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Autore: smoldypants_    15/03/2014    1 recensioni
La realtà è: ci si può fidare del proprio nemico naturale? Ci si può fidare di una persona che per anni, ti ha dato la caccia? Ma che dico per anni... per secoli forse! Il problema è che quando si ama una persona, tutti siamo pronti a mettere da parte qualsiasi ostacolo, a pensare di superarlo e basta. E loro, ci riusciranno o la natura farà il suo corso? Si lasceranno sopraffare dalla loro natura o combatteranno per il loro amore?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Anna/Jeremy, Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Damon e Stefan non riuscivano a non guardare la sveglia posta sul comodino di Elena. I minuti passavano e lei non dava segni di vita dalla sera prima, quel viaggio che avrebbe dovuto intraprendere per lasciarsi tutto alle spalle si era interrotto improvvisamente a causa di cosa poi? Non ne avevano la minima idea. La ragazza che aveva trovato il corpo di Elena senza vita ipotizzò in un colpo di sonno improvviso, ma Elena non era così distratta, ed era sveglia e in forze dopo averli salutati quella sera. 
Erano le 8:15 e qualche raggio di sole illuminava il viso e le mani di Elena, ad un tratto i fratelli Salvatore videro le palpebre della ragazza muoversi appena. Si scambiarono un'occhiata e poi Damon pronunciò il suo nome più volte: 
<< Elena? Elena? >> La ragazza improvvisamente alzò la schiena inspirando profondamente. 
Stefan cercò di sorriderle dolcemente, dopo aver tirato un lungo sospiro di sollievo: “è viva”, pensò.
Prima di parlare la ragazza si guardò attorno spaesata, poi guardando Damon negli occhi sussurrò:
<< Che mi è successo? >> Stefan tentò di risponderle prima del fratello, o meglio, prima che Damon combinasse un gran casino, ma non fece in tempo che il fratello lo precedette. 
<< Sei morta, avevi del sangue di vampiro in corpo, ed ora sei..>> Lasciò la frase in sospeso notando già come alla parola “morta”, Elena avesse spalancato gli occhi. Si mise le mani davanti alla bocca e sentì le lacrime rigarle il viso, Damon la guardò spaventato e si sedette sul letto cercando di abbracciarla, ma lei rimase immobile cercando di soffocare il pianto. Stefan si schiarì la voce prendendo la sua mano: 
<< Elena, so che non volevi questo..ma è successo..>> disse con tono rassicurante, anche se sapeva benissimo cosa Elena stesse pensando.
Ormai la sua intera vita sarebbe cambiata di nuovo, avrebbe vissuto con un'idea di “per sempre” diversa, avrebbe iniziato ad uccidere persona innocente a causa degli impulsi che ogni vampiro giovane aveva dovuto combattere, si sarebbe nutrita di sangue umano e tutte le sue emozioni, i suoi sentimenti si sarebbero amplificati così come l'amore per entrambi i fratelli. Il sangue che aveva in corpo era di Elijah, che aveva cercato in tutti i modi di aiutarla, quando era stata aggredita da Klaus, per l'ennesima sacca di sangue a lui necessaria, l'aveva chiamata “Sacca di riserva”: era partito definitivamente per New Orleans, e se gli fosse stata necessaria una sacca di sangue di Elena, non sarebbe di certo tornato a Storybrooke e non avrebbe esitato a crearsi qualche ibrido, di scorta lì nella sua città.
Elena  si alzò dal letto e andò a specchiarsi, poi Stefan le si avvicinò timidamente sospirando le posò una mano sulla spalla e disse:
<< Devi nutrirti, altrimenti morirai..>> guardò tramite lo specchio l'espressione di Damon, indecifrabile. In realtà stava pensando ad un piano per far nutrire Elena, senza che si sentisse particolarmente in colpa, senza che uccidesse qualcuno e specialmente senza che si facesse scoprire dalla madre di Felicity, la Signora Fitz. 
La ragazza annuì, voleva nutrirsi e non aveva intenzione di morire proprio ora. Per un momento le venne in mente che proprio questo grande cambiamento le avrebbe permesso di pensare a se stessa e non ai suoi drammi amorosi, così decise di uscire con entrambi i fratelli a “caccia”.

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Erano le 8:15 quando mise piede per la prima volta nell'ufficio mostratole dalla Signora Fitz, che entusiasta per il nuovo arrivo, le aveva gentilmente offerto la colazione. 
<< Emma Swan,  benvenuta tra noi. >> disse la Signora Fitz allegramente, poi le rivolse un sorriso quasi materno e aggiunse << E grazie, ci serve davvero una mano qui in città.>>
Emma si guardò attorno e ringraziò lo sceriffo, appena questa uscì si sedette sulla scrivania e bevve il caffè che le aveva portato la Signora Fitz. Era il giorno del suo compleanno e si era appena trasferita in una nuova cittadina, un po' piccola, ma era quello che cercava. “Ho 29 anni, la vita è ancora lunga, non posso continuare a deprimermi in una città grande come New Orleans.” pensò fra sé e sé. In effetti Emma non era affatto una brutta ragazza, capelli biondi, occhi marroni a forma di cerbiatto, alta e un fisico slanciato. Posò il giubbotto di pelle rossa sull'appendi abiti e si sedette nuovamente sulla scrivania prendendo tra le mani una delle tante cartelline poste sopra di essa. 
Aprì la cartellina e una serie di fotografie scattate a delle persone morte le saltarono agli occhi, insieme a mille schede fatte dal medico legale. Un brivido le percorse la schiena, non aveva mai visto una cosa del genere. Ogni corpo presentava dei tagli diversi sul viso e sul collo, alcuni erano ridotti ancora peggio. Le saltò agli occhi la foto di un uomo, sulla cinquantina, con due buchi neri sul collo. Scosse la testa incredula, ma la prima parola che le venne in mente fu “Vampiri.”.
Aveva già avuto a che fare con quelle bestie, ormai era un anno che andava a caccia. Dopo essersi scontrata più volte con “Passeggeri” e Licantropi, aveva ottenuto un nome che era la soluzione a ciò che voleva spiegarsi da tempo ossia, l'assassinio dei suoi genitori adottivi. Erano anni ormai che vagava senza un famiglia, senza un punto di riferimento e li aveva persi entrambi per colpa sua, Katherine Pierce, era entrata in casa loro e aveva deciso di nutrirsi di entrambi e lasciare la bambina da sola, orfana a soli 3 anni. Quando era ancora piccola, fu adottata da una signora che si prese cura di lei, ma poi venne riportata in orfanotrofio dopo circa due anni. Emma ovviamente di quei due anni, non ricorda quasi niente, né il viso della donna, né perchè l'avesse riportata indietro. 
Uscì dall'ufficio sovrappensiero, e decise di fare un giro per perlustrare un po' la città. “Mi serve una boccata d'aria, e poi voglio vedere un po' il paese che mi ospiterà per chissà quanto” aveva detto come scusa alla Signora Fitz. 
Passeggiando lungo il lungo viale si guardò attorno, era una cittadina molto graziosa, piena di alberi e le case sembravano quelle descritte nelle fiabe dei bambini. Notò l'orologio in alto sul palazzo del comune, lo fissò per un po', le ricordava quello che vedeva dall'orfanotrofio all'età di 10 anni. Le tornarono in mente dei tristi momenti, fino a che non fu interrotta dal passaggio di un corteo. 
Vi erano tanti bambini vestiti da gnomi, una ragazza un po' bassa dai capelli corti e neri ma la pelle così bianca che.. “Quale personaggio più indicato, di Biancaneve?” era particolarmente impegnata a controllare se tutti i bambini si stessero dando la mano e stessero cantando assieme. Poi un ragazzo biondo, di media statura le si avvicinò tenendo per mano uno dei bambini travestiti e disse: 
<< Mi scusi, stiamo facendo questo corteo per raccogliere fondi, la scuola è un po' a corto e metà del ricavato andrà comunque in beneficenza, le andrebbe di partecipare?>>
Emma lo squadrò dalla testa ai piedi, era travestito da Principe Azzurro, gli sorrise gentilmente annuendo e prese dei soldi che teneva nella tasca del giubbotto rosso. Osservò il bambino che la guardava speranzoso e poi infilò i soldi nella scatola che teneva tra le mani. 
<< Grazie Signorina!>> disse il bambino mentre il ragazzo le sorrise gentilmente ringraziandola con lo sguardo. 
Si fermò a guardare il bambino che nonostante si fosse allontanato continuava a fissarla, dopo avergli rivolto un piccolo saluto con la mano, si voltò e riprese a camminare. 
Tutti così cordiali e così gentili, pensò. Forse era il caso di incominciare ad ascoltare qualche testimone di quanto fosse accaduto ad ogni vittima. 

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<< Felicity, devi aiutarmi. Non posso ancora credere che esistano anche dei demoni, e che abbiano cercato di uccidere la mia migliore amica. >> disse il sindaco, Oliver Queen, mentre cercava di mantenere la calma.
<< Oliver, non ci credo neanche io, ed ora che Elena è diventata un vampiro niente sarà più come prima perciò cerchiamo di evitare altre vittime in città. Sto cercando qualcuno che possa aiutarci.>> disse la bionda con gli occhiali neri, mentre digitava velocemente la tastiera del computer.
<< Come si uccidono i demoni? Cavolo, finchè sono vampiri o licantropi poteva pensarci Freccia Verde, ma demoni..non ne ho la minima idea. >> disse con tono sincero e preoccupato Oliver. 
<< Neanche io lo so, e tanto meno Damon e Stefan, anzi gli abbiamo fatto credere in questa sorta di colpo di sonno..>> non fece in tempo a finire la frase che Oliver disse << già hanno capito che gli abbiamo mentito, gli ho spiegato con calma che c'era qualcuno che ha attentato alla vita di Elena, Damon è uscito non solo per farla...nutrire...ma anche per controllare la zona.>> Pronunciare la parola “nutrire” ed associarla ad Elena fu per lui un colpo duro, non credeva neanche a cosa stava dicendo, sapeva che Storybrooke fosse una cittadina piena di linee energetiche utili a qualsiasi creatura sovrannaturale, ma fino a quel punto? Fino a ritrovarsi convocato quasi a tutte le ore del giorno dallo sceriffo per visionare cadaveri e venire a conoscenza che molte persone in quella città stavano perdendo la vita? Era ora di porre fine a tutto questo. Aveva chiesto a Felicity di cercargli dei cacciatori di “mostri” come li chiamava lui. 
<< Dean e Sam Winchester! Trovati.>> Esclamò la bionda, soddisfatta, come al solito, del suo lavoro.
<< Di cosa si occupano?>> chiese lui.
<< Hanno forse 20 documenti falsi e ogni volta dicono di essere dell'FBI. In realtà uccidono demoni, vampiri, licantropi e fantasmi. Li contatto?>> disse Felicity.
<< Ci penso io.>> rispose sicuro di sé Oliver. 
Per Felicity vederlo tutti i giorni era già una difficoltà immensa, e quando lo vedeva così autoritario e sicuro di sé, le faceva battere il cuore. Oliver era un ragazzo fantastico, anche Elena lo diceva. Prima di diventare sindaco era tutt'altra persona in realtà, insomma si comportava ancora da 20enne, dava grandi feste, era sempre fuori casa e aveva la testa un pò tra le nuvole. La candidatura gli aveva rimesso la testa sulle spalle, come si suol dire. Era diventato più serio e gli stava davvero a cuore la città e la sicurezza di chi vi abita. Il suo fascino ammaliava la metà delle giovani ragazze del paese, chi lo considerava "l'uomo dei suoi sogni" e chi lo considerava soltanto uno "spaccone". Felicity o considerava il “suo” supereroe, anche se non era per niente “suo”, in realtà.

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Rieccoci qua! Grazie a tutti coloro che hanno letto almeno la prefazione e che leggeranno questo capitolo! 
Vorrei qualche parere, insomma a me sembra un pò troppo corto in realtà. Dal prossimo mi soffermerò di più sulle descrizioni dei personaggi, promesso. :D
Abbiamo tre nuovi personaggi in questo capitolo: Emma, Oliver e Felicity.
Tenete bene a mente la storia di Emma, perchè più la storia andrà avanti più le sue vicende del passato diventeranno "complicate". 
Non so quando aggiungerò il secondo capitolo, spero presto! Grazie a tutti. :D

 
  
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