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Chapter 8 - auditions.
E tutto va come
deve andare
o per lo meno
così dicono
e tutto va come
deve andare
o per lo meno me
lo auguro [...]
Scaraventati in
pasto
a una
realtà che qualche anno dopo
avrebbe
già riscosso il suo tributo
da sola o con le
quattro letterine magiche [...]
Come deve andare -
883
9 luglio 2010
6.48 a.m.
THIRD
PERSON
Erano
le
6.48 del primo giorno di audizioni e i due Malik erano appena arrivati
alla
stazione centrale di Manchester uno con la certezza che sarebbe andata
bene,
anche se era comunque un po’ in ansia, e l’altro
con il panico alle stelle e
senza la più pallida idea di come sarebbe andata e con il
rimpianto di aver
lasciato fare alla sorella quella pazzia. Si erano svegliati alle 4.30 per prendere il
treno delle 5.32 a
Bradford anche se ovviamente uno di loro non aveva assulotamente
dormito.
Arrivati
alla stazione fecero il chilometro, che li separava
dall’arena, a piedi fino a
trovarsi davanti una folla immmensa di persone.
POV
CHAR
“oddio...-immersa nella folla
feci
un’intero giro di 360° per poi tornare a guardare la
facciata principale
dell’arena, o almeno quello che riuscivo a scorgere,
attraverso la gente, della
facciata principale-...quanta cavolo di
gente c’è?”
“cosa ti aspettavi, l’audience
di una
recita scolastica? Adesso capisci perche sono così
agitato?”
“sì, cioè no, ma
non credevo ci sarebbe
stata così tanta gente, e comunque sta’ tranquillo
che passi di sicuro.”
“Facile dirlo, non sei tu che devi
cantare
davanty a Simon Cowell, Louis Walsh e Natalie Imbruglia!”
“ok, ok, ho capito il concetto, non
è
sicuro che passerai ma non serve a niente agitarsi così
tanto”
“Grazie eh!”
“Dio sei peggio di una
cinquant’enne in
menopausa, allora cosa vuoi che ti dica?”
“Se vuoi ce ne possiamo tornare a casa
fratellino bello”
“Ok, se vuoi ce ne possiam- -no, sto
ceppo
che ce ne torniamo a casa adesso, mi hai fatto svegliare alle quattro
del
mattino e adesso fai la tua audizione e gli spacchi i culi a tutti
questi quà
intorno.”
“oh scusami!”
“no, tranquillo non importa!”
Mi
girai
verso il ragazzo che era appena arrivato, smilzo, bassino, capelli
castani e
occhi color cielo...uhm carino.
“Char? Hey?”
“Ehm cosa?”
“Dicevo: lui è Louis, Louis
lei è mia
sorella Charlotte”
“oh scusami- sarà una giornata
lunga, sì
-ero...sovrappensiero.”
“no, figurati. Chi è qui per
il provino?”
“lui”
“io...purtroppo”
“oh e cosa canti?- sapete cosa
vuol
dire che non aspettò nemmeno la risposta? Iniziò
ad uscirgli dalla bocca una
raffica di parole –di dove siete?
Quanti
anni avete? Siete gemelli (?)? da dove venite, oh l’ho
già chiesto. Che sc.”
“Louis louis louis! Fermati!”
“Aahahahahahahhah scusatemi, quando sono
agitato tendo a parlare troppo.”
Non
lo avevo
notato.
“Allora, ricomincio. Piacere, sono louis
tomlinson, vengo da Doncaster, canto ‘hey there
delilah’, ho diciannove anni e
sono nato il 24 dicembre”
“Bene, io sono Zayn Malik, vengo da
Bradford, canto ‘let me love you’, quella di Mario,
ho diciasseteanni compiuti
il 12 gennaio.”
“Io sono Charlotte, sorella di
quest’ominide, non canto nulla, vengo dal suo stesso posto,
faccio diciassette
anni a novembre.”
“Ma quindi, subito dopo che è
nato lui,
vostra madre...?”
“Veramente no, sono nata di sette mesi, e
mi avranno tipo concepito ad aprile.”
“ooh. Vabbeh ehm, io adesso devo andare,
un
mio amico mi sta aspettando. Buona fortuna zayn!”
“Anche a te!”
“Certo che qua c’è
gente strana...”
Stavo
vagando per l’arena da una decina di minuti, non aveva una
destinazione
precisa, giravo con la macchina fotografica al collo (le macchine
fotografiche,
scusate, c’è anche la collana...) osservando gli
unici tre vortici di emozioni
che le persone li dentro emanavano: ansia, felicità e
delusione.
Scattai
qualche foto in qua e là, quelle che misembravano
più opportune; c’erano due
scene in particolare che mi avevano colpito, una era quella tanto bella
quanto
banale dove c’era una donna giovane (che probabilmente aveva
passato la sua
audizione) che abbracciava la figlia di massimo 3 anni. Era banale si,
ma al tempo
stesso era bella perchè dalla mia posizione riuscivo a
percepire tutte quelle
emozioni che ci erano racchiuse; poi c’era l’altra,
erano due ragazzi che
perlavano e ridevano tra di loro, appena più grandi di me,
forse semplicemente
due amici, o forse qualcosa di più, in quel momento non lo
potevo sapere, non
stavano facendo niente di particolare, eppere mi sentivo come in dovere
di
cogliere quel momento, anche se probabilmente non li avrei
più rivisti...sta di
fatto che uno dei due lo conoscevo.
“Loueh! Com’è andata
l’audizione?”
“Oh ciao Char, non l’ho fatta
ancora”
“ah no? Mi sembravi così
spensierato...pensavo l’avessi già
fatta.”
“Diciamo che me ne ero dimenticato per
cinque minuti, e tuo fratello?”
“Oh merda Zayn...! Ehm non so dove sia,
l’ho
perso di vista, anzi corro a cercarlo.”
Ero
letteralmente corsa via, con l’incredulità dei due
che faceva da sfondo, avevo
appena svoltato l’angolo quando sentii l’urlo di
Louis.
“E’ STATO UN PIACERE CONOSCERTI
CHAR!”
Andai
di
corsa nel dietro le quinte, dove trovai Zayn che faceva avanti e
indietro con
il testo di Let me love you in mano, poi mi venne incontro.
“Ma dove diavolo eri?!”
“Scusa- gli indicai la macchina
fotografica –lo sai che perdo la
cognizione del tempo”
Sbuffò,
per
poi tornare a misurare il parquet con grosse falcate.
“E non mi far sentire in colpa, non mi
sono
persa niente.”
“Ma non è quello il problema!
E’ che, ah
lascia fare.”
“ehy ehy, guardami;
guardami Zazà- gli presi il mento con
due
dita e feci in modo che mi guardasse negli occhi –andrà tutto bene, occhey? Lo sai: io
sono qua, non me ne vado da
nessuna parte.”
Lo
baciai, a
stampo ovviamente, era tanto che non lo facevo, è una cosa
nata da piccoli,
quando eravamo tutti e due bambini, quando ancora in famiglia non
c’erano
problemi. In realtà non mi ricodo perchè lo
facemmo, forse per provare, o forse
per sbaglio. All’inizio fu strano, insomma mi ero baciata con
mio fratello! Poi
quando iniziai a crescere inizia anche a prenderlo come un gesto
d’affetto, mi
resi conto che un bacio a stampo non era niente di sconvolgente. Era
più un
modo di dimostraci l’affetto che provavamo quando un
abbraccio non era più
sufficiente. Come i ‘ti amo’ che a volte ci erano
scappati, non erano quei ‘ti
amo’ da innamorati, valevano di meno, o forse di
più, non sono mai stata
realmente innamorata di qualcuno.
“MALIK!”
“in bocca al lupo fratellone.”
THIRD
PERSON
S: “Ciao, come ti chiami?”
“Il mio nome è Zayn.”
S: “Zayn...cos’hai intenzione
di cantare?”
“Canto
‘let me love you’ di Mario”
“…You're the type of woman
(deserves
good things),
Wrist full of diamonds (hand full of
rings),
Baby you're a star (I just want to
show you, you are),
You should let me love
you…”
S:
“Louis,
si o no?”
L:
“Mmh, si!”
“Grazie”
S:
“Nicole?”
N:
“Si”
“Grazie”
S:
“Zayn, io dico di si”
“Grazie”
Esatto, Zayn Malik fu preso ad x-factor. Dopo le audizioni però c’erano i bootcamp da affrontare.
Ok, vi saluto e poi vado ad uccidermi, sempre se non lo farete prima voi
perchè il capitolo è cortissimo, ed era una vita che non mi rifacevo viva (?).
Comunque volevo ringraziare tutte le persone che seguono, hanno nei preferiti o nelle ricordate la storia
e ringrazio anche chi ha recensito i precedenti capitoli.
Devo dire due cose:
primo, premetto che non seguo xfactor (sono una poveraccia senza sky) e
quindi non sono sicura di come finzionano le cose, se c'è qualcosa che non
vi torna assolutamente (nei prossimi capitoli, ovviamente) me lo potete tranquillamente dire
e cercerò di correggere alla meglio;
secondo, riguardo a Louis e all'altro ragazzo, tra qualche capitolo la storia si incentrerà anche su quell'argomento
(non a caso si chiama "Don't want to hide the truth"), e se a qualcuno di voi da fastidio e non
reggete proprio a leggere oscenità del genere,
potrete smettere di leggere. Chi vuole capire capisca...
Giulia.
Su twitter sono @hij_ops