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Autore: Donixmadness    19/03/2014    1 recensioni
La vita ci mette, alle volta, dinnanzi a scelte tanto difficili quanto importanti.
Non è ammesso lasciare il foglio in bianco e questo ci mette in sotto pressione, perchè è ovvio che si voglia beccare la risposta giusta.
Quattro adolescenti di IE Go dovranno superare la prova in assoluto più difficile: vivere al meglio.
"Quando varcai per la prima volta la soglia del Sun Garden, mi imposi di non fidarmi mai di nessuno, per quanto gentile si mostrasse. E invece ora?
Sono stato adottato da due tizi che –ne sono certo– non hanno tutte le rotelle apposto, frequento la Raimon e ho perfino dei compagni di squadra, dei quali mi fido.
O almeno credo. Tenma dice che siamo “amici”.
Sì, forse. Ma credo che sarà il tempo a stabilire se sia davvero così. Alla fine io il vizio non l’ho perso, ma come si dice … sto smettendo, no?"
Coppie: Shin x Nuovo; Ran x Masa, (Mina x Kura accenni).
Buona lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Capitolo 7*





Lo scatto di una macchina fotografica riecheggia tra i pannelli bianchi dello studio. Una donna in bikini guarda accattivante l’obiettivo, mentre la sua figura si imprime ancora nella pellicola della reflex.
La modella, stesa su un divano allestito per il servizio fotografico, accavalla seducente le gambe e mostra una fila di denti bianchissimi tra le labbra rosso rubino.
-Vai così, ora stendi le braccia verso l’alto … così! – le indica il fotografo immortalando l’ennesima posa della giornata.
-Benissimo ora …
-Ahhhhh!! Stooop!! Fermiamoci! Fermiamoci!! – strepita quella, alzandosi di scatto sui tacchi a spillo.
Il trentenne con la fotocamera appesa al collo alza gli occhi al cielo, evidentemente seccato: - Che altro c’è adesso?
-Che altro c’è?!!- squittisce isterica –Guarda che braccia bianche! Dammi dell’altra polvere dorata!! Ecco, lo sapevo che dovevo prendere più sole!- piagnucola come una bambina a cui hanno tolto la bambola.
-Fidati Kyomi! Sei stupenda! Vedrai che questo servizio sarà un successo!- tenta di rassicurala, ma quando quella “donna” si mette in testa qualcosa non c’è verso di farla ragionare: -Ho detto: dammi la polvere dorata.
-Ok, ok. Adesso chiamo Miky e te la faccio portare. – sospira rassegnato, grattandosi la nuca, mentre “miss più celebre soubrette del paese” si lega un pareo di tulle in vita e si ravviva i capelli neri mossi.
-Eccomi Kyomi, la tua acqua. – un’altra giovane donna, in jeans e maglietta, porge una bottiglietta di acqua al soggetto del servizio fotografico che, tra l’altro, non si degna neanche di ringraziare.
-E porta anche la porporina dorata, ce ne un disperato bisogno!- accenna ironico il fotografo, ma quella non sembra dargli retta. Miky, l’assistente della soubrette, annuisce accondiscendente, sapendo che le aspetta un altro viaggio verso il camerino.
Sta per andare a soddisfare la capricciosa richiesta, quando un verso disgustato la fa desistere:
- Bleah! E questa la chiami acqua? – si lamenta ancora la modella, sbattendo allibita le ciglia finte e brillantine.
-Non era quella che volevi? – domanda pacata l’altra, alzando gli occhiali sul naso: ormai è fin troppo a abituata alle esigenze da super star viziata e, se non fosse che ha bisogno di soldi, l’avrebbe già mandata a quel paese!
-Ti ho detto minerale! Non naturale!- ribatte piccata quella, porgendo con un gesto stizzito la bottiglietta.
-E va bene! Ti prendo quella minerale!- risponde esasperata, Michy, riacciuffando la plastica, ma prima le dà dei fogli: -A proposito, è arrivato questo per te.
- Cos’è?! – domanda stranita, con una smorfia che increspa il bel visino. L’assistente fa spallucce, segno che non ne sa nulla.
-Documenti di trasferimento … - legge - … Raimon? Ma che diavolo è?!
-L’ultimo sfizio della tua bambina. Mi ha anche raccomandato di dirti di firmarla e farla consegnare alla segreteria della scuola. – informa Michy, con un lieve sorrisetto compiaciuto. L’ambiente lavorativo strariperà pure di ipocrisia, ma vedere quella stangona senza cervello passare dal rosso al violetto non ha prezzo.
-Uff! Che seccatura! E’ va bene, passami una penna. L’importante è che non venga a chiedermi altri favori. Non faccio la buona Samaritana! – commenta acida, mentre imprime una firma illeggibile sul foglio.
-Tieni! –dice restituendo velocemente carta e penna, l’assistente le afferra per niente sorpresa dal suo atteggiamento e, senza che quella gallina aggiunga altro, si affretta a prenderle ciò che serve.
 
 
Il fischio segna la fine dell’allenamento mattutino. I ragazzi si radunano in panchina per idratarsi. Sembrano tutti molto concentrati e rilassati, questo è davvero positivo data la delicata situazione che si sta affrontando.
Shindou si passa l’asciugamano bianco sul volto sudato e Furude si avvicina, porgendogli da bere.
-Ah, grazie. – accetta di buon grado e la ragazza gli sorride.
-Bel allenamento, eh Shindou? – chiede volgendo lo sguardo al campo da calcio.
-Già, non mi aspettavo che fossimo così carichi.- commenta, ma in realtà alludeva più a se stesso che agli altri.
-Beh, meglio così. - una leggera brezza muove l’erba del campo. Da lontano, Kirino osserva la scena con vivo interesse. Ha come il sospetto che la presenza di quella ragazza possa influenzare in qualche modo il suo amico, che, tra l’altro, non manca di parlare bene di lei. Per esempio, ieri sera gli ha telefonato a casa per sapere se andasse tutto bene e da lì ha saputo parecchie cose su Rin. Senza contare, l’insolito entusiasmo che aveva nella voce: davvero molto strano.
Sorride inconsapevolmente, mentre guarda i due ragazzi, tuttavia si spegne subito al pensiero di cosa attende a Takuto: “La bomba deve ancora esplodere …” riflette.
In quel labirinto di sguardi celati, si aggiungono anche gli occhi ambrati di Kariya, il quale ha osservato sottecchi il cambiamento repentino delle espressioni del sempai.
Prima sorride e poi no? Sta forse impazzendo? Poi segue la direzione del suo sguardo e nota Shindou e Furude parlare tra loro. Inarca un sopracciglio confuso: non ci sta capendo niente. Così getta la spugna e beve un altro sorso d’acqua.
Dei passi si avvicinano al gruppo e Kidou aggrotta la fronte: Fuyukai-sensei attira l’attenzione dei presenti con un colpo di tosse. I giocatori si voltano nella sua direzione scrutandolo curiosi; Rin sapeva che sarebbe arrivato il momento.
-Furude Rin. – esordisce alzando gli occhiali sul naso –Il presidente Kizan ti attende in ufficio.
Dal canto suo, la ragazza reclina il capo di lato e lo guarda stranita: -Ma come! Proprio adesso che si va in classe!- ribatte ironica, lasciandolo di stucco.
-Sì, devi andare adesso.- risponde, riacquistando un briciolo di sicurezza.
-Ok. - afferma tranquilla, assolutamente indifferente a qualsiasi minaccia. Si toglie l’asciugamano da dietro il collo e lo lancia sulla panchina vuota accanto.
-Andiamo. – afferma incamminandosi e superando l’uomo. Fuyukai-sensei accenna ad un sorriso beffardo: -Potete dire addio al club di calcio, non credo che …
-Allora?! Che ci fa ancora lì? Si dia una mossa! – il richiamo brusco ed ineducato di Rin, lo interrompe nel bel mezzo della sua battuta. La giovane, girata di tre quarti, fissa scocciata l’uomo. Lo intimidiscono i suoi occhi azzurri e l’espressione contratta: subito si porta una mano agli occhiali, lo fa sempre quando è nervoso.
-Non vai a cambiarti? Vuoi incontrare il direttore con la divisa da calcio? – lo dice come se fosse un’imperdonabile sacrilegio.
-Ci vuole pure il reggicalze per andare dal direttore?- sputa acida e sprezzante – Non ho tempo per le formalità! Non aveva detto che era urgente? Quindi si muova: guardi che il mio tempo vale quanto il suo. – e dopo la bella ramanzina, si volta riprendendo il percorso e ignorando praticamente una risposta qualsiasi da parte del sensei.
Quest’ultimo stringe i denti e la segue.
Non ci sono altre parole, invece, per descrivere le espressioni intontite dei presenti, allenatore a consulente compresi.
-Mph! Ha proprio un bel fegato! – commenta Kariya, incrociando le mani dietro la nuca, mentre gli altri la osservano da lontano preoccupati.
 
 
Due colpetti al legno chiaro della porta sono sufficienti per far entrare i due. Il presidente Kizan, seduto alla scrivania come al solito, intreccia le mani davanti al volto e osserva sottecchi l’alunna prendere posto di fronte a lui.
Rin si accomoda in tutta tranquillità, sbattendo un paio di volte le palpebre e il direttore chiude un attimo gli occhi e si mette composto. La ragazza, al contrario, si poggia sullo schienale e accenna ad un mezzo sorriso:
-Allora ha deciso, sì o no?
-No. Non sono riuscito a mettermi in contatto con tua madre o tuo padre e stamattina ci è arrivata questa via corriere. – asserisce sollevando dalla scrivania il modulo di iscrizione, compilato e firmato.
-Glielo dico con il cuore: è inutile che si sforza tanto di trovare una scusa per cacciarmi, perché non ha uno straccio di prova.- commenta serafica e per niente turbata.
-Beh … potremmo sempre dire che non sei idonea a questo istituto, date le tue precedenti esperienze. Sai, ho fatto fare qualche ricerca. – ghigna l’uomo dalla sgargiante giacca gialla.
-Sì, ha ragione. Non ho un buon curriculum … - comincia lei. Si alza dalla sedia e cammina attorno all’ufficio, dando le spalle al presidente. La stizza inizia a farsi sentire, però Kizan cerca di mantenersi su un terreno neutro.
-Però deve considerare che se mi caccia, l’istituto Raimon corre un bel rischio! Ci pensi un attimo: con che faccia si presenterà davanti alla commissione quando il nome della scuola finirà su tutti i giornali?
-Cosa?!
-I giornalisti ucciderebbero per avere un titolo del tipo: “La figlia di Kyomi Kedeshiko diffamata in un istituto di prim’ordine!!”. Bello no? – sia il sensei che il presidente sbiancano davanti a quella prospettiva, per la quale potrebbero essere benissimo cacciati a pedate.
-Quinto Settore o no, sareste comunque fregati. E chissà, potrebbero anche venire a galla gli altarini! – continua imperterrita, ineducata e maledettamente sadica.
-Che vorresti dire?!! – sbotta angosciato, il vicepreside.
-Qualche vocio sul calcio pilotato potrebbe venire fuori, no?
-Questo è impossibile! Vorresti metterti contro una simile organizzazione?!!- ringhia la testa calva.
-No. Ma la stampa potrebbe sempre scoprire qualcosa e sarebbe davvero la fine. – ribatte secca, senza il minimo tremore nella voce. Si aspettava che avrebbero tentato di mandarla via dalla scuola, invece si sono scavati la fossa da soli.
-Però … - esordisce, ad un certo punto, Kizan – Tu hai mentito. Ti sei presentata come un ragazzo e, anche se  adesso hai consegnato il modulo con i dati giusti, i professori e i tuoi compagni di classe non ne sanno nulla.
-Oh! Giusto! – dà man forte Fuyukai. Rin aggrotta la fronte.
-Non potrebbe essere questo un motivo sufficiente? – ghigna compiaciuto la testa d’uovo – Se vuoi rimanere nella Raimon dovrai dire la verità davanti a tutta la classe.
Gli occhi azzurri della ragazza si fissano un attimo sulle figure dei due uomini, i quali reputano di averla già messa sotto scacco.
-Per me va bene. – sorride in seguito, tranquilla, e i due sobbalzano –Tanto prima o poi la verità l’avrebbero saputa comunque. Quindi meglio adesso che più tardi, vero presidente Kizan ≈? – domanda in maniera melliflua e sprezzante.
-Mmh … - mugugna indispettito e si alza dalla girevole – Tuttavia saremo presenti anche noi e dovrai dirlo davanti a tutti i tuoi compagni, insegnanti compresi! – puntualizza vanamente, nella speranza che faccia marcia indietro. Ma l’altra, tutta pimpante, sorride radiosa: -Non ho nulla in contrario!
 
 
La campanella delle lezioni è suonata da un pezzo e gli alunni della 2C sono già seduti ai propri posti. Il professore non è ancora entrato in aula, così i ragazzi ne approfittano per scambiare due chiacchiere tra loro oppure ripassare le materie per l’interrogazione.
Shindou rigira nervosamente la penna tra le mani, mentre ha gli occhi puntati sull’equazione sul quaderno. Ma non è per l’esercizio che si sta agitando, del resto è risolto correttamente sul foglio a quadretti. Gira il capo verso destra e fissa il banco ancora vuoto.
“Ma dove sarà finita?” si chiede allarmato.

Anche Kirino che stava tentando di ripassare storia, non riesce a concentrarsi: indirizza un’occhiata a quel banco nella fila centrale e poi si alza e raggiunge l’amico più avanti.
-Sei preoccupato? – domanda, ma conosce già la risposta, come sempre. Il castano si limita ad annuire, mentre continua a fissare lo stesso punto. Tuttavia, il filo delle sue riflessioni viene interrotto dall’ingresso del professore e il rosa è costretto a tornare al suo posto.
Saranno passati due minuti circa dall’inizio delle lezioni, quando la porta della classe viene riaperta nuovamente e gli alunni sono costretti a rialzarsi. Shindou e Kirino non potevano crederci quando l’hanno vista: Rin  entra in classe in compagnia del presidente Kizan e del direttore Fuyukai.
-Buongiorno professore, scusi l’interruzione ma si tratta di una cosa urgente.- esordisce l’uomo con la giacca gialla.
-Prego, che succede? – chiede l’insegnante, alquanto sorpreso.
-L’alunno Hoshino … - comincia indicando la corvina – avrebbe qualcosa da dire a tutti voi.
Ed è in quel momento che la ragazza dagli occhi azzurri sente su di sé gli sguardi di tutti. Dal posto il capitano e il rosa trattengono il fiato, impotenti: sanno perfettamente di non poter dire o fare nulla e questo è frustrante.
Ad un certo punto Rin prende il gesso e comincia a scrivere il suo nome, il suo vero nome alla lavagna. Dopo di che si volta in direzione dei suoi compagni, tira un sospiro e comincia:
-Minna-san (1), il mio vero nome è Furude Rin e sono una ragazza. Vi prego di perdonarmi se ho mentito!! – annuncia tutto d’un fiato, inchinandosi.
Tutti sono a bocca aperta, professore compreso, per non parlare di quelle tre ragazzine in classe che si erano fatte tante fantasie sul nuove arrivato. Mormorii sommessi cominciano a diffondersi in aula, tanto che l’insegnate è costretto a richiamare l’attenzione.
-Silenzio per favore! Allora possiamo, a questo punto, sapere il motivo del tuo gesto?- domanda in seguito.
-Beh … ecco. Come posso dire? – Furude si gratta un po’ il collo nervosa – Non so se ci crederete o meno, ma sono la figlia di Kyomi Kadeshiko. Eehh …
A quel nome i presenti sbattono le palpebre accigliati, perfino il prof, il quale stava pensando ad ogni genere di motivazione, è rimasto scioccato.
-Ma … ma come? La védette? Quella Kyomi? – continua sconcertato e Rin annuisce.
-Ultimamente mia madre è rimasta coinvolta in parecchi scandali. I paparazzi non fanno altro che perseguitarla, così visto che dovevo cambiare scuola ho cambiato “identità” … per essere più sicura.- afferma virgolettando con le dita.
-Scusate se ho mentito.- aggiunge chinando il capo con rammarico.
-Beh, in questo caso … - comincia il professore, ma viene interrotto presto da un’orda di ragazzini i quali si sono avvicinati alla cattedra con gli occhi scintillanti. Tutti che chiedono autografi e tempestano di domande la povera Rin, così l’insegnate richiama nuovamente all'ordine.
-Allora ragazzi, a questo punto possiamo dare il benvenuto alla nostra nuova compagna di classe.
-Sì!!- rispondono esagitati gli alunni i quali applaudono anche. Shindou e Kirino si guardano un momento e tirano un sospiro di sollievo.
-Arigatou gozaimasu!! (2)- si inchina nuovamente, commossa.
Intanto il presidente Kizan stringe i denti adirato: non era quello l’effetto che sperava. Sottecchi la ragazza lo fulmina con occhiata sprezzante e quello risponde con una smorfia, tuttavia si ricompone subito.
-Bene, dato che la questione è risolta … possiamo andare.– asserisce e si dirige fuori dall’aula seguito dal suo fedele cagnolino, Fuyukai. Ma una frase della giovane lo impietrisce all'istante: -Grazie mille presidente! Se non fosse stato per lei, non avrei trovato il coraggio!! Grazie davvero!!- esclama quasi con le lacrime agli occhi. Kizan si limita a sollevare il palmo, dopo di che la porta si richiude. Nessuno chiaramente avrebbe potuto cogliere il sarcasmo traboccante di quelle parole, tranne, ovviamente, chi sa la verità.
Solo in quel momento Shindou e Kirino si rendono conto del reale carattere di Rin: spigliata, forte, ironica e molto coraggiosa. Nessuno di loro due si sarebbe azzardato a rispondere così e per questo ne sono rimasti affascinati. Takuto più del rosa, di preciso. Quando ritorna a posto, la corvina rivolge un sorriso ai due ragazzi e fa segno di vittoria: ora è tutto a posto.






(1): Significa "Ragazzi" oppure "Tutti voi" in giapponese.
(2): "Grazie mille" in giapponese.





Eccomi che posto, spero che anche questo vi piaccia :*

 
  
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