Frammenti Di Cielo
Era stata una sua scelta vivere nel dolore degli altri, unicamente sua era la colpa.
Una scelta di cui si rammaricava tanto quanto ne andava fiera.
Carattere deciso, forte, coraggioso.
Occhi attenti, scrupolosi, che sanno guardare oltre la realtà.
Cuore grande e generoso, cuore freddo e impassibile.
Fuoco e ghiaccio, in un continuo scontrarsi e animarsi.
Questo era il suo lavoro, questa era la sua scelta.
Per l’anagrafe era Cindy Lou, un nome pretenzioso e frivolo, preferiva farsi chiamare Cecilia, una
copertura più dolce e affidabile, più adatto a lei e più rincuorante per i suoi pazienti.
Aveva 32 anni e da 5 lavorava per il Gustave Flarment Istitute di Parigi, un bell’edificio bianco e
imponente circondato da un parco verdeggiante che copriva il caos parigino. Pareva un’ancora di
salvezza in mezzo al mare in tempesta per coloro che si riconoscevano naufraghi o almeno erano
ritenuti tali.
Non aveva una famiglia, cosa totalmente incompatibile con il suo lavoro. il Gustave Flambert
Istitute era la sua casa, e i pazienti gli unici suoi familiari, bisognava essere completamente
immersi in quel lavoro per farlo bene, e per Cecilia non fare bene qualcosa era sinonimo di non
farla affatto.
Entrò con passo frettoloso nell’atrio dell’edificio e l’odore di antisettico e di pulito della struttura
l’avvolse e la fece sentire subito a casa.
“ Buongiorno signorina Cecilia, oggi c’è qualcuno che l’ha preceduta in sala d’attesa” Grace,
l’anziana e bonaria segretaria, l’avvisò sorridendo senza dirle niente che non sapesse già.
Tipico, usuale. Arrivavano tutti in ritardo o in anticipo, mai puntuali, e mai seguendo uno schema
ordinato; erano imprevedibili, tutti straordinariamente imprevedibili.
Già con la testa nel suo studio e nei suoi casi fece un rapido cenno a Grace e si lanciò in ascensore destinazione terzo piano, ala B, ultimo corridoio a sinistra.
Grace non si offese, ammirava quella donna dall’aspetto così anonimo e schivo quasi non volesse
mostrare una personalità propria agli altri ma che in quegli occhi verdi racchiudeva mille storie e
mille vite differenti.
Lei era già lì che l’aspettava con l’aria in bilico tra lo scocciato e il distaccato: Eloise la sua paziente
preferita, sebbene non fosse professionale averne una.