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Autore: frisifra    10/03/2014    23 recensioni
Hinata è stata coraggiosa. Ha lasciato alle sue spalle tutto e tutti per lui, il suo grande amore, il suo bambino: Neji.
Vive lontana da Konoha, l’ha abbandonata, seppur a malincuore, quattro anni prima, dopo la vittoria sul potentissimo Madara.
E’ una mamma a tempo pieno e vive alle pendici delle montagne del Villaggio della Nuvola mantenendo una fitta e segreta corrispondenza con la sorella Hanabi e con il suo amico di sempre: Kiba.
Un giorno, però..
Avviso: se non leggete le scans settimanali, seguite il manga cartaceo o solamente l’anime, questa storia contiene SPOILER.
In questa storia saranno presenti tutti i personaggi più amati.
Ci saranno diversi pairings, alcuni dei quali ancora da definire.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 5


 
-Ormai ci siamo. Konoha, eccomi. Sono tornata!-
Il cuore di Hinata batteva a mille. Lo aveva giurato, aveva promesso a se stessa che a Konoha non ci avrebbe messo mai piu’ piede.
Ironia del destino, ora era nuovamente lì. Era cresciuta. Era diventata una donna. Ed era diventata mamma.
-E’ per lui che sono qui. Pensa a Neji, Hinata. Non pensare a nient’altro, a nessun’altro. Pensa a quanto sarà felice. A quante cose in più potrai offrirgli. Al suo futuro, pensa a quello. Il tuo passato, ormai, è andato. Non tornerà mai più.-
A discapito delle tue parole forti, coraggiose, incentivanti, le tue mani tremavano. L’ansia si stava impossessando di te.
-Hai ventiquattro anni, Hinata!- si rimproverò ancora la ragazza-Non sei più la timida e riservata ragazzina sedicenne. Hai un bambino, un bambino che ha solo te. Ha sempre avuto solo te.-
 
Nel frattempo, il bimbo chiamava con insistenza la mamma, del tutto ignaro delle preoccupazioni che attanagliavano il cuore della giovane donna.
“Mammina?! Sbrigati! Ci sono due signori che non mi vogliono fare entrare!” - urlò un super eccitato Neji, battendo le piccole mani - “vedete signori?! La mia mamma è qui!”
Izumo Kamizuki e Kotetsu Hagane erano i guardiani del cancello all’entrata del villaggio sin da quando Tsunade Senju era diventata il Quinto Hokage.
Ed erano ancora loro a guardia di quell’enorme cancello. Hinata ne fu sorpresa.
 
Immediatamente un’espressione stupita si impossessò del viso di uno dei due uomini.
“Non ci posso credere! Tu sei Hinata Hyuga, la figlia di Hiashi Hyuga! Non credevo che il tuo “allenamento speciale” consistesse nel mettere al mondo e crescere un figlio. E il padre dov’è, Hyuga-san? Altrimenti potrei darti io una mano…beh, a dire il vero, anche altro”- Kotetsu rivolse con tono cospiratorio alla mora, sfoderando un seducente sorriso e scompigliandosi i ribelli capelli neri, per poi abbassare lo sguardo sul giovane accompagnatore della Hyuga -“ciao piccoletto, come ti chiami?”
Il piccolo Neji, spaventato dall’improvviso interesse di quell’uomo strano, si nascose prontamente dietro le gambe della sua mamma.
“Kotetsu! Contieniti! C’è un bambino, per tutti i Kami! Ed è irrispettoso rivolgersi in quella maniera alla signorina Hyuga! – disse mortificato Izumo - Le chiedo scusa per l’accaduto, Hinata-san” – si scusò poi, inchinandosi leggermente.
-Allenamento speciale? Beh, avrei dovuto aspettarmelo, dopo quella mia fuga per tutti sarei diventata una Nukenin. Una traditrice del Villaggio della Foglia. –
 
“Hinata-san, sta riflettendo e pensando alla proposta che le ho appena fatto?” – asserì malizioso l’Hagane, squadrando lascivamente il corpo sinuoso della giovane Hinata.
La ragazza d’altro canto sembrava tutto meno che interessata.
“Potremmo limitarci solo al registrare me ed il mio bambino, cortesemente? Il viaggio di ritorno è stato lungo e vorrei tornare il prima possibile a casa” –spiegò decisa la corvina e, rivolgendosi ad Izumo, aggiunse in tono più gentile – “ il mio nome lo conoscete già. Il mio bambino si chiama Neji, Neji Hyuga.”
Dopo essere stati inseriti nel registro del villaggio mamma e figlio si incamminarono, mano nella mano, per le strade affollate di Konoha.
Non appena anche l’ultimo capello scuro della Hyuga fu sparito dietro l’angolo, Izumo colpì Kotetsu con un secco scapellotto.
“Kotetsu sei un idiota! Se Hiashi-sama sapesse cosa hai appena detto a sua figlia… - Izumo si mise le mani nei capelli - di te rimarrebbe solo quella ridicola benda che porti sul naso! Sei inopportuno, come sempre!”- urlò infine, disperato.
“Kami, Izumo! Hai visto con i tuoi occhi cosa è diventata la Hyuga? O quello stupido ciuffo che ti copre l’occhio destro ti ha fatto perdere lo “spettacolo”? E’ la donna più bella che io abbia mai visto ed io, di donne, ne ho viste veramente tante! – rispose incredulo Kotetsu, massaggiandosi il collo dolorante - Sono sicuro che, se il nuovo Hokage la vedesse, non se la lascerebbe scappare.”  –concluse trasognante mentre ripensava ai movimenti della ragazza che lentamente spariva all’orizzonte.
Izumo per tutta risposte appoggiò una mano in fronte, esasperato dal comportamento da latin lover dell’amico.
“Ti ricordo che l’Hokage è già occupato! E tu, maiale che non sei altro, smettila di riguardarle il sedere in replay nella tua mente! Altrimenti sarò io in persona a riferire il tutto al Capoclan degli Hyuga!”
Un brivido gelido percorse l’intera spina dorsale dell’Hagane, che si affrettò a correre ai ripari.
“La smetto ma non farne parola con nessuno, specialmente con Hiashi.”
 
Erano le quattro del pomeriggio. Le quattro del pomeriggio del 22 Ottobre. Il vento pungente autunnale soffiava verso Ovest. Le fronde degli alberi sembravano danzare sulle note di una musica lenta ed immaginaria.
Non vi era più alcuna traccia dei disastri causati dalla furia distruttiva di Pain. La Montagna degli Hokage si ergeva imponente e silenziosa sulla cittadina, quasi a volerla proteggere da eventuali attacchi nemici.
Konoha era sempre stato un grande villaggio, dall’architettura insolita e contorta, un gigantesco nodo di edifici, tetti, pali, cavi scoperti e tubature. Non era cambiata poi così tanto. I colori caldi di quel villaggio le avevano sempre donato una sensazione di serenità e conforto. Si sentiva protetta quando percorreva le miriadi di stradine e vicoletti, oppure quando saltava da un tetto all’altro o camminava lungo i grandi viali alberati che costituivano alcune delle strade principali.
Già, non era proprio cambiata per nulla. Alzando lo sguardo, però, non potè fare a meno di spalancare appena gli occhi. Anzi. Questa si che è nuova, pensò Hinata.
Venne riscossa dai suoi pensieri dalla voce squillante del suo bambino.
“Wooow! Che bello! Quanta gente, quante case! E quella montagna strana cos’è, mamma? Perché sopra ci sono tutte quelle facce? Chi sono mammina?” – il piccolo cominciò a saltellare sul posto per attirare maggiormente l’attenzione della sua mamma che sembrava persa nel contemplare qualcosa. Qualcosa che lui non riusciva ad identificare.
Hinata rivolse lo sguardo al piccolo e mentre faceva questo non potè non pensare a quanto il suo bambino fosse adatto a Konoha, con quei suoi capelli rossi e il carattere vivace, pronto ogni giorno ad una nuova scoperta. Gli accarezzò la testolina e poi gli rispose con tono gentile.
“Bambino mio, loro sono gli Hokage. Sono i capi del Villaggio delle Foglia e tra tutti gli shinobi, loro sono i più forti”.
Neji non poteva credere alle sue orecchie. Sbalordito non potè che guardare con ancora più interesse quelle grandi sculture.
“Woow! Ma sono tutti morti, vero? E perché la…uhm, uno, due, tre, quattro”- disse il piccolo contando aiutandosi con le piccole dita – “si! la faccia numero quattro assomiglia tanto alla numero…uhm…”- Neji sembrava essere in difficoltà nel contare.
Hinata fece una mezza risata e, intenerita, accorse in suo aiuto.
“Alla numero sei? Perché, il signore della “quarta faccia”, come dici tu, era il papà del ragazzo della “sesta faccia”. Il sesto viso è quello dell’attuale Hokage. Si chiama Naruto Uzumaki-Namikaze ed è il ninja più forte che io abbia mai conosciuto in vita mia.”
L’espressione di Hinata in quel momento divenne indecifrabile.
-E così ci sei riuscito, Naruto-kun. Hai ottenuto quello che volevi, il tuo sogno è diventato realtà. Se solo la fredda roccia della montagna potesse rendere minimamente onore alla bellezza e alla profondità dei tuoi splendidi occhi. Non rende onore nemmeno al tuo sorriso magnetico, affascinante e…- dovette fermare di colpo i suoi pensieri, prima che fosse troppo tardi.
Ma che stai facendo, Hinata? – si rimproverò - Ti basta così poco per perderti nella malinconia e nel desiderio? Ti basta solo vedere il suo volto scolpito nella roccia per dimenticare tutto il resto? Basta! Non perderti in ricordi nostalgici ed in dolci memorie, è solo l’Hokage. E’ solo un vecchio compagno di disavventure. – ma poi non poté fare a meno di pensarci - E’ solo l’uomo, l’unico, che ami ininterrottamente da quasi diciotto anni. E’ solo una illusione. –
 
“Mamma, mamma! Mi senti? Mammina?- il bambino le tirava la manica della felpa azzurra per richiamare la sua attenzione, mentre con lo sguardo era ancora intento ad ammirare il monumento – “come si chiamano? Devo saperlo perché un giorno ci sarò anche io su quella montagna! Sarò il ninja più forte di tutti e proteggerò il Mondo dai cattivoni che ci sono in giro! Dai mammina, dimmi come si chiamano quelle “facce” e poi andiamo a casa…mi sta venendo sonno…e fame.”
Hinata sorrise al piccolo Neji, apprestandosi a spiegare, ma non riuscendo a trattenere i suoi pensieri.
-A volte mi chiedo da chi abbia ereditato tutta questa energia e voglia di fare. Ah, bambino mio, come vorrei raccontarti tutta la verità. Non so se ne avrò mai il coraggio. Troppo complicato, troppo difficile. Nessuno mi capirebbe. Nessuno. A volte, una persona innamorata, distrutta dal dolore e dalla sofferenza, è capace di compiere qualsiasi azione. La vecchia Hinata, quella timida ed impacciata, non avrebbe mai fatto quello che ho realmente fatto. Ma c’è stato un momento, un avvenimento, che mi ha fatto realizzare e compiere il tutto. Subito dopo sono stata male, malissimo. Ma a distanza di quasi cinque anni non me ne pento, non del tutto.-
“Allora piccolo, il primo signore è il grandissimo Hashirama-sama, è stato il primo Hokage. Accanto a lui c’è il secondo Hokage, suo fratello, Tobirama-sama. Poi vi è il terzo, Hiruzen Sarutobi. Il quarto, il “Lampo Giallo”, Minato-sama. Poi vi è la venerabile Tsunade, nipote del primo Hokage. Infine c’è il nuovo Hokage, Naruto-ku…Naruto-sama.”
“Wow! Mammina me lo farai conoscere? Da grande voglio essere forte come lui, mammina!” - saltellava felice Neji – “ma ora andiamo a casa, ho fame, tantissima fame.” E si incamminò con lo stomaco brontolante, il sonno completamente dimenticato.
 
Konoha era affollata, sebbene fossero solo le prime ore del pomeriggio. Il vociare della gente e l’allegro andirivieni della folla risultava fin troppo familiare ad Hinata. Dopo aver preso in braccio il Neji, Hinata si incamminò verso casa prendendo vie meno frequentate, nella speranza di non incontrare nessun conoscente.
 
Quello era uno di quei momenti in cui malediva il fatto di essere una Hyuga. Di avere quegli occhi così unici e magnetici da attirare tutti gli sguardi e le attenzioni dei passanti.
-Avrei dovuto indossare una maschera, un paio di occhiali. Che stupida che sono stata. Hinata Hyuga che ritorna a Konoha, dopo più di quattro anni, con un bambino. Non ho nulla di vergognoso da nascondere, che mi guardassero, mi criticassero. La gente critica qualsiasi cosa tu faccia o non faccia. Mi chiamassero in tutti i modi possibili, mi insultassero. Io lo faccio per te, Neji. Perché io ti amo.-
Orgogliosa baciasti la testolina rossa del piccolo adagiata dolcemente, nell’incavo tra la tua spalla destra e il tuo collo. Neji, sopraffatto dalle tante emozioni provate e dalla scorpacciata di takoyaki, si era addormentato tra le tue braccia.
Camminavi velocemente. Avevi timore di tornare a casa, di rivedere tuo padre, di sentire i commenti negativi del tuo clan. Temevi di essere giudicata, anzi, ne eri sicura che lo saresti stata.
Mancava poco, pochissimi metri e saresti tornata nel cuore del tuo passato. Pochi metri.
Ma il tuo cammino, la tua quasi corsa verso casa, si interruppe bruscamente.
D’altronde nulla poteva sfuggire ai tuoi occhi. Purtroppo.
 
In una piccola piazza, con pochi alberi e qualche aiuola, si ergeva prepotentemente una statua.
La statua raffigurava due ragazzi, abbracciati, sorridenti, felici.
Quella statua raffigurava Naruto e Gaara.
Il tuo cuore perse un battito per l’ennesima volta. Una lacrima solitaria scivolò sul tuo volto niveo per morire infrangendosi fra i capelli rossi del tuo bambino.
I tuoi occhi furono catturati da una placca commemorativa posta alla base della grande statua.
 
In memoria di Gaara. Ninja leggendario, Kage giusto e leale. Grande amico. Che la sabbia possa cullarti nel tuo sonno eterno.”
 
 
 
 


Note dell’Autrice:

Salve, mie e miei adorati.
Comincio con il chiedervi scusa per il ritardo.
Purtroppo l’Università e altri impegni vari ed eventuali hanno fatto si che ritardassi l’inserimento dell’ultimo capitolo. Scusatemiii xD

16 recensioni, non ci posso credere *.* GRAZIE, GRAZIE ed ancora GRAZIE!! :D

Ringrazio come sempre la mia adorata Beckill, sei la mia salvezza :3
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, preferito o inserito la mia storia tra quelle seguite. Un grazie anche ai lettori silenziosi e una richiesta: non siate timidoni, leggere le vostre recensioni sarebbe per me un onore J Inoltre, trama permettendo, potrei cercare di accontentarvi inserendo molti dei personaggi del manga. Fatemi sapere quali sono quelli a voi più graditi e, trama permettendo, li inserirò con piacere :)

Aggiornerò, come ormai ben sapete, settimanalmente, ritardi permettendo :D

I misteri si infittiscono sempre piu’ e ne vedrete delle belle :D

Ci sentiamo presto.

Un bacio enorme,

Francesca
   
 
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