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Autore: _Giuls17_    17/03/2014    6 recensioni
[Sequel di Fear the empty of insanity] Maka trova la risposta a tutte le sue domande dentro un libro con degli strani geroglifici, trova la risposta per combattere la follia che si è annidata dentro di lei, ma per farlo dovrà raggiungere i posti più sperduti del mondo, per trovare l'unico oggetto che le garantirà la libertà.
Capitolo 3: “Maka, Maka… Non hai ancora visto niente.”
E con l’eco di quelle parole nella testa vide il suo mondo diventare improvvisamene buio.
Capitolo 4: “Ammettilo, lui ti piace perché ti ricorda i tempi cui non dovevi dare spiegazioni a nessuno, quei tempi in cui eri libera.”
In realtà non lo sono mai stata, io ho sempre amato Soul.
Capitolo 5:[...] Glielo stava urlando il suo cuore ogni volta che lo sguardo di Zack si soffermava troppo su di lei, su i suoi occhi, sulla sua bocca.
Capitolo 6:[...] e quel semplice contatto le provocò un brivido lungo la schiena.
Capitolo 7: -Penso che in un’altra vita ti avrei amato e avrei lottato per te, ma tocca a tuo marito farlo, oggi.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear the empty of insanity'
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Ci sono molte cose che vorrei dirvi prima che leggiate il primo capitolo.
Ma penso che mi dilungherei troppo, dico soltanto che mi dispiace di aver pubblicato
così tardi rispetto al mio programma...
Ma non è stato facile buttare giù questo capitolo, trovavo sempre
qualcosa che non mi piaceva, come se non fossi mai soddisfatta, 
ma stasera mi sono fatta coraggio ed eccol qui.
Vorrei poi dare il benvenuto a tutte le persone
che mi sono state vicine durante "Fear the empty of insanity"
e spero di ritrovarle qui, e anche a tutte le nuove persone!
Vi lascio alla storia e grazie <3



 
Perché è ciò che devo fare
 
 
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Perché non ti arrendi? Sarebbe tutto più facile e non staresti così male.”
“Io ho deciso di combattere, ho deciso di combattere te.”
Maka lo guardò negli occhi, e per la prima volta non ebbe paura. Quel demone rosso non significava più niente per lei.
“Lo sai perfettamente che quel libro non ti porterà da nessuna parte, è solo tempo perso.”
“Scusami ma decido io come perdere il mio tempo.”
Ormai andava avanti cosi da un mese e la situazione per lei era diventata del tutto insostenibile, aveva la necessità di chiudere quel capitolo della sua vita, aveva il desiderio di andare avanti.
“Siamo una cosa sola io e te, quindi.”
Sbuffò, faceva sempre cosi quando il Demone la rinchiudeva dentro il suo stesso sogno o addirittura dentro la realtà, sbuffava e smettere di rispondere così l’avrebbe lasciata andare più in fretta perché in quei momenti di buio, Maka perdeva il controllo.
“Mi lasci andare, ora?” chiese sbattendo il piede a terra, anche se adesso si trovavano in una stanza rossa, senza pavimento e muri.
“Ci vediamo più tardi.” La salutò col suo odioso ghigno e lei potè tornare alla sua vita, per il breve tempo che il Demone le avrebbe concesso.
 
***
 
Alzò gli occhi al cielo e senza rendersene conto il vento scompigliò la coda, leggermente sfatta, che li legava. Guardò davanti a se e vide il panorama della Death Valley estendersi in tutta la sua grandezza.
Solo dopo pochi istanti si rese conto di trovarsi fuori da un balcone della Shibusen, uno dei più alti della scuola, sola, non ricordando il motivo per cui era venuta lì.
Scosse la testa e rientrò dentro, trovandosi nel piano della sua vecchia classe.
In quel mese avevano portato a termine gli studi, anche se certe cose non avrebbero mai avuto una fine, ma almeno per la felicità di molti avevano potuto dire addio ai libri per concentrarsi sulla vita di tutti i giorni.
Quale vita?
Maka non aveva più una vita.
Aveva sposato Soul e con lui continuava a vivere nel loro appartamento, avevano fatto qualche lavoro di ristrutturazione, per rendere la casa più confortevole ma lei non era mai stata totalmente presente.
In molte di quelle occasioni era il Demone a governare il suo corpo, perché LUI aveva il potere di farlo.
Aveva il potere di decidere come e quando estraniarla dal mondo, di farle compiere gesti impulsivi o di farle dire parole non sue.
Maka non aveva più una vita da tempo, e la cosa le dava leggermente fastidio.
Le sue crisi si erano fatte sempre più frequenti ma nessuno, compreso Soul, aveva sospettato qualcosa, ma lei aveva dovuto dirlo.
Ad una sola persona, quella di cui si sarebbe fidata sempre e incondizionatamente.
Shinigami.
O Death the Kid, di lui si sarebbe sempre fidata e il ragazzo aveva promesso di mantenere il suo segreto, finché non fosse arrivato il momento.
Ed ormai il conto alla rovescia era iniziato, mancava poco.
Ecco perché sono venuta.
Si toccò la testa come se fosse la cosa più ovvia del mondo e senza pensarci ancora si diresse da Kid, doveva finire di discutere con lui su alcune faccende che avevano la priorità assoluta su tutto.
Anche sulla sua vita coniugale, e dovette ringraziare la sua buona sorte poiché Soul non aveva mai chiesto dove andasse durante la giornata.
Non aveva mai chiesto cosa facesse per la maggior parte del suo tempo, si era limitato ad accettare tutto quello che Maka poteva dargli, senza chiedere altro, quasi accontentandosi.
Solo che lei non voleva accontentarlo, non voleva dargli cosi poco, perché lei si era accorta che non era soddisfatto, e non solo delle poche volte cui lei stava sotto le coperte con lui, poiché anche in quei momenti il Demone era intervenuto, lui era insoddisfatto della loro vita di tutti i giorni.
Del poco tempo che trascorrevano assieme, come se non fosse cambiato niente.
Come se non fossimo sposati.
Era quello il peso che Maka stava sopportando da un mese, l’impossibilità di essere del tutto sincera con suo marito.
 
Senza rendersene conto si ritrovò davanti alla porta della Death Room, non bussò ma entrò direttamente senza aspettare alcun segnale.
Stranamente non vi trovò dentro Patty o Liz, ma solo Kid intento ad osservare la città con i suoi mille specchi.
-Ciao Maka, sei in ritardo.-
-Scusa, colpa sua.- disse senza pensarci due volte e il ragazzo dovette alzare lo sguardo per osservarla.
La sua amica era parecchio sciupata come se fosse tornata la ragazza dei tempi della guerra, il fisico troppo magro non si era mai ripreso del tutto, i capelli sempre più lunghi e le occhiaie sotto i suoi occhi verdi, non avevano lasciato più il suo viso.
-Come stai?-
-Kid…-
La ragazza si sedette a terra accanto a lui, ma non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, -Le cose non vanno bene e penso che sia arrivato il momento.-
-Già… Io sono favorevole lo sai, ma Soul…-
-Glielo dirò, promesso. Ma non può venire con me.-
-Sei sicura che la risposta sia in quel libro? O che non sia qualche altra cazzata?-
-Io non lo so, ma è la sola cosa cui posso aggrapparmi.- si toccò il cuore e chiuse gli occhi per un attimo, doveva farlo.
-Andrai alla ricerca di un artefatto demoniaco disperso da non so quanti secoli, come posso lasciarti andare da sola?-
-Lo farai perché è la cosa giusta da fare o non potrò mai vivere con Soul.-
Finalmente Maka alzò lo sguardo, e incontrò gli occhi preoccupati del suo più caro amico, gli strinse la mano per rassicurarlo, era ciò che doveva fare.
-Come farai a spostarti?-
-Ci penserà la mia anima, non temere.-
-Prendi questa, è una ricetrasmittente, nel caso avessi bisogno.-
Maka prese in mano l’oggetto, che Kid aveva adattato in un orologio e se lo mise al polso.
-Grazie di tutto.-
-Prima tappa?- chiese il ragazzo prima che Maka uscisse da quella porta.
-Zhangye Danxia Landoform, sono diretta in Cina.-
-Stai attenta per favore.-
-Tranquillo, ci rivediamo tra un po’.-
E prima che Kid potesse aggiungere altro Maka uscì dalla Death Room salutandolo con un semplice gesto della mano, come se si dovessero vedere domani e non forse tra un paio di mesi.
-Ho fiducia in te, Maka.-
Shinigami riportò l’attenzione ai suoi specchi e come se quella discussione non fosse mai avvenuta continuò il suo lavoro.
 
***
 
-Soul?-
-Mm?-
Il ragazzo non si voltò a guardarla perché stava finendo di sistemare un quadro alla parete, cercando di trovare l’angolazione giusta.
-Devo… Dirti una cosa.-
-Aspetta.-
-Non… Posso.-
Maka si avvicinò alle sue spalle, e guardò con sguardo perso le valigie o meglio l’unico zaino che stava davanti alla porta, sarebbe partita quella sera stessa, nonostante avesse detto un’altra cosa a Kid, non poteva aspettare un altro giorno.
-Soul… Io parto.-
-Dove andiamo?- chiese di rimando senza guardarla.
-Tu resti qua, io devo stare via per un po’ ho una missione.-
-Senza me?-
Soul si girò a guardarla e non riuscì a interpretare l’oscurità negli occhi di lei, come se fosse posseduta da un entità a lui sconosciuta.
-Cosa succede?-
-Kid ti dirà tutto domani, ma sappi che io starò bene, appena posso ti darò mie notizie.-
-Maka dove cazzo credi di andare?-
-Starò via solo un paio di mesi.-
Perdonami Soul, ma non posso spiegarti.
-Maka tu non vai da nessuna parte senza dirmi cosa cazzo stai pensando di fare, capito?-
Soul aveva stretto i pugni cercando di controllare la rabbia che gli stava ribollendo dentro, non capendo cosa stesse succedendo a sua moglie e senza volerlo aveva fatto cadere il quadro, rompendone la cornice.
-Quando lo hai deciso?-
-Un mese fa.- rispose semplicemente.
-Un mese fa? Perché non mi hai detto nulla? Cazzo succede Maka?!-
-Ascoltami.- gli posò le mani sul petto cercando di calmarlo, ma la ragazza riusciva a capire benissimo lo stato d’animo del ragazzo, era incazzato come una biscia e nessuna delle sue parole lo avrebbe calmato,
-Io devo andare, non puoi venire con me perché è qualcosa che riguarda solo me, non posso dirti altro ma tutto ti sarà più chiaro col tempo, lasciami andare Soul, non costringermi a scappare perché sai che me ne andrò comunque.-
Rimase in silenzio, cercando di ripetere dentro di se quelle parole ma come le foglie mosse dal vento le stavano sfuggendo.
-Se esci da quella porta abbiamo chiuso.- rispose lui, serio, rosso in viso.
Lei abbassò lo sguardo e scosse la testa, leggermente, aveva previsto una reazione del genere, sapeva a cosa sarebbe andata incontro ma non aveva di certo pensato che Soul le remasse contro.
-Ti amo.- sussurrò, senza aggiungere altro si voltò verso la porta per prendere lo zainetto e uscire di corsa, non si sarebbe voltata, non lo avrebbe supplicato di capire o di ascoltarla, aveva preso la sua decisione, durante la prima crisi e niente, neanche Soul le avrebbe impedito di iniziare quella missione.
Corse, più veloce che potè, cercando di mettere più distanza possibile tra lei e suo marito e come una scosse elettrica di un milione volt sentì arrivare il Demone.
 
“Allora lo hai lasciato andare.”
“Non rompere, non è il momento di mettere il coltello nella piaga.”
“Ma non sai quanto mi dispiace.”
Maka alzò gli occhi al cielo anche se il cielo non era sopra di lei, e sperò con tutta se stessa che il Demone Rosso non le mettesse i bastoni fra le ruote, anche perché stava cercando un pugnale che lo avrebbe ucciso, per sempre.
 
   
 
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