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Autore: gwuncan99    17/03/2014    4 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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--->Capitolo X


Di soppiatto ci addentrammo in un fitto boschetto proprio alla fine della stradina buia e illuminata solo dalla luce flebile di un lampione; se ci avessero beccati avrebbero cominciato a bombardarci di domande e magari ci avrebbero dichiarati complici dei due criminali -cosa che non dovevano scoprire assolutamente. I rami taglienti degli alberi che si facevano sempre più numerosi ci graffiavano e ci bloccavano la strada. Avremmo dovuto percorrere tutto il bosco fino ad arrivare alla riva del fiume e trovare Duncan e Gwen; era una cosa pericolosa e difficile, ma per i miei amici farei questo ed altro. Avevo timore che gli fosse successo qualcosa, prendendo in considerazione il volo che probabilmente avranno fatto con l'automobile. Maledetto Duncan e la sua idea sciocca e immatura di fare una rapina senza mezzi e complici, testarda Gwen che è andata a cercarlo a quest'ora senza avvisarmi di nulla, stupido e idiota io che sono qui a sperare che siano vivi. Avevo il presentimento che almeno ad uno dei due fosse successo qualcosa, il mio sesto senso diceva questo, e pregavo con tutto me stesso che avesse torto. 
"Mi sono tagliata!" imprecò a voce alta Heather a voce straziata, mostrandomi la sua coscia ferita e sporca di una scia di sangue. Feci una strana smorfia tra il disgusto e la preoccupazione, ma infondo era solo un taglio, niente di grave ed esagerato.
"Dai, dobbiamo muoverci." ordinai sforzandomi di essere serio, mentre scostavo davanti a me i rami e i cespugli che sembrava ci stessero risucchiando al loro interno. L'atmosfera cupa e silenziosa era accompagnata dai versi inquietanti dei gufi ed il bosco intorno a noi era completamente buio e invisibile; non si vedeva nulla, ci stavamo orientando solo con la scarsa torcia del cellulare di Heather.
"E' impossibile, non si vede un caz-aah!" nel momento in cui stava per ribattere sulla momentanea situazione in modo volgare ed esasperato inciampò sulla radice innalzata di un albero facendomi quasi sghignazzare, ma non era il momento, non lo era proprio. Le porsi una mano per aiutarla, e quando si fu alzata si impegnò a borbottare parolacce e bestemmie sempre più pesanti, mentre si ripuliva il vestitino che aveva indosso; non poteva mettersi qualcosa di meglio...oltretutto aveva anche i tacchi alti! Ci incamminammo ancora per qualche minuto, stanchi ed esasperati per la lunga camminata, le nuvole avevano coperto lentamente la luna piena ed il cellulare, unica fonte di luce, era quasi scarico. Pochi passi dopo stavamo percorrendo il bosco sempre con più difficoltà, raggiungendo una discesa quasi impercorribile, e tra la vegetazione si intravedeva il fiume davanti a noi scorrere  veloce e senza sosta.
"Come facciamo ad arrivarci?!" urlò la ragazza; il troppo rumore della corrente dell'acqua le impediva di parlare e di farsi sentire normalmente.
"Lanciamoci!" risposi a mia volta io con una naturalezza tale da spaventare di non poco l'asiatica.
"COSA?!"

 
***
 
"C-cosa? Gwen?" mormorai incredulo io, quasi balbettante e privo di parole da dire; avevo sentito la sua voce, ne ero certo! "G-Gwen..." ripetei ancora stupefatto e con un briciolo di speranza  mentre poggiavo con delicatezza ed attenzione la ragazza sulla sabbia fredda e bagnata. Le strinsi una mano e con l'altra le accarezzavo i capelli. "Gwen, per favore..."
"Mmh..." biascicò lei muovendo appena il capo e le labbra; aprì lentamente gli occhi guardandosi intorno, visibilmente spaesata. "NO!" urlò poi sgranandoli completamente dopo aver forse percepito dove fosse, facendomi sobbalzare sul posto per la sua improvvisa reazione alquanto strana. Si alzò alla mia altezza scrutando dietro di sé più volte,  aumentando sempre di più la sua paura e agitazione.
"G-Gwen...Calma, ci sono io!" le sussurrai dolcemente, bloccandola con un abbraccio di cui avevo bisogno anch'io; lei ricambiò, scoppiando poi in un pianto liberatorio. "Shh..." sussurravo al suo orecchio cercando di calmarla, ma lei non la smetteva. Mi stringeva sempre più forte mentre continuava a ripetere stranamente "Non andare...Non lasciarmi!" e così fino a quando non si decise a staccarsi per guardarmi con i suoi occhi rossi e lucidi.
"Mi hai fatto prendere un colpo..." ammisi accarezzandole la guancia; poggiò una mano sulla mia e mi sorrise debolmente. "Non farlo mai più!" continuai poi ironicamente. Non potevo crederci..Ma era morta poco fa, ne ero certo! Troppe situazioni mi stavano investendo nello stesso momento: la paura di averla persa per sempre, la felicità di avere la possibilità di poterla riavere tra le mie braccia, e la troppa confusione a vederla così...in preda al panico e alla disperazione.
Ora rideva fragorosamente, senza smettere; i capelli le coprivano il pallido e perfetto viso, mentre lei si asciugava le lacrime per le improvvise risate.
"Gwen." la chiamai prendendole la faccia tra le mani, ma ancora rideva senza motivo. "Gwen!" ritentai. 
"Ahahahah!"

"Ti amo."

Si fermò. Sgranò gli occhi e arrossì lievemente, un tenero rossore che le colorava le sue tenere guance.
"D-Duncan..." boccheggiò stupita, sussurrando il mio nome con un filo di voce. "Anch'io." mormorò infine con un sorriso, quando io mi stavo avvicinando alle sue labbra...
"GEOFF! MALEDETTO, TIENIMI!" in lontananza avevamo udito delle grida piuttosto familiari.
"Geoff?" Gwen si allontanò di malavoglia dalle mie labbra mentre io cercavo di non farle sfuggire da me, girandosi poi curiosa verso la direzione della voce udita. "E' Heather?" domandò forse a sé stessa  alzandosi dalla sabbia e cercando di capire dove potesse essere.
"AAAH!" e poi un tonfo.
"Tutto apposto?!" aveva urlato con preoccupazione ed un pizzico di divertimento una voce maschile, forse Geoff.
Presi per mano la ragazza insicura ed arrivammo davanti ad un mucchio di cespugli e fogliame secco, da cui sbucarono i due ragazzi: Geoff e Heather!
"Cosa ci fate qui?" chiesi io meravigliato, ottenendo solo uno sguardo assassino da parte della ragazza in questione.
"Non solo noi vi siamo venuti a cercare, chiedi anche perché siamo qui?!" sbottò l'asiatica gesticolando spazientita ed uscendo dalla massa di foglie secche con una smorfia schizzinosa, mentre si ripuliva il vestito ormai macchiato di terra.
"Amico!!" al contrario Geoff esclamò entusiasto, accogliendomi con un caldo e lungo abbraccio. "Ma che vi è saltato in mente? Una rapina?" si staccò poi, lanciando un'occhiata estasiata prima a me, e poi a Gwen diversamente, con un accenno di preoccupazione. 
"Gwen...Ti è successo qualcosa?" domandò avvicinandosi alla ragazza che tremava e si guardava intorno agitata, stringendosi con le sue stesse braccia.
"Sìsì...C-credo di sì.." ribatté balbettante. "Ho solo..un po' di freddo." si giustificò falsamente; sì, aveva i vestiti bagnati, ma non era per il freddo che si trovava in quelle condizioni. L'abbracciai comunque, regalandole almeno un po' di sollievo. Anche il festaiolo sembrava non essersela bevuta, ma ci passò comunque sopra. "Andiamocene prima che ci becchino, siete nei guai voi due."
"C'è qualcuno lì dietro!" voci di persone sospette e rumori di passi sulle foglie secche rimbombavano per tutto il circondario. Spalancammo tutti e quattro gli occhi sorpresi ed  intimoriti dalla situazione.
"Cosa facciamo?!" sussurrai confuso.
"Qui dietro!" ci ordinò l'asiatica, indicandoci grandi cespugli dove potevamo nasconderci al buio. 

Con attenzione e silenzio ci infiltrammo nella zona suggerita da Heather, attendendo che se ne fosse andato chiunque quella persona sia. Un uomo in divisa di carabiniere scrutò la zona con una torcia ed una pistola in mano; aveva un sorriso sadico e sicuro di sé.
"Vi prenderò, statene certi." mormorava tra sé e sé, puntando la torcia prima verso la riva, poi proprio sopra di noi.
"Siete lì?" chiese sarcasticamente avvicinandosi a passi lenti che davano ancora più ansia tra i presenti nel nascondiglio. Nel momento in cui l'uomo si stava avvicinando Duncan aveva estratto da un borsone rosso la sua solita arma, pronto a caricarla e a sparare nel momento più opportuno. Il rumore della pistola caricata del carabiniere ci fece sobbalzare tutti, ma Duncan, più svelto e furbo di lui, uscì di sorpresa dal cespuglio uccidendolo con un solo e ben preciso colpo al petto.
"Andiamo via!" aveva ordinato poi, correndo verso il bosco dietro di noi; il colpo forte e sordo del proiettile avrà sicuramente attirato l'attenzione.
"L'auto è proprio alla fine del bosco!" informò Heather al punk senza smettere di camminare a passi veloci. Un tuono abbastanza vicino spaventò di non poco Geoff, che stava per saltare addosso alla ragazza; lei lo scansò subito con una faccia rivoltante e infastidita. "Ci mancava solo la pioggia!" sbottò poi ricevendo uno sbuffo da parte di Duncan, che diede un'occhiata al cielo notturno e cupo. Prima poche gocce, poi sempre in più numerose e più forti ci bagnavano, rendendo ancora più difficile la fuga.
Sgranai gli occhi; quel pensiero era ritornato nella mia mente.
"Gwen!" mi richiamò Duncan notandomi spaesata e di nuovo agitata.
"No..No..No.." mi girai di scatto dietro di me come se qualcuno mi avesse toccato, poi abbassai lo sguardo impaurito sul mio corpo; sangue, tutto rosso, vedevo solo quello, e i ricordi si facevano sempre più nitidi.
"Gwen..Che hai?" mi scosse leggermente il punk; possibile che non vedeva tutto quel sangue?!
Alzai lo sguardo su di lui, scoprendo i miei occhi lucidi e spalancati. "VAI VIA!" gli avevo urlato con tutta l'aria che avevo nei polmoni, scappando in preda al panico lontano dal gruppo il più velocemente possibile, senza meta.
Quel sogno, mia madre, mio padre, il bosco...Era tutto così chiaro, così dannatamente pauroso. Così dannatamente reale.
"GWEEN!" i ragazzi mi cercavano, urlavano,  mi seguivano, ma non volevo fermarmi; volevo scappare, volevo morire. La mia corsa finì dopo aver inciampato su un sasso, ed ero rimasta lì a terra, sotto la pioggia, senza la forza di rialzarmi; questa volta non mi sarei rialzata dopo un'altra sconfitta.  "Eccola!" i passi si avvicinavano, Geoff mi aveva trovata, e Duncan voleva aiutarmi.
"Gwen...Che ti succede?" aveva chiesto troppo confuso per capire, non poteva capire cosa mi stava succedendo! Nemmeno io lo capivo! Scoppiai a piangere per l'ennesima volta, suscitando ancora più preoccupazione tra i presenti, rimasti spiazzati e a bocca aperta.
"Ehi..Vieni qui..." mormorò Duncan cercando di calmarmi; mi avvolse tra le sue accoglienti braccia e mi alzò da terra. "La porto io, andiamo." spiegò poi agli altri, ricominciando a camminare verso l'uscita di quell'inferno. Io mi stringevo alla sua felpa bagnata fradicia, e provavo a smettere di piangere. "Più tardi dobbiamo parlare, ok?" sussurrò al mio orecchio; feci un debole cenno della testa, dischiudendo poi gli occhi, fino a che non mi addormentai...

***

Fui svegliata da improvvisi rumori, simili a spari. Dopo aver scrutato tutto ciò che si trovava intorno a me - ovvero alberi, asfalto bagnato ed un lampione dalla luce debole - mi alzai dalla strada su cui ero poggiata, ma fui bloccata con una stretta sul braccio.
"Fermati, è troppo pericoloso." era Geoff.
"Cosa? Che sta succedendo?" avevo chiesto io perplessa.
"Ci hanno visti. Duncan e Heather stanno cercando di uccidere tutte le guardie...Resta qui." mi spiegò alzandosi dall'asfalto.
"No! Vengo anch'io." obbiettai tirandogli con testaggine la manica della camicia.
"No, Gwen. Tu non stai ancora bene!" ribatté lui premuroso, liberandosi dalla mia presa provando ad essere paziente.
"Sto meglio, non preoccuparti..."
Mi lanciò uno sguardo perplesso.
"Fidati..."
"E va bene..." mi passò una pistola che presi al volo. "Ma stai attenta!" mi raccomandò infine, sbucando dal nostro nascondiglio. Osservai dapprima tutta la scena dalla mia postazione, studiando una possibile entrata senza farmi uccidere al primo minuto: Duncan aveva appena messo K.O. qualche uomo, Heather si proteggeva dietro un auto e sparava quando poteva, e Geoff copriva le spalle ai ragazzi, sicuro di sé. Uscii dal nascondiglio, attirando l'attenzione del punk, decisamente stupito della mia presenza.
"Gwen! Potrebbero ucciderti!" urlò lui distraendosi dal suo lavoro.
Sparai ad un giornalista, mi pare, che proprio dietro di lui stava alzando un bastone per colpirlo, uccidendolo al primo colpo.
"Quello che deve stare attento sei tu." ribattei ironica, facendogli l'occhiolino e affiancandomi a Heather.
"Io e te dobbiamo parlare!" sibilò minacciosamente la ragazza, non distogliendo lo sguardo dalle sue 'vittime'.
"Adesso non mi sembra proprio il momento!"
"Ah ah." si limitò a dire con sarcasmo lei, schivando con agilità un proiettile che l'avrebbe colpita ad un braccio.
"GIU' LE ARMI! SIETE IN ARRESTO!" aveva urlato da un megafono un uomo appena uscito da un auto nera. Ora eravamo circondati da tutte le pattuglie con le armi puntate su di noi; non avevamo scampo. Cercai lo sguardo arreso e senza speranze di Duncan, ma ciò che vidi era un ghigno determinato ed astuto che non mi sarei aspettata in quella circostanza; cos'aveva in mente? Il ragazzo in questione abbassò le braccia con cui teneva saldamente la sua pistola, non  eliminando però quel sorriso sulle sue labbra troppo incoerente per la situazione in cui ci eravamo cacciati. Girò il capo verso una direzione  non nota a me, come se stesse aspettando qualcosa, o qualcuno; ed eccola, una grossa Mercedes nera metallica sbucare dal nulla con una secca frenata che emise un agghiacciante suono sull'asfalto bagnato. Si fermò proprio davanti al ragazzo e la portiera si aprì, mostrando dapprima i tacchi neri ed alti, e poi le gambe sexy e perfette, ed il resto del corpo come dessert. Era sempre lei, sempre Courtney, l'ex ragazza spietata di Duncan che stava uscendo con audacia e decisione dall'automobile, incamminandosi verso il ragazzo in questione, lanciandogli uno sguardo di sfida ricambiato.
"E' giunta la vostra ora, Duncan." sibilò a braccia conserte, lo sguardo puntato su di lui, la fierezza nei suoi grandi occhi a cerbiatto. Non ottenendo nessuno risposta, continuò a parlare con presunzione. "Che peccato, stavo cominciando a divertirmi; ti sei fatto beccare subito, non è da te!" commentò ironicamente facendo ondeggiare con eleganza la sua lunga chioma castana.
"Ne sei così certa, Courtney?" finalmente Duncan le risponde, con fin troppa sicurezza e tranquillità; puntò nuovamente la pistola sull'auto della perfettina, colpendo perfettamente un punto - non noto a me - da bucarle il motore ed incendiarla completamente.
"MALEDETTO!" imprecò a voce squillante, arrendendosi e scappando tra la grande calca di persone disorganizzata e in preda al panico in cerca di salvezza. Udii il punk sghignazzare vittorioso, prima di portarci verso la nostra macchina, con alla guida Geoff - ecco perché non lo trovavo più! - e scappare alla velocità della luce; dietro di noi la catena di auto esplose in un panorama di fuoco e distruzione, spazzando via tutto ciò che si trovava nei dintorni.

Ed anche questa volta eravamo sfuggiti alla legge, ed a Courtney.

 
---->Angolo dell'autrice<----

Scusate se ho dovuto rimettere i capitoli 9 e 10 (ho anche perso tutte le recensioni :c) ma non so perché non erano più visualizzabili sul sito...aggiornerò presto col capitolo 11!
gwuncan99
  
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