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Autore: Sara_Uchiha    17/03/2014    3 recensioni
La morte... la Perdita.. il Dolore..
Obito sapeva che significava soffrire. Ma non era solo.
Lei sarebbe stata al suo fianco, sempre. Lo avrebbe aiutato a rialzarsi, sempre.
Questo sarebbe bastato a colmare il vuoto che li univa?
Lui. Lei. Alla ricerca di un mondo migliore.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Obito Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Camminavano in silenzio mentre  il tempo veniva scandito dai loro passi instabili e dalle frasi derisorie dei carcerati che incontravano al loro passaggio. Gli ambu li avevano legati forte con delle corde, che lasciavano intravedere il rossore dei polsi, e li avevano trascinati in un corridoio che conduceva davanti a un arrugginito portone, in ferro. Dietro c’erano coloro che stavano per giudicarli e questo incuteva terrore nel profondo del loro cuore. I ninja aprirono quella porta e senza un minimo di tatto li spinsero dentro rischiando di far cadere Akiko, che fu afferrata in tempo da Obito. Lo ringraziò con lo sguardo ma i suoi occhio fissavano ciò che c’era di fronte a se e lei, incuriosita, si voltò di spalle.
Raggelò.
Un semicerchio di numerose sedie presediate dai capoclan e le figure autorevoli di tutto il villaggio con al centro, seduto su una sedia più imponente, Minato Namikaze affiancato dai consiglieri. Erano una ventina ed erano la, per Loro.
Per condannarli.  
O Per salvarli.
Lui per la prima volta avvertì un brivido, invece lei rimase scioccata da quella situazione. Non poteva essere davvero possibile. Odiò Madara e il suo Piano come lucidamente non avrebbe mai fatto, e lo strattone dell’Ambu che la separò da Obito non aiutò a calmare quell’ansia mista a rabbia. Lo guardò incavolata, tirò i polsi facendogli sfuggire di mano le corde e si liberò dalla morsa di quell’aggeggio infernale. L’Ambu irritato si mosse verso di lei ma lo sguardo di Minato, che sapeva sin troppo bene la potenza dei suoi Tanjutsu, lo ammonì permettendole di avvicinarsi ad Obito per liberare anche lui. Il segnale arrivò a tutti tranne a Danzo, capo della Radice, che non apprezzando il buonismo dell’Hokage aprì bocca irritato.

Danzo: Non sei autorizzata a liberarti delle corde.
Aki: Ci rimangono pur sempre le manette che ci bloccano il Chakra, non servono delle corde che ci blocchino anche la circolazione del sangue.
Danzo: Non puoi. Punto.
Min: Shimura Danzo lasciali.. non è su questo che dobbiamo discutere.
Aki: Obito non può tenere cose troppo strette, è ancora ferito al braccio destro.
Danzo: Chi non rispetta le regole è feccia, lo sai che non ti aiuta nelle tue condizioni?
Ob: Chi non aiuta i propri compagni è la feccia della peggior specie.
Aki: Preferisco essere Feccia ma aiutare un mio Amico..

L’uomo tacque, Minato dentro di se invece sorrise sollevato. Dopo qualche secondo il silenzio fu rotto dalla caduta della fune sul pavimento. Akiko controllò il polso e costatò che la mano che aveva ricostruito in fretta e furia, per la strada verso il Kyuubi, ancora reggeva perfettamente. Obito la ringraziò ma la rimproverò subito dopo per la sfrontatezza che dimostrava troppo spesso in quel periodo. La sua NON calma era contagiosa. Si si. Sicuro.
Minato si schiarì la voce e diede inizio alla parte centrale della riunione.

Min: Siete qua perché verrete giudicati per ciò che avete commesso, lo sapete vero?
Ob: Si, lo sappiamo bene.
Min: Ma, chiedendo il consenso di tutti i presenti, vorrei prima capire qualcosa di più sul vostro passato. I motivi che vi hanno indirizzato verso quella via e quelli che ve l’hanno fatta cambiare di colpo. Vi prego, consentitemi qualche domanda.

Tutti annuirono, seriamente predisposti a voler capire, come giustamente aveva detto l’Hokage, i motivi di quello che agli occhi di tutti era una follia. Perché fermarsi ad opera compiuta?
Minato fece segno di parlare. Obito e Akiko si fissarono consapevoli della piega che stava prendendo il tutto e con lo sguardo decisero chi doveva farlo.
Obito fece un passo avanti facendo capire che iniziava lui e senza aspettare che fossero pronti parlò. Parlò del suo passato da orfano, emarginato dal clan per la sua debolezza, del bambino che ritrovava affetto solo dopo aver aiutato degli anziani. Parlò della liberazione che aveva trovato nel suo Team, nella ragazza che Amava, nel suo maestro che stimava e nel rivale per eccellenza. Spiegò le sue emozioni come se le avesse vissute in terza persona, spiegò come si era sentito sotto quella roccia, come aveva visto la morte, come era stato salvato. Spiegò con la voce rotta dai Ricordi, ancora troppo vicini, cosa era significato vedere la sua Amata morire per mano del suo Amico, come si era buttato in quella unica via insieme alla sua Amica. Come quella Amica le era rimasta accanto fino a diventare qualcosa di più. Fino a diventare colei che con le sole parole lo aveva spinto a tornare indietro per aiutare chi in passato per lui era una guida. 
Tutto in colpo, senza se o senza ma. Sincero.
Mostrò tutto ciò che aveva nel suo cuore, Tutto senza lasciar nulla in sospeso. Mentire non sarebbe servito a nulla, voleva andarsene con la consapevolezza di essere stato Onesto. Con la consapevolezza di essersi meritato quella ipotetica fine. Quando prese fiato e riaprì gli occhi si rese conto di stringere la mano di Akiko. Quando l’aveva presa?  Si sentiva cosi denudato dei suoi segreti che non riusciva a sopportare gli sguardi di quella gente. Fu per questo che si concentrò su quelli azzurri del maestro che patinati leggermente dalla commozione gli conferivano sicurezza.

Min: Obito.. –sospirò riacquisendo compostezza- capisco. Akiko tu invece sei orfana e si sono presi cura di te Madara Uchiha e gli Zetsu. Perché li hai Traditi?

Fu una pugnalata risentire quella parola in un a sola giornata, ma senza troppi peli sulla lingua rispose.

Aki: Ve lo dissi già, ma voglio ripeterlo davanti a tutti. L’ho fatto perché considero Inutile questo ideale, vero porta la Pace, ma il mezzo non mi piace. Non voglio che un bambino innocente come suo figlio,Yondaime, diventi vittima di manie di grandezza appartenute a un folle che per quanto io ho stimato, si è Arreso. Voglio sperare che Credendo in se, lottando per i propri sogni si possa fare Tutto. Solo per questo.. solo per questo ora rischiamo la morte.

Un uomo dai capelli castani, dalle profonde occhiaie e dagli occhi neri incuriosito da quell’ultima frase della ragazza alzò il braccio attirando l’attenzione di Minato che fissandolo, si lui il capo della Polizia e il capoclan Fugaku Uchiha, gli concesse di parlare.

Fugaku: Vi date già per condannati?

Aveva toppato. Obito incontrò lo sguardo dell’uomo che spesso aveva avuto modo di vedere per le vie del quartiere. Sapeva della sua serietà, sapeva che parlava solo se qualcosa gli puzzava. E quella frase puzzava sin Troppo. Che dovevano fare? Parlare? Forse.. l’unica soluzione era quella. Dovevano sapere. Qualcuno doveva aiutare Zetsu.

Ob: Si.
Min: Perché Obito?
Ob: Perché anche se veniamo risparmiati da voi.. molto probabilmente verremo fatti fuori dai nostri ex-alleati.

Il silenzio calò pauroso nella stanza, seguito subito da un chiacchiericcio che fu interretto dalla voce allibita quanto curiosa del Namikaze.

Min: Spiegati..
Ob: Tradire.. poco fa avete detto che abbiamo tradito Madara, giusto?

Annuirono all’unisono.

Aki: Infatti.. abbiamo tradito e per questo ci cercheranno e subiremo la nostra punizione.

Minato si alzò di botto sbattendo il palmo sul tavolo.

Min: Perché lo avete detto solo ora? Dobbiamo difendervi..
Ob: Che significa..
Min: Avete informazioni che non possiamo lasciarci sfuggire con una futile morte. La vostra situazione è anche in pericolo.. devo prendermi le responsabilità delle mie scelte.

Non capivano. Akiko e Obito non capivano il filo logico del discorso. Quale scelta? Cosa stava facendo passare su quel foglio? L’ansia di quel passo li avrebbe uccisi. A fermare i loro pensieri fu Minato che domando chi era per quella proposta. Proposta che loro non avevano ancora il diritto di sapere..
“CHE ANSIA!!!”
Solo quello pensavano. Le mani titubanti si alzarono, solo quattro rimasero abbassate e non stupì per nulla l’Hokage. Voleva sapere perché. Solo quello. La maggioranza c’era.

Min: Consiglieri..
Con1: Mette in pericolo il villaggio..
Min: Ne sono consapevole, ma..
Con2: Niente ma.. per noi finisce qua. Stia attento.

Uscirono lentamente dalla stanza sotto lo sguardo di un silenzioso Minato che non proferì parola. Lasciò per ultimo l’uomo poco distante da se e fissò l’Uchiha. Non servivano domande. Era lui che doveva riceverle e rispondere.

Fug: Hanno ragione. E’ pericoloso per la sicurezza di Konoha. Cosa ci dice che non lo rifaranno.
Min: Ho quel che mi basta per fidarmi e prendermi le responsabilità delle loro azioni. Sarò il primo che verrà accusato.
Fug: Non possiamo attendere la strage..
Min: Non possiamo sbatterli in cella solo perché c’e un margine di rischio.
Fug: Sono Uchiha, la ragazza non di sangue, ma ogni peso graverà anche sul mio clan. Sento di dover mettere voce in capitolo a riguardo.
Min: Fugaku-san ti comprendo, ma ti prego.. tu mi capisci..
Fug: … D’accordo Yondaime. Non mi faccia pentire.
Danzo: Non può andare così. Anche lei Uchiha.
Fug: Si. Voglio dargli fiducia. So bene quanto il potere del mio clan la infastidisca e solo per il piacere di aiutare quei due Uchiha accetterò le condizione.
Danzo: Il suo tono non è consono con la persona che ha di fronte.
Fug: Sono qua come capo della polizia, cioè come difensore della quiete pubblica, e non solo per il mio clan. Lei invece? Per la Radice. Mi faccia il piacere e esca di qua come chi non è d’accordo. Mi sembra sia l’ultimo rimasto di essi.
Danzo: Uchiha..
Fug: Shimura.
Danzo: Yondaime. La terrò d’occhio.. non faccia passi falsi o..

E con quella velata minaccia andò via. Minato sapeva nel profondo del cuore che quell’uomo odiava i ragazzi solo per averlo salvato dalla morte. Non era lui l’hokage ideali per i suoi loschi piani. Quello era Orochimaru. Eccome se lo sapeva. Non era stupido, persino il Terzo lo aveva avvisato di stare attento. Potette solo annuire e osservare la stanza svuotarsi. Rimasero solo i due ragazzi e l’uchiha, a cui si avvicinò.

Min: Fugaku.. Quell’uomo. Attenzione.
Fug: Lo so.. quello che deve fare attenzione ora sei tu. Ti auguro che tutto vada bene con quei ragazzi o per te ,con quei tre vecchiacci, sarà la fine.
Min: Salutami Mikoto-san.. e i tuoi figli.
Fug: ok.

L’uomo passò al fianco dei sue Uchiha,li guardò e si avviò verso la porta. Si fermò solo per sentire la frase del biondo.

Min: Magari.. quando sta meglio Kushina. Vi presento Naruto!

Sorrise e l’uomo sbuffò.

Fug: Scordatelo.
Min: Il solito.

Akiko e Obito che avevano taciuto fino a quel momento sentirono l’esigenza di sapere, però non dovettero chiedere perché la risposta arrivò in parte quando le manette, che legavano i loro polsi, caddero per terra levate da Minato.

Aki: Cosa..
Ob: ..Significa?
Min: Non tornerete in prigione. Avrete gli arresti domiciliari fino a data da destinarsi. Potete uscire sono con Me.
Ob: Ma non abbiamo una casa.
Min: Con me intendevo.. che vivrete a casa mia.
Aki: COME?! O.O
Ob: Allora .. capisco..
Min: Ogni vostra azione sbagliata verrà scontata anche da Me. Sono il vostro “Garante” si può dire.
Aki: Se noi tradiamo.. uccidiamo..
Min: Io ho tradito.. io ho ucciso.. Fantastico, no?
Ob: Se lo hai fatto perché ero tuo allievo, ti dico che non dovevi. Non serve.. davvero.
Min: Non l’ho fatto per quello.. o forse si non saprei. Principalmente l’ho fatto perché siete troppo giovani per fare quella fine. Vi prego. Non deludetemi. Io mi sto fidando di voi. Vi sto dando una chance. Vi chiedo solo di stare calmi fino a quando non si sarà stabilizzato tutto.

I due quasi commossi, che ancora una volta non lo mostrarono, annuirono. Forse avevano davvero un’altra chance. Forse davvero Konoha poteva essere un nuovo inizio.

Min: Su andiamo ragazzi.
Aki: Dove Namikaze?
Min: Chiamami Minato.  
Ob: Non hai risposto. Dove?

Sorrise , accarezzò loro il capo e li trascinò fuori da quella maledetta stanza.

Min: Ovvio, no? A fare la spesa!
Ob: ..
Aki: Davvero?
Min: Si.. per ora ci sono solo io. Kushina e Naruto sono in ospedale. Ora basta parlare, è tardi.

Lo seguirono con passo svelto, un po’ allibiti.  
Sarebbe stata una cosa stramba. Molto stramba.
 
 
----------[Angolo Autrice]--------------
Capitolo pubblicato.. alla fine ho scritto male me lo sento. Strutturalmente è scritto malaccio, ma spero me la facciate passare. Akiko e Obito sono stati fortunati, si sono tolti le catene ma ora sono stati “incatenati” a Minato che li ha salvati come aveva promesso(Avrà preso da lui Naruto :3 ).
Durerà questa cosa? Quanto è dolce Minato? Fugaku è troppo inverosimile? Spero di no.
Secondo me il rapporto era quello tra i due, infondo kushina e mikoto si conoscevano, uno era capo polizia l’altro hokage. Devono conoscersi. Spero di non aver fatto cavolate D:
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate ^^” Ve ne sarei grata!
Supersara ho bisogno del tuo parere subito.. paura io di quello che ho combinato D:
Sara_uchiha
  
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