Film > High School Musical
Segui la storia  |       
Autore: Jane The Angel    30/06/2008    6 recensioni
"-L’età ha effetto anche su di me, pare. Lascia quella spada, prima di tranciarti qualcosa che prima o poi potrebbe servirti, e spiegami come mai sei ancora qui: non è mai successo che ti fermassi per più di una settimana, e ora sei qui da quasi un mese. Cos’è successo?- -Lo sai.- rispose Chad riponendo la spada –Taylor.-,,
Genere: Romantico, Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La ITC

   -Aspetta… non capisco.- balbettò Sharpay, confusa –Questa è… cos’è?-
   -Un ingrandimento di una parte della seconda pergamena. Con la firma di Troy. Ho fatto un confronto, è proprio la sua. E anche per questa scritta, i risultati dell’esame dell’inchiostro sono gli stessi. È inchiostro antico, non c’è alcun dubbio, e anche la composizione è quella del 1300, ho fatto una cromatografia.-
   -Beh è… è ovvio che è uno scherzo, uno scherzo di mio fratello…- balbettò Chad.
   -Non dire idiozie.- sbottò Erik –Troy non rischierebbe di inquinare un sito così importante per uno stupido scherzo…-
   -E come se non bastasse…- intervenne Kelsie sollevando da una parte la lente trovata nella chiesa sotterranea e dall’altra gli occhiali di Troy che Joaquin aveva portato –Guardate: la lente che avete trovato è identica a quelle di Troy.-
   Si mobilitarono in pochi secondi: nessuno sapeva esattamente cosa stavano cercando, ma avrebbero fatto di tutto per trovare il professore.
   Chad passò gran parte del pomeriggio cercando di chiamare Troy, alternandosi con Sharpay. Come suo solito, la donna cercava di mostrare il meno possibile la sua fragilità, ma tutti percepivano la sua preoccupazione. Erik e Taylor, nel frattempo, esaminarono tutti i siti, uno ad uno, muro dopo muro, cercando possibili altre entrate alla chiesa sotterranea ormai sepolta.
   A metà pomeriggio, nessuno aveva ancora trovato ciò che stava cercando. Joaquin, verso le quattro, entrò nel sito in cui Erik e Taylor stavano cercando, agitando un cellulare.
   -Erik! Finalmente… C’est ITC, pur toi…-
   -L’ITC? Cercano me?- domandò Erik balzando in piedi e afferrando il cellulare –Pronto, sono Erik Marek.-
   -Signor Marek… Erik, posso chiamarla Erik? Sono il signor Doniger, il vostro…-
   -Finanziatore… salve, signor Doniger… senta, il professor Bolton è lì da voi, vero?-
   -Lo era.- rispose Doniger. Dal tono, Erik non potè non sospettare qualcosa di strano –E sta bene? Perché, signor Doniger, le sembrerà strano, ma abbiamo trovato una lente e una scritta in un sito che…-
   -No, Erik, non parlatene al telefono. Vi stiamo mandando un elicottero: abbiamo bisogno che lei e i suoi uomini migliori, mi raccomando non più di sei o sette, siate qui al più presto.-
   -Il professor Bolton sta…-
   -Non parliamone al telefono, le ho detto. Vi spiegherò tutto quando arriverete.- lo interruppe Doniger bruscamente, poi appese senza aspettare risposta.
   Erik, Taylor, Joaquin, Chad, Martha, Kelsie e Sharpay vennero scortati a bordo di un moderno elicottero alle cinque di pomeriggio precise. Il viaggio durò quattro ore. All’atterraggio li accolse un ragazzo che doveva avere ventisei, ventisette anni, dai capelli neri –Salve. Sono Jason Cross, il vicepresidente della ITC.-
   Immediatamente Chad domandò –Signor Cross…-
   -Chiamatemi Jason.-
   -Bene, Jason… che sta succedendo? Dov’è mio fratello?-
   -Ecco, quando Troy è arrivato qui da noi, voleva delle risposte. Così, gli abbiamo spiegato la tecnologia che stiamo sviluppando… a grandi linee, ovviamente, è una tecnologia piuttosto complicata…- entrarono nel grande edificio della ITC, in un’enorme stanza. Tutti ammirarono il macchinario su cui decine di uomini stavano lavorando: era una grande piattaforma, circondata da specchi e da una canalina d’acqua. Tutt’attorno, collegati alla piattaforma con numerosi cavi, una ventina di bobine.
   -Cos’è questa?-
   -Bene, è arrivato il momento di spiegarvi tutto.- annuì Jason –Da anni la ITC sta lavorando ad un progetto destinato a velocizzare le spedizioni: si tratta di un macchinario in grado di… beh, parlando in termini semplici, di spostare un oggetto da un luogo all’altro… anche da uno stato all’altro, impiegandoci pochi secondi.-
   Il gruppo ammutolì.
   -Avete inventato un teletrasporto?- domandò Kelsie con un filo di voce.
   -Diciamo così.- annuì Jason.
   -Ma… ma non è possibile. Non si può spedire un oggetto da… da un luogo all’altro…-
   -Come non si può far passare un foglio attraverso un filo. Eppure inviamo i fax.- disse una voce dietro di loro. Tutti si voltarono e si trovarono davanti un uomo alto, dai capelli chiari –Robert Doniger, piacere.-
   -Signor Doniger…- riprese Kelsie –Il vostro vice ci stava spiegando… che avete trovato il modo di inviare oggetti…-
   -Già. Purtroppo abbiamo avuto un contrattempo: gli oggetti non arrivavano da nessuna parte.-
   -Venivano… disintegrati?-
   -No. Ricomparivano dopo quarantotto ore.-
   -Ma… e nel frattempo? Dov’erano?- domandò Sharpay.
   -Ce lo siamo chiesto anche noi. Per scoprirlo, abbiamo spedito una macchina fotografica con l’autoscatto inserito.- disse Jason –Per un po’ abbiamo ricevuto solo fotografie di un bosco… poi, il signor Doniger ha avuto l’idea di puntare la macchina vero l’alto: con delle fotografie del cielo notturno abbiamo potuto fare un confronto con le costellazioni e ci siamo resi conto di una cosa stupefacente: non solo la macchina fotografica era finita nel luogo sbagliato… ma anche nel tempo sbagliato. Precisamente, a Castelgard, nel 1357.-
   Tutti erano senza fiato, incerti se crederci o meno.
   -Dunque…- balbettò Chad quando si riprese –Avete mandato gli occhiali di mio fratello e quel documento indietro nel tempo?-
   -No.- scosse la testa Jason –Suo fratello è stato mandato in dietro nel tempo. Per sua decisione, è ovvio.-
   -E ora… ora dov’è?- domandò Sharpay con voce tremante mentre tutti gli altri fissavano Doniger, sbalorditi.
   -Ecco… c’è stato un problema e… e non è riuscito a tornare in tempo. Proprio per questo…- si affrettò ad aggiungere Doniger capendo che Chad era pronto a mollargli un pungo –Vi abbiamo convocati. Con alcuni dei miei uomini, voi potrete confondervi alla perfezione tra la gente, e ritrovare il professor Bolton.-
   -No, aspettate, aspettate.- li interruppe Kelsie –Non capisco. Com’è possibile? Non si può spedire la gente in un altro mondo, in un altro tempo…-
   -Non abbiamo già parlato prima dei fax, signorina Kelsie?-
   -Certo, ma nei fax il documento viene scomposto in migliaia di elettroni e solo così…- si interruppe, comprendendo tutto all’improvviso –Oh mio Dio… Mi state dicendo che… Non potete averlo fatto davvero.-
   -Invece, l’abbiamo fatto.- annunciò Doniger –Mi piacerebbe stare qui a parlare, ma il professore è solo nel medioevo da 46 ore ormai, e sarebbe opportuno muoverci. Più tempo passa, minori sono le possibilità di ritrovarlo.-
   -Ha ragione…- ammise Erik.
   -Bene… tre miei militari, Bennett, Baretto e Gomez, vi accompagneranno. Ah, eccoli.-
   Le presentazioni furono rapide e marziali. Baretto e Gomez erano simili tra loro, i tipici soldati, bassi, tarchiati, con l’aria dura e un po’ tonta.
   Bennett era ovviamente il capo, una specie di generale probabilmente. Intelligente, pronto a tutto, fisico allenato.
   -Andiamo tutti?- domandò Erik: se avesse saputo che tipo di missione li attendeva, avrebbe portato qualcun altro… forse, l’unica persona che avrebbe scelto tra quelli che erano con lui sarebbe stata Taylor.
   -No.- disse Bennett squadrandoli uno ad uno –Erik, tu mi servi, conosci la zona, e…-
   -Nessuno conosce la zona meglio di me.- ribattè prontamente Taylor –Io vengo.- annunciò, anche se uno strano tremore aveva iniziato a prendere il sopravvento.
   -Anche io.- affermò Chad in un impeto di coraggio: non avrebbe mai lasciato che Taylor partisse senza di lui –Ma… come faremo a comunicare? Parlano un’altra lingua.-
   -Io conosco l’occitano e il francese medio.- disse Erik –E Joaquin può aiutarci con il francese elevato.-
   Tutti si voltarono verso Joaquin. Non aveva ancora detto nulla sulla sua presenza nella missione.
   -Non devi sentirti obbligato.- disse Martha, con la quale Joaquin aveva una storia da tre mesi, con le lacrime agli occhi.
   -No, io vengo.- annuì Joaquin, deciso –Troy l’avrebbe fatto per me, io lo farò per lui.-
   -Beh… è ovvio che vengo anche io…- mormorò Sharpay.
   -No.- affermò Chad in tono deciso.
   -Non dire assurdità.- ringhiò Sharpay –Mio marito è nel medioevo, e…-
   -E mi ucciderebbe se ti lasciassi affrontare un pericolo del genere.- concluse Chad –Sharpay, per favore… fallo per lui.- tra tutti, aveva scelto l’unico argomento a cui Sharpay avrebbe ceduto. La donna, pur fremente di rabbia, annuì.
   -Bene.- sorrise Bennett –Bene… allora partirete voi quattro con noi. Signorina Taylor, i nostri spogliatoi sono unici, ma potete cambiarvi in bagno… Baretto, portale un abito. Voi venite con me.-
   Li condusse in uno spogliatoio dove furono riforniti di abiti adeguati all’epoca. Erik si sfilò la maglia e in quel momento la porta dello spogliatoio si spalancò.
   -Scusate il ritardo.- disse la ragazza che era entrata. Si slegò i capelli, castani e ricci, e afferrò un abito bianco un po’ sporco.
   -Che diavolo fai Jane?- domandò Jason lanciando un’occhiataccia alla ragazza.
   -Mi cambio. Non posso partire in jeans, ti pare?- rispose la ragazza mettendo a tacere Jason con un’occhiata decisa.
   -Bene, una persona in più non può far male…- esclamò Bennett con un sorrisetto sarcastico –Signori, vi presento Jane Montez.-
   La ragazza si sfilò la canotta e, prima di fare lo stesso coi jeans, rivolse ai tre un cenno di saluto.
   Tornò Baretto e la conversazione, interrotta dall’entrata di Jane, riprese quasi normalmente. Jason ne approfittò per avvicinarsi a Jane –Cosa pensi di dimostrare?- domandò sottovoce, ma Erik, piegato lì accanto alla ricerca di un paio di stivali della sua misura, sentì comunque e tese le orecchie.
   -Di accompagnarli.- rispose Jane in tono neutrale.
   -Non so quali siano le tue intenzioni, ma…-
   -Niente ma. Ho deciso Jason. Smettila di cercare di fermarmi.- disse Jane, poi si voltò di scatto  -Scusa, mi sfuggono i vostri nomi.- disse, prima ancora di vedere chi aveva davanti.
   -Io sono Erik.- rispose l’uomo –Quello è Joaquin, mentre lui è Chad.-
   Jane studiò Erik e rise tra sé: muscoloso, col fisico allenato… si sarebbe confuso tranquillamente con uno degli uomini di Bennett: una specie di moderno Rambo. Come poteva aspettarsi Doniger che quel genere di persone, palestrati montati e di certo fissati con mitra e pistole, fossero di qualche aiuto nel 1350? Ma al momento l’importante era tenersi occupata per non dover parlare con Jason, perciò rimase voltata verso quell’Erik, sfilandosi i jeans e infilandosi poi l’abito –Puoi aiutarmi ad allacciarlo?- domandò poi dandogli la schiena e tirandosi su i capelli. Erik allacciò i lacci, incrociandoli, domandandosi intanto perché mai avrebbero dovuto portarsi dietro quella ragazza. Doveva avere, giudicò, più o meno l’età di Taylor, quindi quattro anni in meno di lui e Troy, e due in meno di Chad e Joaquin. Non lo convinceva affatto, in particolare dopo aver ascoltato la conversazione tra lei e Jason: decise immediatamente che l’avrebbe tenuta d’occhio.
   Appena ebbe finito di aiutarla con l’abito prese una camicia di cotone e se la infilò. Poi prese il farsetto.
   -Quello và messo…- fece per spiegargli Jason, ma Erik lo interruppe –Lo so, grazie. Joaquin sembra un po’ in difficoltà, però…-
   Jason annuì, incerto se allontanarsi o meno. Decise, infine, di fare un ultimo tentativo con Jane –Ascolta, lo sai che...-
   -Jason, davvero, basta.- lo interruppe Jane indossando un mantello marrone con cappuccio.
   Jason strinse gli occhi a due fessure, al colmo dell’ira –Bene. Bene, fai quello che vuoi. Sei la persona più… più testarda, e idiota che io conosca.- affermò, allontanandosi per andare ad aiutare Joaquin.
   Jane scosse la testa –Hai bisogno per la calzamaglia?- domandò ad Erik, che scosse la testa e prese a legarla con maestria ai fori del farsetto.
   -Se siete pronti, possiamo andare.- esclamò Bennett quando tutti furono vestiti.

_________________Nota di Herm90
E rieccume!
Grazie: Sinfony (XD sono contenta almeno questa parte non risulterà troppo astrusa^^ sono contenta che ti piacciano i ruoli ma... c'è qualcosa di diverso, più in là^^), Jud_91 (nuuuu ma master mi minacci Erik??? crudele XD), armony_93 (l'hai visto il film alla fine? o hai visto solo le scene finali come sempre? XD), heiling fur himmer (lo sapevo che avrei sbagliato una qualche traduzione XD voglio saperlo cos'è che "non ti piace per niente"... mi mandi un mp? sennò ti contatto su msn^^), Titty90 (si, dai, puoi dirlo che Chad è bellissimo... ma... beh, aspetta e forae qualcosa ti piacerà ancora di più XD), Barbycam (vedrò di perdonarti, ma solo per la tua fantastica ficcy su di noi^^ t lovvo veve!), scricciolo91 (XD spero che qui hai capito! se hai problemi mandami un mp e ti spiego quello che vuoi^^) e Moony Potter (Ciauuuuuuu! Beh, farò dei cambiamenti, ma... niente, non ti dico di più^^ spero che la ficcy continui a piacerti!)
Bacioni a tutti!!!!!!!!
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: Jane The Angel