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Autore: polkadotz7    01/07/2008    2 recensioni
premessa : questa "cosa" l'ho scritta un sacco di tempo fa, ma decido comunque di pubblicarla, sperando gradiate. :D in sintesi è un'alternativa agli ultimi libri della saga. è possibile rinunciare a chi si è stati in passato ? è possibile voltare le spalle alla propria indentità ? o a quello che per molti è stato il nostro ruolo ? Ellen se lo domanda tutte le notti, mentre pensa a quando era una mangiamorte, a quando andava a letto con Malfoy, a quando i suoi fratelli erano ancora vivi...
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Professor Piton ? £

Sono usciti tutti dall’aula. Sono soli in quel postaccio.

“si , so già tutto Potter, Silente mi ha già parlato. Sta sera dalle sette alle nove , vedi di essere puntuale… “

Ginny compare sulla soglia .

“Harry ? “

“Arrivo subito Ginny. “

Harry si rivolge di nuovo a Piton

“allora a sta sera.”

Esce dall’aula. E’ una vera liberazione. Ma la vera liberazione arriva vedendo la propria ragazza aspettarti lì fuori. Harry le sorride debolmente. La bacia .

“mi sei mancata “

Ginny lo abbraccia. E’ da quando aveva dieci anni che sperava di sentire una frase del genere da Harry. Ha un suono così puro, così perfetto. Lei gli accarezza la nuca , gioca coi capelli lì dietro come fa sempre.

“lo dici per dire ? “

“no, lo penso veramente … “

Piton esce dall’aula e lancia loro un’occhiata di puro disgusto. Li vede mentre si baciano. Se ne va . Forse, non è da escludere che anche lui da giovane sia stato innamorato. Harry e Ginny si prendono per mano. Le lezioni devono proseguire. Si salutano all’incrocio tra il corridoio dell’ala est e quello per il secondo piano.

“ci vediamo dopo a pranzo … magari riesco a venirti a prendere, ho un’ora buca perché a Vitius è venuta la varicella … roba babbana , come l’abbia presa non so …”

“ci conto. “

Harry si china. Ultimamente non si riconosce nemmeno più. E’ più spigliato, più intraprendente. Ginny gli da forza e sicurezza. Poi , a proposito invece di paura e insicurezza ecco che gli torna in mente quella cazzo di profezia. E se lui , morisse ? Non gli da tregua questo pensiero. Gli ronza in testa di continuo. Quando meno se l’aspetta. Guarda Ginny. Improvvisamente non ha per niente voglia di andare a lezione di trasfigurazione, ma deve andare, non può inventare scuse. Le va vicino piano con quella lentezza che ti fa star male.

“mi vieni a prendere dopo ? “

“volentieri “

Harry la riempie di minuscoli bacini sulle labbra. Sta così bene, vorrebbe  davvero che non finisse mai quell’attimo. Passerebbe così la sua vita. E’ tardi, sarà meglio andare, la saluta ed entra in classe. Siede tra Ron ed Hermione. Inizia l’ennesima lezione.

 

*

 

La vede uscire. Si ricorda quasi subito della prima volta che l’ha vista. Avrà avuto quattro anni la sua Ellen . La vede davanti alla sua classe, la vede parlare con Ginny Weasley e con un’altra biondina. Apparentemente sembra cambiata. Apparentemente. Se la ricorda, prima , quando lei e i suoi genitori erano dei grandi Mangiamorte, uccidevano per Voldemort, facevano fuori auror, cacciavano Potter. Ma ora, dopo quella notte, dopo la fuga da Azkabam dei suoi dopo tutto quel casino, dopo la morte dei suoi fratelli che proprio non c’entravano niente, lei è diventata il fantasma di se stessa. Vuole redimersi, è come se per tutto il resto della sua vita fino alla sera di quelle uccisioni, lei avesse dormito. Ma qual è la vera Ellen ?  La vede e sorride, infondo ne è convinto, Ellen sarà cambiata, non vorrà più uccidere, ma ne è sicuro. Lei lo ama ancora. Si avvicina.

“ciao Rose “

“vattene via “

“come sei scortese …”

“ho detto di andartene Malfoy…”

E meno male che lei lo ama ancora. La vede andare via. E’ infondo al corridoio quando Rose si gira e lo guarda lì fermo immobile come un perfetto pirla in mezzo al corridoio che la fissa camminare lontano da lui. Abbassa lo sguardo, torna a parlare con le sue compagne. E pensare che un giorno d’estate, di tanti anni prima aveva anche dormito con lei… Se lo ricorda ancora, come fosse adesso… L’amava già da allora ? Può amare un bambino di cinque anni ? Non si da risposta, ma la sua testa inizia a navigare nei ricordi.

 

Si trova davanti una bambina coi capelli scuri. Ha le trecce lunghe, lunghe. Un bambino più grande con gli occhi chiari, la tiene per mano, accanto a lui un’altra bambina , un po’ più grande di quella con le trecce, cerca di attirare l’attenzione del bambino.

“uffa stai sempre con Ellen ! “

“non è vero “

“si che è vero “

“no non è vero “

“si che è vero “

“no “

“si “

“no “

Arriva la madre di loro tre,  Fidia, li porta davanti a Draco. E’ una bella donna, elegante e sontuosa. Ha degli occhi strani tuttavia, da essi traspare una subordinazione al potere. Lo si vede subito, di colpo alla prima botta che questa donna ambisce a diventare la signora del mondo. Ha una risata atroce. Non è né dolce né gentile. E’ solo una risata sguaiata .

“bambini , questo è Draco”

“Draco questi sono Erik Aelis ed Ellen “

Ellen si stacca dalla mano di Erik. Gli si avvicina, sorride di un sorriso stentato . Gli incisivi sono leggermente separati tra di loro. E’ una bella bambina. La frangetta le copre leggermente gli occhi. Se li scosta con una mano e Draco scopre lì dietro due occhietti vispi e splendidi, da potercisi rimanere delle ore a guardare le sfumature dei colori. Lui non sorride, è sempre stato un bambino cupo, abituato a giocare sempre da solo. Lui è un bambino che non ha bisogno di amici.

“ricordati il mio nome mi raccomando !”

Ellen, gli sorride di nuovo mentre Aelis riesce a ottenere l’attenzione di suo fratello. Draco li porta nella sua cameretta. Giocattoli a non finire , papà può permettersi il meglio. Da sempre.

“se volete potete giocare con i miei giochi, basta che poi mettete tutto a posto “

“va bene …”

Si siedono per terra. Draco li guarda seduto sul suo letto. Non partecipa a nessuna attività.

“Draco giochi un po’ con noi ? “

Draco guarda la bambina con le trecce scure. Lei è la prima persona a interessarsi a lui a chiedersi perché mai un bambino non si diverta con loro. E’ la prima in assoluto che vuole Draco vicino a lei. E Draco in quel momento guarda la bambina davanti a lui, le sorride e accetta. Infondo non è poi così diverso dagli altri bambini. Quel pomeriggio, Narcissa entra in cameretta. Ordina ai più piccoli di dormire un po’ . Ellen e Draco obbediscono, sono stati abituati a questo modo. Obbedire senza fare domande. Erik e Aelis invece scendono, dovranno fare i compiti forse. Narcissa li fa coricare nel letto matrimoniale della sala degli ospiti. Li mette a letto, poi spegne la luce. Fuori tira vento, le cime degli alberi toccano quasi suolo, piove forte, Ellen ha paura dei tuoni. Emette un gridolino e si attacca involontariamente alla felpina di Draco.

“dammi la mano che ti passa la paura …”

Ellen gli prende la mano. Sono così piccoli  e sembrano così innocenti. Si addormentano quasi subito, mano nella mano. Ellen da quel giorno non ha più paura dei tuoni. 

 

Draco la vede girare l’angolo. Ellen gli manca da morire.
  
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