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Autore: albaTH    16/03/2014    5 recensioni
Fire. Una ragazza macabra, sola, che attende con ansia il termine della sua vita.
Qualcosa, o qualcuno, cambierà il suo destino; un incontro, un evento, un pensiero malsano.
"L'Essenziale è invisibile agli Occhi."
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“I’ll die happy tonight…” L.D.R.
 
E la porta in fondo alle scale si aprì. Non so cosa mi aspettassi, caldo, fuoco, fiamme guizzanti e anime dannate?
Il primo impatto era una discoteca molto affollata. O almeno, era ciò che pensavo avrebbe potuto essere una discoteca: non ero mai entrata in una, troppa gente, troppo rumore, e io sono fortemente asociale.
In poche parole, c’era un gran casino. Musica che sforava i timpani, gente scatenata che ballava senza sosta, altra seduta a dei tavoli a fare a gara a chi beveva più drink. Mi salì subito l’ansia; troppe persone, avrei dovuto parlare con tutta questa gente.
Mi fermai sull’uscio e guardai Sean, rabbiosa.
“Perché mi hai portato qui?” domandai seccata.
“Ovvio, per divertirci.” affermò lui; aveva già abbrancato un drink e lo stava bevendo come fosse acqua.
Mi scattò il nervo. Nera in volto, lo strattonai per il colletto della camicia: “Li leggi i miei pensieri o no, Lucifero?” sibilai, “Odio i posti del genere.”
Sean, di fronte al mio scatto d’ira, era perfettamente calmo. Sospirò.
“Ti avevo detto di non usare il mio nome contro di me… Stai tranquilla. Giusto un attimo per salutare i vecchi amici e ce ne andiamo, se è quello che vuoi.”
Si avviò in mezzo al marasma di gente indomita che danzava. All’inizio rimasi impietrita sulla soglia, poi lo seguii a passa svelto: aveva raggiunto un tavolino, e lì si era fermato, in piedi davanti a un gruppo di tre “persone” (più che altro, Demoni) che beveva e chiacchierava.
Mi fermai, un metro dietro di lui.
I tre individui avevano sollevato il capo, e fissavano Sean, dapprima accigliati, subito dopo raggianti, per poi alzarsi in piedi e stringerlo in un abbraccio.
“Lucifero! Vecchio mio! È da un secolo che non ci vediamo.” disse il primo; aveva capelli blu elettrici rasati ai lati, e la faccia coperta di piercing. Sembrava un cantante punk, piuttosto che una creatura demoniaca.
“Sempre esagerato tu.” borbottò Sean, “sono passati solo novantacinque anni. Ah, e non chiamarmi così.”
“Sì, lo odi e tante altre cose.” disse il tizio blu con noncuranza. Chi è la tua affascinante amica?” domandò poi.
Mi sentii il volto in fiamme.
“È solo Fire.” rispose Sean. Lo odiai per quella risposta.
Lo strano Demone punk mi si avvicinò, mentre lo stronzo responsabile a portarmi lì salutava gli altri due che erano seduti al tavolo.
“Piacere, Abbadon. Avrai senz’altro sentito parlare di me in qualcuna di quelle sciocchi libri religiosi che mi temono.” esordì.
“A dir la verità,” risposi, “non ho mai toccato la Bibbia in vita mia. Il tuo nome mi è sconosciuto.”
Il cuore mi batteva come quando parlavo in modo informale e forzato.
“Beh, sarà il caso che te lo ricordi allora.” disse Abbadon tendendomi la mano.
Stavo quasi per stendere il mio braccio e stringerla, quando lui la ritrasse di scatto e mi fissò negli occhi. Dopodichè di girò e guardò storto Sean.
“Una Cieca?!” gli gridò. “Tu, hai portato una Cieca negli Inferi?” era visibilmente disgustato.
Sean si avvicinò, seguito a ruota dagli altri due. Pensai che Sean fosse abituato a essere seguito da chiunque, e non senza una punta di invidia.
“Oh, rilassati Abby, è a posto. Garantisco io, e non solo per il suo straordinario fascino.” tranquillizzò il Demone.
Feci finta di non aver udito il suo ultimo commento.
“Grazie per l’infinita gentilezza che mi rivolgete, di cuore.” fiammeggiavo rabbia.
Dietro Sean, era rimasta solo una persona; l’altra evidentemente aveva deciso che la conversazione non era abbastanza interessante.
“Se lo dici tu.” replicò Abbadon guardandomi con superiorità, poi girò i tacchi e se ne andò aggiungendo solo un ‘ci vediamo nei prossimi novantacinque anni' cui Sean rispose con un cenno della mano.
Il terzo Demone era avanzato, fino a raggiungere Sean al fianco.
Era una donna di bellezza straordinaria: capelli fulvi e lunghi, il viso affilato e perfetto e le labbra spesse e carnose; indossava un lungo vestito rosso con lo spacco sulla coscia e tacchi neri vertiginosi.
Mi sentii sprofondare nella mia bruttezza: Sean se la divorava con gli occhi.
“Ciao.” mi disse semplicemente la ragazza, con voce sensuale ed elegante.
I miei occhi caddero sulle sue iridi. Mi guardava, ma non mi vedeva veramente: erano occhi vuoi e spenti.
“Tu sei…” iniziai, ma poi mi ricordai che i Demoni usavano la stessa parola per definire proprio me.
“Sì.” mi precedette lei (e io mi domandai se poter leggere il pensiero fosse un talento comune), “sono cieca; cieca, non Cieca. Io posso Vedere. Vedo in modo molto più dettagliato e vero di come lo fai tu, mortale.” sibilò, forse offesa.
“Fire, ti presento Azathoth, il Demone Cieco.” Poi si rivolse alla ragazza: “Sai, non ha molta familiarità con i nomi dei Demoni.”
“Capisco.” Sembrò sputare veleno lei, “Beh, ci si vede in giro Lucy.”
“Oh ti prego, sembra il nome di una fottuta Barbie.” disse Sean, salutandola con un bacio sulla guancia, dopodichè Azathoth si allontanò silenziosa e sinuosa sui tacchi a spillo.
Lei Vedeva, vedeva veramente. Non andava a sbattere in giro, non come capitava a me.
“Bene,” disse poi Sean, “usciamo da questo letterale caos Infernale.”
E si avviò alla porta, accompagnato da me e dalla musica incalzante.
 
Angolo dell’ “autrice”.
 
Grazie a  Howard Phillips Lovecraft per il nome del Demone Azathoth.
Grazie alla mia compagna di classe Venere per l’idea del Demone cieco.
Grazie a voi se vi piace la mia storia e la recensite.
 
  
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