhi qualcosa per quel popolo, hai un ruolo importante, ti hanno concesso una seconda possibilità, una seconda vita. Deve esserci un motivo per questo loro gesto, dobbiamo capire quale è. >>
Mirea si agita, le sue mani iniziano a sudare e una fitta le blocca la bocca dello stomaco.
<< Hey che ti succede? >> Halima china lo sguardo, i suoi occhi vanno a posarsi sul ventre di Mirea e, sotto la stretta giacca di pelle, Halima riesce a vedere del sangue impregnare il lembo sinistro della camicia. << Stai sanguinando… >> Mirea china il capo, per poi perdere i sensi e accasciarsi sulla parete, sino a sedersi sul pavimento. << Oh Dio, Mirea! >> Halima prende la sua testa tra le mani cercando di farla rinvenire.
Da dietro ad un armadietto, fa capolino una figura magra che fino a quel momento ha ascoltato in silenzio la conversazione delle due. << Che cosa gli è successo? >> udendo quella voce Halima si volta sgranando gli occhi. << Tu chi sei? >> << Mi chiamo Layla Moore. Conosco suo cugino, Steven. >> indica l’inerme Mirea, pronunciando le ultime parole. << Cosa le è successo? >> chiede Layla. Halima scuote il capo, poi china la testa sul ventre insanguinato di Mirea. Le sbottona la camicia per poi sgranare gli occhi e fissare la giovane ragazza che le è di fronte. << I punti le sono saltati… >> << Come è possibile? >> Layla scuote il capo incredula. << Ora cosa facciamo? >> << Dovremmo ricucirle i punti. Perde troppo sangue. >> Layla corruga la fronte inorridita. << E come pensi di fare? >> Halima scaraventa a terra il contenuto della borsa di Mirea… << Qui ci deve essere qualcosa… >> borbotta fra se e se, sotto lo sguardo esterefatto di Layla.
Halima prende tra le mani una scatola di colore rosso, la apre e al suo interno vi trova un ago e del filo. Mirea è previdente, ha con se un kit per ricucirsi quella ferita che troppo spesso si riapre. << Trovato! >> tira un respiro di sollievo Halima per poi guardare Layla… << Dovrei sterilizzare l’ago, come posso fare? >> Layla le tira via dalle mani l’ago per poi sfilare da una tasca dei suoi jeans un accendino. Passa la fiamma su tutto l’ago, poi lo porge ad Halima. << Ora è sterilizzato! >> Halima punta i suoi profondi occhi azzurri sulla ferita di Mirea ed inizia a cucirla, punto dopo punto, chiude quello squarcio sul fianco della sua giovane amica.
Mirea riprende lentamente i sensi, stringendo un lembo del top di Layla nella mano destra, per smorzare così, il dolore che il lavoro di Halima sul suo corpo, le fa provare.
<< Finito. Come ti senti? >> Mirea si alza in piedi, mentre Halima con un panno umido le ripulisce il ventre sporco di sangue. << Meglio, grazie. >> le sorride lievemente Mirea, ancora frastornata per ciò che le è accaduto. << Si può sapere cosa ti è successo? >> le chiede Layla incrociando le braccia al petto. << Niente, mi si sono solo scuciti i punti, capita. >> << Non proprio. Ma comunque non mi riferivo a quello, ma a ciò che hai sulla schiena. >> Mirea velocemente si infila nuovamente la camicia, coprendo il suo busto. Halima fa un passo indietro, comprendendo il disagio di Mirea… La ragazza china lo sguardo, i suoi occhi si intristiscono… La mente la riporta al passato, in quel posto che tanto l’ha cambiata e le ha fatto del male.

Iraq – Un anno prima.

Dopo aver gettato il corpo di Caroline in una fossa, i ribelli caricano sui loro furgoni Mirea e Carrie, le bendano e le conducono non molto lontano.
Una volta arrivati a destinazione, trascinano le due giovani in una capanna, legando le loro  braccia a delle travi. I loro corpi pensolano sul pavimento polveroso.
<< Ora facciamo un gioco… >> il capo dei ribelli taglia le maglie delle due ragazze, lasciandole coperte solo della loro biancheria intima.
Tra le mani stringe una frusta, una di quelle col beccuccio di ferro dinanzi… << Allora, parlate, dov’è la  vostra base? >> urla, girando intorno alle due ragazze che pendono da una trave. << Dov’è il generale Miles? >> batte il frustino freneticamente nel palmo della sua mano sinistra, facendo un rumore assordante. Mirea serra gli occhi, continuando a restare in silenzio. L’eco dello sparo le rimbomba ancora nella testa. Caroline è morta e lei sente sulle sue esili spalle la colpa dell’accaduto.
Lei e Carrie non sanno dov’è il quartiere generale delle forze armate americane, non sanno dove si trovi il generale Miles, colui che è a capo dell’operazione di pace in Iraq, ma i ribelli non sembrano credere alle loro parole, allora, non resta altro da fare che tacere dinanzi alle loro domande.
<< Non parlate? Bene, verrete punite! >> con un colpo di polso, il capo dei ribelli colpisce col frustino, ripetutamente le schiene nude delle due ragazze.
Urla, pianti, non fanno cessare la sua rabbia…
La punta di ferro si infila nella carne di Mirea, sfregiandola e facendola sanguinare…
Quei momenti come altri trascorsi in Iraq, non l’hanno solo mutata fisicamente, l’hanno cambiata nel profondo… Rendendola la Mirea che è oggi. Ogni graffio, ogni cicatrice ha un motivo, una storia da raccontare…

Roswell – Oggi.

<< Mi dispiace. >> mormora fra i denti Layla, ascoltando lo straziante racconto di Mirea.
<< E’ passato ormai. >> pronuncia poco convinta quelle parole Mirea, tanto da non convincere neanche le due giovani ragazze che le sono vicino.

Il primo tempo della partita è terminato, i giocatori di casa rientrano nello spogliatoio, trovandovi inaspettatamente tre ragazze ad attenderli. << Layla cosa ci fai qui? >> chiede sorpreso un sudato ed ansimante Iman… Halima e Mirea si guardano nervosamente, devono trovare velocemente una scusa, ma non trovano la bugia adatta da propinare all’intera squadra di basket. << Mirea si è sporcata la camicia con del ketchup, le serviva dell’acqua per ripulirsi, ho pensato di usare il bagno del vostro spogliatoio… >> Mirea si copre la camicia, abbottonando la lampo della sua giacca di pelle. << … Tanto voi eravate impegnati a sudare, non lo stavate usando… >> continua Layla ghignando, sotto lo sguardo inquisitorio dei giocatori e quello interdetto di Mirea e Halima.

Uscite dallo spogliatoio, le ragazze si incamminano verso gli spalti alla ricerca dei loro posti a sedere… << Grazie per averci aiutate… Non avremmo saputo che scusa accampare. >> Mirea sorride dolcemente, poggiando una mano sulla spalla di Layla.
<< Figurati. Sono nel club di teatro, sono una attrice fantastica! >> sbatte le lunghe ciglia nere Layla, per poi girare i tacchi e varcare la soglia che conduce alla palestra, senza neanche salutare le due ragazze. << S-i-m-p-a-t-i-c-a. >> digrigna Halima tra i denti, scuotendo il capo, provocando la risata di Mirea. << Sarà un po’ acida, ma ci ha aiutate e non aveva alcuna ragione per farlo… >> << Credo che il tuo racconto sull’Iraq l’abbia colpita. >> china il capo Mirea, rilassando i muscoli del viso e tirando un leggero sospiro. << Già… L’Iraq è capace di colpire l’animo di chiunque! >> << Sai Mirea, credo che quella ragazza, Layla, ci abbia sentite parlare del Dhi Qar… Cosa facciamo? >> Mirea scuote il capo. << Nulla, non credo abbia capito molto di ciò che abbiamo detto e se mai dovesse dire qualcosa, solo allora penseremo cosa fare. >> Stringe il braccio di Halima nel suo Mirea, per poi varcare anch’essa la soglia che conduce alla palestra. << Sei sicura di voler restare a vedere la partita, dopo quello che ti è successo? >> << Si, sto meglio e poi devo restare, per Steven. >>





Mirea Santo.

Halima Nagi.

Layla Moore.



Nota Autrice:

Salve gente, si lo so, questo capitolo è breve, ma è uno di quei capitoli di passaggio, ma comunque importante perchè abbiamo conosciuto un pochino meglio anche la giovane Layla. Cosa ne pensate di questa ragazza? 
Mi raccomando, lasciatemi qualche commento e fatemi sapere che ne pensate... Attendo i pareri anche di quei molti che leggono in silenzio. ;) 
Vi aspetto la prossima settimana con il quinto capitolo.  ;)

 
xo lollipop 2013 
   
 
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