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Autore: Mania    16/03/2014    3 recensioni
{ Loki/Sigyn ● Ambientata antecedentemente al primo film ● Raccolta di one-shot ● Rating arancione in riferimento al capitolo conclusivo }
_____ Dal primo incontro della Fedeltà e dell’Inganno, lungo tutti gli inevitabili snodi salienti della loro conoscenza – perché l’amore è accettazione, non cambiamento.
| O3 • E poi c’è chi da importanza a cose diverse |
«Sigyn era persona razionale, nonostante il fascino che il principe sortiva su di lei, mai le avrebbe offuscato la vista e quando aveva pronunciato quella richiesta aveva perfettamente messo in conto i rischi che correva, dunque, non si sentì in alcun modo umiliata, perché, anche se in modo diverso da quello da lei espresso, aveva ricevuto qualcosa da lui e ciò era più che sufficiente. Dunque semplicemente sorrise, radiosa più di quanto potesse mai immaginarsi Loki, relegato a un mutismo per quella reazione inspiegabile.»
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La fedeltà sbocciata da un cuore di sale '
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PROLOGO



C A P I T O L O 9
“ Nei risvolti delle danze




L’illuminazione aveva tonalità dorate, cascate di fiotti calde che si espandevano per tutto il salone, decorato finemente da sfarzosi scie di cristallo affisse tra le varie colonne ad abbinarsi ai vari lampadari a pioggia, sotto i quali si diramavano le piastrelle della sala da ballo del medesimo colore di tutto l’ambiente circostante. L’oro predominava, diramandosi dalla cromatura del luogo a quello delle acconciature dei presenti – anzi, della maggioranza. Le eccezioni erano poche e risaltavano con prepotenza raffinata, nonostante quella di Lady Sif fosse cosparsa di una femminilità feroce e quella del Principe Loki avvolta dell’altezzoso fare mellifluo. La prima danzava, come si voleva durante una festa come quella, e il secondo rimaneva ai margini a scrutare le figure spostarsi con movenze estremamente annoiate.
Poche erano le persone che desistevano dalla magica attrazione delle musiche, la maggior parte di queste erano per riprendere fiato prima di ricominciare. Solo una donna rimaneva con il suo lungo abito candido, dalle fini decorazioni, ai margini di tutto, con la spalla sinistra appoggiata a una colonna con la penombra ad abbracciarla in un tiepido abbraccio, rendendola poco visibile – non a lui.
«Non sono di tuo gradimento i balli, Lady Sigyn?», glielo domandò arrivando alle sue spalle ma non vi era speranza di coglierla alla sprovvista, perché Loki sapeva bene quanto lei fosse incredibilmente difficile da scuotere. Dunque non si meravigliò quando la osservò inclinare all’indietro il capo, lievemente, per rivolgergli un sorriso mentre rimaneva a mimetizzarsi nell’ombra.
I capelli li aveva raccolti in un’elaborata treccia tirata su in passaggi troppo complessi per essere compresi a occhi. Quasi scoloriti, più vicini al bianco che allo zafferano vivo di cui erano ripieni quelli degli altri asgardiani, erano abbelliti di piccole perle infilate negli snodi degli intrecci. A differenza delle altre dame nella sala, nessun gioiello abbelliva la sua pelle, solo le cicatrici evidenziate dalla luce calda, in un gioco di chiaroscuri suggestivi. Non aveva alcuna necessità di adornarsi di preziosi, il trucco lieve con il quale risaltava i propri lineamenti era sufficiente ad evidenziare la sua bellezza senza la necessità di attirare l’attenzione con rilucenti gemme.
«Lo sono, ma non come ci si aspetterebbe» rispose sornione, rimanendo per tre quarti voltata verso la sala, senza concedergli la vittoria di attirare completamente la sua concentrazione. A Sigyn piaceva guardare le persone, rimanendo in disparte a scrutare i loro gesti, sviscerandoli senza che se ne accorgessero, catalogandoli e scoprendo i loro peccati tanto visibilmente rispecchiati nei loro occhi da essere troppo facilmente afferrabili per chi era tanto incline all’osservazione come lei. Era un’attività rilassante soffermarsi a studiare le vite altrui scorrere, sapendo che un giorno o l’altro tutto ciò che aveva carpito le sarebbe tornato utile per servire il suo Re.
«Quanti sciocchi si aspettano ancora di poterti comprendere, mia devota Sigyn. Non sei mai stufa di tutti loro?»
«Ho grande pazienza, mio principe, non è facile che io mi annoi.»
Non era l’unica in grado di cogliere i piccoli dettagli – quelli che facevano la differenza –, quindi non era sfuggito a Loki quanti pretendenti avessero sfilato davanti a lei alla ricerca di un assenso per condurla in mezzo agli altri, banalizzandola in danze monotone condotte da cavalieri inadatti a tale carica. Fastidiosi, ecco come li trovava il principe, ma c’era soddisfazione nel notare quanta precisione ci fosse ogni volta nelle parole di declino di Sigyn, la quale non si scomponeva in alcun caso, imprigionata nella sua aria di nobiltà nel rifiutare i vari inviti. Con chiunque degli uomini che avevano provato a ottenere un suo consenso si sarebbe annoiata, in quel caso anche la sua incrollabile pazienza si sarebbe ritrovata a cigolare sotto il peso invincibile di una ripetizione insipida di persone, dotate di così scarsa personalità.
«Hai declinato molti inviti a ballare» asserì infine, scrutando l’ultimo di una lunga fila di aspirante in avvicinamento nella sua direzione. Viso conosciuto, fin troppo dal punto di vista di Loki, il quale insieme a quel pensiero si chiedeva ironicamente come mai ci avesse messo tanto Fandral a dedicare un po’ delle sue attenzioni anche a Lady Sigyn – forse troppo impegnato con le sue altre fanciulle, molto più inclini e facili da conquistare, o forse aveva atteso che lo sguardo di Lady Sif non fosse pronto a rimproverarlo nell’andare a infastidire la sua giovane amica. Qualsiasi fosse la ragione, il dio degli inganni non portava con sé alcun dubbio su come si sarebbe conclusa anche quell’ennesima conversazione in cui un invito a danzare sarebbe stato posto e rifiutato, dunque si ritrasse nelle pieghe più profonde delle ombre per assistere alla scena con la complicità delle stese.
«L’ho detto che mi piacciono tali cerimonie ma non per le ragioni che sarebbero ovvie» replicò a bassa voce, quel tanto che serviva per essere captata da lui e soltanto lui, e prima che potesse comprendersi la ragione del suo volto di qualche grado rivolto all’indietro, tornò a tenere le scure iridi fisse dinnanzi a sé. Se Loki preferiva rimanere imbevuto delle tenebre, lei non era alcuno per metterlo in mostra contro il suo volere, così non avrebbe dato da pensare che fosse in compagnia di qualcuno all’uomo che ora era ad appena qualche passo da lei.
«Voi non danzate, dolce Sigyn?» con sorriso ammiccante e l’aria sicura, Fandral pose la sua domanda senza troppi ricami introduttivi. Avrebbe potuto quasi giurare – se non si fosse così tanto distratto dietro gli strascichi delle altre donne – che la giovane guerriera fosse fin dall’inizio della serata vicina a quella medesima colonna, con lo sguardo puntato sulle figure intente a dedicarsi a movimenti basati sulle musiche suonate dall’orchestra migliore di Goðheimr[1].
«Il cielo ce ne scampi» replicò ridendo appena, portando la mano destra a tenere il gomito del braccio opposto, lasciato scivolare lungo il fianco. L’allegria traspariva dalle sue parole, un’allegria riservata e privata che non ammetteva di essere condivisa per molto tempo con altri – era palpabile nel suo essere la solitudine incastrata a fondo negli ingranaggi della sua personalità, esternata non con veemenza ma con sottile eleganza racchiusi in gesti raffinatamente signorili.
«Nemmeno se sono io a chiedervelo» era più una nota di ovvietà quella di Fandral, che non era così sciocco da non aver compreso già da quello breve scambio di battute il naturale rifiuto a cui sarebbe andato incontro. Le rivolse comunque il migliore sorriso del quale disponesse, ben sapendo che non sarebbe servito a vincere la sua volontà di rimanere esattamente dove si trovava – a meno che, questo era il leggero sospetto di chi si era soffermato a rifletterci, non fosse stato il principe Loki a domandarle il contrario.
«Oh, non sarei mai così orribile a toglievi alla compagnia di fanciulle tanto adoranti, che meglio di me sanno gustarsi tale occasione. Troppo impacciati sono i miei passi, vi metterei solo in ridicolo.»
La piega delle labbra di Sigyn era del tutto innocua a occhio inesperto, ma per Loki, abituato ad avere tanto a fondo alla sua presenza, era perfettamente leggibile in essa una sfumatura di divertimento compassionevole. La sua devota Lady seguì solo per qualche attimo Fandral allontanarsi dopo averle rivolto un inchino garbato, per poi tornare a studiare i componenti del ballo con la doviziosa attenzione di cui disponeva. Quanti amanti segreti, odi malcelati, rancori lasciati a macerare, inimicizie appena sorte, simpatie il cui esito solo il futuro avrebbe potuto definire, si mischiavano in un calderone animato dagli archi degli strumenti. Erano segnali minimi, gesti che andavano interpretati alla giusta luce – l’esperienza e la malizia di saperli scorgere – e che in quel momento non avrebbero significato alcunché, ma tutto, anche il più piccolo elemento, un giorno avrebbero potuto giocare le sorti per la riuscita di un buon piano.
Avvertì lo spostamento lieve dell’aria alle proprie spalle anticipare la presenza estremamente più ravvicinata di Loki, arrivato dietro di lei fin quasi a sfiorarla per potersi chinare verso incavo del proprio collo, sul quale lasciò scivolare le proprie parole – il fiato le si appiccicava alla pelle, invisibile ma percettibile nel suo ustionante peso. «A dispetto di quanto tu abbia asserito precedentemente all’ingenuo Fandral, dubito fortemente che qualsiasi attività svolta da te possa risultare meno aggraziata di ogni altra. Persino quando combatti sembri delicata come non sei
«Ah, non sarei delicata?» domandò alzando un sopracciglio con evidente aria risentita, teatralmente accentuata per chiosare quanto poco le fosse stato gradito un simile non complimento.
«Non come ci si aspetterebbe» asserì tirando il ghigno con fare ammaliante, appoggiando le lunghe e affusolate falangi con sicurezza intima sul fianco di Sigyn, per tirarla contro il proprio corpo – poca gentilezza che riusciva a risultare incredibilmente ammantata di eleganza regale, alterigia. «Mi piace il modo in cui lo sei. E so che ballerai con me.»
«Datemi un buon motivo», non le serviva alcunché del genere, perché ne aveva già a sufficienza di suo e altrettante ne sentiva provenire silenziosamente da lui. Tuttavia Lady Sigyn era sempre stata troppo tentata dalla prospettiva di stuzzicare il dio degli inganni, ed era proprio a causa di quella sua naturale inclinazione che si era ritrovata ad essere la sua fedele compagna, dunque nulla di diverso ci si sarebbe potuti aspettare uscire dalle sue cremisi labbra – sangue liquido.
«A parte averti chiesto di concedermelo?» domandò retoricamente Loki, alzandosi appena per poterle ora sussurrare all’orecchio, sfiorandola appena nel muovere le labbra. Non attese di sentirsi replicare che in realtà non aveva effettivamente composto alcuna richiesta in tal senso, limitandosi a un'imperativo secco, dunque optò per anticiparla accontentandola. «Come desideri. Non sarà qui, ma da un’altra parte in cui non saremo scorti da sguardi indiscreti.»
Fu quando lei si voltò completamente, per la prima volta nel corso della serata, verso di lui che il ciondolo a forma di goccia appeso alla sottile catenella d’argento si rese visibile. Nel corso dei secoli passati assieme non era quella la prima volta in cui prendevano parte a feste e non era nemmeno una novità che ballassero assieme – più o meno in pubblico, quelli erano dettagli lasciati alle circostanze e capricci del momento –, invece risultava essere del tutto inaspettata la presenza di un gioiello a ricoprirla. Era discreto, nonostante vi fossero piccoli smeraldi trapuntati sulla superficie a forma di goccia nuda, e scorreva per centimetri sul petto di Sigyn fino ad avvicinarsi alle pieghe della stoffa a ricoprire i seni. Era per la sua modestia che non ne aveva scorto prima la presenza da lontano, e ora lo sondava con curiosità poco sobria, domandando solo con lo sguardo quale fosse l’origine del prezioso.
Lady Sigyn si limitò a sorridere appena, aprendo lei la strada tra le ombre delle colonne verso un luogo maggiormente appartato. Avrebbe potuto rivelare chi glielo aveva donato, ma anche se non vi era stata l’espressa richiesta di non menzionarla, la guerriera aveva comunque compreso che la Regina Frigga preferiva non essere citata. Inoltre, anche volendo, non avrebbe saputo raccontarlo a dovere l’incontro avuto con la madre del principe, troppo criptica nel farle tale dono e le sue parole ancora rimanevano un mistero indecifrabile – e lo sarebbero rimaste per molti anni a venire. Frigga parlava del futuro privando del tutto l’interlocutrice di riferimenti ad esso, come se fossero assi chiari a chiunque e non solo a lei che possedeva il dono della chiaroveggenza[2]. Non era mai stabile, il flusso del tempo venturo, doveva essere complicato provare a fare ordine tra le sue pieghe, ma insieme Lady Sigyn supponeva fosse un’arte raffinata di cui era contenta di non doverne portare il peso del segreto.
«Mio figlio ti ha molto a cuore, molto più di quanto si permetta di mostrare. Tutti vi guardano di nascosto per cercare di capire, ma in realtà nessuno di loro lo vuole davvero e voi, sospetto, vi divertite molto per tutto ciò», fu la risposta che le diede quando Sigyn aveva chiesto per quale ragione era stata convocata al suo cospetto, nelle sue stanze. Non era mai stata persona incline al nervosismo, Lady Sigyn, ma il contesto e quelle parole un certo fremito glielo avevano smosso nello stomaco, tanto da non identificare se esso fosse frutto dell’imbarazzo per l’argomento o per chi fosse la sua interlocutrice – probabilmente erano ambedue le ragioni a mischiarsi in una pozione dai poteri poco rilassanti.
«Non credo di afferrare il senso del discorso» aveva glissato Lady Sigyn, sperando di superare in quel modo le difficoltà del momento. Le piaceva molto la Regina, era una donna accorta, con un portamento risplendente di nobiltà calda, avvolgente, capace di mettere a proprio agio ma riuscendo insieme a suscitare il rispetto che le si doveva. Sufficientemente a disposizione di tatto da inviare Fulla, Gná e Hlín[3] – le sue tre ancelle personali – a compiere mansioni che impiegassero il tempo necessario a poter avere un colloqui privato con lei. Probabilmente era per la saggezza di cui tutti la facevano detentrice, giusta consigliera del Padre degli Dei, sposa e madre devota, preoccupata per le sorti del Regno e per quelle della sua famiglia in equale misura, a renderla capace di suscitare un moto di naturale ammirazione.
Era l’unica della famiglia reale di cui Loki le avesse mai parlato con più di qualche vago riferimento e ogni volta aveva scorto l’amore di un figlio nei suoi racconti, saturi di una sincerità di cui poche volte aveva assistito nei risvolti dei suoi discorsi. Probabilmente in maggior misura la buona opinione che Lady Sigyn aveva della Regina derivava proprio da quest’ultimo elemento, tuttavia anche senza l’influenza del dio degli inganni in quel particolare contesto, dubitava avrebbe mai potuto pensare male di una persona di tale spessore.
«Tutto ciò che desidero da te, Lady Sigyn, è che portiate questa collana con voi, sempre. Non dovete mai toglierla e non ha importanza che sia stata io a darvela, mi avete compresa? Dovete conservarla con voi fino a quando non sarà il momento», le aveva depositato nella mano il ciondolo prima ancora che la guerriera potesse ribattere in qualche modo, guidando le sottili falangi della stessa a richiudersi sull’oggetto con le proprie e fermandosi a stringerle con amorevolezza. Erano calde le mani della Regina, sfioravano la pelle con una delicatezza morbida, capace di incantare per quanta tenerezza riuscissero a suscitare compiendo un gesto talmente semplice.
«E quando sarà il momento?»
«Lo saprai, perché non potrai evitarlo», nessun riferimento, nessun indizio. Il nulla le aveva lasciato in mano e Lady Sigyn ancora una volta non era stata capace di chiedere delucidazioni aggiuntive – non che ritenesse ne avrebbe avute in alcuna maniera, ma prima di quella riflessione vi era stata l’impossibilità materiale di proporre quesiti sotto lo sguardo penetrante di Frigga. «Ma ora non ci devi pensare, non pensarci mai più fino a quel tempo, pensa a rimanere al fianco di mio figlio, a servirlo come lui desidera. Colleziona momenti insieme a lui, più che puoi, e fai che siano felici fino a quando si potrà.»
Criptica, per l’appunto, rifletté nuovamente Lady Sigyn ripensando al breve colloquio avuto con la Regina. Le aveva ricordato molto il minore di due principi, entrambi possedevano un magnetismo unico e un portamento saturo di una regalità che non era semplicemente un’eredità di nascita – alcune persone nascevano per essere nobili, anche se mai lo sarebbero diventati e loro due rientravano in quella rarità. Vi erano sfumature incontestabilmente differenti, eppure una sostanza di similitudine era più che facilmente afferrabile, come quel loro modo di parlare in cui ci si perdeva e niente aveva una forma definita – solo loro sapevano a cosa stessero facendo riferimento, era un segreto con se stessi di cui gli altri eccezionalmente venivano messi a parte.
Era da quando gliel’aveva deposta sul fianco che la mano di Loki non aveva abbandonato tale posizione, mentre l’altra aveva intrecciato le propria dita con quelle della giovane mentre prendevano a danzare sulle note lontane dell’orchestra. Dalla terrazza la musica arrivava sospinta da refoli effimeri, portata come se giungesse da altri mondi accompagnata dal chiacchiericcio lieve di chi vi si immergeva completamente in tali passatemi mondani. Privati della necessità di comunicare a parole, dissetati dal solo godere della presenza l’uno dell’altra, rimasero per molto con le labbra cucite in sorrisi da mille sfaccettature – una cromatura che passava dalla malizia, alla silente sfacciataggine, per affondare in una dolcezza differentemente graduata tra di loro, fino a lasciare trasparire la reciproca complicità intima di cui godevano reciprocamente.
«Un nuovo gioiello» si decise infine a notare ad alta voce, non ricevendo spontaneamente alcuna notizia al riguardo. Era sicuro che Lady Sigyn voleva che glielo chiedesse e lui era altrettanto deciso a non concederle completamente la vittoria, preferendo omettere un punto interrogativo del quale era facile sbarazzarsi.
«L’unico, mio principe, non ne possiedo altri come voi ben sapete.»
«In realtà non pensavo ne possedessi nemmeno uno» replicò accigliandosi appena Loki, contrariato dal non conoscere con esattezza ogni particolare che riguardasse la donna – non che lei non potesse possedere i suoi segreti, ne aveva ancora molti da rivelargli, ma un gioiello aveva sempre storie interessanti alle proprie spalle e alcune erano di tipologie che il Principe preferiva non vedere affrancarsi alla sua devota Sigyn.
«È un cimelio di famiglia», aveva l’impressione di non stare mentendo del tutto, perché quel ciondolo apparteneva a Frigga e aveva avuto la strana sensazione, da quando lo aveva ricevuto, che la storia di esso affondasse in miti e origini perduti vicini alla Regina. «Una madre a volte esprime desideri che non ci sono chiari, ma che si devono esaudire come atto di fede.»
Quella era un tipo di storia che si abbinava bene a Sigyn, scevro da sentimentalismi romantici se non nella misura in cui si rivolgevano alla famiglia e fu sufficientemente convincente da non destare ulteriori quesiti – in fondo, a trovare la madre ci andava saltuariamente nonostante non apprezzasse particolarmente il suo saltare dalla casa di un uomo all’altro.
Abbassò le verdi iridi verso la scollatura nella quale affondava precipitosamente il ciondolo, sorridendo maliziosamente prima di commentare. «Qualsiasi sia la ragione per cui lo indossi, ti donano gli smeraldi.»
«Il loro colore è l’unico che mi si abbina perfettamente» osservò Sigyn, rispondendo all’allusione con un’altra, senza sentirsi a disagio sotto il penetrante sguardo arso da più che sottili lampi di cupidigia.
«No, non è il colore in sé. È la persona che si abbina ad esso e le persone tra loro




M A N I A’ s W O R D S
L’aggiornamento! Ebbene sì, ci sono riuscita - ve lo faccio come mio regalo di compleanno (?).
So che come capitolo è un po’ particolare e in realtà getta le basi per quello che sarà il seguito della raccolta – se riesco a farlo, ma ci sono buone possibilità, darò comunque maggiori delucidazioni nel prossimo e ultimo capitolo. La collana, sì, è un elemento che nel seguito avrà una sua importanza, quindi tenetelo a mente – ma anche no, tanto lo segnalo nelle note nel caso, quindi, potete anche scordarvelo (?).
Allora, un paio di note tecniche:
[1] • Goðheimr, è il nome del pianeta su cui si trova Asgard, che sarebbe la capitale, ma moto spesso quest’ultima viene usata per identificare l’intero Regno.
[2] • Nei miti norreni si dice che Frigga sia dotata del potere di scrutare il futuro. In questo caso ha usato la sua capacità di preveggenza per far da shippatrice tra Loki e Sigyn per tentare di dare una mano a qualcuno.
[3] • Fulla, Gná e Hlín, sempre nei miti norreni, sono le tre ancelle che si occupano dei bisogni della regina Frigga.
In realtà non ho molto altro da dire, a parte che la suddetta oneshot è nata all’inizio da una fanart di Loki e Sigyn che ballano, e ho incastrato l’elemento della collana che invece avevo già in mente da quando vi dicevo che avevo in mente la long nei primi capitoli – nella long doveva servirmi ad altro, ma ho riadattato l’idea e quindi l’ho lasciata comunque. Sì, pure io sono criptica, ma non mi va di darvi spiegazioni spoilerose, a tempo debito vi deluciderò.
Inoltre l'ho riletto putroppo distrattamente, ma è un periodo un po' così, quindi mi dispiace se qualche errore mi è sfuggito - tornerò a betarlo non appena mi sarà possibile.
Spero di riuscire ad aggiornare se non prima della fine del mese – la vedo ardua –, almeno i primi aprile! Sì, insomma, mi mette molta tristezza dire che la prossima shot sarà l’ultima, ma è così. Mi sono molto affezionata a questa raccolta, a tutte le persone che l’hanno seguita fin dall’inizio, a quelle che man mano si sono aggiunte e a tutti coloro che mi hanno regalato le loro parole e supporto. Insomma, vi ringrazio infinitamente - in particolare poi ringrazio Helen L, Zareal, Adhamico e Yoan Seiyryu per aver recensito lo scorso capitolo, grazie di cuore.
Ah, poi io avrei un contatto Facebook, ma non mi va di piazzarlo nella pagina autrice perché non mi piace che chiunque possa aggiungermi impunemente (?), quindi se volete basta che mi mandiate un pm e ve lo do – così potete tartassarmi di domande o quel che volete, anche pomodori, a seconda del caso.
Ho terminato i miei sproloqui, sì, credo di sì, quindi alla prossima, sweeties

Mania ▬

  
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