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Autore: RSP    10/03/2014    6 recensioni
Natalie Logan , diciottenne inglese, ha perso i genitori in un tragico incidente mentre stavano andando al concerto dei Rolling Stones, loro gruppo preferito, quando lei aveva appena 10 anni.
Zia Sabrina l'ha accolta in casa e l'ha cresciuta come una figlia non facendole mancare mai nulla.
Ha un fidanzato all'apparenza perfetto, una migliore amica dai tempi delle scuole medie che crede una sorella ed il gruppo di amici con cui esce il sabato sera.
Natalie o Naty, come la chiamano gli amici, ama Londra ma cosa succederà se il lavoro della zia la costringerà a lasciare Londra per Holmes Chapel, un ridente paesino nei pressi di Manchester...?
Cosa succederebbe se venisse a scoprire che i suoi amici in realtà non sono poi così tanto amici ? Se incontrasse un cantante di una band famosa di cui lei non conosceva neanche l'esistenza con degli occhi verdi magnifici ed una gran voglia di guarire la sua paura per la musica?
Londra non è l'unica città degna di essere presa in considerazione e la calma di Holmes Chapel offre la possibilità di innamorarsi di persone che non avresti mai immaginato...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bread, love and songs.

Prologo.


Quando la zia Sabrina, qualche settimana prima, le aveva dato la notizia che dovevano trasferirsi da Londra ad Holmes Chapel, un paesino distante due ore e mezzo dalla capitale inglese e soprattutto molto più tranquillo, Natalie era rimasta incredula e muta per qualche secondo poi aveva espresso tutto il suo risentimento urlando qualcosa del tipo “non puoi chiedermi di trasferirmi! Non posso lasciare i miei amici e Jack” , senza neanche sentire la risposta della zia aveva salito le scale ed aveva sbattuto violentemente la porta di camera sua.
I giorni che la separarono alla partenza furono tutti dedicati agli amici e al suo fidanzato che le avevano promesso di andare a trovarla ogni momento libero che trovavano.
Natalie Logan, diciotto anni, forme al posto giusto, altezza che lei definiva “puffosa”, occhi verdi, capelli castani rovinati da milioni di tinte ed avendo optato, per quel periodo, per il rosso fuoco, era venuta alla luce in un ospedale di Londra nel maggio del 1996 da due genitori da poco maggiorenni che avevano commesso quello che amavano definire “l’errore più bello della loro vita”.
Natalie o Naty, come amava farsi chiamare da familiari e amici, aveva vissuto una vita perfetta fino ai dieci anni.
I suoi genitori, appena ventottenni e con l’animo da ragazzini , avevano deciso di andare ad un concerto dei Rolling Stone, loro gruppo preferito, lasciando la bambina a casa di zia Sabrina, sorella di papà con qualche anno in più e decisamente più matura.
Natalie si ricordava solamente dei due grandi uomini vestiti da agenti di polizia che la zia aveva accolto in casa con un cipiglio preoccupato, per dopo sedersi sul tappeto e  abbracciarla bagnandole tutti i capelli con le lacrime.
Era sempre stata una bambina sveglia e intelligente e quando la zia aveva cercato di aprir bocca lei era scoppiata a piangere chiedendole dove fossero mamma e papà e se stessero bene.
Sabrina le aveva spiegato che i suoi genitori erano volati in cielo ma che le volevano tanto bene.
Naty, ogni volta che si fermava a pensare a quei giorni strazianti, non si ricordava molto ed aveva per lo più ricordi sfocati delle bare di legno scuro messe una accanto all’altra all’interno della chiesa e le braccia della zia che l’avevano circondata per tutto il tempo del funerale.
Aveva ben impresso, però, l’immagine dei suoi genitori sorridenti davanti la porta di casa che la salutavano…
sua madre, con i capelli corvini raccolti in una coda alta e disordinata e il suo inseparabile giubbino di pelle, che faceva mille raccomandazioni alla zia, pur sapendo che Sabrina sapeva cavarsela benissimo, e suo padre che, con i capelli biondo cenere disordinati , i suoi occhi verdi che lei aveva orgogliosamente ereditato e la maglietta “con la lingua”, tirava la mamma per la mano dicendole di sbrigarsi e che il “suo grande amore” Mick non aspettava di certo a loro per iniziare il concerto.
I rolling stone, comunque, quella sera di otto anni prima iniziarono  a suonare senza di loro perché i due ragazzi a quel concerto a Wembley non ci arrivarono mai perché un pazzo ubriaco alla guida di una BMW, passando con il semaforo rosso, aveva preso in pieno la loro cabriolè rossa, di cui andavano tanto fieri, facendoli schizzare fuori dagli sportelli.
Per Martha non c’era stato niente da fare mentre Paul era morto qualche minuto più tardi mentre lo trasportavano in ospedale.
Natalie, da un giorno all’altro si era ritrovata senza genitori, chiusa in una casa famiglia con persone e bambini sconosciuti perché sua nonna materna voleva assolutissimamente l’affido anche se l’aveva vista si e no quattro volte in tutta la sua vita e non voleva in nessun modo lasciarla alla sorella del padre perché “quella famiglia è sempre stata fin troppo irresponsabile”.
Il giorno del suo nono compleanno la zia si era presentata nella stanzetta dove le “maestre” le stavano facendo spegnere le candeline e dopo aver mangiato la torta insieme, l’aveva abbracciata e le aveva detto che quella sera sarebbe tornata a casa con lei per sempre.
A casa della zia Sabrina aveva trovato la stanzetta dove dormiva quando andava a trovarla con le pareti imbiancate ricoperti da dei quadri e delle foto, un letto a due piazze decisamente più comodo di quello che c’era prima con sopra tutti i suoi peluche preferiti , tutti i suoi giocattoli sparsi per la stanza , l’armadio pieno dei suoi vestiti e sul comodino la foto di mamma e papà che sorridevano.
A soli nove anni aveva dovuto ricominciare una nuova vita e soprattutto grazia alla zia aveva vissuto il resto della sua infanzia in modo abbastanza tranquillo.
Sabrina, grazie al suo lavoro, non le faceva mancare nulla, alle scuole medie aveva trovato Camille, quella che era diventata in poco tempo la sua migliore amica e al terzo anno di liceo aveva conquistato il cuore del capitano della squadra di calcio, Jack Corbain.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno aveva fatto una mega festa in un locale, senza la presenza di adulti e con molto alcool e aveva perso la verginità con Jack, di cui era follemente innamorata.
“sei pronta?” la testa della zia fece capolino dalla porta della stanza ormai vuota,  tutti gli scatoloni erano stati caricati in macchina.
Lei era seduta in sul letto incellofanato, la cornice della foto dei suoi genitori tra le mani, alzò la testa per guardare sua zia e aveva semplicemente annuito mettendosi i capelli dietro le orecchie.
Si alzò sistemandosi i jeans fin troppo stretti e sospirò rassegnata.
Aveva pianto, aveva urlato di avere diciotto anni e di poter essere in grado di decidere da sola dove volesse stare ma non c’era stato niente da fare.
Sabrina l’aveva già iscritta al liceo di Holmes Chapel e la settimana prima l’aveva portata a visitare quella graziosa cittadina che lei aveva definito “paese sperduto nel mondo” e a farle vedere quella che sarebbe stata la loro nuova casa.
“hai preso tutto?” le chiese la zia seguendola giù per le scale
“preso tutto!” disse semplicemente posando dentro la borsa la foto dei suoi genitori.
Era salita sul furgoncino sul posto del passeggero, aveva alzato i piedi coperti dalle sue platform nere sul cruscotto, e uscì il suo iphone dalla tasca dei jeans per mandare un messaggio whatsapp a Jack, a Camille e a tutti gli altri amici avvertendoli che lei stava partendo e che si sarebbero sentiti via skype la sera.
“ti prego Naty non fare quel broncio, vedrai che ti abituerai presto” Sabri le picchiettò una mano sul ginocchio ricevendo solo uno sguardo truce.
“come puoi dirmi una cosa del genere, zia? Qui a Londra ho tutti i miei amici! Guardati intorno, il caos, la gente, i negozi, i locali, in quel paesino non c’è niente..!” si massaggiò le tempie con gli indici e guardò fuori dal finestrino.
Stava lasciando la SUA città, non poteva crederci!
“è una cittadina carina e ti farai nuovi amici!”
“Non ci sarà Jack!” ribatte lei affondando la faccina nel sedile di pelle
“troverai un nuovo ragazzo!” disse con entusiasmo la zia.
Della sua antipatia verso Jack, Natalie ne era venuta a conoscenza fin da subito ed anche se non gliel’aveva espressamente detto lei l’aveva capito fin da quando li aveva presentati.
In quei due anni ogni occasione era stata buona per presentarle altri ragazzi che comunque non potevano essere paragonati neanche lontanamente al suo ragazzo.
“scordatelo zia!!!!” si lamentò lei alzando un po’ il tono della voce.
“ok ok, come non detto!” alzò le mani in segno di resa e le accarezzò i capelli costringendole a voltare la faccia.
“Mi dispiace, ok? Sono solo pochi mesi e poi tornerai a Londra per il collage!”
“posso tornare a Londra almeno per il mio compleanno?”
“vedremo, sarai sotto esami!” mugugnò la zia fissando le indicazioni stradali.
“c’è di buono che inizio la scuola dopo Natale!” giocherellò con l’anello a forma di serpente che teneva sul indice per dopo rispondere ad alcuni sms da parte dei suoi amici che la stavano riempendo di frasi dolcissime.
“siamo arrivate, posa quel cellulare e aiutami con gli scatoloni!” la zia la risvegliò dallo stato comatoso in cui era caduta e si guardò intorno spaesata.
La casa era bianca e marrone , si estendeva su due piani e si accedeva da un viale dove da un lato c’era un piccolo giardinetto mentre dall’altro c'era uno spiazzo  già occupato dalla volvo di Sabrina.
La zia aprì la porta di casa spalancandola e la guardò con un sorriso dandole il benvenuto, lei mugugnò qualcosa mettendosi quasi a piangere.
La casa era indubbiamente più bella e più grande di quella che avevano a Londra.
A destra dell’ingresso c’era il salotto mentre a sinistra c’era la zona soggiorno diviso da un arco dalla cucina e dalla lavanderia, sotto le scale c’era la porta del bagno.
Al piano di sopra c’erano tre camere da letto ognuna dotata di bagno proprio più lo studio dove la zia avrebbe lavorato.
“Porto i miei scatoloni di sopra e scendo ad aiutarti!” urlò alla zia che aveva poggiato in cucina l’ultimo scatolone.
“va bene!” sentì rispondersi semplicemente mentre saliva le scale di moquette.
Spalancò la porta della sua stanza e guardò con desiderio il suo letto ricoperto da un piumone bianco: voleva semplicemente buttarsi lì e dormire fino a giugno.
Poggiò la borsa sulla scrivania ed uscì la foto dei suoi genitori poggiandola sopra il suo comodino
“guardate dove mi ha portato la zia, voi sareste già impazziti!” parlò con la cornice per dopo aprire un sorrisino.
Ad interrompere la discussione a senso unico tra lei e i suoi genitori fu la vibrazione del telefono, qualcuno la stava chiamando.
Si sedette sul posto che aveva fatto imbottire davanti la finestra e rispose al suo ragazzo dando un’occhiata fuori.
< pronto amore! > rispose cercando di mantenere un tono di voce allegro
< ciao amore! come va? > chiese Jack tranquillo
< non riesco ancora a credere che io sia lontana da Londra e da te! Qui è tutto così tranquillo e passa un auto una volta ogni cinque minuti! > quasi piagnucolò appoggiando la fronte al muro.
Si accorse solo in quel momento che aveva uno sguardo panoramico fino alla fine della strada e del gruppetto di persone fermo davanti ad una casa verso la fine della strada.
Aggrottò le sopracciglia incuriosita da quella piccola folla.
Una cosa che non le mancava di certo era la curiosità e stringendo di più lo sguardo aveva distinto che erano per lo più ragazzine.
Strinse le spalle dicendosi che probabilmente c’era una festa di Natale o di compleanno quindi tornò a concentrarsi sulla voce del suo fidanzato.
<.. stasera esco con Franz, Camille, Johnny e gli altri> sentì solo la fine e fortunatamente Jack non si accorse che si era persa nel discorso chiedendogli di ripetere.
< ma Camy mi ha detto che ci saremmo sentite stasera su skype >
< si amore ma ha deciso di uscire all’ultimo minuto perché ha saputo che Mark è a questa festa >
< cazzo quanto darei per essere con voi – brontolò lei – tu fai il bravo mi raccomando! >
< amore ti ho già ripetuto che mi manchi come l’aria, che ti amo e che a Natale verrò a trovarti! >
“Naty puoi scendere per favore???!” la voce della zia interruppe quella conversazione fin troppo romantica  facendo lamentare Jack
< devo andare cucciolo, ci sentiamo stanotte appena torni ok? >
< ok ed ei tu… fai la brava >
Sia Natalie che Jack scoppiarono in una fragorosa risata
< posso tradirti davvero con il palo della corrente che c’è qui davanti casa! Ti amo a dopo mandami qualche sms e qualche foto e di a Camy che la saluto! >
< Va bene, ti amo anche io >
Poggiò il telefono sul davanzale della finestra chiuso e si stiracchiò le gambe portando in alto le braccia cacciando fuori uno sbadiglio poco raffinato.
La sua attenzione fu catturata da una range rover completamente nera che sfrecciò a tutta velocità sulla strada bagnata.
Ridusse gli occhi a due fessure ed un brivido le attraverso la schiena.
Odiava le auto ed odiava le persone che amavano schiacciare troppo il piede sull’acceleratore.
Saliva in macchina solo se necessario e stava con la paura addosso finché non metteva piede a terra rendendosi conto di essere sana e salva.
Lei stessa si era rifiutata di prendere la patente e nessuno si era permesso a dirle di fare il contrario.
La macchina si fermò proprio davanti la casa dove c’era la piccola folla radunata che si aprirono meccanicamente permettendo alla persona di posteggiare.
“Natalie ma cosa stai facendo???? Cosa vuoi mangiare per pranzo?” Sabrina aprì la porta della sua stanza e la guardò male con le mani sopra i fianchi coperto da un maglione morbido beige.
“mmm va bene qualsiasi cosa!” mormorò la ragazza sbirciando quello che stava succedendo alla fine della strada.
“ma cosa stai guardando?” la più grande si sporse alla finestra chiedendosi cosa ci fosse di talmente interessante.
Un ragazzo era sceso dall’auto ed era stato assalito dalle ragazzine.
Occhiali da sole sebbene piovesse, una cosa ,che Naty non riuscì ad identificare, celeste poggiata sulla testa che spiccava nel tempo grigio e un giubbotto che sembrava essere di montone di un verde slavato ed improponibile.
“sarà una festa a sorpresa Natalie, sei sempre così curiosa!” la rimproverò la zia ricevendo tutta la sua attenzione.
“zia la pizza andrà benissimo!” disse con un sorriso
“io vado al panificio all’angolo a prenderla, vuoi venire con me?”
“in questo paesino non fanno neanche servizio a domicilio?” chiese esasperata e sgranando gli occhi fino all’inverosimile
“Lo faranno ma io non ho il numero e poi voglio uscire a prendere un po’ d’aria prima di rintanarmi a sistemare tutto questo casino!”
“no zia ti aspetto qui, sta anche piovendo!” Natalie le baciò una guancia e prese uno scatolone poggiandolo sul letto perché era ora di iniziare a mettere apposto almeno la sua camera.
Uscì il suo mcbook dal porta pc e lo appoggiò sulla scrivania accendendolo.
Voleva controllare un po’ facebook , twitter e vedere di beccare la sua migliore amica in chat per parlarle e raccontarle un paio di cose.
< Arrivata in questo paesino sperduto, i ricconi esistono anche qui e la range rover che mi è sfrecciata sotto casa ne è la prova. Voi direte “Natalie ha un vicino di casa ricco quindi!” io potrei anche dirvi di si ma quello che so con certezza è che il tipo ha un indubbio gusto nel vestire perché indossava una specie di cappotto di un verde improponibile ! Fatemi tornare a Londra >.
Scorse per un po’ la bacheca e si soffermò sul profilo di sua cugina sedicenne  , figlia della sorella di sua madre che non vedeva da circa due anni, e si soffermò su un video postato da youtube, la didascalia recitava < I One Direction sono tutta la mia fottuta vita! Harry Styles è il ragazzo dei miei sogni! >.
Lei sospirò scuotendo la testa e  chiuse il pc poggiando le spalle alla poltrona.
Non riusciva a capacitarsi come la gente potesse essere così legata ad un gruppo ad un cantante.
Lei odiava la musica perché le aveva portato via i suoi genitori.
 


ANGOLO AUTRICE:

Salve a tuttiiii :)
Siccome non ho tempo per stare dietro ad una fan fiction  cosa ho pensato bene di fare? Scriverne un'altra, OVVIAMENTE. :D
E' solo il prologo ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e se ne vale la pena continuare.
Molto facile intuire chi è il protagonista principale della storia ma saranno presenti anche gli altri ragazzi.
Aspetto i vostri pareri e che dirvi? Buona serata a tutti ...
Vi ricordo l'altra mia storia
"You saved me in every way a person can be saved" , se avete voglia di passare anche lì ve ne sarei eternamente grata. 
Potete trovarmi anche su
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RSP

 
   
 
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