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Autore: spencer_    11/03/2014    8 recensioni
[dalla storia..]
«Quando troverai quell'SI mandalo a fanculo anche da parte mia» disse prima di allontanarsi per tornare in casa.
«Athena?» La richiamò.
«Si?» si girò verso di lui.
«Ti amo» disse sorridendo.
Athena sorrise spontaneamente. Era indecisa se tornare per la sua strada o andare da lui. Una frazione di secondo dopo si era già avviata verso il ragazzo.
«Spencer, sei la più grande contraddizione vivente. Prima mi allontani, poi mi avvicini. Mi lasci credere che è finita e poi mi dici che mi ami –si avvicinò ancora di più a lui— come devo fare con te?» gli chiese sorridendo. «Sei il peggior fidanzato di questo mondo, sappilo» aggiunse prima di baciarlo.
«Forse è per questo che mi ami» disse tra un bacio e l'altro.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Moonlight at midnight.
 
 
Prologo
 
Quantico, Virginia.
Ore: 20:13
 
«Andare a Los Angeles e non farsi neanche un ora di spiaggia è uno spreco» commentò sprofondando sulla sedia Morgan facendo ridere la collega Emily. «Come se non li avessi comunque guardati i lati B delle ragazze» lo schernii facilmente. L'ufficio ormai era silenzioso, tutti erano troppo occupati -e data l'ora- anche troppo stanchi per ascoltare le conversazioni altrui. «Tanto Reid non ne ha bisogno, vero?» ricalcò il carico e partì in quarta mentre l'amico era distratto dal suo fascicolo sul caso.
La mano di Spencer scorreva velocemente sul foglio. Voleva finire di scrivere il rapporto prima di andarsene a casa. Prima finiva, meglio era. «Reid?» chiese ancora Morgan. Il giovane alzò lo sguardo verso di lui, stringendo leggermente gli occhi. «Mh mh». «Che hai?».
«Vorrei andarmene a casa Morgan - disse continuando a scrivere - prima finisco e prima vado».
«Giuro che un giorno ti seguo e guardo cosa combini a casa!» esclamò alzandosi. «Derek, magari è soltanto stanco come tutti noi— Emily doveva ammetterlo, era stanchissima— o deve tornare a leggere la sua enciclopedia sulla vita» concluse facendo una battuta che non venne colta dal diretto interessato.
«Magari ha una ragazza» la buttò lì Rossi prima di entrare nell'ascensore. «Non mi cercate!» aggiunse prima che le porte si chiudessero davanti a lui.
«Oh andiamo - disse Spencer - voi non vorreste andare a riposare? E' statisticamente provato che la mancanza di sonno porti al suicidio e..»
«Hai la ragazza» concluse Emily guardandolo diritto negli occhi.
«Io non..» cercò di balbettare qualcosa.
«Hai la ragazza!» Morgan partì a ridere e si alzò per andargli incontro.
«Che cosa vi fa pensare che io abbia una ragazza?»
«Hai passato più tempo al telefono del solito, hai aspettato tre secondi in più prima di partire a dire una delle tue cose da cervellone e sei arrossito!» JJ rispose unendosi al gruppo sorridendo.
«Ricordati che siamo dei profiler, ragazzo!» disse Morgan battendo una mano sulla spalla di Reid.
Spencer dimenticava sempre che in quella squadra nulla poteva rimanere segreto tanto a lungo, eppure lui c'era riuscito, o quasi. «Ragazzi - disse ancora - vorrei finire e andarmene a casa.»
«Come si chiama?» iniziarono le domande interminabili.
«Da quanto state insieme?» chiese Emily sporgendosi dalla sua scrivania.
«Ragazzi..» l’importante era mantenere la calma.
«Se è un anno, Morgan, mi devi due pizze!» esclamò Aaron mentre passava velocemente di lì.
Spencer si passò una mano sul volto. Ci mancava solo che anche Hotchner si mettesse in testa quella storia.
«Oh, andiamo! Sono il tuo capo, a me devi dirlo!» commentò il maggiore fermandosi un secondo. Spencer abbassò la testa. «Prossima settimana. Giovedì. Pizzeria. Offre Reid perché ha la ragazza!» e con questo anche Aaron andò via.
«Come si chiama?» Morgan guardò Spencer sorridendo, incitandolo a parlare.
«E se non ci fosse una ragazza?» riprovò cercando di essere il più convincente possibile.
«Tutta questa fatica per nulla?» Emily sembrava triste.
Spencer chiuse il fascicolo e si alzò dalla sua scrivania. «Voi vi siete sforzati per indovinare - disse, sventolando il fascicolo davanti ai loro occhi - mentre io ho finito e me ne vado a casa».
«Ah Spencer! – esclamò Garcia appena lo vide— ha chiamato Athena perché non riusciva a contattarti, ha detto di dirti che è ancora rintanata nella biblioteca dell'università.»
Tutti guardarono Spencer.
Spencer si voltò verso Garcia, cercando di fulminarla con lo sguardo. Proprio mentre era convinto che il suo silenzio stampa potesse aiutarlo a fuggire il più velocemente possibile dalla BAU.
«Devo due pizze a Hotch» sentenziò Morgan.
Emily e JJ si batterono il cinque. «E una cena a me» scoppiò a ridere Emily.
«Da quanto state insieme?» chiese poi JJ.
«In realtà sono dieci mesi, undici giorni e - diede una veloce occhiata all'orologio da polso - due ore». Emily sorrise soddisfatta dalla risposta.
«Tipico di Reid» commentò JJ raccogliendo le sue cose.
«Ora vogliamo sapere tutti i dettagli! Anche quelli piccanti» disse Morgan dandogli una pacca sulla spalla.
«Ehm – rispose arrossendo completamente – forse un'altra volta». Prese la tracolla e camminò velocemente verso l'uscita.
«Vai principe azzurro» urlò Emily.
«Morgan, mi devi una cena: andiamo». Penelope prese Derek sotto braccio come era suo solito fare mentre Spencer pensava in quale guaio si fosse cacciato.
 
 
Mentre il ragazzo usciva dall'edificio il suo telefono prese a suonare. «Pronto?».
«Dovresti riconsiderare l'idea di cambiare telefono» la voce di Athena lo fece sorridere.
«Scusami - disse - siamo tornati da poco e avevo il telefono spento». Non vedeva l'ora di incontrarla. Era stata una settimana dura e il caso aveva tolto loro tutte le forze.
«Ho visto al telegiornale –commentò facendo battere le dita sul libro di filosofia— c'è qualcosa che non va?»
«No –rispose— è tutto perfettamente in ordine.. solo che mi è mancato non vederti per un po’». Ed era vero. Quando erano costretti a viaggiare in un'altra città, il fatto di non dormire nello stesso letto in cui il profumo della ragazza era sparso, gli dava quasi un senso di smarrimento.
La ragazza sorrise. Anche a lei era mancato, ma in un certo senso era contenta di non averlo avuto in giro mentre studiava per l'esame. Il suo sorriso e lo sguardo da ‘dai non è così complicato’ l'avrebbero soltanto distratta. «Mi sei mancato anche tu —mormorò— Morgan come sta?—ridacchiò– continua ancora a cercare di psicanalizzarti? Io ci ho rinunciato mesi fa»
Spencer sorrideva mentre scendeva la scalinata e prendeva la metropolitana che l'avrebbe portato il più vicino possibile alla biblioteca. Perché dirle che stava arrivando? «In realtà - disse - è stato un "tutti contro Reid"»
«Uuh, la cosa si sta facendo interessante!» lo prese in giro. «Neanche Rossi ti ha difeso?»
«Mi avrebbe fatto piacere - rispose sorridendo - ma ha messo in testa a tutta la squadre che magari avevo la ragazza e se l'è data a gambe»
«Soltanto tu puoi farti beccare così» rise mentre sfogliava il libro su Seneca. Un'altra pagina e lo avrebbe bruciato.
Spencer alzò gli occhi al cielo, osservando il nome della fermata apparire sullo schermo. Si alzò in piedi, prenotando. «Sono profiler anche loro, Athena»
«E tu hai un quoziente intellettivo di centottantasette –lo schernii ridacchiando –Potevi farcela» aggiunse con dolcezza.
Scese dal treno, raggiungendo velocemente la scalinata che lo avrebbe riportato in superficie. Senza nemmeno guardare le indicazioni, cominciò a camminare lungo la strada, verso la biblioteca.
«Anche le persone con un quoziente intellettivo di centottantasette devono riposare - rispose - non sono stato in grado di difendermi»
«Reid versione cucciolo indifeso. Scusa ma lo stoicismo di Seneca non mi permette di essere dolce e affettuosa» ridacchiò facendolo sorridere. Aveva dimenticato che lei si era divertita tutta la settimana leggendo i testi di Seneca che doveva portare all'esame. «Ah già - disse - dimenticavo»
«Quindi ora sanno di...noi?»
«Non solo - rispose - hanno anche scommesso delle cene. Tipico dei miei colleghi». Disse entrando nel grande edificio stile gotico.
«Hanno scommesso? –scoppiò a ridere—almeno non dei soldi! Credo che Morgan sarà quello che dovrà offrire cene a mezzo ufficio per i prossimi mille anni»
Spencer rise. «Scusami, ma sono in metropolitana e non prende bene, ci sentiamo dopo». Non le diede il tempo di finire di parlare. Riattaccò il telefono ed entrò definitivamente in biblioteca, aguzzando la vista per cercarla.
Athena appoggiò il telefono accanto a lei, senza pensare troppo al ragazzo. Lo faceva spesso e quindi per lei ormai non era cosa a cui dar peso. Doveva finire quel capitolo di Seneca o avrebbe detto addio alla sua bella media alta.
Il ragazzo continuava a camminare con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, sapendo esattamente dove fosse. Non le piaceva stare troppo accanto ad altri gruppi di studenti. Diceva che continuavano a parlare e che studiava meglio se si trovava in un punto il più silenzioso possibile.
Lei era in fono alla sala, dove poteva anche tranquillamente organizzare una festa senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva trovato quel posto con le sue amiche due anni addietro e da quel momento diventò il 'suo posto.’
Spencer la vide con lo sguardo chino sul libro. I capelli biondi erano legati in uno chignon sopra la testa. Si fermò un attimo a contemplare la sua bellezza, quasi fosse un dipinto. Non avrebbe voluto disturbarla, ma voleva ritrovare il suo angolo di mondo nel suoi occhi azzurro oceano. Quindi si avvicinò lentamente, sapendo che non avrebbe alzato lo sguardo per guardare chi fosse. Si sedette e prese un libro dalla tracolla.
La ragazza pensò che probabilmente la migliore amica -Beth- si era ricordata che anche lei aveva un esame e che doveva studiare, quindi si era degnata di venire in biblioteca. Ma quello non era il profumo di Beth.
«Sono sicuro - disse - che andrò a mangiare una pizza più tardi». Sorrise.
Si girò di scatto appena riconobbe la voce del fidanzato. «Ma tu non eri...?» era confusa e non riusciva a smettere di sorridere. Forse era uno scherzo che la sua mente, malata, le stava facendo. Forse non era reale.
«In metropolitana? Certo - rispose guardando l'orologio - sono sceso quasi mezz'ora fa»
«Bugiardo» lo accusò ridacchiando mentre si girava completamente verso di lui.
Spencer rise. «Ammettilo che ti è piaciuta come sorpresa»
«Se mi baci potrei anche risponderti» sorrise.
Spencer non ci pensò due volte. Portò una mano sul collo della ragazza e l'avvicinò piano. Le lasciò un tenero bacio sulle labbra; non c'era motivo di lasciarsi andare in un luogo pubblico. Strofinò il naso contro il suo prima di allontanarsi.
«Si, mi è piaciuta la sorpresa» ammise sorridendogli. «Ma ora portami via da questo inferno» alzò gli occhi al cielo con fare teatrale.
«Subito accontentata» rispose. Lasciò che riordinasse i suoi libri all'interno dello zaino e poi - prendendola per mano - uscirono dalla biblioteca, sotto lo sguardo attento della signora George che controllava i registri di entrata e uscita dei libri.
«Ora mi devi raccontare del ''Tutti contro Reid''» lo mise alle strette anche lei mentre imbroccavano una via che gli portava nel centro della città. Da lì sarebbero potuti andare nelle direzioni più opposte: a casa di lui, nell'appartamento di lei o in qualche pizzeria. Loro non ci davano tanto peso, l'importante era stare insieme.




"L'oracolo del computer, per servirvi":
Ciao a tutti! Siamo Francesca e Marta (: l'account era di una nostra amica che ha deciso di non scrivere più e ce l'ha lasciato. E' la nostra prima storia in questa sezione e siamo davvero molto emozionate. Abbiamo deciso di scrivere una long a due mani (prima volta per entrambe) e di scriverla su un personaggio che piace a tutte e due: Spencer Reid. Speriamo davvero che vi piaccia.
Vi lasciamo i nostri account di efp:
Harriett__
feenomeniall
e i nostri contatti di facebook:
Harriett Efp
Feenomeniall Efp
Speriamo davvero, davvero, davvero, davvero tanto che vi piaccia.
"L'oracolo chiude".
Much love ♥

 
   
 
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