Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Flos Ignis    17/03/2014    1 recensioni
Ohayo, minna!
Sono nuova del fandom, e questa è solo la mia seconda fanfiction, per cui vi prego di essere clementi e di farmi sapere se vi piace o meno, così da potermi migliorare. Spero comunque di intrattenervi piacevolmente!
Ambientata dopo il secondo film: Sakura fa un incubo che la tormenta, e capendo che si tratta di un sogno premonitore decide di consultare i Tarocchi delle Carte per scoprire cosa attende lei ed il fratello.
Nell'ombra si nasconde un Cacciatore.
Dalla Cina e dall'Inghilterra, due ragazzi accorrono per aiutare i loro amici in questa nuova impresa della Padrona della Carte.
In un gioco frenetico di guardie e ladri, a determinare la vittoria sarà solo la magia più forte di tutte.
L'Amore.
Ok, non sono brava nelle introduzioni, ma spero di avervi dato un'idea. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Yukito/Yuki | Coppie: Shaoran/Sakura, Touya/Yukito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti
 

-La Carta della Lotta…-
Sakura era pietrificata. Le dava una gran brutta sensazione vedere attraverso quella carta estremamente combattiva che le intenzioni del suo nemico misterioso erano tutt’altro che pacifiche. Lo intuiva dal fatto che la sua amica avesse aperto gli occhi, pieni di eccitazione ed orrore. Sentiva lo spirito guerrafondaio del loro avversario, ma al tempo stesso ne avvertiva gli intenti malvagi. E la Lotta glielo stava comunicando con gli occhi, quasi brillanti per la sintonia e la repulsione che essa provava.
Sakura fece del suo meglio per calmarla, lei e anche tutte le altre carte che si erano agitate sentendo quello che le loro compagne avevano predetto. Lei stessa però era tutt’altro che calma.
Colse come una liberazione la campanella della fine delle lezioni per schizzare via come un razzo verso casa sua, alla massima velocità che i suoi roller le permettevano. E che le permetteva Velocità, vista la fretta che aveva: la Carta l’aveva intuito e le aveva infuso parte del suo potere.
Durante il tragitto aveva lasciato un messaggio nella segreteria di Yuki, sperando che lo ascoltasse subito e la raggiungesse a casa. Doveva discutere del suo sogno e dei Tarocchi sia con Yuè che con Kero-chan.
 
Il Guardiano del Sole si era insospettito quando aveva vista tornare a casa la sua amica così presto, di solito se non era di turno per le pulizie restava in gito con Tomoyo dopo le lezioni. Sakura gli nascondeva qualcosa.
-Sakura, come mai a casa così presto? Oggi non sei di turno-
-Tra poco dovrebbe arrivare Yuki, ti spiegherò tutto dopo-
-Credevo che ormai ti fosse passata la cotta per lui! E io che mi preoccupavo di trovare un modo per tenerti al sicuro dal cinesino quando tornerà…-
-KERO-CHAN! Quante volte ti ho detto che il suo nome è Lee, e che io sono innamorata di lui? E poi non provo più quel genere di affetto per Yuki, ma ho bisogno di parlare con Yuè. Ti spiegherò tutto quando ci sarà anche lui-
-È successo qualcosa di grave?-
-Forse-
Kero-chan non fece in tempo a preoccuparsi seriamente che la porta di casa si aprì, e lui dovette volare veloce come un razzo in camera. Anche se ormai tutta la storia era stata chiarita sia con Toy che con Yuki, gli faceva ancora venire i brividi lo sguardo duro del fratello di Sakura. 
-Mostriciattolo, come mai già in casa? Sei stata provvidenziale, noi dobbiamo studiare per un compito in classe, potresti cucinare tu per stasera?-
-Certo Toy, ma prima devo parlare di una cosa importante con Yuè… Yuki, potresti…?- Sakura era così in ansia che nemmeno fece caso all’odiato nomignolo impostole dal fratello.
-Ma certo. Toy, tu intanto sali, ti raggiungo tra poco-
-tsk-
Un lampo argentato, due grandi ali del medesimo colore, ed infine il Guardiano della Luna apparve in tutto il suo gelido splendore.
-Buonasera, Sakura. Toy-
-Yuè, è sempre un piacere. Aspetto Yuki in camera mia, non me lo rubare troppo sorellina-
-Questione di qualche minuto fratellone, tranquillo-
I due si rifugiarono in camera della ragazza, proprio mentre una tigre alata appariva in mezzo ad una luce splendente come il Sole. Di solito lei si sarebbe presa un infarto, ma quel giorno nulla andava come di consueto. Era troppo preoccupata per ciò che aveva visto per spaventarsi per la trasformazione di Kero-chan nella sua forma originaria.  Anche lui notò la faccia scura della piccola amica, la stessa che aveva quando era tornata a casa poco prima.
-Sakura, ora puoi dirci cos’hai?-
Invece di rispondere a voce, Sakura prese le sue carte, e posizionò lo Scudo, il Lucchetto, il Bersaglio, la Freccia e la Lotta nella stessa posizione di quando aveva consultato i Tarocchi.
I due Guardiani osservarono attentamente le carte, e poi tornarono a guardare Sakura, che finalmente spiegò del suo sogno e delle sensazioni che le aveva dato, della sua decisione di consultare le carte fino alla preoccupazione che l’aveva invasa per la sorte del fratello. E qualcosa le diceva che non era l’unico ad essere in pericolo.
Yuè era impassibile come sempre, mentre Kero-chan si mostrava seriamente pensieroso. E quando il suo amico peloso faceva lavorare il cervello, le cose erano messe davvero male.
Sakura ripose le carte al loro posto, e poi si risedette sul letto, rivolgendosi a Yuè per ciò che temeva maggiormente: - Yuè, ti prego di fare in modo che Toy non sia mai solo. Non voglio che sappia di questa storia, perché si impunterebbe dicendo che può cavarsela senza che io mi metta in pericolo. Sai che ho ragione, lo conosci bene…-
-Fin troppo bene. Ma farò come vuoi, terrò i sensi più vigili in modo da captare il pericolo intorno a tuo fratello-
-Grazie…- il sorriso della ragazza era tornato radioso, ed era così felice che Yuè vegliasse su Toy che si dimenticò persino di chiedergli perché avesse detto di conoscerlo troppo.
A Sakura sarebbe piaciuto discutere un po’ sull’identità di quel pericolo sconosciuto, visto che le carte per il momento le avevano lasciato un enorme punto interrogativo in testa, ma Yuki doveva tornare da Toy, per cui lei disse a Yuè di andare pure e che se ci fossero state novità l’avrebbero aggiornato al più presto.
Kero-chan era confuso quanto lei, e visto che nessuno di loro aveva idee in merito decisero di lasciar perdere. L’unica cosa che potevano fare era attendere. E sperare.
 
Yuki tornò in sé, e dopo il breve attimo di stordimento che provava ad ogni trasformazione, salutò calorosamente quella che considerava una sorellina e il suo pupazzetto giallo che ogni volta gli ricordava un orsacchiotto.
Eppure, sapeva bene che in realtà era una tigre alata. Vederlo in quella forma era davvero divertente, a parer suo. Si guardava bene però dal fare ad alta voce, specie in presenza di Sakura o di Kerberos. Anche perché sospettava che centrasse l’influenza dell’altro sé, di Yuè, in quel divertimento.
-Scusami Toy, ti ho fatto aspettare molto?-
-Tranquillo, entra e siediti. Sakura ti ha trattenuto solo pochi minuti, giusto il tempo di preparare un thè caldo. Bevi, è alle erbe.-
-Grazie…- la premura del suo amico lo fece arrossire. Sulla pelle pallida risaltava tremendamente il violento rossore che gli pervadeva le guance quando arrossiva, e lui detestava cordialmente quando gli succedeva, ma con Toy era impossibile per lui trattenersi. Le piccole attenzioni che gli rivolgeva, come preparargli il suo thè preferito senza che glielo avesse mai specificato, lo facevano quasi sciogliere.
Se anche Toy se ne era accorto, non lo diede a vedere. Yuki ringraziò mentalmente la sua discrezione.
-Allora vogliamo iniziare?-
Per le successive due ore non fecero altro che studiare. Storia del Giappone era una materia particolarmente difficile per Yuki, e Toy lo aiutava spesso a studiarla. Sarebbe già stato bocciato in quella materia se non fosse stato per lui. Era un insegnante paziente, per quanto strano possa sembrare, amava la storia ed era molto bravo a spiegarla. Come era solito fare per il novantanove percento delle volte, gli disse quello che pensava.
-Saresti un bravo insegnante, sai?-
-Ma neanche morto! Ti immagini se tutti i miei studenti fossero come quel cinesino? Mi arresterebbero dopo appena un’ora per tentato omicidio-
-Il solito esagerato. Si può sapere perché ti sta tanto antipatico Lee? Io lo trovo un ragazzo a modo e affidabile.-
-Ah sì? E come la mettiamo col fatto che fa il filo a mia sorella? Io di lui non mi fido-
-Dai, non può essere davvero quello il motivo. Ormai dovresti esserti abituato all’idea di loro due insieme. Lo sai che si amano-
-Lui sta in Cina e mia sorella ci sta male per la lontananza, anche se non lo dà a vedere. Che futuro vuoi che abbiano così distanti? Lui non avrebbe dovuto dichiararsi né farla innamorare sapendo che sarebbe dovuto andarsene-
-Credi che l’amore si possa comandare con la ragione? Eppure anche tu sei stato innamorato, sai che non è possibile; per quanto ci si possa provare o stare male, l’amore non è qualcosa che si cancella a comando…-
Toy lo guardò in silenzio per qualche attimo, e poi gli fece una domanda totalmente inaspettata: - E tu? Sei mai stato innamorato? Parli come se sapessi alla perfezione cosa si prova-
Doveva essere un record arrossire come se stesse per andare a fuoco due volte in un solo pomeriggio.
Non sapeva cosa rispondere. Lui era un ragazzo sincero, che diceva sempre quello che pensava, soprattutto al suo amico. Ma… quella domanda rientrava in quell’un percento che teneva segregato dentro di sé, celato anche al suo migliore amico.
-Io… no. Non mi sono mai innamorato.-
Sperò ardentemente che Toy non facesse ulteriori domande in merito, o sarebbe stato davvero troppo imbarazzante da affrontare come situazione.
 
Sakura aveva preparato una cena abbondante da portare in camera del fratello, ben conoscendo l’enorme appetito del loro ospite. Aveva augurato loro la buona notte, e dopo aver lasciato in caldo la cena per suo padre si chiuse in camera sua.
Kero-chan stava già dormendo, e questo le lasciava un buon margine per pensare senza interferenze. Era stata una giornata sfiancante, ma nonostante si sentisse completamente senza forze non riusciva a rilassarsi abbastanza da addormentarsi.
In quel momento aveva così tante cose su cui riflettere che i pensieri si rincorrevano e accavallavano nella sua mente senza lasciarle il tempo di soffermarcisi.
Per cercare di calmarsi, prese le sue carte e le guardò una ad una, calmandole se erano agitate come lei o facendo due chiacchiere se erano particolarmente allegre. Aveva sviluppato una grande confidenza con le sue carte, tanto che ormai non le serviva più invocarle per ottenere il loro potere, come era accaduto nel pomeriggio con Velocità. Gli effetti erano limitati, ma questa era un’altra prova di quanto stessero diventando affiatate. E poi, amava parlare con loro come se fossero delle amiche in carne ed ossa; l’unica differenza percepibile, era che in realtà erano di carta, inchiostro e magia.
Ciò non toglieva che fossero vive e avessero dei sentimenti.
Le rimase in mano la loro carta. Le piaceva pensare che la Carta della Speranza non fosse solo sua, ma anche di Lee. Era stato lui a catturarla in fondo, quando ancora era il Nulla e aveva spontaneamente deciso di rinunciare al suo sentimento più importante per lei. Ancora non capiva bene la sequenza esatta di eventi, sapeva solo che la sua Carta, quella senza nome che aveva creato il giorno della partenza di Lee, aveva reagito alla sua disperazione e si era fatta carico del pegno che il Nulla pretendeva per essere trasformato in Speranza.
Il cuore alato che capeggiava sulla carta era la raffigurazione magica del suo vero cuore. Ed esso apparteneva a Lee.
Voleva vederlo. Era stato ancora più difficile separarsi quell’estate dopo che, finalmente, anche lei si era dichiarata, e nonostante avesse una certezza in più, loro due, questo non faceva altro che accentuare il senso di vuoto.
La carta sembrò pulsare, come in risposta al suo desiderio. Le stava trasmettendo il suo potere, e cullata dalla loro carta riuscì finalmente ad addormentarsi, sorridendo leggermente per la Speranza che la carta le aveva infuso.
 
Toy coperto di sangue, schegge di vetro sparse ovunque, lei stessa piangente con in mano una Carta di Sakura insanguinata.
Di fronte a lei, oltre le lacrime, un voto oscurato sorrideva maligno, mentre prendeva la mira con il suo arco d’ebano e tendeva la freccia nera che aveva estratto dalla faretra alle sue spalle.
Sakura sapeva che questa volta non sarebbe stata in grado di fermarlo.
  
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