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Autore: xlovesharoldo    14/03/2014    6 recensioni
Ridacchiai quando una strana scena si fece spazio nel mio cervello.
- Mi ricorda Titanic. – ammisi.
Mi stampò velocemente un bacio sulle labbra, ridendo poi da solo. Lo guardai divertita, mentre scuoteva la testa. Le sue dita passarono nei miei capelli, togliendoli dal mio viso.
- Dove la porto signorina? – sorrisi come non mai. Strinsi forte la sua maglia fra le mie dita.
- Su una stella. – indicai il cielo.
Ridemmo insieme, riportando esattamente le parole del film. Non riuscivo a credere che così tante persone fossero morte così, nel gelo delle acque dell’Atlantico. Non credevo nemmeno di essere lì, in quel momento.
- Non credo di poterti portare su una stella. – sussurrò dispiaciuto. Passai le mie mani dietro la sua schiena, abbracciandolo forte.
- E allora portami con te, ovunque andrai.
*
Quale amore, meglio di quello che nasce sulle acque dell'oceano?
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TRAILER : https://www.youtube.com/watch?v=qhZTHAsTO34
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



Richiusi la porta del bagno, buttandomi poi sul letto di schiena.
- Noi allora andiamo nel centro benessere. – mi annunciò per l’ennesima volta zia Lucia. Annuii, tenendo gli occhi chiusi. Sentivo un leggero mal di testa, provocato ovviamente da tutte quelle chiacchiere inutili che le mie zie dovevano fare durante il pranzo.
- Sei sicura di non voler venire con noi? – chiese zio Giulio. Sbuffai infastidita.
- Si zio, sicurissima. –insistevano perché si sarebbero presentati anche altri loro amici conosciuti sull’imbarcazione, tra cui il famoso Mario, che avevo scoperto essere l’uomo che aveva aiutato Niall a farsi capire dai miei parenti.
- Va bene, allora noi andiamo. Fai la brava. – evitai di protestare ancora su questo punto. Per loro sarei stata sempre una bambina. Dopo varie e solite raccomandazioni mi lasciarono finalmente da sola. Presi l’Ipod dallo zaino, infilandomi le cuffiette nelle orecchie. Mi collegai alla rete Wi-Fi, accedendo a Youtube. Mi guardai giusto un paio di video delle mie Youtubers preferite, per poi mettere in ripetizione il nuovo album delle Little Mix.
Spesso, quando i miei compagni venivano a sapere che ascoltavo la maggior parte del tempo musica commerciale, mi guardavano schifati, ma non mi importava, avevo imparato a ignorarli e loro avevano imparato a ignorare me. Mancò davvero poco che non mi addormentassi lì, su quel letto, alle due del pomeriggio. Riuscii a sentire alcuni colpi alla porta nonostante il volume relativamente alto, lo abbassai subito. Non mi preoccupai nemmeno delle mie condizioni, andando ad aprire e poi ritornando stesa sul letto. Aprii gli occhi solo quando sentii il materasso muoversi, qualche secondo dopo. Sorrisi a Niall, mettendo in pausa la canzone. Si sporse verso di me: richiusi gli occhi mentre le sue labbra incontrarono la mia guancia accaldata.
- Non avevi detto che eri impegnato questo pomeriggio? – gli chiesi, girando la testa verso di lui. Infilò una mano sotto il collo, guardando il soffitto.
- Abbiamo rimandato: piove. – mi girai verso la finestra, notando il cielo nero. – Che facciamo? – trattenni una risata, ricordandomi che Niall era un ragazzo attivo e da tenere impegnato.
- Se piove non voglio uscire. – dichiarai. Non volevo ammalarmi proprio in quei undici giorni di libertà. Da quando hai cambiato opinione su questo viaggio, Marta? Il biondo annuì, aggrottando la fronte.
- Non ho voglia di andare alle piscine. – non c’avevo nemmeno pensato, meglio così. – Non ho nemmeno voglia di guardare un film.
- Ok. – mi adeguai. Non che avessi voglia di vedere la televisione. Sospirò.
- Sinceramente non ho voglia di fare niente. – disse alla fine. Sorrisi, tornando a guardarlo.
 -E allora non facciamo niente. – lo accontentai. Ogni tanto ritenevo necessari dei momenti di relax, di silenzio. Non credevo fosse possibile con un individuo come Niall ma dovetti ricredermi, anche al folletto dell’Irlanda serviva ricaricare le batterie.
Restammo in silenzio per un po’, ognuno nei suoi pensieri. Smanettò qualche minuto con il suo cellulare, per poi metterlo da parte e chiudere gli occhi. Posai l’iPod e le cuffiette accanto agli occhiali sul comodino, attenta a non fare troppo rumore. Seguivo il suo respiro, osservandolo con la coda dell’occhio. La consapevolezza di provare qualcosa per quel ragazzo era sempre più forte. L’ultima volta che ero stata insieme a qualcuno era stata alle medie, nulla di particolare, la solita storiella di qualche settimana. L’ultima cotta risaliva all’incirca all’inizio delle superiori. Non mi ritenevo fortunata sotto questo punto di vista, non cercavo nessuno in particolare e i ragazzi non cercavano nessuno in particolare in me.
Mi alzai, facendo il giro del letto. Aprendo il primo cassetto del comodino dalla sua parte, tirai fuori il libro, tornando poi sul letto. Mi stesi perpendicolarmente al biondo, poggiando la schiena sulla testiera. Niall teneva ancora gli occhi chiusi, ma non sembrava dormire, sembrava più rilassarsi, come se non lo facesse da tempo. Gli alzai la testa, poggiandola sulle mie cosce: non sapevo se fossero comode oppure meno, ma speravo di si. Incalzai gli occhiali e aprii il libro dove avevo lasciato il segnalibro, infilando l’altra mano nei suoi capelli. Mugolò, sistemandosi sulle mie gambe e avvicinando la testa alla mia mano. Mi fece una tenerezza assurda, così cominciai a passare le dita nella sua chioma bionda.
Un’oretta dopo, Niall dormiva da un pezzo e io ero arrivata già a buon punto con la mia lettura. Sentii una vibrazione e mi sporsi verso il mio comodino. Però non era il mio cellulare. Infatti notai quello del biondo proprio accanto a lui, sulle lenzuola: lo schermo era illuminato da una foto di Zayn piuttosto buffa, accompagnato dalla scritta ‘Zay. Lo presi, indecisa sul da farsi. Feci passare lo sguardo tra Niall e il cellulare più volte, decidendo poi di rispondere per lui.

- Pronto?! – sussurrai. Sentii uno strano silenzio dall’altra parte, controllai perfino se non avessi chiuso la chiamata invece di aprirla.
- Martha? – chiese Zayn dall’altra parte. Guardai di nuovo il biondo, continuando a far passare la mia mano fra i suoi capelli.
- Si. – risposi lievemente. Sentii il bisogno di spiegargli perché avessi risposto io. – Sta dormendo. – sembrai rispondere a una sua domanda silenziosa perché sospirò di sollievo.
- Ok, allora poi gli potresti dire che per stasera è tutto ok?mi chiesi più volte cosa intendesse, poiché non sapevo che Niall dovesse fare qualcosa di importante stasera.
- Si, certo. – dissi titubante. Mi ringraziò. – Scusa se ho risposto io.
- Figurati. Anzi, grazie. Ci vediamo. – non capii pienamente il senso di quel grazie, ma non lo potei sapere perché chiuse subito dopo, lasciandomi con il dubbio.
Fissai il ragazzo per un tempo indefinito, studiando attentamente il suo volto e il suo corpo. Ripresi a leggere quando la mia mente mi impose di distogliere lo sguardo. Dovetti aspettare per un altro po’ prima che si svegliasse.
- Ciao. – mi salutò con voce roca e bassa, passandosi il braccio sugli occhi. Gli sorrisi, accarezzando la sua testa con la mano. Sorrise anche lui, guardandomi dal basso. – Tu e le tuo coccole, mi avete fatto rilassare alla grande. – avvampai, facendolo ridacchiare.
- Ha chiamato Zayn. – feci una smorfia, aspettando una ramanzina sul fatto che avessi risposto al posto suo, ramanzina che non arrivò. Sembrò pensarci su, chiedendomi poi cosa avesse detto. Riportai le sue esatte parole e vidi il suo viso illuminarsi. Si tirò su a sedere di scatto, girandosi verso di me.
- Hai impegni stasera? – alzai un sopracciglio. Scossi la testa, era ovvio che non ne avevo. Mi sorrise ancora di più, facendo aumentare a mille la mia curiosità. – Allora dopo cena vieni con me. Questa volta prometto che saremo a letto entro mezzanotte.
Annuii, stendendo mentalmente una possibile lista di cosa che avremmo potuto fare. Mi aveva invitata, di nuovo. Allora anche quello di qualche ora prima era un appuntamento? Cosa dovevo aspettarmi? Dio solo sapeva quanto quel ragazzo mi mandasse in crisi: cosa avrei dovuto indossare?
Gli chiesi per distrarmi di raccontarmi del tour. Perdemmo un'ora su questo argomento, ma Niall sembrò non stancarsi mai. Era davvero contento, si capiva dal suo sorriso stampato in volto mentre ne parlava, i termini e gli aggettivi che usava. Ci divertimmo a commentare le sue foto sul telefono, passando così tutto il tempo che ci rimaneva per quel pomeriggio. Poco prima del tramonto lo accompagnai alla porta, salutandolo. Mi lasciò con molti punti di domanda in testa, un bacio sulla guancia e una frase: ‘vestiti elegante’. Andai in panico, correndo a farmi una doccia, imprecando ogni minuto contro il mio ciclo. Mancava tanto, poiché prima dovevo mangiare, ma usai tutto quel tempo in più per organizzarmi al meglio: preparai uno dei pochi vestiti che mia mamma mi aveva costretto a mettere dentro la valigia, poggiandoci vicino le Vans. Non avevo intenzione di mettermi né tacchi né niente di troppo elegante. Ero fatta così, preferivo cose comode e alla mano.
Tutto il ristorante si girò verso di me quando entrai in tuta e con i capelli ancora bagnati. Cercai di contenere il mio imbarazzo senza molto successo. Le mie zie erano probabilmente più agitate loro di me per quella sera. Sara mi chiese più volte se poteva venire anche lei, ma non sapevo nemmeno io dove saremmo andati, perciò dovetti spiegarle che non potevo portarla con me. I miei zii continuarono per tutta la cena a parlare della loro adolescenza e dei loro amici sulla nave. Se il mal di testa mi era passato il pomeriggio, avevo paura potesse ritornarmi presto.
Zia Claudia mi guardò male quando sotto al vestito floreale, misi le scarpe che avevo preparato. La fulminai con lo sguardo e alzò le mani in segno di resa, mentre mi seguiva perfino in bagno.

- Non c’è bisogno che mi stai appiccicata zia, non ho intenzione di truccarmi troppo. – le dissi, guardandola un po’ male dallo specchio. Per la prima volta in vita mia, stette zitta, facendomi segno di continuare come se lei non ci fosse.
Come avevo detto, non mi truccai tanto, leggermente più del solito, ma niente di esagerato. Asciugai i capelli in trecce, lasciando così un effetto ondulato almeno sulle punte. Non osai indossare gli occhiali quella sera, anche se probabilmente mi sarebbero serviti. La mia autostima non era proprio il massimo e quelli stupidi affari non mi aiutavano affatto. Sistemai il grande fiocco sulla parte davanti del vestito, chiedendomi se non avevo osato troppo. Mia zia mi spinse al petto la borsetta rosa che avevo preparato tempo prima, per poi cacciandomi letteralmente fuori dalla cabina.
Rimasi a fissare la superficie della porta chiusa per qualche secondo. Ero quasi sicura che fosse ubriaca. Mi incamminai ridendo verso il piano dei ragazzi. Non sapevo nemmeno che ore erano, sperai di non essere in ritardo. Ricevetti qualche occhiata maliziosa da alcuni camerieri, che ignorai palesemente, insultandoli in silenzio. Bussai alla sua porta, sistemandomi il vestito con una mano.

- Wow. – sentii. Alzai subito lo sguardo, trovando il riccio davanti a me. – Non sai quanto vorrei essere Niall in questo momento. – Non seppi se ridere oppure no, così gli sorrisi, imbarazzata da quello che la mia mente aveva percepito come un complimento. Alcune voci all’interno della stanza, si avvicinarono. Notai alcuni della crew dietro di lui, che alzarono la mano in segno di saluto. Sorrisi a tutti, mentre Harry mi fissava. Lo fissai anche io, con un sopracciglio alzato. Cosa dovevo fare? – Guarda che hai sbagliato cabina. – disse alla fine. Spalancai gli occhi, controllando il numero sulla porta. Non mi picchiai da sola per non sembrare più stupida di quanto mi ero dimostrata. Avevo sbagliato perfino di tanto, beccando per culo quella di Styles. Scoppiò a ridere alla mia faccia sconvolta mentre il mio cervello immaginava la prossima figura di merda.
Due porte più in là, un ragazzo uscì di schiena, sistemando la giacca a un altro ragazzo che lo seguì pochi passi indietro. Mi diedi di nuovo della stupida quando Liam e Niall ci notarono, ovviamente sorpresi. Harry urlò qualcosa dentro la cabina, chiudendo la porta dietro di sé. Mi mise una mano alla base della schiena, spingendomi verso di loro. Quando incrociai lo sguardo del biondo, mi incantai sui suoi occhi che nonostante avessi visto poche ore prima, mi sembravano già diversi e più luminosi. Indossava una semplice maglietta bianca e una giacca nera stile college. Lo vedevo come un Dio e me ne rendevo conto, cercando di controllarmi.
- Scusate. – mi rivolsi un po’ a tutti. Ero in anticipo, avevo sbagliato cabina e avevo alterato un possibile piano del biondo. Liam mi sorrise, squadrandomi dalla testa ai piedi. Mi sentii avvampare quando mi fece un occhiolino troppo sfacciato per i miei gusti.
- Sei stupenda. – si complimentò. Gli sorrisi mentre Harold rise piano accanto a me.
- Allora io vado, vedi di non perderti. – inaspettatamente mi salutò con un bacio sulla guancia, voltandosi poi per tornare nella sua cabina.
Sentivo lo sguardo di Niall bruciarmi sulla pelle, ma nonostante questo mi piaceva, mi piaceva avere il suo sguardo su me, come se il suo, fosse il giudizio più importante di tutti. Liam mi lasciò un bacio sulla fronte, augurandoci buona serata. Tremai quando Niall fece qualche passo verso me, accarezzandomi i capelli.
- Non ho parole davvero. – non mi importava, il suo sguardo parlava per lui e le attenzioni che mi regalava mi facevano sentire sempre bella.
Mi guidò verso la fine del corridoio, quando sentimmo un urlo. Ci girammo quasi in simultanea, vedendo Louis spalancare la porta della sua cabina e affacciarsi verso il corridoio. Alzai un sopracciglio divertita quando ci cercò con lo sguardo.
- Andiamo. – mi sussurrò all’orecchio il biondo. Annuii, continuando a osservare il moro che da lontano mi guardava ridacchiando. Tirò su due pollici e io mi girai sorridendo.
- Niente cose sconce! – sentimmo urlare da dietro di noi. Avvampai, mentre il biondo poggiandomi una mano sul fianco, scoppiò a ridere. Se avessi avuto più coraggio, sarei tornata indietro e avrei tirato un bello schiaffo sul coppino di Louis, invece l’unica cosa che sarei riuscita a fare in quello momento sarebbe stata correre via, ma ne avevo nessuna intenzione.
Scendemmo di qualche piano e incontrammo parecchie coppie di tutte le età, vestiti anche loro eleganti, dirigersi verso dove ci stavamo dirigendo noi. Quando mi apparve una targhetta con scritto ‘Royal Court Theatre’ capii che mi stava portando a vedere un’opera o uno spettacolo. Non ero mai andata a niente del genere, una volta andai a vedere un musical di Grease, ma niente superava il film. Gli sorrisi sincera, mentre dava il suo cognome a un addetto. Questo ci accompagnò gentilmente verso un palco non troppo lontano dal palcoscenico. Mi sedetti comoda su una delle due poltrone rivestite da un tessuto color oro, aspettando che Niall facesse altrettanto. Appena il cameriere, dopo averci offerto un bicchiere di vino, se ne andò, chiudendo la porta, lanciai la borsa da qualche parte, affacciandomi sulla platea. La gente pian piano, prendeva posto, popolando la sala. Il biondo rise alla mia reazione, mi girai ancora esaltata, saltellando sul posto. Poggiò la mia borsetta sulla poltrona, raggiungendomi.
- Ti piace? – lo abbracciai di scatto, facendolo traballare. Mi accarezzò un paio di volte la schiena mentre io mi inebriavo del suo profumo. Ci sedemmo di nuovo, imitando i baroni del XX secolo. Risi alla sua perfetta imitazione di un applauso seguito da un verso e un’espressione di sufficienza verso la popolazione sotto di noi.
- Cosa guardiamo? – chiesi, notando che anche il palco accanto al nostro era occupato da una coppia di uomini in giacca e cravatta che parlavano tranquillamente in una lingua che non riuscivo a riconoscere.
- Romeo e Giulietta. – mi voltai immediatamente verso di lui, rimanendo piacevolmente sorpresa.
- In inglese? – lui annuì, piegando la testa di lato. – Spero di capire tutto. – si lasciò andare in una risata, inclinandosi sulla pancia. Adoravo quando rideva, non avrei mai smesso di ripeterlo.
- Ti sottovaluti troppo. – mi guardò dritta negli occhi e sentii il mio cuore fermarsi per un attimo, per poi continuare a battere. Si avvicinò a me, sedendosi sulla punta della sedia. Quando si passò la lingua sulle labbra, involontariamente lo feci anche io e lui se ne accorse, facendo un sorrisino. – Sei la cosa più bella che abbia mai visto. – sussurrò.
Faticai a sentirlo, troppo presa dai suoi occhi e dalle sue labbra. Mi sentivo bruciare e sentivo bruciare anche lo stomaco, con un’insensata voglia di assaporare quelle labbra in quel esatto momento.
Le luci si spensero, facendo partire un applauso da tutti i presenti. Mi allontanai subito, schiacciandomi sulla poltrona. Tornò seduto composto deglutendo, senza accennare al suo sorriso che illuminava i miei occhi. Le tende rosse si aprirono e un occhio di bue illuminò il centro del palco, dove si trovava probabilmente il presentatore della serata. Felice del numero degli spettatori, presentò l’opera, ma Niall non accennò a sorridere. Quando finì e partì una lieve musica, mi sporsi verso di lui, lasciandogli un lungo bacio sulla guancia. Si girò verso di me di scatto, mentre mi allontanai imbarazzata. Gli angoli della sua bocca si alzarono, i suoi occhi però saettarono subito verso il palco dove lo spettacolo era appena incominciato. Fiera di me, mi sforzai di prestare attenzione alla tragedia, sorridendo.

Sia io che il biondo sorridemmo per tutta la rappresentazione, in completo silenzio. Anche quando Romeo si uccise e Giulietta fece altrettanto, le lacrime caddero sulle mie labbra inclinate verso l’alto. Quel sorriso non accennava a sparire e temetti di perdere la sensibilità delle guance. Niall ridacchiò e mi passò il pollice sotto gli occhi, raccogliendo qualche lacrima. Beato lui che era riuscito a contenersi, ma io ero sempre stata una persona emotiva e tutti i film romantici mi facevano piangere, figurarsi un’opera come Romeo e Giulietta.
Il tempo sembrò volare sentendo la sua presenza accanto a me. A spettacolo finito, mi prese la mano, portandoci fuori dal palchetto. Si fermò qualche volta per salutare qualcuno, ma mi presentava con un sorriso a tutti, non lasciando la mia mano. Mi accompagnò davanti alla mia cabina, dove sapevo dovevamo lasciarci. Il mio sorriso si spense, mentre vedevo la fine di quella serata sempre più vicina.

- Grazie per tutto Niall. – lo ringraziai, fissandolo negli occhi. Sorrise, alzando una mano. La poggiò sul mio viso, accarezzandolo poi con due dita.
- Grazie a te. – sussurrò, seguendo con lo sguardo le sue stesse dita.
Continuò per poco, ma poi improvvisamente si fermò, sospirando. Lo guardai preoccupata, mentre i suoi occhi mi trasmettevano troppa tristezza per appartenere agli occhi di un ragazzo d’oro come lui.
- So che ci conosciamo da quattro giorni Martha. – pregai che non affrontasse quell’argomento finché non prese parola. Avevo paura di quello che mi avrebbe detto, perché lui mi piaceva e non volevo ignorare tutto quello che provavo per lui. – So anche che fra sette giorni questa crociera finirà. – repressi tutta la tristezza e le lacrime, cercando di mostrarmi forte davanti alla difficoltà. Non smisi di guardarlo negli occhi nemmeno per un secondo, nemmeno quando mi prese una mano fra le sue, giocherellando fra le dita, togliendo il suo sguardo dal mio. – Ma sappi che non mi sei indifferente Martha, per niente.
Trattenni il respiro più che potevo, cercando di fermare il tempo in quel momento. Niall Horan aveva appena detto quello che speravo mi dicesse da quando avevo incontrato i suoi occhi la prima volta. Il mio cervello esplose di felicità, facendomi tremare.
- Anche tu Niall. Anche io provo qualcosa per te. -  mi guardò quasi sorpreso dalle mie parole, anche se era esattamente il contrario. Quella volta il suo sorriso sembrò illuminare tutta la mia notte, tutto il mio buio. Scossi la testa, abbassando lo sguardo sulle sue mani. – Non voglio pensare a quando finirà. Non farlo nemmeno tu.
Non era un impegno quello che stavamo per prenderci, non era una promessa o un giuramento. Era voglia di provarci, entrambi volevamo vedere come le cose si sarebbero evolute, senza pensare a quello che sarebbe successo dopo. Esattamente sette giorni per farlo sentire bene, proprio come mi sentivo io con lui.
Mi alzò il viso prendendo delicatamente il mio mento fra le dita. Si avvicinò un poco, bagnando le labbra. Posai il mio sguardo su di loro, mentre il suo viso si avvicinava al mio. Mi fece indietreggiare, finché la mia schiena non incontrò il muro accanto alla porta della mia stanza. Presi fra i denti il mio labbro inferiore, cercando di non pensare a niente che non fossero le sue labbra. Quando il suo naso toccò il mio, i miei occhi si chiusero e la mia bocca si schiuse, in cerca d’aria. Sentivo lo stomaco contorcersi, il cuore battere a mille e il sudore sui polpastrelli delle dita. Non potevo credere che Niall potesse farmi provare tutto ciò. Credetti di poter cadere a terra, incapace di sostenere il mio stesso peso, quando la porta della cabina si aprì piano. Aprii gli occhi, notando quelli di Niall chiusi. Fu questione di attimi: una vocina chiamò il mio nome, cogliendomi alla sprovvista. Girai la testa proprio quando il biondo decise di azzerare le distanze. Le sue labbra si richiusero sull’angolo della mia bocca, facendo scoppiare il mio cuore.
Guardai sofferente mia cugina, che mezza addormentata se ne stava sulla soglia della porta come se nulla fosse successo. Sentii Niall sospirare, spostando la testa vicino alla mia e poggiando con un leggero colpo la fronte al muro.

- Adesso arrivo piccola, aspettami dentro. – Sara annuì, trascinando i suoi piedini e la sua barbie all’interno della cabina.
I nostri respiri erano irregolari e sentivo i suoi capelli sfiorarmi l’orecchio.
- Mi dispiace. – cercai di scusarmi. Sarebbe successo, Niall mi avrebbe baciato se non fosse arrivata mia cugina. Il mio corpo si riempii di brividi quando il biondo mi lasciò un dolce bacio sotto il mio orecchio.
Respirai più volte con la bocca, per cercare di controllarmi. Si allontanò di un passo, rosso in viso e portando le braccia dietro la schiena.
- Non fa niente.
Restammo in silenzio imbarazzante finché anche il cellulare di Niall ci interruppe, suonando. Lo tirò fuori dalla tasca, chiudendo la chiamata. Lo rimise a posto guardandomi intensamente. Ricambiai lo sguardo ancora imbarazzata.
- Devo andare. Vieni domani con noi a Barcellona? – annuii, rimasta improvvisamente senza voce. S’incamminò, lasciandomi da sola in quel corridoio. Quando preso un bel respiro, feci per entrare, qualcuno mi fece voltare, posandomi un altro bacio all’angolo della bocca, questa volta più deciso e più centrato. Avvampai, facendolo ridacchiare.
- Buonanotte. – mi augurò, camminando poi all’indietro verso le scale. Si mise le mani in tasca, sorridendomi un’ultima volta.
Entrai in cabina prima che fosse troppo tardi. Un sorrisone mi nacque spontaneo sulle labbra. Mi cambiai velocemente infilandomi tra le coperte: Sara rotolò fino al mio corpo, aggrappandosi a me. Non mi spostai, troppo indifferente a tutto ciò che mi circondava e che non riguardava quel ragazzo. Niall James Horan mi aveva quasi baciato. Le sue soffici labbra si erano appoggiate sulle mie solo in parte, ma mi sentivo come se avessi scoperto come fare a far felici i miei genitori. Nemmeno quel pensiero mi tolse il sorriso, nemmeno pensare ai quei pochi giorni che mi rimanevano da passare con lui.
Avrei dovuto ringraziarlo, perché quella notte, dormii per la prima volta senza sognare nulla, senza che nessuno ostacolo si mettesse tra me e la felicità. L’ultimo mio pensiero fu lui, i suoi occhi, le sue labbra e le sue mani. Come? Com’era possibile tutto quello?



My Corner
Volevo solo farvi sapere che ho deciso di postare appena ho tempo e se ci avete fatto caso, non ne ho molto haha
Spero per voi vada bene :) Fatevi sentire!
xx


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