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Autore: AThousandSuns    15/03/2014    1 recensioni
Julie Kyle, (OC),figlia adottiva di Selina Kyle, ha cercato di voltare pagina dopo la morte di Jason Todd, Robin II, nonchè suo migliore amico e ragazzo. Ora che è un poliziotto, si trova a dover assistere, impotente, all'opera di un nuovo vigilante, Red Hood... Ambientata nell'universo del film animato DCU Batman:Under The Red Hood. Prima fanfic per me, siate buoni! recensite, consigliate, criticate ecc. Il titolo è tratto da Walk Away dei The Script. I titoli dei capitoli saranno titoli di canzoni, perchè mi andava :)
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Todd, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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* Julie *

Passavano i giorni. I sospetti di corruzione si facevano sempre più forti, anche perchè ora facevamo davvero attenzione a ciò che ci succedeva intorno. Ma i sospetti certo non bastavano per presentarsi da Gordon e gridare al tradimento. Troppe domande rimanevano senza risposta. Il ragazzo con tutta quella droga addosso. I controlli della polizia sempre più rari nel quartiere. I tre omicidi liquidati come vendette ed esecuzioni. E la vera identità dell'assassino, il vero movente. Ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, no?

Mark desiderava ardentemente trovare la verità. E io ero interessata a scagionare Red Hood. Il che era a dir poco assurdo, insomma, stavamo parlando comunque di un assassino, poco importava che le sue vittime fossero criminali piuttosto che poliziotti. Ma perchè lui ci teneva così tanto? Era evidente che credeva davvero nelle sue azioni. E io avevo fatto i compiti: nella zona di Crime Alley, il tasso dei crimini era sceso. Persino più che nel periodo in cui Batman aveva vigilato concentrandosi su quella zona. Che razza di criminale faceva diminuire i crimini? La questione si era fatta interessante, dovevo ammetterlo.

Ormai io e Mark ci vedevamo a casa mia, in centrale non ci sentivamo al sicuro. Che ironia. In ogni caso, quella sera segnò una svolta nelle indagini: i pezzi del puzzle cominciarono ad incastrarsi.
-Ok, ormai siamo d'accordo che la polizia, o meglio, qualcuno della polizia, sta coprendo qualcosa. Ma perchè quella zona è così importante? E come...-
-La droga!- saltai in piedi. Mark mi guardava, come a dire “certo, lo sapevamo, qual è il punto?”
Era così chiaro, ovvio. Avevamo avuto la risposta davanti agli occhi per tutto quel tempo, che errore da pivelli:-Ascolta. Abbiamo sempre dato per scontato che la vertigo arrivasse dal porto, perchè la polizia ne è convinta, ma guarda -gli indicai lo schermo del mio pc, con cui stavo cercando dichiarazioni ufficiali sul traffico di droga a Gotham- “nonostante gli sforzi delle autorità competenti, non vi sono prove reali a suffragare l'ipotesi che le sostanza stupefacenti arrivino nella nostra città per via navale, per poi essere immesse nel mercato, se non poche e contraddittorie confessioni di rei colpevoli...”- lessi. E continuai:-Sotto minaccia tutti dicono quel che si vuole dicano. E se la droga non arrivasse dal porto? Se ci fosse un laboratorio nel quartiere? Spiegherebbe la vertigo addosso al ragazzo... E i nostri colleghi... Forse avevano sospettato qualcosa e quando chiunque ci sia dietro se ne è reso conto...- non riuscii a finire. Nessuno dei due aprì bocca per un bel pezzo. Ognuno era perso nei propri pensieri.
-Se hai ragione- mi lanciò uno sguardo, sapeva che quasi sicuramente mi ero avvicinata molto alla verità- dovremmo cercare un magazzino, un palazzo in disuso, un posto dove possano fabbricare la vertigo indisturbati...
C'erano un paio di posti papabili nella zona. Un'ex-fabbrica di vernici, e un magazzino in disuso.
-Potremmo andare a controllare... Lì vicino c'è un ristorante cinese, potremmo andare in borghese. Nulla di che, solo un giro nei dintorni.
-Certo, non è male come idea- il prima possibile avrei contattato Bruce, era meglio che ci pensasse lui, meglio non rischiare, specialmente quando non avevamo idea di chi potessimo fidarci. Chiunque fosse coinvolto, sarebbe venuto allo scoperto. Certo, noi non ce ne seremmo potuti prendere il merito, ma ero convinta che se avesse saputo la verità, Mark sarebbe stato d'accordo con me.
-Sicura di voler andare fino in fondo?
-Sicurissima.

 

* Red Hood *

Ci avrei messo la mano sul fuoco, che sarebbe finita in guai grossi. Meno male che la stavo tenendo d'occhio, da quella sera. Sapevo benissimo quanto fosse testarda, e intraprendente. Solo a pensare al modo in cui, qualche giorno prima, mi aveva fermato a casa sua per chiedermi “perchè lei”. Per lei ero soltanto un assassino a sangue freddo, e questo l'aveva forse fermata? Certo che no. Immagino che certe cose non cambino. “Perchè io?” aveva detto. Perchè? Perchè morivo dalla voglia di rivederla -anche se l'avevo negato a me stesso in tutto quel tempo-, sapere come stava, se era riuscita a buttarsi il passato alle spalle -cosa che per me era ovviamente impossibile- se era felice. E adesso mi toccava salvarla -d'accordo, forse l'idea non mi dispiaceva così tanto, forse avrebbe visto le cose con occhi diversi, i miei- e nel frattempo mi ero preso anche la briga di registrare ogni parola del coglione sotto di me, che come da copione stava svelando il suo piano malefico alle povere vittime, prima di farle fuori. Sapevo esattamente chi sarebbe morto quella sera. Coglione.

 

Un'ora prima.

* Julie *

La settimana prima avevamo cenato al cinese per poi fare un giretto innocente nel quartiere. Ma l'atmosfera era strana, pesante. Le poche persone ancora in giro chiaramente poco raccomandabili. Nei dintorni del magazzino nulla di sospetto, comunque. Rimaneva la fabbrica. Che di giorno non aveva nulla di strano -quante volte ci eravamo passati vicino?- ma di notte... Anche da lontano, si capiva che i tizi nei dintorni erano di guardia. Non ci avvicinammo troppo, ormai avevamo capito. Nessuno del quartiere aveva detto nulla, un po' perchè sicuramente sapevano dei poliziotti corrotti, un po' perchè in molti dovevano lavorare lì, ed era comunque una fonte di guadagno, per quanto illecita. Ero la prima a sapere che per loro non ci fossero molte alternative, io ero stata fortunata.

Da una settimana quindi tenevamo un profilo basso, tanto per stare sul sicuro. Bruce era ancora fuori città -fuori continente, per quel che avevo capito- lo avrei informato il prima possibile. Eravamo di nuovo di pattuglia, ma era già buio, ora di rientrare. Da una stradina laterale sbucò un'auto a tagliarci la starda. Mark tuttavia riuscì a frenare in tempo. Un paio di fari si riflessero sullo specchietto retrovisore: eravamo bloccati tra due auto. Un'imboscata. Le portiere si aprirono di scatto, sia io che Mark riuscimmo ad atterrare un paio di uomini, mentre cercavo di atterrarne un terzo, avvertii una scossa tremenda. Un teaser...

Ripresi conoscenza che eravamo nella fabbrica, ammanettati mani e piedi a delle sedie. Merda.
-Chi abbiamo qui? Mi avete scomodato per un paio di poliziotti? Sapete cosa fare in questi casi- qualcuno rispose, non sentii, e il capo riprese- come? Non sono tra quelli che abbiamo comprato? Indagando, hai detto?- si voltò verso di noi, lanciai un'occhiata a Mark, anche lui era cosciente- Questa è bella! E io che pensavo non ci fossero più agenti onesti in questa città! Non lo sapete che gli sbirri ficcanaso non hanno vita lunga da queste parti?
Il tizio era abbastanza basso, vestito elegante, e disarmato. Certo, i nove scagnozzi che aveva dietro compensavano fin troppo. Ok, sarebbe stato difficile, specie perchè se io ero in grado di liberarmi, non si poteva dire lo stesso di Mark. Come avrei fatto a neutralizzarli tutti? Che casino...
Mark parlò:-Non importa, prima o poi qualcun altro si farà delle domande, così come i nostri colleghi prima di noi!
Il tipo rise. E a me qualsiasi cosa andava bene, pur di prendere tempo:-Credi che quegli idioti fossero qui per indagare? Quello che volevano era guadagnare sulle spalle di chi si spezza la schiena per costruirsi un business...-rise di nuovo- non li pagavamo abbastanza per lasciare in pace i miei affari, e se mi avessero arrestato, nessuno mi avrebbe creduto quando li avrei accusati di corruzione. Non avevo prove. Ho dovuto tappargli la bocca.
Beh qualche cosa l'avevamo sbagliata... Le mani erano libere ma non avevo idea di come proteggere Mark... Ci avrebbero sparato prima che potessi solo avvicinarmi a qualcuno dei loro...
Mark insisteva:-Qualcuno indagherà...
Non lo lasciò nemmeno finire:-Certo. E chi potrebbe l'assassino, se non Red Hood? Sono sicuro che non gli dispiacerà avere un altro paio di sbirri morti nella fedina. Black Mask ormai lo considera una seria minaccia, e io lo sto aiutando a rafforzare la sua reputazione di strada. Dovrebbe ringraziarmi.
-Non ci conterei troppo!- Red Hood si lanciò dalle travi sulle quali era chissà da quanto, prima ancora che atterrasse due uomini erano stramazzati a terra. Approfittai del caos per liberare Mark. Uno degli uomini rimasti si avventò contro di noi. Scavalcai Mark, ancora ammanettato, disarmai l'uomo, che cercò di afferarmi per la gola. Allora mi chinai colpendolo con il manganello prima sulle ginocchia, poi in testa- quegli idioti non si erano nemmeno presi la briga di disarmarci. Con la pistola sparai alle manette di Mark, che corse ad aiutarmi con i criminali rimasti. Qualcuno gridò di sparare agli sbirri, ma era tardi. In qualche modo Hood era riuscito a schivare i colpi di pistola che gli erano arrivati quando era venuto giù dal tetto, dandoci il tempo necessario per reagire. Fu tutto estremamente veloce, ma mi ci volle solo un attimo per capire, quando tutto fu finito: quelli che avevano affrontato Red Hood erano morti. Alzai lo sguardo da terra: il vigilante puntava la pistola alla testa dell'uomo elegante, che implorava pietà. Mark mi si parò davanti, fu più pronto di me: estrasse la sua, ordinando a Hood di arretrare. Lui voltò la testa, non sapevo se stesse fissando me o il mio collega. Alzai leggermente le braccia, un invito silenzioso, mimando un “per favore” con le labbra.
Fu allora, nel silenzio tombale, che lo sentimmo. Un ticchettio.
-Mark! Dobbiamo uscire!
Sentii Red Hood imprecare, mi voltai per assicurarmi che ci seguisse e ci precipitammo fuori, ma l'esplosione fu violenta: venni sbalzata in aria, per poi cadere malamente a terra. Le orecchie mi fischiavano da morire, ma ero cosciente. Un istante dopo avvertii un paio di mani toccarmi la testa, le braccia, le gambe.
-Mark?- la mia voce era debolissima, sperai mi avesse sentito.
-Sta bene, ma è svenuto.
Deglutii:-Hood? -nessuna risposta- Red! -avrebbe fatto meglio a rispondere, avevo finito i nomi... Provai ad alzarmi, ma cavolo se faceva male.
-Sta' ferma, stanno arrivando- sbaglio o stava cercando di rassicurarmi? Avevo sicuramente battuto la testa... Chiusi gli occhi, provai a concentrarmi, ma ero ancora stordita. Avrei voluto dire qualcosa, e come cavolo aveva fatto lui ad uscirne illeso?
Sospirai, la testa mi scoppiava, lui disse qualcosa ma non riuscii a sentirlo, stavo perdendo i sensi...

   
 
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