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Autore: Anna Wanderer Love    15/03/2014    2 recensioni
Lei, Kristine, Corvonero, nata Babbana.
Lui, Michael, Serpeverde, purosangue.
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-Signorina Di Angelo- dice Piton con voce tranquilla -fuori. E cinquanta punti in meno a Corvonero.
Gli occhi di tutti gli studenti Corvonero e Serpeverde sono puntati tutti su di me. Stringo i pugni e mi volto di scatto, scansando Piton e raggiungendo velocemente la porta. Non mi scomodo neanche a prendere i libri, me li prenderà Dania. Prima di uscire mi giro velocemente. Ignoro la faccia sconvolta e colpevole di Casey, non guardo nemmeno Piton. Il mio sguardo si punta su O' Shea.
-Bastardo- dico serafica.
Poi mi volto e sparisco prima che il professore mi metta in punizione per un mese.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Blue Roses.
Capitolo Undici:
Succo di zucca.


 

Piton sta camminando tranquillo per i corridoi, godendosi il silenzio. Tutti gli studenti sono nelle classi e lui non ha lezione per le prime due ore, così è libero di farsi gli affari suoi.

E’ al secondo piano quando una voce alle sue spalle lo chiama.

-Professor Piton!

Il diretto interessato si volta e squadra con i suoi occhi neri e freddi l’uomo con le guance rosse che lo sta rincorrendo attraverso i quadri.

-Professore, un’alunna è svenuta nel corridoio del terzo piano!

-Dove?

-Mi segua!

E Severus si ritrovò a correre per i corridoi seguendo quel buffo ritratto che seminava panico e strilla nei quadri in cui passava. Strinse la bacchetta in mano, pronto a qualunque evenienza.

Ma non era pronto a vedere Kristine Di Angelo stesa a terra.

-Maledizione!- Imprecò. Poppy l’aveva lasciata andare dal’infermeria la sera prima! Era possibile che quella ragazza si ritrovasse sempre coinvolta in qualunque dannatissima cosa?!

Severus si inginocchiò di fianco alla ragazza, e sentì una morsa serrargli lo stomaco appena vide il suo colorito cadaverico. In fretta allungò il braccio e posò due dita sul collo della studentessa.

Aspettò trepidante diversi secondi prima di sentire un debolissimo battito percorrere la vena.

Emise un sospiro frustrato, ignorando il brusio che  iniziava a levarsi alle sue spalle dai quadri, e lanciò un rapido incantesimo per riscaldare il corpo gelido della ragazza e un’altro per stabilizzare il battito cardiaco, o almeno per non farlo peggiorare.

Poi, all’improvviso, gli studenti iniziarono a uscire dalle aule. La massa di teste di legno si bloccò nel vedere il professore chino a terra, prima di avvicinarsi vociante.

Piton infilò le braccia sotto al corpo inerme di Di Angelo e si alzò in piedi senza sforzo.

Lanciò occhiate di fuoco a tutti gli studenti che lo attorniavano.

-Levatevi dai piedi!- Sbottò, e subito si formò un corridoio vuoto in direzione dell’infermeria.

Severus iniziò a camminare spedito verso l’infermeria, ma non appena scorse una sagoma alta e familiare tra la folla si fermò per un istante. Poi con un sospiro e un gesto secco del capo, gli indicò di seguirlo.

-Muoviti, O’ Shea- borbottò infastidito, ma trattenne un sorriso quando sentì il ragazzo seguirlo senza dire niente, facendosi largo tra la calca.

Si lasciarono alle spalle gli studenti curiosi e arrivarono in fretta all’infermeria. Visto il silenzio che persisteva, Piton decise di fare il primo passo.

-Guarirà.

La sua voce suonò ferma e fredda come al solito, anche se il professore aveva qualche timore. Kristine era stata sdraiata sulle pietre gelide per almeno venti minuti prima che la trovassero. Se si fosse ripresa, avrebbe dovuto metterci del tempo. La voce di O’ Shea, però, gli fece capire quanto il ragazzo si fidasse delle sue parole.

-Lo so, professore.
 

Michael:

Mi strofino le mani sul volto, sospirando. E’ da mezz’ora che sto aspettando -che stiamo aspettando- che Madama Chips esca da quella maledetta porta.

Piton è in piedi accanto a me, ed è rimasto in silenzio per tutto il tempo. Ha deciso di andare ad avvisare la preside dell’accaduto in seguito al verdetto di Madama Chips ed è rimasto qui con me. Non so neppure perché mi abbia permesso di andare con lui e non mi abbia cacciato a lezione.

So solo che gliene sono infinitamente grato, e che non m’importa che lui sappia qualcosa. Perché sa cosa c’è tra me e Kristine, è ovvio. Con tutto il tempo che passa ad osservarmi per controllare che quello che ha fatto mio padre non abbia conseguenze deve saperlo.

Mi tendo in avanti e appoggio i gomiti alle ginocchia, posando il mento sui pugni chiusi. Fisso le pietre della parete di fronte a me, sentendo un’impellente bisogno di dirgli quello che ho visto ieri sera.

E alla fine cedo.

-Signore- mi volto a guardarlo, e scopro che lui mi sta già fissando con i suoi occhi neri e penetranti.

Alza un sopracciglio per invitarmi a continuare mentre incrocia le braccia, e abbasso un attimo le guance.

-Devo... dirle una... cosa.

Sento il suo sguardo fisso su di me, e non riesco a trattenermi. Infilo una mano sotto alla camicia e tiro fuori la collanina militare con su scritti il nome mio e di Evanna.

Comincio a giocherellarci mentre raccolgo il coraggio per alzare lo sguardo.

-Se è per la signorina Di Angelo, Michael...

-No!- Lo interrompo. Alzo lo sguardo e mi sento stranamente colorare le guance, non so se per l’imbarazzo o il fastidio. -Non è per lei. Non... non per Kristine, almeno.

Piton aguzza lo sguardo e si avvicina di qualche passo.

-Continua.

Prendo un respiro profondo.

-Ieri sera stavo tornando al dormitorio, quando ho visto... ho visto Jason Warlock minacciare Casey Di Angelo.

Piton mi fissa per qualche interminabile istante, prima di avvicinarsi e sedersi accanto a me. Stringo con forza la collanina tra le dita, mentre lui mi guarda.

-Raccontami cos’è successo- mi ordina, gli occhi che iniziano ad accendersi di rabbia.

So perché. Mio padre me l’ha raccontato, una volta in cui era tornato ubriaco a casa e aveva cominciato a picchiare mia madre. Sentendo le sue grida mi ero precipitato in camera loro e avevo sferrato a mio padre un pugno così forte che gli avevo rotto il naso. Poi, quando lui stava per contrattaccare, era arrivato Piton e l’aveva fermato. Inutile dire che mio padre aveva cominciato a blaterare cose sulla vita privata del professore, suo ex amico, facendogli perdere la calma. Avevo dovuto fermarlo io, poi.

So che suo padre lo minacciava e lo picchiava.

Prendo un altro respiro tremante e annuisco, deglutendo.

-Sentivo una ragazza piangere. Ho preso la bacchetta e mi sono sporto un po’ per vedere cosa stava succedendo, e li ho visti. Jason l’aveva inchiodata al muro e la teneva per la gola mentre le puntava la bacchetta al petto. Lei lo pregava di non farlo, non so cosa, e lui l’ha insultata e le ha ordinato di fare quello che aveva detto. Lei ha acconsentito, poi lui le ha tirato uno schiaffo, e l’ha... baciata- la mia voce trasuda disgusto al pensiero di quello che ha fatto colui che era il mio migliore amico.

-Dopo l’ha lasciata e se n’è andato. Volevo andare da lei, ma è corsa via prima che potessi farmi vedere.

Quando smetto di parlare volto lo sguardo e osservo il mio professore. Respira calmo, ma i suoi occhi bruciano di rabbia e ha la mascella contratta. Le mani chiuse a pugno tremano impercettibilmente.

-Hai fatto bene a dirmelo. Ne parlerò con la Preside.

Annuisco, ma non è tutto. Quando faccio per alzarmi Piton mi afferra il braccio e serra la presa. Mi volto di scatto, irrigidendomi, e il professore mi lancia un’occhiata severa.

-Fa in modo che quello che hai visto non abbia ripercussioni sul tuo rapporto con Jason.

-Cosa?! L’ho visto picchiare la sorella della mia ragazza e vuole che faccia finta di niente?!

Troppo tardi mi rendo conto di quello che ho detto. Cazzo! Gli ho appena confermato che Kristine e io stiamo insieme! Un sorrisetto si dipinge sulle labbra di Piton, mentre mi scocca un’occhiata divertita.

-La smetta di guardare nella mia testa- mi lamento debolmente, anche se non sono arrabbiato.

-Come vuoi- ghigna Piton, e lascia andare il mio braccio. Si alza, e il suo sorrisetto si attenua quando punta gli occhi nei miei.

-Io e la preside stiamo indagando su Jason. Casey non è la prima che viene picchiata da lui, e sospetto che c’entri qualcosa anche con i continui svenimenti di Kristine. Se smetti di parlargli capirà qualcosa, e non abbiamo nessuna ragazza che sia disposta a parlare contro di lui. Hanno troppa paura. Per favore, Michael. Sai che voglio prendere quel bastardo, così come lo vuoi tu. Ma non possiamo, se tu non continui a comportarti normalmente.

Annuisco, anche se questo mi dà fastidio. Piton fa un breve cenno col capo, prima di alzarsi e dirigersi verso il corridoio, forse andando a chiamare la preside.

Ma prima di sparire si volta e mi fissa.

-Michael?

Giro lo sguardo e lo osservo, in attesa.

-Sì signore?

Un ghigno gli si dipinge sulle labbra sottili.

-La prossima volta tu e Di Angelo trovate un posto dove non capiti ogni volta che fate i vostri affari.

Sento le guance prendere fuoco e gli scocco un’occhiata di fuoco, anche se non riesco a trattenere un sorriso divertito. Poi Severus sparisce.

-Merda- sussurro imbarazzato, e anche divertito. -Mi sfotte pure!

-Sì Michael, ti sfotto pure!- Sento la voce di Severus rimbombare per il corridoio, divertita, e mi lascio scappare una risatina isterica.


Mi siedo senza fare rumore sul bordo del letto, ma lei si sveglia lo stesso.

Kristine apre gli occhi e ammiro le sue stupende iridi verdi e dolci. Le sue labbra pallide si stirano in un sorriso e sbatte le palpebre, cercando di tirarsi su.

Mi chino in avanti e le poso le mani sulle spalle, costringendola a rimanere sdraiata.

-Giù.

Lei sbuffa ma con un gesto rapido mi stringe la mano, portandosela al petto. Sorrido, piacevolmente stupito, per poi osservarla.

I suoi capelli biondi sono sparsi in morbide onde per tutto il cuscino, spettinati. Il suo volto è estremamente pallida, ma i suoi occhi sono scintillanti e pieni di dolcezza come sempre.

Madama Chips le ha tolto giacca, scarpe e cravatta, e le ha arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti.

Sospiro, spostandomi più vicino a lei, che mi guarda sorridendo. Ad un tratto alza una mano e mi sfiora lo zigomo in una carezza; faccio del mio meglio per non rabbrividire, ha le dita gelate.

-Come mai sei qui? Non dovresti essere a lezione?- Mi chiede in un sussurro.

Alzo un angolo della bocca in un sorrisetto, mentre le stringo anche l’altra mano con la mia, cercando di riscaldarle le dita gelate.

-Piton mi ha permesso di seguirvi- dico, e alle mie parole Kristine impallidisce ancora di più, prendendo un colorito davvero cadaverico.

-Piton?!- Esclama lei, sgranando gli occhi.

-Sì! Ti ha trovata lui svenuta nel corridoio... a proposito, perché sei svenuta?

Kristine arrossisce improvvisamente, storcendo il naso. Di sicuro non le piace che le ricordi la sua “debolezza”.

-Non lo so- soffia, seccata, incrociando le braccia.

Sorrido intenerito, notando però che è davvero molto pallida e chiude più volte gli occhi.

Mi sporgo in avanti e le sfioro le labbra con le mie. Lei cerca di alzare il braccio e farmi restare lì, stringendomi a sé, ma mi sposto.

-Dormi- le dico, inflessibile. Kristine sospira, ma annuisce e si gira sul fianco, verso di me, intrecciando più forte le nostre dita e stringendosi la mia mano al petto.

Per tutto il tempo in cui dorme le accarezzo i capelli, pensando incupito a Jason e cercando un nesso tra lui e Kristine.


-Michael?

Sbatto le palpebre e alzo lo sguardo. La preside McGranitt mi sta guardando con i suoi occhi grigi ed estremamente seri. Dietro di lei arriva il professor Piton, e mi sento estremamente a disagio mentre i loro occhi osservano con attenzione la mano mia e di Kristine intrecciate.

-Sì, Preside?

La McGranitt riporta lo sguardo scintillante sul mio viso, e abbozza un sorriso dolce.

-Devo parlare con la signorina Di Angelo- mormora, e io annuisco.

Volto lo sguardo e allungo l’altra mano, accarezzando la guancia liscia e morbida della ragazza, che bofonchia qualcosa.

-Kristine- la chiamo, ma lei sbuffa e affonda la faccia nel cuscino.

-Kri.

All’improvviso, la Corvonero è sveglia e mi lancia un’occhiata di fuoco.

-Non chiamarmi così!- Protesta, strofinandosi gli occhi con le dita e alzandosi su un gomito. Sorriso, senza dire nulla, e sciolgo le nostre mani. Incurante degli sguardi dei professori allungo le braccia e l’afferro per i fianchi, mettendola seduta. Lei non dice nulla, ma mi guarda con i suoi grandi occhi verdi confusi. Faccio un cenno col capo in direzione dei professori e Kristine si volta verso di loro, sgranando gli occhi.

-Oh. Buongiorno.

La McGranitt sorride lievemente, mentre Piton sposta lo sguardo su di me, trafiggendomi con un’occhiata. Alzo un sopracciglio e lui guarda per terra, ma nella sua espressione riesco a scorgere una scintilla divertita. Mi sento riempire di calore. So che ha capito. E’ bello poter parlare con Piton. Mi basta uno sguardo e lui capisce cosa vorrei dire.

-Buongiorno, Kristine.

La Preside si siede sul bordo del letto, e Kristine allunga la mano e appoggia le dita calde sul mio avambraccio, facendole scorrere nervosamente fino al mio palmo. Chiudo le dita attorno alle sue.

-Dobbiamo capire il motivo per cui sei stata male così tante volte in pochi giorni, Kristine. Madama Chips ha detto che sei in perfette condizioni di salute e non riesce a capirne il motivo. Ah, Michael, ti spiacerebbe andare...

-No- Kristine interrompe la Preside, aggrappandosi con forza al mio braccio anche con l’altra mano. Piton alza le sopracciglia, lievemente sorpreso, e la McGranitt assottiglia le palpebre.

Con un sospiro mi alzo dalla sedia, sentendo la presa delle mani di Kristine farsi sempre più nervosa, ma non ho la minima intenzione di andarmene. Mi siedi sul letto, al suo fianco, e le passo un braccio attorno alla vita, attraendola verso il mio petto. La Corvonero posa la testa contro la mia spalla e io le bacio i lunghi capelli biondi.

-Sto qui- dico decido, fissando i due professori.

Piton sembra trattenere a stento un sorriso, mentre la Preside sembra un po’ spiazzata.

Poi la McGranitt fa un sospiro profondo. -D’accordo.

Si prende qualche secondo di silenzio, poi comincia a parlare con la sua voce tranquilla, rassicurante, mentre guarda Kristine con dolcezza.

-Ricordi cos’è successo?

Lei annuisce nervosamente. Prendo ad accarezzarle la schiena lentamente.

-Sì, certo- esita un attimo. -Ero in ritardo, e stavo camminando verso l’aula. Quando ho fatto le scale ho iniziato a non respirare bene, però pensavo che non fosse niente di che... invece quando sono arrivata in mezzo al corridoio non sono più riuscita a tenermi in piedi, e sono caduta. Non riuscivo a respirare, e alla fine sono svenuta... ricordo solo che avevo tanto freddo.

Mi mordo le labbra, vedendo Piton assottigliare le labbra, mentre la sua espressione si fa tempestosa. Sorprendentemente, interrompe la Preside quando sta per parlare.

-Hai bevuto qualcosa prima?

La McGranitt si volta a guardarlo sorpresa, e sento la mano di Kristine serrarsi ancora di più sulla mia pelle.

-No, solo succo di zucca... be’, in realtà non sembrava tanto succo di zucca. Era simile, ma era più aspro... me l’ha dato Jason.

La Preside lancia un’occhiata preoccupata a Piton e io serro la mascella, alzandomi di scatto. Senza prestare attenzione ai richiami di Kristine mi dirigo verso l’uscita dell’infermeria, veloce, poi prendendo a correre quando sento Piton dietro di me.

So solo che voglio spaccare la faccia a quel bastardo.

Perché Jason sta architettando qualcosa alle gemelle, e, soprattutto, a Kristine.
 
   
 
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