Capitolo
9 – La vera grandezza non sta nella forza ma nel cuore
Lùthien
aveva ormai gli occhi persi nel vuoto. Non riusciva
a capacitarsi di quello che aveva appena detto Re Thranduil. Legolas
l’amava,
ma com’era possibile? Era sicura che l’Elfo
l’odiasse, come lui stesso le aveva
urlato la scorsa notte. Il Re si era allontanato da lei con
un’espressione
indecifrabile sul volto. Non credeva nemmeno lui a quello che aveva
appena
osato dire. La ragazza sospirò portando lo sguardo sulle sue
mani, le quali
avevano iniziato a sudare. Indietreggiò di qualche passo e
portò istintivamente
una mano sulla fronte. Non stava capendo più niente. Le
parve come di vivere un
sogno. Scuoté ripetutamente la testa socchiudendo gli occhi.
Senza nemmeno
rendersi conto, portò la mano sul suo cuore. Le stava
scoppiando nel petto e
questo la spaventava molto.
<<
Come può amarmi? >> chiese debolmente
<< lui che adesso è soltanto un blocco di
ghiaccio? >> aggiunse
puntando gli occhi verso il basso << lui che ha quello
sguardo gelido e
freddo. >>
Re
Thranduil ascoltò attentamente le parole della ragazza.
Doveva ammetterlo, Legolas era divento molto freddo, come un blocco di
ghiaccio. Nel corso dei secoli si era sempre domandato se il suo cuore
avesse
mai potuto amare qualcun altro ed era giunto alla conclusione che suo
figlio
era diventato troppo freddo e distaccato per lasciarsi andare di nuovo
all’amore. Ma da quando era tornata Lùthien nella
sua vita, aveva ammesso di
averla sempre amata, quindi la sua freddezza era solo una maschera per
nascondere tutto quel dolore che si era portato dentro per secoli e
secoli. A
volte ripensava a Legolas quando era un bambino buono e gentile e al
giorno in
cui l’aveva portato per la prima volta a Bosco Atro. In
quell’occasione aveva
avuto l’opportunità di conoscere meglio il proprio
figlio. La sua nobiltà
d’animo, il suo cuore puro, l’avevano lasciato
senza parole. Quel bambino però
non c’era più. Al suo posto c’era un
adulto ferito e con una maschera, impassibile
verso coloro che riteneva inferiore a lui e generoso con pochi.
<<
Un cuore di ghiaccio è un cuore spaventato >>
le disse il Re dandole le spalle e andandosi a sedere sul trono.
<<
Cosa… cosa state dicendo? >>
domandò la
ragazza sbattendo ripetutamente le palpebre << lui non
può amarmi, va
bene? Ieri notte mi ha urlato di odiarmi con tutto se stesso.
>>
<<
Non puoi di certo pretendere che ti dicesse di
amarti >> la interruppe il Re << non
ammetterebbe mai i suoi
sentimenti davanti a te. >>
Lùthien
era esasperata. Non capiva le parole di Re Thranduil
ed era anche molto confusa da tutto quello che le stava succedendo.
<< E
sentiamo! Se mi amava per quale motivo quando mi avete mandata via non
ha fatto
nulla per impedirlo?! >>
<<
Perché… >> il sovrano
esitò un po’ nel dire
la verità.
Proprio
nell’istante in cui Sire Thranduil stava per vuotare
il sacco i due udirono il suono di un corno. Lùthien si
voltò di scatto.
D’improvviso una guardia entrò nella sala correndo
a più non posso.
<<
Signore! >> urlò quello << i
prigionieri sono fuggiti! >>
Re
Thranduil s’alzò colto alla sprovvista.
Lùthien sorrise
leggermente dopodiché si mise a correre verso
l’uscita della sala. La guardia
le andrò dietro, ma la ragazza correva come un fulmine. Non appena
arrivò fuori vide Legolas puntare
l’arco verso un Orco e un secondo dopo ucciderlo. Ci mise un
po’ a capire
quello che stava accadendo. In lontananza vide la Compagnia dei Nani.
Erano nel
fiume sotto al ponte e precisamente si trovavano in dei barili.
Riuscì a intravedere
anche il piccolo Hobbit. Sorrise e subito capì che era stato
lui ad aiutarli a
fuggire. D’improvviso però si sentì
afferrare da dietro da uno di quegli
orrendi mostri. Lùthien cercò di svincolarsi, ma
era ancora molto debole.
Legolas era indaffarato a sferrare frecce e ad uccidere Orchi e non si
accorse
che uno di loro aveva preso come prigioniera la ragazza. Il mostro la
tenne
stretta a se e iniziò a correre insieme ai suoi simili
seguendo gli altri della
Compagnia.
<<
No! Lasciami!! >> urlava disperata Lùthien
<< brutto mostro, ti ordino di lasciarmi immediatamente
se non vuoi che
ti prenda a calci e a pugni! >>
<<
Sto morendo di paura >> le disse quello per
prenderla in giro << Se fosse per me ti ucciderei, ma
sono stato
incaricato di portarti viva. >>
Lùthien
rimase un attimo interdetta alle parole dell’orrendo
Orco. A chi doveva portarla? Chi la voleva? Forse era tutto collegato a
quell’occhio avvolto tra le fiamme e al sogno della scorsa
notte. Aveva smesso
anche di lamentarsi e di urlare di tanto che era assorta nei suoi
pensieri.
Intorno a lei c’era in atto una specie di battaglia. Le
guardie di Bosco Atro
avevano appena fatto chiudere il cancello sottostante per impedire ai
prigionieri di fuggire. I Nani erano in trappola e non sapevano cosa
fare. Kili
decise di uscire fuori dal barile e arrampicarsi fino alla leva per
alzare il
cancello. Proprio nel momento in cui riuscì ad abbassare la
leva, un Orco
sferrò una freccia sul giovane Nano colpendolo alla gamba.
Kili soffocò un
grido di dolore, ma riuscì a cadere direttamente nel barile
che aveva lasciato
poco prima. Il cancello si aprì completamente
e i Nani avevano finalmente via
libera. Gli Orchi però continuavano a seguirli.
Lùthien aveva osservato
l’intera scena e mentre i barili venivano trasportati dalla
corrente vide Kili
sofferente per il colpo appena ricevuto.
<<
Kili!!! >> urlò la ragazza preoccupata per le
sue condizioni.
In
quel preciso istante Legolas si voltò e vide la ragazza
fra le braccia dell’orrendo Orco. Gli occhi di
Lùthien s’incrociarono con
quelli dell’Elfo. Non cercò aiuto, non
urlò il suo nome, non disse e non fece
assolutamente niente. Nella sua testa rimbombavano le parole di Re
Thranduil.
Lui l’amava… no, non era possibile. Con uno scatto
incredibile l’Elfo superò
tutti, uccise chiunque gli si parò davanti, ora colpendolo
con le frecce, ora
affondandolo con la sua spada e arrivò d’innanzi
al mostro che aveva intenzione
di portarsi via Lùthien.
<<
Lasciala stare se vuoi vivere ancora >> lo
minacciò l’Elfo.
<<
Spostati, ragazzo >> gli intimò quello
<< lei mi serve. >>
<<
Ti ho detto di lasciarla! >> tuonò Legolas
perdendo le staffe.
L’Orco
indietreggiò di qualche passo. L’Elfo aveva urlato
con un tale impeto d’averlo fatto muovere inconsciamente.
Lùthien non aveva
ancora aperto bocca. Voleva dirgli che non le serviva il suo aiuto, che
ce
l’avrebbe fatta anche da sola, ma sapeva bene che avrebbe
detto solo l’ennesima
bugia. Per non
parlare poi dello sguardo
che aveva Legolas. Forse non la odiava per davvero, o forse non voleva
che
l’Orco la portasse via per torturarla lui stesso. Mille
pensieri le occupavano
la mente. Proprio in un momento delicato come quello. Legolas
afferrò
prontamente l’arco e puntò una freccia alla gola
dell’orrendo mostro. Lùthien
spostò leggermente gli occhi sulla punta della freccia.
Deglutì con la paura a
mille che l’Elfo potesse sbagliare e invece che colpire
l’Orco colpisse lei.
Inaspettatamente il mostro la lasciò
andare
anche se non in modo molto delicato. Infatti la spinse con violenza
addosso
all’Elfo, il quale aveva fatto appena in tempo ad abbassare
l’arco e ad
afferrarla tenendola fra le sue braccia. Lùthien si
ritrovò attaccata al
corpo di Legolas. Arrossì violentemente e
sciolse l’abbraccio, rimettendo le braccia giù per
poi spostarsi di qualche
centimetro. Come si voltarono verso l’Orco, videro che
quest’ultimo nel
frattempo aveva afferrato il suo arco e adesso lo stava puntando su di
loro.
Lùthien si aggrappò nuovamente al corpo
dell’Elfo e anche quando si accorse di
essere appiccicata a lui non si scostò.
<<
Non pensare chissà che cosa, adesso >> gli
sussurrò all’orecchio << sollevami.
>>
<<
Cosa? >> le domandò interdetto
l’Elfo.
<<
Fallo! >> gli ordinò la ragazza.
Fu
così convincente che Legolas non se lo fece ripetere
un’altra volta. L’afferrò dalle braccia
e la sollevò. Le gambe della ragazza
riuscirono a far volare via l’arco dell’Orco. Con
un’abile mossa Lùthien
afferrò l’arco e lo puntò alla gola del
mostro. Legolas osservò l’intera scena
divertito e curioso al tempo stesso. Era stata molto agile, lo doveva
ammettere. Un tempo non era affatto così.
<<
Aspetta! >> la fermò << non lo
uccidere. >>
<<
E perché? >>
chiese la ragazza stupita << merita di
morire. >>
<<
Può servirci. >>
Detto
questo Legolas afferrò l’Orco e lo tenne stretto
in
modo da non permettergli di fuggire. Nel frattempo Lùthien
si era voltata verso
il fiume. I suoi amici erano già abbastanza lontani e una
dozzina di Orchi li
stava inseguendo. Era in pensiero per Kili. Il povero Nano era stato
ferito e
le sue condizioni avrebbero potuto aggravarsi. Legolas vide la sua
espressione preoccupata
e capì il motivo per il quale fosse così
sofferente. Strinse ancora di più la
sua stretta sull’Orco dopodiché
richiamò la ragazza e le ordinò di seguirlo.
<<
Io devo andare con i miei amici >> gli disse
guardandolo negli occhi << non posso abbandonarli.
>>
<<
Cosa pensi di fare? Di affrontare tutti quegli
Orchi da sola?! >> proseguì l’Elfo
avvicinandosi a lei << andiamo
da mio padre, dopo vedremo cosa possiamo fare. >>
L’afferrò
violentemente dal polso mentre altri soldati
dell’esercito appena giunti si preoccuparono di prendere con
loro il
prigioniero. Lùthien però non voleva di che
saperne di restare. La Compagnia
aveva bisogno di lei, soprattutto Kili. Il suo amico era ferito e se
gli fosse
successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Portò la
mano su quella
dell’Elfo che le teneva stretta il polso. Legolas si
fermò e la guardò per un
attimo dritta negli occhi. A Lùthien parve di morire.
<<
Non posso restare >> sibilò abbassando lo
sguardo.
<<
Hai per caso dimenticato che sei anche tu una
prigioniera? >> le domandò freddamente il
Principe << non ti sto
invitando a restare. Te lo sto ordinando. >>
La
ragazza rimase di stucco. Quel suo comportamento freddo e
distante le faceva congelare il sangue. Legolas ricominciò a
camminare trascinandola
con se mentre Lùthien pensò che fosse arrivata
l’ora di fargli capire chi era
veramente. Sollevò la gamba e riuscì a colpirlo
dandogli un poderoso calcio.
L’Elfo fu colto alla sprovvista e ritrovatosi con le
ginocchia a terra sgranò
gli occhi super confuso. Nemmeno il tempo di capire chi, come e quando
che Lùthien
gli saltò addosso mettendogli le braccia intorno al collo.
Legolas scoppiò a
ridere e la ragazza rimase di sasso. Le guardie erano già
entrate a palazzo,
nessuno per fortuna si era accorto di niente. L’Elfo
portò una mano al braccio
di Lùthien e con un’abile mossa la
scaraventò a terra e precisamente sotto di
se.
<<
Che hai da ridere, Elfo?! >> ringhiò la
ragazza infastidita.
<<
Mi hai fatto il solletico >> rispose quello
ridendo ancora come un bambino << cosa volevi fare?
>>
Lùthien
era sconvolta. Aveva usato tutta la sua forza nello
sferrare quel calcio e anche quando aveva stretto il suo collo tra le
sue
braccia. Qualcosa non andava. Tutta la forza le era come scomparsa nel
nulla.
Guardò l’Elfo, che le stava quasi di sopra, ridere
come non rideva da ormai
tanto tempo. Ricordò quel sorriso che tanto aveva amato.
Sorrise leggermente
anche lei e arrossì per la vergogna. Legolas
sentì un dolce calore al petto e
senza accorgersene portò la mano al viso della ragazza.
Quest’ultima non disse
niente, lo lasciò fare. Appena sentì la sua mano
sulla pelle ebbe un sussulto e
chiuse gli occhi per un secondo. Legolas sorrise e fece scorrere le
dita lungo
il suo profilo. Come sfiorò la bocca della ragazza,
quest’ultima si sentì
morire. L’Elfo ricordò il giorno in cui aveva
avuto il coraggio di baciarla.
Non aveva mai dimenticato quell’attimo meraviglioso. Il cuore
batteva
all’impazzata al solo ricordo. Poi d’improvviso si
ricordò delle parole piene
d’odio che la ragazza gli aveva urlato la sera prima.
Ritrasse la mano e si
alzò ritornando l’Elfo freddo di sempre.
Aiutò Lùthien ad alzarsi e senza dire
una parola tornarono a palazzo. La ragazza si chiese cosa gli fosse
passato per
la testa visto il suo cambiamento improvviso.
Appena
furono d’innanzi a Re Thranduil i soldati furono
congedati. Nella sala del trono rimasero soltanto Legolas,
Lùthien, il Re e
l’Orco prigioniero. Il Sovrano non aveva voluto mandare via
la ragazza e
quest’ultima era rimasta molto stupita per la sua decisione.
<<
Tale è la natura del male >> prese a dire il
Re << là fuori nella vasta ignoranza del mondo
s’inasprisce e si propaga
un’ombra che cresce nel buio >> aggiunse
camminando su e giù intorno a
loro << un’insonne malanimo tanto nero quanto
l’imminente muro della
notte. Così è sempre stato. Così
sarà sempre >> si fermò
d’improvviso
volgendo lo sguardo verso la bestia << col tempo tutte le
cose orrende si
fanno avanti. >>
<<
Stavate seguendo una Compagnia di 13 Nani >>
intervenne Legolas che teneva ben premuta la spada alla gola
dell’Orco <<
perché? >>
<<
Non più 13 >> rispose l’orrenda
creatura
<< quello giovane, l’arciere dai capelli neri,
l’abbiamo infilzato con
una freccia morgul >> proseguì volgendo lo
sguardo su Lùthien << il
veleno ce l’ha nel sangue. Presto soffocherà.
>>
La
ragazza s’irrigidì e strinse forte i pugni.
Legolas volse
lo sguardo su di lei e rimase colpito nel vederla con
quell’espressione sul
volto.
<<
Rispondi alla domanda che t’hanno appena fatto,
mostro! >> tuonò Lùthien con la
rabbia a mille.
<<
Io non me la farei nemica >> intervenne
Legolas mettendolo ironicamente in guardia.
<<
Ti piace stroncare vite, eh? >> aggiunse
Lùthien avvicinandosi << ti piace la morte?
>> non riusciva più a
controllare la sua ira << bene, lascia che te la dia!
>>
Prima
che potesse avventarsi sul corpo dell’orrendo Orco, Re
Thranduil la fermò in tempo. Chiamò due delle sue
guardie e la fece portare via
dalla sala. Legolas non le tolse gli occhi di dosso fino a quando non
scomparve
da dietro le mura. La ragazza era molto arrabbiata sia
perché non aveva avuto
la possibilità di uccidere l’Orco e sia
perché Re Thranduil l’aveva mandata via
in quel modo. Per non parlare di Legolas che non aveva aperto bocca.
<<
Non mi interessa affatto un Nano morto >>
riprese a dire Re Thranduil << rispondi alla domanda. Non
hai nulla da
temere. Dicci quello che sai e io ti lascerò libero.
>>
<<
Avevi l’ordine di ucciderli. Perché?
>>
intervenne Legolas << Cos’è Thorin
Scudodiquercia per te? >>
<<
Quel Nano mezza tacca ! >> sbraitò il mostro
<< non diventerà mai Re. >>
<<
Re? >> replicò l’Elfo
<< non c’è un Re
sotto la Montagna né ci sarà mai >>
aggiunse << nessuno oserà
entrare a Erebor fin tanto che il drago vive. >>
<<
Tu non sai niente >> lo interruppe l’Orco
<< il tuo mondo brucerà. >>
<<
Ma che cosa stai dicendo?! >> esclamò
inorridito Legolas << parla! >>
<<
Il nostro momento si è ripresentato >>
continuò il mostro << il mio padrone serve
l’Unico. >>
Re
Thranduil si era fermato di colpo. Le parole dell’Orco
l’avevano
lasciato di sasso. Il suo padrone serve l’Unico. Lui sapeva
bene a chi si
riferiva o meglio, sperava tanto che non fosse quello che credeva lui.
<<
Perché stavi portando via la ragazza? >>
domandò ancora Legolas << chi è che
la vuole? >>
<<
Il mio padrone >> rivelò nuovamente
<<
è sua e la rivuole. >>
Legolas
strinse d’impulso la stretta sull’Orco. Le sue
parole fecero crescere in lui una rabbia immensa. Guardò per
un attimo suo
padre e quest’ultimo rimase ancora più colpito
rispetto all’affermazione di
prima. Era tutto collegato all’Unico. Non poteva essere.
<<
Adesso capisci, Elfo? >> proseguì
l’Orco
<< la morte è sopra di voi >>
aggiunse << le fiamme della
guerra sono sopra di voi! >> urlò per poi
essere inaspettatamente
decapitato per mano di Re Thranduil.
Legolas
rimase con la testa dell’Orco tra le mani. Sbuffò
e
lasciò cadere la testa del mostro per terra.
<<
Perché l’hai fatto? >>
domandò al padre
<< avevi promesso di liberarlo. >>
<<
Ed è così >> rispose Sire Thranduil
<<
ho liberato la sua testa dalle sue miserabili spalle. >>
<<
C’era altro che l’Orco poteva dirci
>> gli
fece notare il figlio.
<<
Nulla di più poteva dire a me >> disse per
poi voltarsi e incamminarsi verso chissà dove.
<<
Che cosa intendeva con le fiamme della guerra?
>> domandò ancora il Principe.
<<
che stanno per sguinzagliare un’arma talmente
grande da poter distruggere ogni cosa davanti a sé
>> rivelò il Re
proseguendo a camminare per la sua strada << sia
raddoppiata la
sorveglianza ai nostri confini. Tutte le strade, tutti i fiumi. Nulla
si muova
che io non sappia >> proseguì voltandosi verso
Legolas << Nessuno
entra in questo Regno. E nessuno lo lascia. >>
Legolas
obbedì agli ordini di suo padre. Gli venne in mente
di andare a cercare Lùthien, ma prima si diresse verso
l’entrata del palazzo.
Doveva dire alle guardie di chiudere i cancelli per ordine del Re. Qui
però
venne informato di una brutta notizia.
<<
Signore, e la ragazza? >> chiese una delle
guardie.
<<
La ragazza cosa? >> domandò Legolas cambiando
radicalmente espressione.
<<
E’ fuggita >> rivelò la guardia
<< è
andata alla ricerca di quei Nani. >>
Legolas
sospirò e chiuse gli occhi. Si voltò verso le
guardie e si incamminò verso l’uscita del palazzo.
Rimase per un po’ lì fuori per
decidere sul da farsi. Suo padre era stato chiaro. Nessuno entrava nel
Regno e
nessuno lo lasciava. Doveva obbedire a lui, al suo Re, a suo padre. La
testa
gli diceva di lasciarla andare per la sua strada, di non pensare
più a lei, perché
infondo l’odiava e non l’avrebbe mai amato. Ma il
cuore… il cuore gli diceva di
correre da lei.
<<
La mente si lascia sempre abbindolare dal cuore
>> bisbigliò fra se e se per poi prendere a
correre alla ricerca di Lùthien.
Non
era andata molto lontana. L’avrebbe raggiunta in un
baleno. Solo che temeva la sua reazione nel sapere che
l’aveva seguita. Aveva disubbidito
a suo padre e non aveva giustificazioni. Tutto perché non
voleva perderla di
nuovo. Non avrebbe sopportato un altro addio da parte sua. Doveva fare
qualcosa
per farle capire che il loro odio era infondato. Magari non
l’avrebbe mai
amato, però forse avrebbe potuto dargli
quell’affetto che c’era tra di loro
quando erano ragazzini. Si sarebbe accontentato anche della sua
amicizia. Tutto
pur di averla accanto.
Quando
la raggiunse stette ben attento a non farsi vedere e
sentire. Voleva starle dietro per un po’ senza farsi vedere.
D’improvviso però
la ragazza udì dei passi dietro di lei. Si voltò
di scatto puntando l’arco
contro il nemico. Legolas fece lo stesso, al contrario di lei
però aveva un
sorrisetto dipinto sul volto.
<<
Dove hai preso quell’arco? >> le chiese
l’Elfo.
<<
E’ mio >> fu la risposta della ragazza
<< me lo sono ripreso. >>
Legolas
l’abbassò e lo stesso fece Lùthien. Si
guardarono
per qualche secondo, poi l’Elfo decise di avvicinarsi a lei.
<<
Lùthien, non puoi dare la caccia a tutti quegli
Orchi da sola >> le disse preoccupato.
<<
Oh per favore >> sbuffò la ragazza
<<
tornatene nel tuo regno. >>
<< Ho
disobbedito a mio padre per venirti a cercare >> le
rivelò << torna
con me, ti prego. >>
<<
No! >> ringhiò Lùthien
<< quei mostri
raggiungeranno i Nani. >>
<<
Non è la nostra battaglia! >> tuonò
Legolas.
<<
E’ la mia battaglia, come lo è anche per te!
>> contrattaccò Lùthien <<
E’
la nostra battaglia. Con ogni vittoria questo male si
rafforzerà. Se tuo padre
non vuole fare nulla puoi benissimo tornare a nasconderti nel tuo regno
insieme
a lui >> proseguì la ragazza <<
E lasciare che l’oscurità cali.
>>
<<
Abbiamo vissuto per secoli al sicuro fra le mura
del nostro Regno >> la interruppe Legolas
<< nessuno è mai riuscito
ad entrarvi. >>
<<
Ma non facciamo parte anche noi di questo mondo?!
>> esclamò Lùthien avvicinandosi
all’Elfo di qualche passo.
Legolas
la guardò per un attimo infinito. Si perse in quei
suoi occhi color quercia. Aveva ragione lei. Qualcosa di oscuro stava
calando
sulla Terra di Mezzo e bisognava fare qualcosa invece che starsene
nelle mani
in mano.
<<
Lo fai per lui? >> le domandò poco dopo
<< tu… lo .. ami? >>
Lùthien
ci mise un po’ a capire a chi si riferisse l’Elfo.
Si trattenne nel non scoppiare a ridere. Voleva bene a Kili, ma come un
amico,
come un migliore amico, e nient’altro. No,
non lo amava, anche se quel piccolo Nano aveva dimostrato
di tenere
molto a lei, anche più di quanto avesse dovuto. Ma dopotutto
è il cuore a
scegliere a chi appartenere.
<< Gli voglio
bene >> rispose la ragazza << è
un mio caro amico. >>
<<
Mi stai dicendo la verità? >>
<<
Legolas >> pronunciò esasperata
<< non
sei la persona più adatta con cui parlare dei miei problemi
di cuore nè io per
parlare dei tuoi. >>
<<
E allora perché lo fai? >> domandò
ancora.
Lùthien
sospirò profondamente. Un tempo Legolas avrebbe
accettato di aiutare qualsiasi persona si trovasse nei guai, senza
chiedere perché,
senza fare alcuna domanda. Quel bambino non c’era
più, era scomparso insieme al
suo cuore buono.
<<
La bontà d’animo non è una maschera per
ricoprire
abissi >> puntò dritta i suoi occhi in quelli
di Legolas << né un
abito da indossare solo in qualche occasione >>
proseguì affondando in
quell’azzurro gelido << o un vuoto da colmare
con parole altrui raccattate in giro o prese in prestito.
>>
<<
Che intendi dire? >> le domandò
confuso.
<<
La bontà d’animo o
c’è, o non c’è, e se
c’è non strilla o si vanta ammantandosi di penne
di
pavone, ma traspare in ogni istante da quel che ognuno è e
ognuno fa >>
cerca di spiegargli la ragazza << è una luce
soffusa e discreta che
irradiandosi accarezza tutto quello che tocca. >>
<<
Quindi tu aiuti
gli altri perché è quello che senti di fare
dentro di te >> rifletté
Legolas << Ho sempre saputo che in te la vera grandezza
non era la tua
forza, ma il tuo cuore. >>
<<
Anche tu eri così
un tempo >> ammise Lùthien <<
anche tu avevi un cuore buono e
gentile. Davi senza ricevere niente in cambio. Eri tu quello che aveva
un cuore
d’oro, io ero soltanto una ragazzina che si cacciava in un
mucchio di guai.
>>
<<
Sei soltanto
diventata un pochino più alta, Lùthien
>> sorrise nel dirlo << non
sei cambiata più di tanto. >>
La
ragazza ricambiò
leggermente il sorriso. La stava prendendo in giro e stranamente la
cosa le
piaceva.
<<
Scusami per quello
che ti ho detto l’altra notte >> disse
voltandogli le spalle << non
lo pensavo veramente. >>
Legolas
rimase sul serio
colpito << Non lo pensavo neanche io. >>
Lùthien
si voltò
leggermente per guardarlo. Si sorrisero avvicenda e al calar del sole
partirono
a caccia di Orchi.
Hola!!!
Come state? Bene??
Io sono stata di nuovo ammalata ! T.T
Ma
vabbè :D spero che
questo capitolo vi sia piaciuto
Colgo l’occasione per ringraziare tutte colore che hanno recensito il capitolo precedente : ewan91-KyraPotteredirectioner-Satana1-dollyvally-- Lolamars-SkyscraperWrites
Ringrazio
anche
chi ha messo la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite!
Grazie
di cuore!
E
invito a chi
ancora non ha detto nulla di intervenire :D
VI
INVITO A
RESISTERE! UOMINI DELL’OVEST! :3!
E
vi invito
anche a votare il nostro Leggy in queste 2 nominations agli MTV AWARDS
(potete
votare anche duemiliardi di volte al giorno collegandovi col vostro
profilo di
twitter o di face book, sul sito di MTV)
Nomination for best fight for 2014
http://www.mtv.com/ontv/movieawards/2014/best-fight/
Nomination for best- on screen transformation
http://www.mtv.com/ontv/movieawards/2014/best-on-screen-transformation/
FACCIAMOLO VINCERE, SUVVIA!
OKAY,
ORA VI
LASCIO.
BYE
SCARL.