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Autore: ily95    18/03/2014    10 recensioni
[Interattiva]
Semidei greci e semidei romani uniti per la più epica delle avventure: riusciranno a collaborare o causeranno la fine dell'Olimpo e del mondo mortale?
Mettetevi nelle mani del Fato e partite per questa grande avventura!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.1 Frecce e coltelli
La punta della freccia si conficcò al suolo, a parecchi metri di distanza dal bersaglio.
Crystal sospirò, abbassando l’arco sconsolata.
-E’ inutile, sono totalmente negata per questo.
-Dai, non ti scoraggiare.- la spronò Ombrine, figlia di Apollo, che se ne stava seduta lì ad osservare sua cugina Mirthie lanciare un coltello dopo l’altro, martoriando il malcapitato bersaglio.
-Prova a tenere il gomito un po’ più sollevato e a tendere maggiormente la corda.- le consigliò, regalandole un sorriso radioso.
-Ti ringrazio. Ma proprio non è il mio campo, meglio che ora vada a farmi una doccia.- rispose Crystal, riponendo l’arco e scostandosi una ciocca biondo platino dalla fronte. Così facendo, le sue dita si posarono su una gocciolina di sudore, ghiacciandola all’istante.
La semidea sorrise, rincuorata dalle sue abilità. Ma sì, al diavolo il tiro con l’arco.
Ombrine osservò ammirata quella piccola manifestazione del potere della neve e poi le rivolse un altro sorriso: -Va bene, magari ci vediamo più tardi al falò.- la salutò con entusiasmo.
-Sì.- rispose Crystal, la caratteristica voce acuta improvvisamente più bassa e fredda e le sopracciglia aggrottate. –Magari.
E si allontanò dal poligono di tiro.

-Quella tipa è strana, dammi retta.- commentò Mirthie, mentre Ombrine impugnava l’arco e si sistemava nella postazione adiacente alla sua.
-Che vuoi dire?- domandò curiosa la cugina.
-Beh,- continuò l’undicenne figlia di Nemesi, scagliando un altro coltello al bersaglio, -a volte è tutta dolce e carina e poi all’improvviso è tutta sulle sue e… sai, fredda come il ghiaccio.
-Che ti aspetti da una figlia di Chione?- scherzò Ombrine, posizionando una freccia nell’arco e prendendo la mira.
-Sì, ok. Però è strana.- ribadì la figlia di Nemesi, avviandosi verso il bersaglio a recuperare i suoi coltelli.
Ombrine scoccò la freccia: centro esatto.
Mirthie fischiò di approvazione.
-Ma che ti alleni a fare?- domandò sarcastica. –Dai, mi sono rotta di stare qui, andiamo a farci un giro.
Ombrine sospirò, pronta ad assecondare le richieste della cuginetta.
-Se non vuoi stai pure qui, non ho mica bisogno della babysitter!- replicò quella, notando l’indolenza dell’altra.
-Ma no, tranquilla. Ti accompagno volentieri.- rispose la figlia di Apollo con un sorriso, riponendo l’arco e la faretra.

1.2 Strane chiamate e risse sventate
Harry Edwards, figlio di Ade, stava proprio per varcare i confini magici del Campo, quando il suo cellulare squillò. Si stupì un po’ di quella chiamata inaspettata, ma appena vide il nome sullo schermo, gli sfuggì un sorriso.
-Ehi Scricciolo.- rispose allegro. –A cosa devo l’onore di questa chiamata?
-Finiscila, stupido. Volevo solo sapere se eri arrivato sano e salvo al tuo campo estivo.- rispose la voce femminile all’altro capo.
-Certo che sì.- rispose lui. –Che cosa avrebbe mai potuto succedere? Che mi si forasse una ruota?
-Ah ah, davvero divertente.- replicò l’altra, dopo qualche attimo di silenzio. –Comunque anch’io sono arrivata al mio campo estivo.
-Bene.- fece Harry. Gli dispiaceva doversi dividere dalla sua ragazza, ma lei aveva un campo a cui teneva molto e lui di certo non poteva portarla con sé al Campo Mezzosangue.
-Senti, facciamo che mi sistemo e ti chiamo più ta- la sua voce fu sovrastata dal suono di un corno, dall’altra parte della linea. –Che cos’è stato?- domandò stupito.
-Oh, niente.- rispose nervosa la sua ragazza, Martina. –Sono… sono le casse! Sì, danno un po’ di problemi, dovrebbero mettere della musica dal vivo, sarebbe più fico.- continuò affrettatamente. –Comunque, okay, ci sentiamo dopo.
-Va bene.- concordò Harry, non troppo convinto. –Non suicidarti perché ti manco troppo, mi raccomando.- disse poi, con la sua caratteristica ironia.
-Non c’è pericolo.- replicò lei, col suo solito tono sprezzante, che tradiva però l’ombra di un sorriso.
-A dopo, Mars.- la salutò lui, chiudendo la chiamata.
Harry scosse la testa sorridendo e poi varcò finalmente i confini.
Giusto in tempo per farsi travolgere.
-Pista!- esclamò il ragazzino, scostando il semidio in malo modo e continuando la sua corsa sfrenata.
-Ehi!- gli gridò dietro Harry, recuperando l’equilibrio.
-Scusa!- gli gridò quello di rimando, senza fermarsi, scomparendo dietro la Casa Grande.
Due secondi dopo, davanti ad Harry sfrecciò la sagoma muscolosa di Athos Smith, capocabina di Ares, con un’aria piuttosto minacciosa.
-Ti torcerò la lingua finché non ti passerà la voglia di dire idiozie!- gli urlò dietro, continuando l’inseguimento. All’improvviso Harry provò pena per il povero Dennis: quel ragazzino era una vera peste, come tutti i figli di Ermes, ma il figlio di Ade si chiese che cosa avesse mai fatto per mandare Athos su tutte le furie in quel modo.

Il diciassettenne figlio di Ares riuscì ad acchiappare il piccolo figlio di Ermes qualche metro dopo.
Lo afferrò per il collo e lo piantò contro una parete.
-Rimangiati subito quello che hai detto.- sibilò lentamente, con gli occhi azzurri cupi, accesi d’ira, fissi sul ragazzino.
Dennis sollevò le mani, boccheggiando in cerca d’aria.
-Mi dispiace, non volevo offenderti.- si scusò, cercando di sfuggire alla presa ferrea dell’altro.
-Athos, che stai facendo?- intervenne scossa Agyness, gettandosi sul gemello. –E’ un bambino.- disse, fissando interdetta Athos e liberando Dennis dalla sua morsa.
Athos si limitava a fissare il vuoto davanti a sé, l’aria ancora turbata e i capelli candidi leggermente mossi dal vento.
-Sai che adoro le risse, ma non mi sembra il caso di prendersela con i mocciosi!- continuò Agyness. –Athos, ma mi ascolti?- chiese, tirandogli un pugno non troppo debole sulla spalla.
Il gemello sembrò riscuotersi.
-Mi dispiace, non avrei dovuto perdere il controllo.- scandì lentamente, con rinnovata calma. –E’ solo che…-
Agyness lo fissò con un sopracciglio alzato, in attesa di spiegazioni.
-Mi ha dato della femminuccia.- spiegò Athos. –Davanti a tutti quanti. Solo perché ho sferrato un colpo più debole degli altri e…
Agyness sospirò.
-Non importa, Athos.- lo rassicurò, circondandogli le spalle con un braccio e scompigliandoli i capelli identici ai suoi. –Vedrai che nessuno ci baderà. In fondo, sei il secondo semidio più forte del Campo.
Athos annuì pensieroso e poi si bloccò.
-Aspetta, come sarebbe a dire il secondo?- domandò confuso.
Agyness gli fece la linguaccia. –Andiamo, sai bene che hai ancora molta strada da fare per arrivare al mio livello!
-Ti piacerebbe!- replicò lui, concedendole uno dei suoi rari sorrisi.
-A chi arriva primo all’arena?- domandò la gemella, e, senza aspettare la risposta, scattò in avanti.
Athos scosse la testa sorridendo e le corse dietro. Non poteva perdere contro sua sorella.

1.3 Cadute
Quando ebbe messo una certa distanza tra lui e il capocabina di Ares, Dennis si fermò.
Si appoggiò contro la parete di una cabina di un qualche dio minore e si piegò sulle ginocchia: aveva il fiatone e, nella sua corsa sfrenata, si era fatto un lieve taglio sul braccio.
-Tutto bene?- una ragazza bionda, sui 16 anni, stava uscendo da quella cabina e l’aveva notato.
Dennis annuì, continuando a riprendere fiato.
-Vuoi un bicchiere d’acqua?- gli chiese gentilmente e il bambino notò quanto la sua voce fosse fine.
-Sì. Mi ci vuole un po’ d’acqua.- rispose lui, raddrizzandosi e sfoderando il suo sorriso furbo da figlio di Ermes.
La ragazza, Crystal, tornò nella cabina di Chione e ne uscì poco dopo reggendo un bicchiere d’acqua. Mentre scendeva gli scalini davanti alla porta, però, inciampò: lei riuscì a non cadere ma buona parte del contenuto del bicchiere si rovesciò, ma senza toccare terra.
-Woah, che figata.- esclamò Dennis.
La scena che gli si presentava sotto gli occhi era infatti quella di un fiotto d’acqua ghiacciato a mezz’aria.
-Ops.- fece Crystal, porgendo quel che restava della bevanda al ragazzino.
Dennis bevve e poi gli venne un’idea: raccolse da terra un sassolino e lo lanciò contro quella curiosa scultura di ghiaccio, mandandola in frantumi.
-Direi che hai recuperato le forze.- osservò la figlia di Chione, sollevando un sopracciglio.
Dennis sorrise e schizzò via.

-Ehi, quello non è Dennis?- domandò Ombrine, indicando alla cugina una sagoma familiare.
-Sì. Chissà che cosa ha combinato stavolta.- osservò Mirthie, roteando gli occhi scuri.
-Denny!- lo chiamò la figlia di Apollo.
Il ragazzino si diresse verso di loro.
-Ciao, Ombrine! Ciao, Mirthie!- salutò allegro.
La bionda sorrise, contagiata dal suo entusiasmo.
-Verrai al falò stasera?- domandò.
-Penso di sì.- rispose quello, scrollando le spalle. –Dove c’è casino, io ci sono.
-Non avevo dubbi.- replicò Mirthie.
-Mi raccomando: niente scherzi!- lo avvisò Ombrine.
Dennis fece un’espressione da cucciolo, che mal celava la sua faccia da furbo.
-Ma per chi mi hai preso?- domandò.
-Allora sì che posso stare tranquilla.- fece lei con tono sarcastico.
-Ci vediamo dopo! Ciao!- esclamò quello, sfrecciando verso la parete di arrampicata.
Ombrine e la cugina si scambiarono uno sguardo divertito. E poi Mirthie cadde a terra.
-Ma che diavolo-?-  si domandò, trovandosi faccia a terra.
Ombrine si stava piegando in due dalle risate.
La figlia di Nemesi si rimise in piedi.
-Grazie dell’aiuto, eh.- commentò, pulendosi i pantaloncini dalla terra.
Lo sguardo le cadde sulle scarpe con le stringhe annodate tra loro.
-Ecco perché preferisco girare scalza!- esclamò. –La prossima volta che becco quel ragazzino lo ammazzo! Questa me la paga.- iniziò a borbottare.
Ombrine si incamminò dietro di lei, soffocando le risate.




Note Autrice
Ciao a tutti! *si munisce di scudo per ripararsi da pomodori e ortaggi vari che le stanno lanciando*
Sono un po' emozionata al pubblicare questo capitolo, perchè ho paura di non aver reso bene i vostri personaggi. Se è così, vi prego di segnalarmi gli aspetti che vorreste vedere modificati.
Allora, come avrete capito ho deciso di suddividere Campo Mezzosangue e Campo Giove, almeno per questi primi capitoli di presentazione. Ho anche optato per la scelta un po' verghiana di presentare i personaggi nel vivo delle azioni: so che forse risulta un po' incasinato, ma spero che non vi abbia scombussolati troppo. Inoltre alcuni personaggi hanno scene un po' più lunghe di altri, ma nei prossimi capitoli rimedierò.
Comunque io mi sono divertita molto a far muovere i vostri personaggi, spero di non avervi deluso troppo.
Aspetto i vostri pareri (e sappiate che, anche se non avete un OC in questa interattiva, sarei ben lieta che mi seguiste e mi faceste sapere le vostre opinioni).
Al prossimo capitolo con il Campo Giove!
ily

 
  
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