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Autore: Annina P    14/03/2014    3 recensioni
-Ti piace?
Mi chiese Isabel con un’espressione furba.
-No!
Risposi.
-Davvero?
-Sì!
-Davvero davvero?
-No! Cioè...Sì! Insomma!...Non lo so...
Dissi esausta mentre mi accasciavo sul banco.
-L’ho sempre pensato come un amico, ma dopo oggi, mi vengono dei dubbi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero così tranquilla…
Stavo così bene…
Dormivo così profondamente…
E allora perché il telefono doveva squillare proprio quella mattina?!
Non era mai successo che mi chiamassero così presto, ma no, niente, non potevo mai stare un secondo in santa pace.
Sentii la suoneria una volta.
Poi due.
Poi tre.
Se avessi avuto un macete, avrei mandato in frantumi volentieri il mio cellulare sul comodino.
Biascicai piano qualche parolaccia, con voce roca e la bocca impastata, sperando con tutto il cuore che, chiunque mi stesse chiamando, chiudesse la comunicazione.
No.
Niente.
Continuava a squillare.
Sbuffai, esasperata e trovai il coraggio di sciogliermi da quel groviglio di gambe e braccia nel quale stavo tanto bene, mentre sentii Liam borbottare qualcosa, e coprirsi la testa con il lenzuolo.
Mi dispiace…
Pensai abbattuta.
Strisciai sul materasso, tra le coperte, con gli occhi ancora appannati e afferrai il telefono con forza. Prima mettevo fine a quella tortura, meglio era.
Con la luce del giorno che entrava pallida dalle finestre, riconobbi il numero di mia mamma.
Alzai gli occhi al cielo, infastidita.
Ma che vuole??
Pensai con esasperazione.
-Pronto…?
Risposi con voce bassa e assonnata.
-Annie! Ciao! Come stai??
Mi urlò nei timpani mia madre, con euforia.
Allontanai il telefono di scatto dall’orecchio, e imprecai.
-Mamma, ti sembra questa l’ora di chiamare??
Risposi arrabbiata.
Ci fu un attimo di silenzio, e poi la sua risposta:
-Eh, ma non è presto…sono solo le otto!
-Ah non è presto?? Mamma, ti ricordo che sono in vacanza, e vorrei dormire un po’ di più!
Esclamai scioccata, per la sua superficialità.
La sentii sbuffare e farfugliare qualcosa che non afferrai, così decisi di lasciar perdere, per quella volta.
-Comunque…come va lì?
Le domandai alla fine, per pietà, mettendomi seduta con le gambe incrociate.
Cominciò a raccontare che la casa nuova dei nonni era bellissima, che c’era fresco, si stava bene.
-I panorami qui sono fantastici, dovresti vedere. C’è un cielo che è azzurrissimo, e il verde dei prati è…
Bla, bla, bla…dopo un po’ non ascoltai più e sbadigliai, facendo finta di essere interessata.
Mentre mia mamma continuava a parlare a vanvera, sentii il materasso sotto di me muoversi un poco e poi due braccia cingermi la pancia, facendomi avvampare.
Avvertii il respiro caldo di Liam vicino al mio orecchio, un attimo prima di sentirmi sussurrare:
-Buongiorno…
Gli sorrisi e risposi allo stesso modo, con il labbiale, facendogli segno di stare zitto.
I miei genitori non dovevano nemmeno pensare lontanamente che lui fosse lì con me.
-Annie?
Sentii dire stupita da mia mamma, aldilà del cellulare.
Mi riscossi.
-Sì?
Dissi velocemente.
-Ti ho chiesto come stai!
Esclamò lei, con voce squillante.
-Ah, eh scusa, la linea è un po’ disturbata…-cominciai cercando di darmi una calmata- Qui tutto bene, dai.
Conclusi, molto riassuntiva, anche se volevo dirle che andava tutto a gonfie vele, senza di loro.
Sentii mia madre sospirare, rassegnata.
-Dimmi qualcosa di più per favore. Cos’hai fatto ieri? Hai studiato un po’? Sei andata a letto presto? La casa è in ordine?
Mi domandò a raffica, facendomi venire il mal di testa.
Di tutto quello che aveva detto, non c’era una sola risposta affermativa, ma dovevo pur inventarmi qualcosa, no?
-Ehm, sì, quando siete andati via ho messo in ordine la stanza…
E mentre dicevo questo, sentii Liam ridacchiare vicino a me, molto divertito.
Gli appoggiai un dito sulla bocca, con aria implorante e continuai, ricevendo da parte sua un sorrisetto malizioso che non mi piacque per niente.
-Poi ho sistemato le mie cose nell’armadio  e svuotato la valigia…
Sentii ad un tratto le mani del mio ragazzo percorrermi piano gli avambracci e arrivare fino alle spalle, accarezzandole con le dita, giocherellando un po’ con le spalline della canottiera che portavo, fino ad abbassarle lentamente. Sussultai nel panico, ma mi sentii vicina alla morte, appena sentii le sue labbra appoggiarsi dolcemente sulla mia pelle e regalarmi una lunga serie di baci languidi.
Mugulai qualcosa, supplicandolo di smetterla, mentre cercavo di andare avanti a parlare con mia mamma, che ascoltava interessata ogni mia singola parola.
-Poi…
E qui feci fatica a collegare il cervello alla bocca, perché un sospiro particolarmente seducente di Liam in quel momento mi scosse fino allo stomaco.
-Poi…-continuai con voce fioca- Ho iniziato a fare qualche esercizio di…
Sentii ad un tratto le sue mani grandi scendere per tutta la mia schiena, arrivare al bordo della mia canottiera e sollevarla quando bastava per accarezzarmi la pelle nuda sotto.
In quel momento capii che era troppo, così mi allontanai violentemente e mi alzai veloce dal letto, con il volto il fiamme.
-Di??
Mi chiese mia mamma, impaziente.
-Di…inglese!!!
Risposi io con sofferenza.
Pregai con tutto il cuore che la conversazione finisse lì e, in effetti, dopo poco, mia madre mi annunciò che doveva andare e chiuse la telefonata.
Tirai un sospiro di sollievo e appoggiai il telefono sul comodino.
Poi mi girai verso Liam (con finta serietà) che mi guardava molto divertito.
-Tu – non – sei – normale!
Esclamai scioccata, gesticolando e facendolo ridere.
-Cosa ci trovi di tanto divertente?? Poteva beccarmi!
Strillai indignata, incrociando le braccia al petto.
Il mio ragazzo si mise a ridere ancora di più, poi quando si fu calmato un po’, rispose:
-E’ troppo bello vederti agitata.
Gli feci una smorfia e lo guardai imbronciata.
-Ah-ah-ah, molto simpatico.
-E non mi dire che le mie coccole non ti sono piaciute-azzardò quasi interrompendomi- Sembrava che stessi andando a fuoco.
Concluse alla fine, incrociando le braccia al petto e guardandomi soddisfatto.
Spalancai la bocca, dicendogli che era” un cafone bello e buono”, e a quel punto scoppiò in una risata così bella e spensierata, che non potei fare a meno di sorridere e di gettarmi sopra di lui.
Liam fece finta di soffocare sotto il mio “dolce peso”, quando atterrai sopra la sua pancia e mi sistemai a cavalcioni su di lui, ridendo come una matta.
-Sei proprio scemo.
Commentai con un sorriso, guardandolo inscenare una morte improvvisa.
Quando ebbe finito il suo show da clown, mi guardò sorridente e disse:
-Certo che in casa Morrison si è mattinieri, eh?
Io commentai con un’espressione dispiaciuta.
-Mi dispiace un sacco Liam, avrei voluto dormire ancora un po’ anche io. Colpa dei miei, scusa.
Mormorai, guardandolo mortificata.
Lui, di tutta risposta, ridacchiò e rispose che stava scherzando.
-Hai dormito bene?
Gli chiesi dopo un po’ di silenzio, arrossendo un poco e guardandolo con un sorriso.
Il mio ragazzo annuì e disse:
-Soprattutto per la compagnia.
Io, se possibile, avvampai ancora di più e mi lasciai scappare un risolino, che cercai di coprire esclamando:
-Ma dai!
Liam di tutta risposta, alzò le spalle e io non potei fare a meno di osservarlo e ammirarlo, bello come il sole.
Così mi abbassai su di lui e cominciai a lasciarli dolci bacini leggeri sulle guance e sul profilo della mascella, intanto che appoggiavo delicatamente le mani sul suo petto forte.
-Come mai tutta questa tenerezza stamattina, signorina Morrison…? O signorina Payne, scelga lei.
E lo sentii sorridere.
A quella affermazione, mi fermai e lo guardai negli occhi, al settimo cielo.
-Io sono sempre tenera.
Commentai appoggiando la fronte alla sua, chiudendo gli occhi, naso contro naso.
-…Soprattutto con lei, signor Payne.
Conclusi un attimo prima di appoggiare le mie labbra su quelle di Liam.
 
-Ma che bravo! Hai preparato la colazione!
Esclamai appena scesi le scale, dopo essermi fatta la doccia, una mezz’oretta dopo.
-Hai visto che perfetto uomo di casa?!
Commentò Liam, pavoneggiandosi scherzosamente e versando il caffè in una tazzina, per me.
Poi tirò fuori i biscotti e si sedette comodo, non prima di avermi spostato la sedia e avermi invitata ad unirmi a lui, con un inchino esagerato e un’espressione finta-sofisticata, che mi fecero ridere.
-Sei proprio matto.
Commentai con una risatina intanto che occupavo la mia sedia, mentre mi strofinavo i capelli bagnati con un asciugamano.
-Poi, puoi fare la doccia anche tu, se non ti da fastidio.
Dissi con un sorriso mentre sceglievo cosa “pucciare” nel caffè, con diligenza.
Liam mi sorrise e rispose che non gli dava fastidio per niente, aggiungendo:
-Dopo che abbiamo finito qui vado subito.
Annuii contenta e cominciammo a parlare del più e del meno.
Quella mattina c’era uno splendido sole e sembrava che facesse anche piuttosto caldo…Speravo solamente che il tempo rimanesse così, ma era probabile visto che l’estate era cominciata da un pezzo.
Era incredibile come il mio umore cambiasse e rispecchiasse la giornata che c’era. Io adoravo il sole, il caldo e l’estate…Quindi automaticamente ero felice.
-Cosa vuoi fare oggi, Annie?
Mi domandò il mio ragazzo distogliendomi dai miei pensieri.
Mi riscossi e lo guardai pensierosa, scorrendo mentalmente tutte le cose di cui avevo bisogno e che avrei dovuto comprare.
-Mmmh…
Mormorai guardandomi intorno.
Lanciai un’occhiata alla dispensa ormai mezza vuota, poi mi alzai e mi diressi verso il frigo. Lo aprii e notai che le scorte si stavano esaurendo, così giunsi velocemente ad una conclusione.
-Direi che dobbiamo andare a fare la spesa…E ci conviene farlo stamattina, così avremo il pomeriggio libero.
In quel momento Liam strabuzzò gli occhi e si accasciò teatralmente sul tavolo, con fare disperato.
-Nooo!!!
Urlò stupidamente.
Io mi misi a ridere e risposi:
-Invece sì. Anzi, finisci in fretta così usciamo subito.
Lui, dal canto suo si prese il viso tra le mani e lo scosse freneticamente, piagnucolando qualcosa come “Ma perché le ho chiesto cosa voleva fare??”. Poi scese dalla sedia e si avvicinò a me in ginocchio, con le mani unite a mò di preghiera, scatenando le mie risate.
-Ti prego Annie…! Ti prego, risparmiami la tortura di un supermercato pieno zeppo di donne isteriche!
Io sollevai un sopracciglio e mi appoggiai al lavandino dietro di me, incrociando le braccia al petto e guardandolo con superiorità.
-No, assolutamente Liam. Dobbiamo andarci per forza, altrimenti cosa mangiamo??
Commentai con un sorrisetto divertito.
Il mio ragazzo piegò il labbro all’ingiù, con la faccia da cane bastonato e mi implorò ancora una volta.
-Allora vacci tu dai…
Azzardò, ma si ammutolì subito appena vide la mia espressione scioccata.
-E’ fuori discussione! Tu mi accompagni e basta!
-Uffiii…
Biascicò alzandosi in piedi, rimanendo sempre un po’ gobbo, tipico della sua postura, anche se mi sovrastò comunque con la sua altezza, come sempre.
-Sei perfida. Trascinare un povero ragazzo in un posto come quello…”E’ un Inferno Dantesco!” come direbbe la prof Count.
Piagnucolò scatenando la mia ilarità, mentre mi avvicinavo un po’ a lui.
-Oh, ma vedo che le mie lezioni di ripetizione ti sono servite!-commentai con un sorriso, per poi battere due volte le mani – Forza bello, fila in doccia che poi andiamo!
Conclusi gongolando e prendendolo in giro, con un risolino.
Gli lasciai un bacetto leggero sulla bocca, mentre sbuffava e lo spinsi via dalla cucina, ponendo fine anche alle sue ultime forme di resistenza.
E quando sentii la porta del bagno chiudersi tirai un sospiro di sollievo, sparecchiai la tavola e lavai i pochi piatti, sempre con un sorriso divertito e allegro sulle labbra.
 
-Avanti andiamo…Prima finisce questa tortura e meglio è!
Esclamò Liam alzando gli occhi al cielo, mentre chiudevo la porta di casa.
-Vedrai che con me ti divertirai un mondo!
Risposi scherzosamente, ridendo, ricevendo da parte sua un’occhiata tutt’altro che divertita.
-Non dirmi che non hai mai accompagnato tua mamma a fare la spesa!
Dissi scioccata per la sua reazione insofferente.
Lui sbuffò sonoramente e mi guardò disperato, mentre ci incamminavamo con passo sostenuto.
-Certo che ho fatto la spesa con mia mamma! Anzi, ti dirò di più, anche con Ruth e Nicola…Ed è proprio per questo  che ora mi rifiuto di accompagnarle!
Io, a quel punto scoppiai a ridere, immaginandomelo da solo con le sue “tre donne” che girava senza meta in un supermercato.
-Non c’è niente di divertente! Sai cosa vuol dire fermarsi ad ogni scaffale e ad ogni banco di surgelati?? Da suicidio.
Sbottò il mio ragazzo alla fine, mettendosi le mani tra i capelli.
Impiegai qualche minuto per calmarmi dalle risate e poi dissi, sempre ridacchiando un po’:
-Non ti preoccupare Liam. Ho qui la lista e ti prometto che faremo presto…anche perché non piace tanto nemmeno a me fare la spesa.
-Lo spero!
Esclamò lui disperato, intanto che indossava gli occhiali da sole con un gesto secco.
-Te lo giuro.
Risposi mettendomi una mano sul petto, con un sorriso.
Dopo qualche minuto arrivammo davanti al supermercato e Liam mi lanciò un’occhiata divertita.
-Ti cronometro.
Mi sibilò mentre entravo, facendomi ridere.
-Ma smettila scemo! Prendi il carrello, invece di stare fermo come un palo!
Liam sbuffò, ma non potei non notare l’ombra di un sorriso quando si riavvicinò a me. Sotto sotto era divertito.
-Bene, cominciamo con la frutta…
E da quel momento cominciai a comandarlo a bacchetta, della serie: prendi il sacchettino, pesa tre o quattro mele sulla bilancia, attacca lo scontrino ecc…
-Guarda che sono capace, non ho tre anni.
Mi diceva seccato, intanto che gli dicevo cosa fare, facendomi sorridere con aria di superiorità.
-E poi certe vecchiette mi guardano come se fossi appena caduto dal cielo.
Concluse con aria imbronciata.
-Ooohh, povero ragazzo incompreso! Stanno ferendo la tua virilità da super-uomo?
Lo canzonai con un sorrisetto, afferrandolo per un polso e trascinandolo nel reparto dopo, continuando a prenderlo in giro, mentre lui mi rispondeva a tono oppure borbottando.
-Avanti scegli in fretta questi biscotti, così andiamo a pagare e usciamo da questo inferno.
-Non è stato poi così male…
Azzardai, per provocarlo e farlo arrabbiare.
-E ci credo! Ho fatto tutto io! Tu mi sembravi un generale!
Rispose, infatti, come avevo previsto, scatenando le mie risatine.
In quel momento ero intenta a osservare le grandi buste di biscotti per la colazione quando sentii qualcuno che ci chiamava.
-Annie! Liam!
Mi girai stupita e poi sorrisi radiosa, vedendo Karen che ci veniva incontro.
-Oddio no…
Sentii sibilare da Liam, mentre io strillavo:
-Karen! Ciao!
E la abbracciai, ricevendo da parte sua una forte stretta.
-Che ci fate qui??
Mi domandò lei, con un sorrisone e un’occhiata compiaciuta.
-Beviamo un the e ci rilassiamo.
Rispose Liam, sarcastico.
Io, di tutta risposta lo guardai male e risposi:
-Non fare l’antipatico - poi mi rivolsi alla sua mamma- Stiamo facendo la spesa, sai, in casa non c’era niente.
-Ma che bravi che siete! Proprio bravi!-rispose lei raggiante, sorridendo a tutti e due- Lo sai che una volta Liam mi accompagnava a fare la spesa? Ma da quando è cresciuto si vede che il suo quoziente intellettivo si è ristretto (ai maschi succede così)…E ora non mi aiuta praticamente mai.
Concluse poi scuotendo la testa, rassegnata, facendo sbuffare sonoramente il mio ragazzo, dietro di me.
-Me lo ha detto prima, Karen…
Dissi solamente, cercando di trattenere le risate.
-Un applauso a te che lo hai convinto…Si vede che non ti vuole far arrabbiare e vuole tenerti stretta…
Mormorò poi, pensierosa, guardando suo figlio che gli fece segno di “tagliare e andarsene”.
Io rimasi stupita per quella frase così improvvisa e rimasi in silenzio, dimenticandomi quasi di salutare Karen, quando si allontanò con un sorriso.
 Mi girai verso Liam e lo guardai di sottecchi, mentre lui faceva finta di essere interessato a qualcos’altro.
Decisi di lasciar perdere e annunciai che potevamo andare alla cassa per pagare.
-Era ora!
Esclamò il mio ragazzo, alzando in aria un pugno in segno di vittoria, facendomi scuotere la testa divertita.
È proprio fuori…
Pensai con un sorriso, guardando la sua schiena grande davanti a me che si chinava e si stendeva, mentre adagiava le cose da comprare sul nastro scorrevole. Mi concentrai sulle sue mani grandi, sul suo volto serio, ma pur sempre rilassato, sui suoi capelli castani e morbidi e poi sul profilo marcato della sua mascella.
Evidentemente percepì di essere fissato, perché si voltò stupito verso di me e mi guardò, socchiudendo le labbra.
E io mi persi talmente in quegli occhi castani luminosi che non distolsi lo sguardo, ma rimasi così, senza dire niente, a pensare a quanto fosse bello e dolce e perfetto e…
-Scusate?
La voce della cassiera mi riportò alla realtà.
Mi riscossi e mi accorsi che era il nostro turno e che dovevo decidermi ad appoggiare quella scatola di biscotti, che tenevo sospesa a mezz’aria da secoli, sul nastro scorrevole.
Cavoli, Annie, solo tu le fai queste figure!
Pensai avvampando intanto che passavo avanti a Liam per pagare.
Lui, in compenso, si spostò dalla parte opposta per mettere tutte le varie cose nella borsa, e quando passò dietro di me si accertò di sfiorarmi i fianchi leggermente scoperti con le dita e appoggiare per un attimo il suo petto alla mia schiena.
Non era necessario…!
Pensai accendendomi ancora di più di rosso, intanto che la ragazza mi dava il resto della spesa.
Salutai sbuffando e issando una sporta pesante, ma Liam si affiancò a me e disse:
-La porto io!
Mi tolse la sacca di mano e camminò al mio fianco.
-Grazie Signor Payne.
Mormorai con un sorriso, trotterellandogli a fianco.
-Figurati, così ne approfitto per allenare i miei super muscoli!
Ah ecco…
Pensai rassegnata e divertita al tempo stesso, mentre lo osservavo sollevare le due borse con gli avambracci e gonfiare i bicipiti.
-Ehy Mister Muscolo, guarda che dobbiamo passare anche dal fornaio.
Dissi con un sorrisetto, ottenendo la parte sua uno sguardo scioccato.
-Ma perché???
Urlò disperato, gettando la testa all’indietro, facendomi ridere.
-Ti rispondo subito: semplicemente il pane è più buono lì che al supermercato, per cui se vuoi mangiare bene, carino, dobbiamo andarci.
-Mi andrebbe bene anche un pezzo di legno, a questo punto.
Borbottò il mio ragazzo, beccandosi un “pugno” sul braccio da parte mia.
 
-Buongiorno…Harry!?
Esclamai stupita e con un sorriso stranito, appena entrammo nella panetteria, qualche minuto più tardi.
Io e Liam ci guardammo esterrefatti per un attimo e poi fissammo il nostro amico al dilà del bancone.
-Che ci fai qui??
Domandò Liam, avvicinandosi velocemente, con divertimento.
Il nostro amico ci sorrise e ci salutò cordialmente e poi disse che stava lavorando, ovviamente.
-Non sapevo che lavorassi in un forno.
Osservai io sorridendo, appoggiando il gomiti sul ripiano di marmo consumato.
-Sì, a volte nelle vacanze lo faccio, così guadagno un pochino.
E ci fece l’occhiolino, suscitando le nostre approvazioni positive.
-Grande bro! Fai bene a lavorare quando hai tempo!
Esclamò Liam, dandogli una serie di pacche sulla spalla sinistra.
-L’ho sempre saputo che la mia intelligenza è sopra la media…
Cominciò tirandosi delle arie, come spesso faceva per fare lo stupido.
-Se stiamo parlando di intelligenza, allora non possiamo parlare di te, mio caro.
Sbottò sarcastica una voce, concludendo la frase per Harry, che alzò gli occhi al cielo divertito.
Mi voltai a destra e vidi Isabel che aggirava il banco del pane e mi veniva incontro con un sorriso.
-Isabel!
Esclamai contenta, abbracciandola forte.
-Ti prego non dirmi che anche tu lavori qui in panetteria…Anzi non dirmi che tu lavori, perché non ci crederei.
Disse Liam sarcastico alla mia amica, che gli rispose con una parolaccia e un gesto…ehm…poco fine.
-Che ci fai qui?
Le domandai stupita di nuovo, sorridendole.
Lei scrollò le spalle e si issò sul piano, sedendosi vicina ad Harry, che le cinse la vita con le braccia.
-Nulla, gli tengo compagnia- e si spostò la frangetta dagli occhi- A volte rimane da solo per un po’, e mi dispiace, così resto un po’ qua con lui.
Disse poi, scompigliando i capelli ricci e scuri del mio amico.
-Che gesto carino!
Esclamai contenta.
-Molto.
Acconsentì Harry, annuendo contento.
-Ah ecco, mi sembrava strano.
Commentò Liam, guardando Isabel con un’occhiata furba.
-Guarda che a volte lo aiuto, idiota!
Sbraitò lei, di risposta alla provocazione, con la sua solita enfasi.
-Amico mio, dai retta a me…-cominciò il mio ragazzo, rivolto ad Harry- Questa ti fa scappare tutti i clienti!
E scoppiò a ridere, seguito dall’altro e me e da un “Vaffanculo” seccato di Isabel.
-Dai, non prendertela, lo sai che Liam scherza.
Dissi tra le risate, intanto che osservavo la mia amica incrociare le braccia al petto e squadrarci indignata, anche se non mi sfuggì un’ombra di divertimento sul suo viso.
-In effetti stamattina si è quasi sgozzata con una signora…
Mormorò Harry con una risatina, guardandoci nervoso.
-Oddio! E come mai??
Esclamai scioccata, vedendo Isabel che assumeva un’espressione soddisfatta.
-Non ho fatto niente di male- cominciò sicurissima di se- Semplicemente quella signora è stata maleducata e io ho risposto a tono.
Concluse annuendo contenta.
Liam si coprì gli occhi con una mano, scuotendo la testa, rassegnato, e io ridacchiai e le diedi qualche pacca affettuosa sulla gamba.
-Cerca di controllare la tua indole ribelle, eh Isabel?
Aggiunsi poi, cercando si tranquillizzarla.
-Le ho detto mille volte che il cliente ha sempre ragione.
Disse Harry ridendo e poi schioccandole un bacio sulla guancia e scompigliandole un po’ i capelli, che lei si raffrettò a sistemare subito.
-Dai, che mi spettini!
Strillò ridendo.
Parlammo ancora un po’ del più e del meno, chiedemmo loro se avevano sentito gli altri e se avevano organizzato qualcosa.
Alla fine però, tutti avevano un impegno, per cui quella sera probabilmente non si sarebbe fatto niente. Poco male, sarebbe stata una giornata tranquilla.
In un barlume di ragione poi, mi venne in mente di guardare l’orologio e mi accorsi che mancava qualche minuto a mezzo giorno.
Era incredibile come fosse passato il tempo!
-Wei! È tardissimo! Ragazzi scusate, ma noi dobbiamo andare!
Esclamai gesticolando e trafficando nella borsa per trovare il portafoglio.
-In effetti sentivo un certo languorino…
Osservò Liam pensieroso, appoggiandosi una mano sull’addome.
-Da chi ci facciamo servire?
Domandai proprio a lui, quando finalmente tirai fuori i soldi.
Il mio ragazzo si finse pensieroso e guardò con un’espressione maliziosa e divertita Isabel, prima di scegliere lei.
-Lo sapevo.
Sbottò la mia amica, mandandolo di nuovo a quel paese.
-Dai Isabel, dammi due panini un po’ morbidi e va benissimo.
Le dissi con un sorriso, guardandola tranquillamente mentre di muoveva tra gli scaffali del pane.
Scelse velocemente due pagnotte, le pesò, le mise in un sacchetto di carta e ci fece lo scontrino.
Pagai diligentemente e li salutammo con qualche abbraccio e un sorriso.
-Liam baciami i piedi!
Sentimmo urlare da Isabel, un attimo prima di uscire dal negozio.
Scoppiammo a ridere, girandoci, e li salutammo di nuovo.
 
Appena arrivammo a casa mi fiondai in cucina a mettere a posto la spesa, intanto che Liam apriva le imposte e arieggiava le stanze calde di una freschissima brezza estiva.
Poi, intanto che lui andò di sopra e si vestì comodo, io cominciai a scaldare l’acqua per la pasta, mettere il sugo di pomodoro in un pentolino e apparecchiare semplicemente la tavola.
-Liam- gli dissi appena arrivò in cucina velocemente- vado di sopra a cambiarmi, tu intanto controlla l’acqua, per favore.
Conclusi con un sorriso, lasciandogli un buffetto sul braccio passandogli a fianco, e correndo su per le scale.
Arrivai in camera e mi svestii velocemente indossando poi un vestito comodissimo che mettevo spesso d’estate, per non morire di caldo.
Non era niente di speciale, ma a me piaceva tantissimo stare a mio agio in casa, per cui quello era perfetto.
Volai in bagno e mi raccolsi i capelli velocemente con un mollettone, e mentre mi guardavo alla specchio notai che mi erano spuntate le lentiggini e la mia pelle era più scura del solito.
Evvai mi sono abbronzata!
Pensai contenta, canticchiando qualcosa di inventato.
-Annie!!! Annieee!!!
Sentii urlare il mio ragazzo dalla cucina.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando divertita e corsi giù al piano di sotto.
-Che c’è?? Che hai combinato??
Esclamai entrando in cucina e notando che stava scrutando con una smorfia la pentola piena d’acqua che bolliva.
-Bolle! Cosa devo fare ora??
Mi domandò lui, quasi nel panico.
Io lo guardai malissimo e poi scoppiai a ridere, avvicinandomi e abbassando la fiamma del fornello.
Gli spiegai con pazienza che prima doveva salare l’acqua, poi pesare la pasta e successivamente buttarla; alla fine impostava i minuti di cottura e il gioco era fatto.
-Ti devo proprio insegnare tutto.
Dissi sospirando scherzosamente, dandogli qualche pacca sul petto.
Liam si mise a ridere intanto che accendeva la radio a caso; partì una canzone vecchissima, dei tempi dei miei genitori.
-Oddio!
Esclamai esasperata, alzando gli occhi al cielo.
Mia mamma teneva sempre quel canale, perché le ricordava “quando era giovane” e spesso si metteva anche a cantarle a squarciagola.
Il mio ragazzo ridacchiò e mi afferrò per un braccio, facendomi ondeggiare malamente, così io appoggiai la mia mano sulla sua spalla sinistra, lui la sua mano destra sul mio fianco sinistro e cominciammo a danzare come degli scemi, imitando un valzer, poi un tango e poi un lento.
Non avevo mai riso così tanto a ballare con un ragazzo, e mentre mi faceva fare una piroetta “traballante”, non potei fare a meno di pensare a quanto fossi felice che Liam fosse lì con me e a quanto fossi fortunata.
Mi fermai con il fiato corto, appoggiando la fronte sul suo petto (quando decidemmo di spegnere la radio), cercando di trovare aria per le continue risa.
-Dovremmo andare in uno di quei programmi televisivi.
Commentò il mio moroso scherzosamente, intanto che rideva e riprendeva fiato anche lui.
-Ci prenderebbero di sicuro!
Risposi io ridendo spensieratamente, seguita subito da lui.
In quel momento suonò il timer che annunciò che la pasta era pronta così alzai la testa e mi allontanai un poco, trovando Liam che mi sorrideva dolcemente.
Gli sorrisi anche io, ma mi bloccai con la bocca socchiusa quando si avvicinò, respirando piano, al mio viso.
Mi spostai lentamente verso il ripiano della cucina, intanto che lui mi seguiva vicinissimo, poi allungai un braccio e spensi il timer, rimanendo sempre incatenata al suo sguardo, ora più serio, e alle sue braccia, che mi stringevano forte.
Con un movimento deciso, Liam mi intrappolò tra il bordo del lavandino accanto e il suo corpo, appoggiando le mani grandi ai lati della mia vita, sospirando sinuosamente vicino al mio orecchio, facendo partire una scia lunghissima di brividi che mi attraversarono tutta. E, d’istinto, io non potei fare altro che alzare una mano e aggrapparmi al suo collo, sussultando e poi rimanendo immobile a fissarlo, tutta rossa in viso.
Anche solo con un gesto, una parola, uno sguardo, Liam era in grado di mandare la mia testa in confusione, tanto da non connettere più, nemmeno nelle cose più semplici.
Ma apprezzavo anche il fatto che fosse così forte e sicuro e che, comunque, mi dimostrasse spesso quello che sentiva quando stava con me…Mi rendeva felice.
-Sono contento di essere qui…
Sussurrò piano vicino al mio orecchio sinistro.
Non riuscii a dire niente, perché dentro mi sentii morire, ma ebbi almeno il coraggio di abbozzare un sorriso incantato.
Sorrise anche lui, mentre portava le sue mani sulle mie guance, appoggiando il suo naso al mio, rimanendo ad un soffio dalla mia bocca.
-…con te.
Disse poi, un attimo prima di appoggiare le labbra socchiuse alle mie e approfondire subito il bacio, facendomi girare la testa e tremare le gambe. Sentii il suo bacino fare pressione contro il mio, così alzai la mano che mi rimaneva libera e gli afferrai la maglia bianca, stringendola tra le dita, intanto che inclinava la testa lentamente e lentamente il sapore e il calore dolce di Liam mi inondavano il corpo e il cuore.
Mi abbandonai a lui e non lo fermai nemmeno quando sentii il suo palmo sinistro percorrere con ardore tutta la mia schiena, fino alla coscia e poi al bordo del vestito che alzò leggermente, lasciandomi piccole carezze sulla pelle.
Sarei rimasta così per tutta la vita se non fosse stato per l’acqua che ricominciò a bollire furiosamente, traboccando dalla pentola e sfrigolando sulla base caldissima del fornello.
Aprii gli occhi di scatto e mi allontanai velocemente, strillando, spegnendo immediatamente il fuoco per evitare il peggio.
-Liam togli il sugo altrimenti brucia!
Esclamai nel panico, intanto che scolavo la pasta e pregavo che non fosse diventata di gomma.
Il mio ragazzo quindi cacciò un urlo e spense tutto in tempo, per fortuna, salvando il nostro pranzo.
Presi rapida due piatti dalla credenza e li riempii di pasta; poi servii tutto in tavola.
-Cavoli Liam, meno male ce ne siamo accorti.
Borbottai, sbuffando, mentre mi sedevo.
Lui, di tutta risposta, mi lanciò un’occhiata maliziosa e disse:
-Peccato però…c’è sempre qualcosa che ci interrompe…
A quell’affermazione avvampai violentemente, pensando a cosa sarebbe potuto succedere dopo, a tutte le volte in cui eravamo stati “interrotti” e infine…ripensai alla sua mano sulla mia gamba. Mi sembrava quasi che bruciasse a quel contatto.
-Ma dai!
Sussurrai agitata, intanto che la mia mente viaggiava, viaggiava, viaggiava…
Mi riscossi solamente quando sentii Liam sporgersi un po’ dal suo posto e posarmi un bacino leggero sulla guancia rossa.
Lo guardai imbarazzata, ma lui mi fece l’occhiolino.
 
Il primo pomeriggio passò bene e tranquillamente. Appena finimmo di mangiare, mettemmo a posto e pulimmo tutto.
Siccome non sapevamo cosa fare, guardammo prima un po’ di televisione, mezzi sdraiati sul divano, sintonizzati sui classici cartoni stupidi delle due e io riuscii anche ad addormentarmi.
Mi svegliai verso le quattro, di scatto, trovando anche Liam che sonnecchiava, completamente appoggiato sulla mia spalla destra. Ridacchiai leggermente e lo guardai un attimo, godendomi la sua espressione buffa, le labbra leggermente aperte e la fronte un po’ corrucciata.
Era divertente guardarlo dormire, mi sembrava seriamente un orsetto.
Gli accarezzai un pochino i capelli e in quel momento, a poco a poco, aprì gli occhi con pigrizia.
-Mi sono addormentato…?
Mormorò con voce roca, stravaccandosi ancora un po’ sui cuscini dietro la sua schiena (e su di me).
-Ci siamo addormentati tutti e due!
Dissi con una mezza risata, scompigliandogli il ciuffo ormai non più tanto ordinato.
Liam brontolò qualcosa che non capii e poi si avvicinò, sbuffando, abbandonando il suo viso sull’incavo tra la spalla e il collo. Piagnucolò qualcosa del tipo “Io dormirei tutto il giorno!” e poi sorrise contro la mia pelle, facendomi arrossire non poco.
-Ma dai Liam! Sei proprio uno sfaticato!
Esclamai scrollandolo un po’.
Lui cacciò una serie di urla di protesta e si giustificò:
-Eh ma d’estate c’è caldo, ci si stanca di più…E poi non si ha voglia di fare niente.
Concluse soddisfatto, sistemandosi bene.
-Ti ricordo che non sono un materasso.
Sbottai divertita, facendo finta di soffocare.
-Esagerata…
Sussurrò piano, mugulando pigramente.
Rimasi un po’ così a pensare e poi mi venne un’idea.
-Liam! Ora ti propongo una cosa geniale!
Esclamai tirandomi un po’ su.
Il mio ragazzo si sollevò disperato su un gomito e mi guardò come per dire ”Non so se voglio ascoltare quello che hai da dire”.
Io lo ignorai e sorrisi raggiante.
-Visto che hai detto che fuori c’è caldo e non ci si può stare, che ne dici se rimaniamo un po’ in casa e facciamo i compiti di letteratura??
Appena finii la frase, vidi i suoi occhi spalancarsi di terrore e la sua espressione diventare un misto tra la disperazione e la rassegnazione. Dopo di chè si alzò velocemente e cominciò a scuotere la testa.
-No Annie! No! Neanche per sogno! Io i compiti comincio a farli ad Agosto, se va bene!
Sbraitò lui sconvolto.
Io feci spallucce con un sorrisetto e lo guardai, con aria innocente.
-Infatti, meglio no? Così li facciamo insieme e tu te li togli subito.
Conclusi soddisfatta, alzandomi contenta e battendo le mani.
Liam a quel punto si inginocchiò sul tappeto e con le mani mi tirò disperatamente il bordo del vestito.
-Ti prego, Annie. TI PREGO! Ti supplico, in ginocchio.-cominciò con occhi imploranti- Ti ho accompagnata al supermercato e poi anche dal panettiere (per fortuna c’era Harry)…Per cui veramente, i compiti di letteratura non posso reggerli.
Disse alla fine, facendo finta di mettersi a piangere come un bambino, scatenando la mia ilarità.
-Dai, prima iniziamo e prima finiamo! L’hai detto anche tu stamattina- e mi chinai un poco su di lui, appoggiando le mani sulle sue guance- Poi ordiniamo la cena, sarà divertente!
-Nononono…-cominciò a ripetere il mio ragazzo scuotendo la testa disperatamente- Per il cibo sono d’accordo ma per il resto…Per piacere risparmiami questo altro secondo Inferno!!!
Scoppiai a ridere per le sue reazioni, non riuscivo davvero a prenderlo sul serio quando faceva così. Era proprio un bambino.
Avvicinai il mio viso al suo e gli sussurrai, a fior di labbra:
-Vado a prendere il libro.
E mi allontanai trotterellando, su per scale, intanto che lo sentivo mormorare, ancora un’ultima volta “No…”
 
-Bene Liam! Sei pronto?
Domandai allegra, una volta che mi sistemai sul tavolo, con libri, fogli e biro per entrambi.
-Assolutamente no.
Sbottò lui, rifiutandosi di sedersi accanto a me.
Io ridacchiai qualcosa e gli feci segno di accomodarsi. Ormai avevo deciso che si sarebbero fatti i compiti di letteratura, punto e basta.
E poi non è necessario farli tutti…solo qualche esercizio.
Pensai sicura, annuendo.
-Forza Liam, vedrai che sarà interessante.
Dissi con un sorriso, osservandolo che si sedeva con aria sconsolata.
-Anche in vacanza mi rompi le scatole con questa roba…
Protestò piegando il labbro inferiore all’ingiù e inclinando le sopracciglia, disperatamente.
Scossi la testa, facendogli notare che la letteratura era molto importante (oltre ad essere bellissima), intanto che aprivo il libro e consultavo il foglio dei compiti estivi che la prof Count ci aveva assegnato.
-Saremo gli unici a farli, questi esercizi.
Sbottò il mio ragazzo, incrociando le braccia al petto e gettando indietro la schiena.
-Meglio-risposi io, con una punta di soddisfazione- Così la prof ci premierà a dovere.
-Ma se è strettissima di voti!
Esclamò scioccato lui, facendomi ridere.
In effetti non ha tutti i torti…
Pensai divertita, sfogliando il libro.
Finalmente trovai la pagina e cacciai un urletto contento.
-Ecco! Guarda Liam, dobbiamo leggere un brano!
Esclamai guardando velocemente un breve testo, che occupava una pagina e mezzo.
-Tanto peggio di così…
Boffonchiò sarcastico, guardandomi storto.
-Non facciamo gli esercizi, lo prometto. Per oggi, leggiamo solamente.
Sottolineai, guardandolo di sottecchi.
Liam sbuffò e mi fece gesto di cominciare. Così spostai il libro grande e rosso in mezzo e lo invitai a seguire con me.
-Bene, questo testo è di…Oscar Wilde tratto da “Il ritratto di Dorian Gray”, un classico.
-L’ho già sentito.
Commentò il mio ragazzo, facendomi ridacchiare.
-Sì, è “piuttosto”  famoso.
Gli raccontai brevemente la storia, di come il protagonista si fosse talmente innamorato della sua bellezza e divenne così ossessionato dalla giovinezza, da dare tutta la sua anima, pur di rimanere perfetto per tutta la vita.
-Sai, Dorian Gray era un giovane di vent’anni molto bello- dissi con un sorriso- Biondo, riccio, con dei tratti anche piuttosto femminili. Alto e forte…
-Proprio come me!
Esclamò Liam, interrompendomi e facendomi ridere.
-Più o meno, a parte i capelli…
Detto questo gli scompigliai il ciuffo castano, ricevendo da parte sua un’occhiata malefica.
-E poi? Come finisce il romanzo?
Mi domandò , stupendomi.
-Dorian Gray rimane giovane e bello, mentre “racchiude” dentro un suo ritratto (che gli aveva fatto un amico) la sua anima, che invecchia al posto suo.-risposi cercando di ricordarmi la storia- Lui si abbandona ad ogni sorta di vizio, arriva anche ad uccidere, e il quadro intanto si consumava e diventava orribile e grottesco. Un giorno Dorian lo tira fuori e ne rimane sconvolto; decide così di distruggere il suo ritratto ma, quando con un pugnale lo squarcia, il protagonista di colpo invecchia e muore, mentre il quadro ritorna al suo antico splendore.
Conclusi affascinata, da quanta genialità Oscar Wilde aveva messo in quella sua opera.
-Wow.
Commentò Liam solamente, osservando il brano che dovevamo leggere.
-E questo di cosa parla?
Mi chiese, infatti, indicandolo.
-Non lo so, leggiamolo.
Dissi sorridendo, concentrandomi subito dopo sul testo, che descriveva il momento in cui Dorian Gray vedeva per la prima volta il suo ritratto magnifico.
-Curiosa come storia.
Osservò Liam, quando finimmo di leggere.
-Sì, hai ragione, è particolare- cominciai pensierosa- Tu cosa ne pensi?
Vidi il mio ragazzo che ci pensava un po’ su, seriamente, e rimanemmo qualche minuto in silenzio.
-Beh, direi che Oscar Wilde ci ha preso in pieno, no?
Sbottò alla fine, grattandosi il mento.
-In che senso?
Gli domandai incuriosita, appoggiando il capo sulla mano.
-Nel senso che…Tutti vorremmo rimanere giovani per sempre. Restare forti e freschi, perché il periodo più bello, alla fine, è quello che stiamo vivendo noi adesso e sappiamo che purtroppo dura poco, si sciupa.
Sorrisi annuendo.
-Giusto.-mormorai pensando- Però, Oscar Wilde, secondo me, ci vuole anche insegnare che non bisogna aggrapparsi troppo alla giovinezza e nemmeno ai vizi, perché questo può portare alla morte e alla distruzione dell’anima. Fuori puoi essere bello quanto vuoi, ma se dentro stai marcendo e lasci posto alla malvagità e alla menzogna, allora puoi essere sicuro che non andrai molto lontano.
Liam mi fece un gesto di consenso e un piccolo applauso.
Io mi misi a ridere mentre lui diceva “Brava, bel ragionamento profondo.” e io rispondevo con un “Grazie” e un inchino.
-Pensa che Oscar Wilde non aveva l’obiettivo di insegnare con le sue opere d’arte; egli stesso diceva che “L’Arte è piuttosto inutile”…ma non penso sia così!
Osservai, mentre leggevo qualcosa del suo pensiero e della sua biografia.
-Non capisco.
Borbottò Liam confuso.
-Wilde dava più importanza alla forma- continuai per spiegargli- che al contenuto…” L’Arte per l’Arte”, diciamo così. In realtà, lo hai visto anche tu, lui ci insegna e ci dice tanto. Esalta la bellezza e lo spirito giovanile, ma parla anche dell’anima dell’uomo, della sua corruzione e della sua profondità.
Il mio ragazzo annuì, alla fine, e mi disse che, stranamente, quel testo gli era piaciuto.
-Bene! Sono contenta!- esclamai con un sorrisone, molto entusiasta- Anche perché questo poeta parla di un valore che, ora come ora, conta tantissimo…Nel senso, spesso si da più importanza a come uno appare no? Invece di pensare a quello che una persona ha dentro…
E lasciai la frase in sospeso, distogliendo lo sguardo la quello di Liam.
-Non sempre.
Replicò subito lui, convinto.
-La maggior parte delle volte, Liam.
Sbottai leggermente innervosita, intanto che chiudevo di scatto il libro e raccoglievo tutto.
-Sì- continuò lui imperterrito- Però, lo hai detto anche tu prima, dopo un po’ ci si rende conto di come è fatto davvero qualcuno, giusto?
Io non dissi niente, solo mi girai un attimo e lo scrutai negli occhi, cercando di capire se quello che stava dicendo lo pensava seriamente o era solo per farmi piacere.
Poi gli sorrisi leggermente e lasciai cadere il discorso, salendo le scale e andando in camera per mettere a posto tutti i libri, che ormai non servivano più.
 
Era incredibile quanto velocemente passassero le ore in vacanza. Si stava così bene e in tranquillità che quasi non ci accorgeva che il tempo trascorreva eccome!
Inoltre le giornate si erano fatte più lunghe e noi ci ritrovammo alle sette in un batter d’occhio, senza nemmeno rendercene conto.
Prima con i compiti della prof Count, poi con i vari piccoli impegni (io riordinai la stanza, Liam mise a posto la valigia e andò a prendere alcune cose a casa), non mi accorsi che dovevamo anche prepararci da mangiare, se non volevamo morire di fame.
Per fortuna il mio moroso tornò presto, per cui mi feci aiutare ad apparecchiare e ad ordinare la pizza: margherita per me e per lui con i wurstel.
E mentre divoravamo tutto, squillò disgraziatamente il cellulare, così mi alzai da tavola come un fulmine e andai a prenderlo in salotto.
Pensavo che si trattasse di qualcuno di interessante, invece erano solamente i miei genitori.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo mentre ritornavo in cucina, dove Liam mi aspettava incuriosito.
-Pronto?
Dissi senza troppo entusiasmo.
-Annie! Ciao!
Sentii dire dall’altra parte da un coro di voci.
Strabuzzai gli occhi ed esclamai:
-Ma chi c’è lì?? Quanti siete?
E scoppiai a ridere…Finalmente sentivo i miei nonni!
Infatti dopo poco mio papà me li passò e li salutai contenta, raccontandogli delle vacanze che avevo fatto con i miei amici, del mare e dell’estate ancora lunga che mi aspettava.
Mi sembrarono contenti anche loro di sentire “la loro nipotina” , e devo dire che mi dispiacque molto quando dovetti salutarli. Questo ovviamente non valse per mia mamma, che ricominciò a blaterare come quella mattina.
E urlava così tanto che anche Liam poteva sentirla, infatti si alzò da tavola se si affiancò a me, facendomi ridacchiare.
-Cosa ridi?
Mi chiese allora lei, incuriosita.
-Niente, niente…
Stavo per rispondere io, ma il mio ragazzo, all’improvviso mi prese il telefono di mano e disse:
-Ciao Lauren!!!
Io sgranai gli occhi e spalancai la bocca, cominciando a gesticolare di mettere subito giù, o ridarmi il telefono o di cucirsi quella bocca.
Lui, invece, mi guardava dall’alto con aria di superiorità e cominciò a parlare con mia madre che, evidentemente, aveva tanto da raccontargli.
Mi misi le mani tra i capelli quando capii che gli stava chiedendo di stasera e io lo implorai ,con il labbiale, di non dire niente, assolutamente niente. Ci avrei pensato io.
-Aspetta Lauren, tua figlia ti vuole parlare…
Disse Liam in modo sbrigativo, con un sorrisetto rivolto a me, lasciando tutta la situazione da risolvere.
-Mamma!
Esclamai leggermente tesa, appena “quell’essere infame del mio ragazzo” mi passò la chiamata.
-Annie! Che ci fa Liam in casa tua…nostra?!
Strillò lei, che sembrava più tesa di me.
Io sbuffai e cercai di darmi una calmata, provando a sembrare il più naturale e rilassata possibile.
-Niente, abbiamo mangiato insieme e…
-Ma si ferma a dormire??
Mi interruppe lei, con una punta di severità nella voce. Come se non bastasse poi, sentii mio padre sotto che chiedeva qualcosa.
A quel punto guardai Liam in cagnesco e gli feci segno che l’avrei ucciso da lì a poco.
-Ma no, mamma, no…Dopo arrivano gli altri! Non ti preoccupare!
Sbraitai esasperata, alzando gli occhi al cielo.
Mamma mia come sono antichi…!
Pensai sconvolta, intanto che le spiegavo che saremmo andati fuori tutti assieme e poi sarei tornata a casa da sola.
Liam, durante tutta questa conversazione, invece, non faceva altro che prendermi in giro e ridere come un matto, divertito evidentemente, dalle mie facce terrorizzate.
-Annie fai la brava!
Sentii urlare la classica frase di mio papà, dall’altra parte del telefono.
-Ma sììì!!!-esclamai coprendomi gli occhi con una mano- Cosa volete che succeda??
Domandai poi, ironicamente, cercando di tagliare e chiudere la conversazione.
Andò avanti per un po’, con una serie di raccomandazioni che mi fecero venire il mal di testa e “il latte ai gomiti”; alla fine però si stufarono anche loro e mi salutarono cento volte, prima di buttare giù la chiamata.
A quel punto strinsi il telefono tra una mano, spegnendolo, e poi lo sbattei forte sul tavolo.
-Liam!!!
Sbraitai esasperata, gesticolando furiosamente.
A quella mia reazione vidi che sussultava e poi mi guardava di sottecchi, con aria innocente.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?? Quelli potrebbero presentarsi nel bel mezzo della notte per accertarsi che tu realmente non ci sei!
Esclamai poi, anche con una punta di preoccupazione.
-Esagerata…
Cercò di commentare lui, ma una mia espressione particolarmente dura lo bloccò.
-Tu non li conosci…anzi sì! Li conosci! Dovresti saperlo come sono, anche dalla fatica che ho fatto per convincerli a venire in vacanza con te…con voi!
Dissi ancora, con enfasi.
Lui rimase zitto e immobile al centro della cucina, guardandomi e basta.
Io, invece, dovevo sbollire tutta la rabbia, per cui mi misi a sparecchiare velocemente e a ripulire tutto.
Non capivo perché e come gli fosse venuto in mente di fare una cosa del genere. I miei non apprezzavano e non approvavano certe cose tra morosi…non avevano nemmeno capito che io stavo crescendo e che comunque non ero più una bambina.
Sinceramente, da quando stavo con Liam, mi sentivo molto più donna e sentivo di essere cambiata (ovviamente in meglio)…Ero sempre la stessa ragazza matta che tutti conoscevano, ma capivo cose che prima non comprendevo e avevo scoperto cose che per me erano sconosciute.
Ma non solo io, tutti i miei amici stavano crescendo e di questo ero contenta, perché voleva dire che gli uomini e le donne che erano dentro di noi si stavano formando seriamente e che ci stavamo costruendo, da soli, una nostra personalità.
-Se vuoi…
Mormorò Liam finalmente, intanto che finivo di risciacquare gli ultimi piatti dopo un po’, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Se vuoi…io posso andarmene…Se ti creo confusione, mi dispiace.
Concluse alla fine, sentii, con una punta di tristezza.
Io sussultai e mi girai di scatto, con la spugna in mano, schizzando acqua e schiuma del detersivo da tutte le parti.
Lo guardai a bocca aperta, intanto che lo osservavo sedersi e guardarmi serio.
Trovai per cui, il coraggio di scuotere la testa e dire:
-Ma Liam…cosa dici?- balbettai qualcosa e poi cercai di darmi un contegno e riordinare la frase- Non voglio che tu te ne vada, assolutamente! Tu non sai quanto sono felice che tu sia qui con me.
Conclusi alla fine, quasi sussurrando.
Lo vidi sorridere timidamente e mormorare un “Ok…” flebile, ma che mi convinse.
Per cui mi rivoltai, sollevata e finii di fare quello che stavo facendo.
E appena mi tolsi i guanti di gomma giallo evidenziatore e mi appoggiai un attimo al lavandino, avvertii due braccia grandi circondarmi la vita e stringermi, intanto che un petto caldo si appoggiava piano alla mia schiena.
-Scusa Annie. Non volevo farti arrabbiare.
Mi sussurrò poi Liam nell’orecchio destro, facendomi arrossire.
Sospirai un attimo, cercando di mantenere la calma (insomma, un abbraccio è sempre un abbraccio!) e appoggiai le mie mani sulle sue, scuotendo piano la testa.
-Ma no…anzi, hai fatto bene a dirlo, così almeno abbiamo una scusa se vengono a sapere qualcosa...E poi ci hanno creduto.
E risi piano, chiudendo gli occhi un attimo, perdendomi in quel momento così bello. Poi mi girai piano verso di lui e lo guardai negli occhi per un secondo, prima di avvampare e sciogliermi dall’abbraccio.
-Cosa facciamo ora?
Domandai dopo poco, avviandomi verso la sala, cominciando a chiudere le imposte e poi la porta d’ingresso.
Quando tornai indietro, Liam era già disteso sul divano che guardava un programma assurdo, così provai a stare un po’ lì con lui, ma siccome dopo un po’ ci annoiammo, decidemmo di spegnere la televisione.
-Ma perché non c’è mai nulla di decente da guardare??
Borbottai sbuffando, alzandomi dal divano e dirigendomi in cucina per bere un po’ di succo di frutta.
Non feci particolarmente caso alla risposta assente del mio ragazzo e bevvi tranquillamente la bibita fresca; ma quando mi girai e lo vidi appoggiato sullo stipite della porta che mi osservava, mi bloccai e lo guardai stupita, con un mezzo sorriso.
-Che hai Liam? Perché mi guardi così?
Gli chiesi inclinando la testa di lato e appoggiando contemporaneamente il bicchiere vuoto sul ripiano.
Lui, di tutta risposta, si raddrizzò un poco e incrociò le braccia al petto.
-Ritornando al discorso di oggi…Tu lo sai, vero, che la bellezza oggi come oggi è praticamente divinizzata…però è soggettiva.
Disse poi, solamente, scrutandomi con attenzione.
Io rimasi un secondo a bocca aperta, visto che non era esattamente la risposta che mi aspettavo, per poi replicare:
-Certo, ma…Questo cosa c’entra?
Ci fu un attimo di silenzio, ne quale cercai di capire dove volesse andare a parare, ma nella mia testa c’erano solo grossi punti di domanda e una fitta nebbia.
-Ci sono cose, però, che sono belle incondizionatamente, e gesti e parole che non possono non essere guardate e viste con occhi diversi.
Mormorò dopo poco, con un sorriso dolce sulle labbra, così come non ne avevo mai visti.
Balbettai qualcosa di incomprensibile, sempre più confusa e cercai di dire qualcosa, venendo però interrotta di nuovo.
-E se io ti dicessi che queste cose, questi gesti e queste parole che amo infinitamente riguardano tutte te…Probabilmente non ci crederesti.
Sussultai, sbalordita da quello che mi stava dicendo e socchiusi solamente la bocca, completamente senza parole.
Ma perché tirava fuori quelle frasi proprio in quel momento?
E poi come mai rispondeva alle mie domande con altre domande o con cose che non avevo chiesto?
A cosa stava cercando di arrivare?
-Tu forse non hai ancora capito cosa mi fai sentire- sbottò poi lui, avvicinandosi un poco- Tu forse non hai ancora capito che io sono qui per te, che sono così perso, così innamorato di te che mi sento in un altro mondo, in una sfera di vita addirittura al di sopra. Mi sento così bene, che a volte ho paura che tu possa andartene via, e sfuggirmi dalla mani. E io lo so che tutte queste cose non le capisci, perché non credi in te stessa, non ti dai valore abbastanza…Io so che ti stai solo nascondendo e che nella tua testa c’è una gran confusione…Ma io voglio solo vederti per come sei e fare in modo che tu sia mia e solo mia.
Sgranai gli occhi e rimasi immobile, con le braccia lungo i fianchi, completamente colpita e commossa da quanto Liam mi stava dicendo. Stava parlando con il cuore in mano, lo sentivo da come a volte la voce si inclinava e sospirava per trovare il coraggio di dire tutto quello che aveva in mente.
-E come posso fartelo capire?-riprese velocemente- Come posso farti capire che tu sei bellissima e che sei perfetta per me, e io sono così contento di essere qui solo con te, non potrei desiderare altro, perché io e te…
E si interruppe guardandomi fissa nei miei occhi, che sentivo brillare, per poi sospirare pesantemente e passarsi una mano tra i capelli con un gesto secco.
-Perché sei tu, accidenti, sei tu
E mentre mormorava questo si avvicinò di scatto a me con due grandi passi, mi prese il viso tra le mani e mi baciò come mai aveva fatto.
Non avevo capito molto dell’ultima frase.
Non avevo capito cosa ero io.
Non sapevo nemmeno cosa avrei potuto rispondere a certe dichiarazioni.
Ma mi rimase poco tempo per pensare a cosa dire, perché sentii le braccia di Liam circondarmi la vita e attirarmi a se, come se avesse timore che sgusciassi via o che mi staccassi da lui, ed era l’ultima cosa che avrei voluto fare, perché non potei resistergli e lo abbracciai forte anche io, dietro al collo, cercando di trasmettergli tutta la mia gratitudine.
Avrei voluto dirgli grazie per tutto quello che mi aveva detto.
Grazie per avermi capita.
Apprezzata.
Amata.
Come mai nessuno aveva fatto e avrebbe potuto fare.
Ma le parole non sarebbero bastate comunque, perché lui, noi, tutto…Erano meglio delle parole.
Avvertii il bacio farsi sempre più intenso e trasportante e mi abbandonai alle sue labbra e poi al suo corpo forte e caldo, quando mi spinse contro il muro della cucina e avvicinò ancora di più i nostri bacini, sospirando pesantemente, facendomi perdere la testa.
Le mani grandi di Liam scesero piano lungo tutto il mio petto, fino alla vita e poi mi afferrarono le gambe, alzandole, facendole avvinghiare con foga ai suoi fianchi, intanto che con le labbra scendeva lungo la curva della mia gola, per poi spostarsi ai lati del collo, sfiorandomi con il naso, lasciando lunghi respiri suadenti che mi fecero venire la pelle d’oca.
Provai a dire il suo nome, non sapevo esattamente il motivo, ma tutto quello che mi uscì fu un mormorio strozzato da un bacio particolarmente languido che il mio ragazzo mi lasciò vicino all’attaccatura dei capelli.
Mi aggrappai, così, forte alle sue spalle grandi e premetti il mio busto sul suo, non appena avvertii la pelle sotto la sua bocca bruciare e diventare incredibilmente calda, come se tutto il sangue si fosse concentrato lì, così come il suo tocco delle mani scottava sulle mie cosce fresche, lasciate prontamente scoperte da Liam, che aveva spostato l’orlo del vestito all’indietro.
Sentii che mi sussurrava qualcosa che non afferrai, ma non aspettò nemmeno la mia risposta evidentemente, perchè spostò le sue braccia tese e toniche dietro la mia schiena e, non so con quale forza, capii che stava uscendo dalla cucina e saliva le scale velocemente, tenendomi sempre ben ancorata a lui.
Socchiusi un attimo gli occhi, quando per un secondo si staccò di un soffio dalla mia pelle, ormai in alcune zone rossa, e lo trovai che mi osservava anche lui, in uno sguardo che diceva tutto.
Forse in quel momento mi resi realmente conto della situazione, ma non ero spaventata, perché io lo amavo, amavo Liam sopra ogni cosa e se quello doveva essere la prova del nostro legame fortissimo…allora ero pronta.
Arrossii, mentre pensavo a queste cose, ma invece di fermarmi, gli presi il viso tra le mani, posandole sulla barbetta che mi piaceva tanto e lo baciai di nuovo, dischiudendo le labbra, dandogli tutto ciò che avevo.
E intanto che mi concentravo su ogni piccola cosa, sul battito del mio cuore e sul suo respiro caldo, sentii Liam posarmi con i piedi per terra e chiudere la porta della mia stanza alle nostre spalle.


CIAO RAGAZZE!!!
Non ci credo nemmeno io che SONO RIUSCITA FINALMENTE AD AGGIORNARE!!!!!!!
SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!
Sono tanto contenta, finalmente ho messo il nuovo capitolo (spero atteso e desiderato) ;)
Comunque, devo dirvi tante cose.
1- Scusatemi (ovviamente, in primis) per il mio RITARDO GALATTICO, un mese se non di più.
2- Ci sono stati dei problemi con il computer, per un periodo enorme non ho avuto internet e il wi-fi...TRAGEDIAAAAAAA!!!
3- Ammetto che ci sono stati dei ripensamenti...Per un po' non ho più scritto, è vero, per vari motivi legati al mio stato d'animo...per cui ero propensa a piantare la storia.

...MA!!! Quando ho capito che stavo facendo, come dire, una cazzata (concedetemi il termine) mi sono rimessa subito al lavoro.
4- Sono molto soddisfatta del capitolo, ci ho messo tutta me stessa, davvero, i più romantici lo apprezzeranno, credo ahahahahaah xD
5- E' arrivato (per molti)
il MOMENTO TANTO DESIDERATO.........!!!!! Ammetto che mentre scrivevo l'ultima scena stavo per morire sulla tastiera e, ovviamente, non ho potuto approfondire perchè altrimenti dovevo cambiare il raiting (rosso ahahahahah xD)
Quindi, alla fine di tutta questa pappardella, spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto, se vi ha annoiate o vi ha entusiasmate...
Fatemi sapere quello che pensate, come sempre, davvero lo apprezzo sempre molto!
In conclusione
PROMETTO che con la storia andrò fino alla fine, lasciando perdere tutti i miei problemi da psicopatica, GIURO.
Il racconto non ne risentirà più! :)
L'unica cosa che potrebbe intralciarmi è ovviamente la scuola (bastarda)...ma anche questa deve essere considerata se voglio uscire FINALMENTE dalla quinta!!!
Detto questo VI SALUTO!!!!

RINGRAZIO SEMPRE CHI RECENSISCE E CHI, NONOSTANTE TUTTO, CONTINUA A SOSTENERMI E LEGGERE LA MIA STORIA...PRATICAMENTE INFINITA ahahahaahaah xD (devono succedere ancora tante cose!)
BACIONI!!!
<3<3<3
Come sempre, la vostra Annina :)
  
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