Un viaggio impossibile
Quello
che più desideravo fare, dopo tanto tempo che stavo nella
stessa città , era fare un viaggio, cambiare aria, staccare
un po’ la spina da tutto e da tutti…!! Adoravo e
adoro tutt’ora viaggiare! Solo che ora più che mai
avrei bisogno di un viaggio… Non che da piccola non ne abbia
mai fatti, ma dopo che mio nonno si è ammalato di cancro,
mia mamma non ha più voluto saperne di andare in
vacanza…
Dice
che la cosa migliore da fare ora è pensare al futuro, al mio
futuro per poter così aiutarla nelle spese e nelle cure
mediche per il nonno. Appena avrò finita la scuola mi dovrei
trovare subito un lavoro, senza pensare ad altro che alla salute della
mia famiglia. Considerando questo punto, non ci sarà spazio
per me, per la mia vita personale e per i miei desideri…
Questo per me è frustrante! Ma come posso fare se ho una
madre ho una madre possessiva e
autoritaria nei miei confronti ?!
L’unica
cosa da fare è afforntarla. L’unica soluzione,
altrimenti non avrò la possibilità di esaudire i
miei sogni. Se non ci riesco, bè… almeno ci ho
provato.
Così
mi faccio forza e apro la porta
della camera di mia madre. E lei la trovo lì, seduta nel
letto a guardare la finestra. Non si girò nemmeno appena
entrai. Mi feci coraggio e con lo sguardo verso di lei dissi:
<<
Mamma, avrei bisogno di parlarti… >>
Lei
ancora non si girò verso di me, sembra che sia in un altro
mondo… Forse non mi ha sentito o forse sa già di
cosa le devo parlare…
Un
respiro profondo uscì dalla sua bocca e finalmente si
girò vero di me.
<<
Dimmi. Di che hai bisogno ? >> mi disse.
Io
esitai un attimo. Era il momento, lei era in ascolto per me…
sapevo che sarebbe stato l’ennesimo tentativo fallito, ma
dovevo farlo: costi quel che costi avrei ottenuto quello che volevo!
L’avrei fatto per la mia migliore amica, Sakura che da così tanto tempo
avrebbe voluto venire con me a fare un viaggio.
Abbassai
lo sguardo e fissai il pavimento. << Ecco io….
>>iniziai a dire finchè poi alla fine riuscii
a dire <<..Mi piacerebbe fare un viaggio.>>
.
Chiusi
gli occhi appena lo dissi aspettando una sua reazione. Sapevo che
sarebbe andata su tutte le furie e quindi mi aspettavo una delle sue
reazioni troppo esagerate che non arrivò. Decisi
così di riaprire gli occhi, e la vidi guardare la finestra
con aria triste o meglio… stanca. Perché stanca ?
Che sia stanca per il troppo lavoro o per la mia insistenza ?
Non
ebbi il tempo di pensarci in quanto lei parlò
<< Il nonno è malato , e tu pensi
già a voler andare via di casa ? >>
spostò lo sguardo poi su di me <<
Vuoi forse abbandonarmi, lasciarmi qui da sola ? >>
Lo
disse con quel tono triste, facendomi sentire in colpa per non aver
riflettuto sulle conseguenze. Se io fossi andata via chi si sarebbe
preso cura del nonno quando mamma non ci sarebbe stata ? Nessuno.
Primi
che potessi dir qualcosa, vidi gli occhi di mia madre inumidirsi di
lacrime. Non volevo che piangesse, non volevo che diventasse triste per
me!
Corsi
da lei e l’abbracciai. << Mamma!
>> esclamai << Hai ragione! Come ho potuto
pensarlo! >>
Mia
madre ricambiò l’abbraccio. <<
Promettimi che rimarrai sempre al mio fianco, promettimelo!
>>
Da
quando mio padre se ne andò di casa, lasciando me e mia
madre da sole, lei non fu più la mia
“mamma” di un tempo, ma cambiò
radicalmente. Non mi faceva neanche fare più le cose
che facevo tanto tempo fa quando mio padre era ancora con
noi…! Posso dire che la mia vita sociale non esisteva
più, in quanto dovevo sempre aiutare mamma nei lavori di
casa o sostituirla per sorvegliare il nonno nella sua stanza ormai
steso nel letto da giorni per il forte dolore che gli procurava la
malattia…
Restare
in casa e uscire solo per andare a scuola era davvero devastante per
me! Ma cosa potevo fare di più ?
Ne
parlai con la mia migliore amica d’infanzia nonché
compagne di scuola, Sakura. E lei mi consolò. Certo, non
riusciva a capire perché mia madre si comportasse
così. Sapevo che a differenza mia a Sakura era le era stato
dato il permesso di qualunque cosa da fare. Era stata poi lei ad
insistere a voler far un viaggio insieme, ed io ne sarei stata felice,
se solo mi fosse stato dato il permesso.
Mi
staccai dall’abbraccio di mia madre e la guardai. Sapevo che
non mi avrebbe dato retta, ma dovevo provarci.
<< So
quanto significhi per te che io resto qui. Ma ti chiedo solo un
viaggio, mamma! Non voglio andarmene da questa città, voglio
soltanto fare un viaggio, per visitare altre città, per
conoscere il mondo reale che mi circonda, niente di più! >>
Nonostante
la mia spiegazione, lei non riuscì a comprendere.
<< Ho capito. Vuoi andare da tuo padre.>>
Sbarrai
gli occhi. Come potrei mai pensare
una cosa simile quando è stato lui ad abbandonarci ?
<< No,
no. Non ho mai pensato a questo! Voglio solo viaggiare per
po’ di giorni in un’altra città.>>
Lei
ci pensò un attimo poi ripeté <<
Un’altra città… >> fece
un respiro e m’invitò a prendere posto accanto a
lei. Così mi sedetti al suo fianco. << Ok, dove
vorresti andare ?>> mi chiese.
<< Non
lo so…. >>
<< Vorresti
andarci da sola ? >>
<< No,
con una mia amica >>
<<
Non puoi partire ora e nemmeno dopo che avrai finito la scuola.
>>
<<
E perché no ?>>
<<
Perché devi pensare al tuo futuro, per poter aiutare il
nonno, poi. >>
Me
lo aspettavo che rispondesse così. Ho ancora un anno di
scuola e poi sarò maggiorenne, e dopo non ci saranno problemi.
Ma io voglio partire ora, non voglio più aspettare. Non
resisterò un altro anno…!
<<
Sai mamma, hai ragione. Devo pensare al mio futuro, ma se io partissi
quest’estate.. avrò più tempo per
pensarci, no ? >>
Era
distante pensare di partire d’ estate visto che eravamo in
pieno autunno soltanto ma almeno avrei la possibilità di
partire, ed in più mi avrebbe aiutato a riflettere per cosa
fare in futuro.
Lei
ci rifletté per qualche secondo, ma prima che potesse
rispondere fummo interrotte da una persona alla soglia della porta: il
nonno.
Entrambe
ci alzammo dal letto preoccupate. Lui alla soglia della porta che ci
guardava storto. Si reggeva in piedi da solo un po’
goffamente, ma sembrava stesse bene. Mia madre si avvicinò a
lui, mentre preoccupata disse << Cosa ci fai in piedi ?
Dovresti essere a letto! Non vedi come sei ridotto ?? Stai male! Vieni
ti accompagno in camera… >>.
Detto questo si avvicinò a lui in modo da poter
essere lì a reggerlo. Ma lui alzò una mano in
modo da far capire che non ce n’era bisogno
che l’aiutasse. Poi pronunciò un
“no” secco a mia madre. Quest’ultima si
fermò e rimase immobile.
Il
nonno poi spostò lo sguardo su di me e disse
<< Devo parlarti. >>
Lo
disse talmente serio da farmi preoccupare ancora più del
previsto. Mia madre lanciò un’occhiata perplessa a
me e poi tornò ad osservare il nonno. <<
Papà che succede ? Cioè…
sei venuto fin qui per parlare con Kagome ?? >>
continuò lei << Sarebbe bastato chiamare dalla
camera e lei sarebbe venuta! Non ti sarebbe costato fatica
così! >>
Il
nonno guardò mia madre con sguardo severo <<
Perché avrei dovuto chiamare mia nipote per farla venire in
camera a parlare, quando ancora riesco a camminare ?! >>
Ecco
la solita storia: mia madre la solita testarda ed il nonno non
è da meno. E’ giusto che si preoccupi per lui, ma
non in modo così eccessivo. Se il nonno aveva bisogno,
poteva tranquillamente venire a chiamarmi di persona, dopotutto non
è ancora messo troppo male, almeno ancora riesce a
camminare, a fatica, ma ancora ce la fa.
Mia
madre cercò di replicare, ma io l’anticipai
<< Ok, nonno! Dimmi pure. >>
Lui
ci pensò un attimo, guardò di sfuggita mia madre
poi tornò a posare l’attenzione su di me
<< Non qui. Andiamo in un posto più
tranquillo… >>
Il
suo atteggiamento mi fece intuire che non voleva che la mamma sapesse,
ma mia madre capì subito ed intervenne <<
Cos’è che non dovrei sapere ?? >>
Lui
sbuffò. << Non è che non devi
sapere, è che non vuoi capire! Ogni volta che ci provo a
parlartene, non mi vuoi ascoltare! E siccome vorrei che Kagome ne fosse
al corrente senza che tu la influenzi, preferisco parlarne solo con
lei! >>
Rimasi
perplessa. Non capivo che cosa voleva dire il nonno e perché
diceva che la mamma non gli dava retta…
Prima
che si potesse scatenare una litigata intervenni <<
Nonno, arriva al dunque! >>
Lui
un po’ titubante rimase un attimo a riflettere sul da farsi
<< Ti devo raccontare una storia… non una
semplice storia, una storia vera, la mia storia. >>
Guardai mio nonno confusa non capendo dove volesse arrivare e non capendo che cosa poteva servirmi parlare della sua vita passata e cosa potesse c entrare con me.
ANGOLO AUTRICE:Ciao a
tutti!! Eccomi.... ho fatto il primo capitolo.... l'ho modificato e
rimodificato... e alla fine è venuto così....!! A
me piace molto.... e spero anche a voi!!! Voglio sapere vostre
opinioni!! Recesnsite e vado avanti!!!
P.s. ci vediamo alla prossima puntata con "Ritorno al passato"
A presto e grazie a tutti per aver letto! Melissa