Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Raynella    13/03/2014    1 recensioni
"-buongiorno principessa!-disse ynhel con un insolita luce negli occhi-scommetto che ha di nuovo avuto quell' incubo....e non sospiri la prego, lo sanno tutti che i sogni delle famiglie regali sono spesso presagi; perché non me ne parla?-aveva uno sguardo quasi triste ma leawyn non rispose, era troppo presa dai suoi pensieri per badare alla cantilena che la dolce elfa le rivolgeva ogni mattina al suo risveglio, ma come poteva pensare che l' immagine di un elfo oscuro del nord e di uno silvano del sud che si tendono la mano per salvarsi dalla caduta di un burrone, nonostante i due popoli fossero rivali da oltre duemila anni, potesse essere veramente un momento del suo futuro mentre compiva non solo il suo destino ma anche quello del regno di serafin"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vi odio
 


Leawyn e Sath avevano parlato e chiacchierato per tutto il tempo scherzando sul passato e raccontando tutto ciò che le era accaduto da quando era stata rapita e portata al nord: aveva parlato del cavallo, del duello, del ballo e lo aveva fatto con grande sorriso come se parlasse della sua terra natia invece di quel luogo ed oscuro sempre descritto con paroli impronunciabili.
«Mi sembri allegra! Ed io che pensavo ti avessero torturata o cose simili!» aveva dunque detto quello con grande risata
«In realtà è tutto merito del principe! Se non ci fosse stato lui non sarei stata trattata tanto bene» disse più allegramente con occhi pieni di vita.
«L’importante è che ora tu sia qui e stia bene» concluse lui accarezzandole il volto ed avvicinandosi a lei quasi a sfiorarle le labbra.
Alzò leggermente lo sguardo e si fermò, le sussurrò
«Stai ferma, c’è un di loro» e detto ciò la scostò violentemente alzandosi e lanciando un coltello là dove era improvvisamente comparso Farkeld che era ancora confuso e frastornato.
«Attento Farkeld!» aveva gridato lei ed il principe si era velocemente spostato schivando il colpo e quelli seguenti fino ad arrivare a colpire con un pugno il sud.
Era iniziato un duello tra i due che si scambiavano feroci calci e pugni alla ricerca di carne da colpire.
Il nord si guardò un secondo intorno e decise di arrampicarsi velocemente su una roccia per colpire l’avversario dall’alto; si mise dunque a correre verso la fonte ma quando fece per arrampicarsi si sentì spostare con forza.
La principessa, che era rimasta a guardare cercando una soluzione, aveva ben inteso le idee del nord e dall’altro lato poteva chiaramente vedere Sath pronto con altro coltello pronto ad essere lanciato, così si era alzata velocemente da terra ed era corsa verso la fonte dove aveva dato una forte spinta al principe facendolo cadere bruscamente a terra.
«Leawyn che …»
«Ah!» gridò lei: l’aveva sfiorata il coltello del compagno.
Fu così che il tempo sembrò improvvisamente rallentare, gli occhi del nord si colorarono di bianco ghiaccio, si alzò e si incamminò tranquillo con i muscoli in piena tensione verso il sud, schivando colpi, pugni, calci con maestria e mantenendo uno sguardo terribilmente feroce colpì il rivale con un feroce pugno facendolo cadere a al suolo, gli si chinò sopra e gli assegnò ulteriori e spietati colpi, si preparò a finirlo: la vittima aveva un’ espressione disperata e stravolta con una goccia di sangue che colava dal naso.
«No Farkeld!»
Un urlo lo aveva fermato, quello di lei che a terra sulla roccia piana si teneva il braccio sinistro dove era stata ferita mantenendo il viso contorto dal dolore.
Il giovane esitò, gli occhi mutarono verso l’ambra e la rabbia si placò, gli diede gusto un pugno per stordirlo e si incamminò verso l’elfa.
Questa era rannicchiata a trattenere un urlo di dolore,
«Ma cosa ti è successo, perdonatemi è tutta colpa mia!»
«Sapete Farkeld, voi siete un nord, non dovreste mai chiedere scusa» disse quella sorridendo amaramente riempiendo i suoi grandi occhi verdi di luce, si guardarono intensamente per qualche istante quando aggiunse
«Sath ama molto i veleni, e questo è stato creato da lui, non esiste una cura specifica, temo sia la fine …»
«No, troverò qualcosa dovete dirmelo, ci sarà qualcosa …»
«sono contenta di avervi conosciuto principe Farkeld, voi avete cambiato il mio parere verso il vostro popolo, chissà magari un giorno il regno sarà di nuovo unito …» disse ciò con gli occhi lucidi, poi chiuse le palpebre appoggiandosi completamente alla pietra dietro stante.
Farkeld stava andando nel panico, poi una luce gli brillò sotto la camicia mal andata e subito si ricordò; si portò subito la mano al petto e si staccò la collana: l’acqua della Dea brillava di luce azzurra.
Aprì la piccola boccetta e provò a versarne qualche goccia sulla ferita dove la pelle tendeva già al violaceo, versò ripetendosi intensamente nella mente “La più piccola delle gocce curerà la più grande delle ferite”.
Rimise il ciondolo a posto ad aspettò, sistemò un bionda cicca della giovane e si tolse la canottiera per poggiarla su lei in funzione di coperta.
Stava perdendo l’ultima speranza quando una luce azzurra uscì da taglio brillando intensamente per qualche secondo fino a svanire completamene; l’elfo tirò un sospiro di sollievo lasciandosi cadere sfinito sul prato tanto morbido al tatto.
 

Un leggero fruscio di vento le mosse i capelli che risplendettero al sole come mille filamenti doranti.
Aprì leggermente gli occhi e venne colpita dalla luce del giorno costringendola  a portarsi una mano alla fronte, le  scivolò uno straccio giù dalla spalla che fungeva da coperta: era ancora coricata lì dove aveva perso i sensi, il braccio ferito fasciato dove vi era il taglio.
Chiuse gli occhi e prese un grande respiro assaporando tutti gli odori del luogo, “pensavo che non avrei più potuto più sentirli” pensò giocherellando con i ciuffi d’erba.
«Buongiorno principessa!» aveva parlato una voce sgargiante ed energica
«Vedo che vi sentite molto meglio, ne sono contento» aggiunse con un grande sorriso chinandosi davanti a lei: era a petto nudo, probabilmente la canottiera che indossava era la coperta che aveva usato Leawyn.
La sud lo guardava basita dubbiosa sul da farsi fino a chinare poi la testa ed a far cadere i capelli biondi davanti agli occhi,
«Va tutto bene? Il veleno è scomparso, siete fuori pericolo, cosa avete?» chiese dunque perplesso nel vederla così.
L’elfa, sempre a testa china, lentamente, quasi timorosa, si sedette meglio con la schiena contro la roccia liscia ed un po’ esitante si avvicinò a Farkeld cingendogli il collo con le braccia ed abbracciandole con forza.
Si sentì solo il fruscio del vento tra gli alberi.
«Grazie, credevo che non avrei mai più visto la luce»
Sul volto del nord si dipinse un sorriso dolce e con la mano le accarezzò la testa.
 

Un paio d’ore dopo erano in piedi e pronti ad incamminarsi.
Il taglio nel braccio era quasi del tutto sparito lasciando nemmeno la cicatrice.
Cominciarono a riprendere il percorso, questa volta verso il nord dove li attendeva il prossimo dono; Sath era stato portato lontano dal Nord qualche tempo prima in modo che non li seguisse.
Tra i due fischiava il silenzio del boschetto; decise dunque di parlare:
«Cosa vi è successo nella roccia?» cominciò lei
«Ho incontrato la Dea, mi ha mostrato il mio passato e mi ha donato la boccetta con l’acqua che vi ha curata»
«Nient’altro?»
«Solo di ricordare che Fyn è la chiave» concluse lui cadendo di nuovo in un imbarazzante silenzio.
 

Passarono il giorno così fianco a fianco in lungo e silenzioso cammino, si accamparono e il giorno dopo ripartirono.
«Cos’è quella?» chiese ad un certo punto Leawyn; avevano raggiunto il territorio desertico in fretta e verso l’ora di pranzo il caldo si faceva insopportabile.
«Ma quella … è un oasi! - grido entusiasta Farkeld – forza venite!» disse prendendo la principessa per un polso e trascinandola di corsa verso la pozza d’acqua.
Si rinfrescarono bene: l’oasi era piuttosto larga e circondata a varie piante alquanto folte.
La sud fece un giro per guardare la zona e si trovò davanti ad una pietra di media grandezza con un incisione sopra.
 

Intanto il nord si stava già preparando a ripartire quando un urlò squarcio il silenzio del deserto di Tockh, era la voce di Leawyn.
Si mise subito a correre verso lei e la vide in ginocchio a terra davanti una rioccia, le si avvicinò e lesse a voce alta:
«Qui giace il grande re del sud Tireis caduto sotto la mano … -esitò un momento -  del re del nemico, che riposi in pace sempre»
Una folata di vento li percorse, il giovane non aveva la forza per parlare e cercò di toccare una spalla all’elfa per confortarla ma questa gli rispose con una freddezza che nessun sud sarebbe mai stato in grado di avere
«Non mi toccate»
Silenzio, e poi lo scatto
«Non osate minimamente pensare di potermi toccare – si tirò su di colpo, gli occhi rossi ed ardenti come due fuochi, la faccia contorta in un’espressione di odio, dolore e delusione – non pensate nemmeno di potermi rivolgere anche solo la parola! Come ho potuto perdonarvi per ciò che era accaduto al ballo, come ho potuto fidarmi di voi, come ho potuto anche pensare per un solo secondo che voi foste come me, sono un idiota! E voi … voi siete un mostro! Voi ed il vostro popolo siete la rovina del regno! È colpa vostra se è scoppiata la guerra! È colpa vostra se Sath vuole che ne scoppi un’altra per via del rapimento! È colpa vostra e solo vostra se sono qua e non a casa a celebrare le mie nozze con lui! Io vi odio! Vi odio e vi odierò sempre!»
Lo schiaffo arrivo improvviso, inaspettato lasciando al deserto solo l’eco delle parole dell’elfa.
«Avete ragione, io sono un mostro, è colpa mia, sono un essere miserabile che non merita di vivere, insomma sono un grezzo nord! E ve lo concedo di dirmi tutto ciò – parlava con fermezza, a testa china con i pugni stretti con le nocche bianche, mentre a leawyn si arrossava la guancia – ma non dite, non dite mai più di odiare qualcuno, voi non sapete cosa sia l’odio e quella parola è la peggiore che sia mai stata creata» allora lei la vide, un piccolo riflesso quasi invisibile che però scintillava vivo al sole scendere giù dalla guancia dell’elfo per cadere poi sul terreno sabbioso per essere assorbito: una lacrima.
Lei non avrebbe mai immaginato di vedere un elfo, ma soprattutto un nord mostrare un tale segno di debolezza.
Rimase ferma senza parole con gli occhi colmi di odio a guardare il giovane allontanarsi.
All’improvviso qualcosa la pizzicò, si portò una mano al collo, cadde di nuovo in ginocchio, poi tutto si fece nero e l’immagine dell’elfo si sbiadì nel nero più cupo e tenebroso.
 

AA: ok adesso basta con sto svenire! Mi sento cattiva!! Ma che dico io li comando Muhahahhah …. Comunque sia grazie per chi clicca sempre fino a qua :-*… bene spero che la lettura vi sia piaciuta
Raynella
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Raynella