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Autore: demilennon    13/03/2014    5 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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GETTING BETTER.


La lettera di John mi lasciò inerme; una parte di me sapeva che prima o poi sarebbe successo, l’altra parte, invece, sperava che non succedesse mai. Il vero problema era che io non sapevo prendere una decisione, insomma John mi piaceva, anche molto, ma se non avesse funzionato con lui? Se fossi rimasta delusa? Forse era questo il mio più grande difetto, l’incapacità di buttarmi nelle situazioni, la ricerca continua di stabilità. Io adoravo John, non potevo fare altrimenti, ma avevo paura di perderlo, e se l’avessi perso, avrei perso anche me stessa.
Ma non era quello il momento di pensarci, ci avrei riflettuto con calma, valutando bene e cercando di far prevalere la ragione. Intanto dovevo uscire dalla camera, altrimenti mia madre mi avrebbe uccisa.
“Stella, sbrigati, devi apparecchiare!”
“Si, ma’, due secondi e scendo.”
“No, devi scendere ora, ORA.”
Scoraggiata, decisi di uscire dalla mia stanza e, soprattutto, dai miei pensieri. Presi la tovaglia rossa, i piatti rossi, le forchette rosse, i coltelli rossi, i tovaglioli rossi e i bicchieri rossi (insomma, se non a Natale quando?), ed apparecchiai con cura, cercando di copiare le belle tavole natalizie di quelle riviste che sfogliava mia madre nei momenti di noia. Il risultato fu accettabile.
Pochi minuti dopo ci riunimmo intorno alla tavola, dove mangiammo e chiacchierammo, dopo di che aspettammo che facesse mezzanotte. Io e bea ci appartammo e parlammo dei momenti salienti di quel lungo anno.
“In Italia avevo un ragazzo” mi disse “si chiamava Riccardo. Però… beh, lui è morto, incidente stradale.”
Fece di tutto per trattenere le lacrime, ma non ci riuscì e scoppiò a piangere, così ci abbracciammo.
“Mi dispiace, davvero, ma perché non me l’hai detto prima?” le chiesi.
“Questa è una di quelle cose di cui meno si parla e meglio è, il dolore aumenta quando viene ricordato.”
“Lo amavi?”
“Si, avevamo anche deciso di sposarci, dovevamo solo annunciarlo. La vita può essere molto cattiva certe volte, può mandare in frantumi in un solo secondo centinaia di sogni.” Rispose.
La dichiarazione di Beatrice mi aveva lasciata sconvolta. Succede che, quando si è giovani, la vita possa sembrare eterna, ma in realtà non lo è, e basta poco per rendersene conto.Siamo solo pedine. “carpe diem” recitava un motto latino “Cogli l’attimo” e mi resi conto che cogliere l’attimo era la cosa giusta da fare. Avrei seguito il mio cuore, e al diavolo la ragione.
Natale passò velocemente e, in un batter d’occhio, fu già il 27. Ora dovevo solo accettare la proposta di John e mettere da parte le paure. Sapevo che i ragazzi si sarebbero riuniti, come sempre, da Paul per provare. Indossai un vestito blu e misi del rossetto rosso, dicevano che così apparissi più sicura. Decisi di portare anche Bea con me, ormai sapeva tutta la storia e mi avrebbe aiutata ad entrare in casa, altrimenti mi sarei sicuramente tirata indietro all’ultimo minuto.
“Sei pronta?” mi chiese bea
“…no.” Risposi
“Devi solo entrare, andare verso di lui, dirgli e baciarlo, non è così difficile, suvvia.”
“La fai facile tu.” Risposi a tono amaro.
“Bussi tu o busso io?”
“Tu.” Le dissi.
Paul venne ad aprirci con il sorriso più smagliante del mondo, esclamando “Stella, mi sei mancata!” e mi abbracciò, poi aggiunse “E questa bella ragazza chi è?” sfoderando lo sguardo più attraente del mondo.
“Ah, giusto, scusa.. lei è Beatrice, mia cugina.”
“Piacere di conoscerti, Beatrice.” Disse Paul.
“Piacere mio” rispose lei. “
Sai, cara Beatrice, ho sempre immaginato la Beatrice di Dante esattamente come te.” Disse paul
“E fammi indovinare, tu saresti il Dante della musica, vero?” dissi io ironizzando. Bea mi fulminò con lo sguardo “Grazie mille Paul” rispose.
Come al solito Mccartney ci provava con una povera fanciulla sola, che, ammaliata dal suo sguardo, cadeva ai suoi piedi.
Decisi di togliere il disturbo e cercare John prima di cambiare idea, così mi avviai verso la sala da pranzo, dove provavano di solito. “George!” esclamai felicissima.
“Stella, quanto tempo che non ci vediamo!” rispose.
Una volta conclusi i saluti gli chiesi di John, ma lui mi disse che era  partito con Zia Mimi per il natale e non sarebbe tornato prima di sera.  Perfetto, io trovavo il coraggio di mostrare i miei sentimenti e lui se ne andava.
“Bea io devo sbrigare una faccenda, di’ a mia madre che tornerò stasera tardi, o forse resterò a dormire da Carly.”Dissi a mia cugina
“Cosa devi fare?” mi chiese insospettita.
“Te lo dico domani, ora devo andare.”
La zia di John teneva sempre sotto lo zerbino all’ingresso una chiave per aprire la porta, così decisi di entrare furtivamente in casa e aspettare John nella sua stanza.
Dopo un'oretta qualcuno aprì la porta.
"STELLA?" 
 
  
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