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Autore: Sabriel    30/06/2008    7 recensioni
Ciao a tutti!^^
Cosa succederebbe se Harry e Tom cambiassero identità e il moretto si ritrovasse a comandare l'esercito oscuro mentre il nostro Lord si ritrovasse nuovamente a frequentare Hogwarts?E se ci si mettesse l'amore a complicare ulteriormente le cose?
Leggete e scopritelo!
Genere: Romantico, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1:

Aiuto,sono il mio peggior nemico!

Ed ecco che un altro giorno sorgeva ad Hogwarts. Erano le sei in punto ed entro le otto dovevo essere nei sotterranei per un'altra lezione col mio amatissimo professore di pozioni.
Stetti alcuni istanti in silenzio, riflettendo sugli ultimi mesi trascorsi…
Niente dolore alla cicatrice, niente notizioni tragici sulla Gazzetta del Profeta, nessuno strano rapimento, alcuna sparizione sospetta…niente di niente.
Eppure Voldemort era ormai risorto, i Mangiamorte imprigionati ad Azkaban fuggiti, i Dissennatori sfuggiti al controllo del ministero, eppure vi era una calma stabile, un po’ troppo stabile per i miei gusti…
Ah aveva ragione Ginny, ero paranoico!.
Se c’era tranquillità e felicità tanto meglio, l’Ordine della Fenice era allerta, perché preoccuparsi tanto?!
“Perché sono paranoico” mi dissi ad alta voce, e in un mezzo sorriso mi diressi al bagno…
Mi fermai di botto. Quello non era il mio dormitorio…
Mi risedetti sul letto, cercando di riflettere.
Niente panico…
Dov’ero stato la notte precedente?
Da Hermione, la mia ragazza, come tutte le sere…
Avevo bevuto?
No
Poi che avevo fatto?
Ero tornato nel mio dormitorio
Avevo incontrato qualcuno?
No. Ah…Ginny e avevamo parlato un po’ in sala comune
A quale proposito?
Che ero paranoico
E dopo?
Ero andato a dormire.
Allora perché ero lì?, come c’ero finito?!
Posai la mano sul cuscino e sentii un lieve formicolio, così in un sorrisetto mi voltai scostando la mano.

“AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!”
“Mio signore, cos’è accaduto?”
Mi girai così velocemente che il mio collo fece un suono poco rassicurante.
Codaliscia mi fissava con i suoi occhietti acquosi pieni di terrore ed apprensione.
Un attimo…Codaliscia?!
Cosa ci faceva quel verme al mio cospetto, con quale coraggio?
E per quale astrale motivo mi chiamava mio signore?!....
“Cosa ci fa quell’essere ripugnante sul letto! tu…” sussurrai incollerito, e che sussurro!
Mi ero fatto venire i brividi da solo, un tono degno di Voldemort, la mia voce risultava bassa ,fredda, roca…
…decisamente non mia…
“C-chi nagini, mio signore?... La tenete sempre con voi…”
N-Nagini…no…non poteva essere…
“Dov’è il bagno!” abbaiai.
Minus mi indicò la direzione, tremava come una foglia dal terrore.
Corsi a guardarmi allo specchio del bagno. In fondo non capita tutti i giorni di trasformarsi nella propria nemesi. Forse era soltanto frutto della mia fantasia… o forse stavo ancora sognando.
E invece no! Nello specchio vidi l’Oscuro; con i suoi capelli corvini ed i suoi occhi color del sangue.
Ma come accidenti avevo fatto a trasformarmi in lui?
E, ancora peggio… se io ero nel suo corpo… dov’era lui?
Nel mio?...
Mi sedetti sul gabinetto portando le mani in volto.
Adesso sì che avevo il diritto di farmi prendere dal panico, che dovevo fare?, come mi dovevo comportare?

Se dicessi la verità ai mangiamorte potrebbero accadere due cose:
1) Non mi crederebbero, mi penserebbero impazzito e dio solo sa che cosa farebbero quei vermi
2) Mi rinchiuderebbero e prenderebbero il mio corpo con dentro l’Oscuro e lo porterebbero qui, troverebbero il modo di farmi tornare in me e Voldemort mi ucciderebbe

Se invece lo dicessi ai membri dell’Ordine potrebbero accadere tre cose:
1) Vedendo Voldemort bussare alla porta di Grimmauld Place mi ucciderebbero ancora prima di potergli spiegare la situazione.
2) Non mi crederebbero, spedendomi ad Azkaban o al San Mungo credendomi pazzo
3) Mi porterebbero da me e il me, cioè Voldemort, mi ucciderebbe prima di dire A
Ero fottuto.
L’unica era fingere di essere veramente Voldemort
Ma… come si comportava Voldemort nella vita di tutti i giorni?
Mi alzai, feci un bel respiro, e ritornai nella camera da letto.
“Sparisci!” ordinai a quel sudicio topo. Con lui mi era naturale essere freddo e spietato.
“S…Sì, subito mio signore” balbettò ed uscì di gran carriera.
Sospirai, non era andata tragicamente, no?. Almeno c’era cascato…
Mi guardai.
Non ero niente male, forse un po’ troppo pallido ma decisamente affascinante.
Sempre meglio che i miei capelli disastrati e quegli odiosi occhiali.
Avevo i capelli perfettamente lisci e neri, ed ogni ciocca ricadeva al proprio posto, in una combinazione decisamente intrigante, e avevo degli occhi decisamente magnetici, misteriosi, terribili…
Sì nel complesso ero davvero uno schianto, compreso il fisico, magro ed atletico.
Non avevo mai avuto modo di notare queste cose in lui, ed era strano trovarmi nel suo corpo ad osservarlo.
Aprii l’armadio per vestirmi, dato che ero in boxer, indovinate di che colore?
Neri.
Neri come il resto del suo vestiario. Io odiavo il nero, possibile che non avesse nulla di…chessò…azzurro, rosso, verde?
Esaminai capo per capo e alla fine optai per un paio di jeans neri ed un maglione grigio.
Non potevo crederci, Tom usava abiti babbani!
Naturalmente sopra infilai la tipica veste da mangiamorte e mi pettinai i capelli, per poi scompigliarli leggermente.
Perfetto
Ero semplicemente perfetto.
Lanciai un occhiata indagatoria a Nagini che strisciava ai piedi del letto, quel serpente mi terrorizzava.
Infondo non doveva essere poi tanto difficile essere Voldemort, no?
Sarebbe stato un giochetto da ragazzi essere inflessibile con quelle persone che tanto odiavo, bastava solo un po’ di nonchalance e tutto sarebbe filato liscio come l’olio.
Uscii dalla stanza e osservai la ramificazione di corridoi piuttosto spaesato.
Da che cavolo di parte andavo?
Per semplicità scelsi di attraversare il corridoio davanti a me. Feci un enorme sospiro e assumendo un aria fiera e minacciosa lo inboccai…



Quella mattina fui svegliato dal sole che, filtrando attraverso le tende, mi invase di un rosso cremisi.
Rosso?!
Tsk…vuoi vedere che quell’incompetente di Codaliscia mi ha messo le tende rosse?..
. Io odio il rosso, tranne quella particolare tonalità che possiede il sangue, così energica, potente, violenta alla vista…
La pagherà, questa volta non sorvolerò sulla sua idiozia.
Allungai la mano, alla ricerca del mio compagno di “giochi”, Barty.
Strano non c’era, eppure sapeva che desideravo aspettasse il mio risveglio prima di andarsene.
Ah, già, gli avevo affidato una missione, peccato….
Avevo proprio voglia di divertirmi.
Mi misi a sedere, stupendomi alla vista di un letto a baldacchino. Inarcai seccato un sopracciglio, se era uno scherzo era di pessimo gusto, e nessuno prima di allora aveva mai osato burlarsi di me.
Afferrai quella indecorosa tenda, e la tirai con forza, trovandomi di fronte un ragazzino dai capelli rosso fuoco che in una sorta di grugnito mi disse:
“Harry, che c’è? Hai avuto un altro incubo?”
Ebbi un attimo di smarrimento…ma cosa stava farneticando quel folle?
Un attimo, Harry?!...
“dov’è il bagno?” chiesi con un tono che non ammetteva ritardi nella contestazione.
“Scendendo le scale la prima porta a sinistra, ma come?, Siamo nel dormitorio…” Il ragazzo si voltò a fissarmi sconcertato.
Quei capelli, quelle lentiggini pronunciate, quello sguardo genuino, leale… chi poteva essere se non il patetico miglior amico di Potter, Ronald Weasley?
No… non poteva essere…
Mi alzai in un balzo e corsi al bagno.
Ciò che vidi riflesso nello specchio non mi piaque affatto:
Capelli disastrati, corvini, due occhi verde smeraldo, una cicatrice rossastra a forma di saetta si intravedeva attraverso le ciocche ribelli, sulla mia fronte… ero Harry Potter.
Io, Tom Marvolo Riddle, intrappolato nel corpo di Harry James Potter… Era sicuramente un incubo!
Tornai al dormitorio; Grifondoro.
Dovevo aspettarmelo, cos’altro potevano essere questi Babbanofili?!
Afferrai il baule con le iniziali HP, presumendo fosse il suo, e cercai qualcosa da indossare.
Il mio umore iniziava a scendere a livelli preoccupanti.
Osceno.
Questo era il termine da attribuire al suo vestiario. Rosso, verde, giallo, azzurro…
Diavolo, cosa mi toccava guardare. Meno male che dovevo indossare la divisa, anche se non osavo guardare i colori della cravatta, mi facevano venire l’emicrania.
Tentai di aggiustarmi quella ragnatela di capelli e, senza alcun successo e di pessimo umore, mi diressi in sala comune.
Fino a prova contraria ricordavo ancora le usanze odierne della scuola, e poi non avevo alternativa.
Se avessi provato a spiegare a questi imbecilli la mia situazione ci sarebbero state due opzioni:
1) Mi avrebbero ritenuto impazzito, spedendomi di filata al San Mungo.
2) Mi avrebbero portato da Silente e in quel caso sarebbero stati guai grossi.
Avevo una sola possibilità, fingere di essere davvero il mio miglior nemico Harry Potter.
  
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