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Autore: Jeles    19/03/2014    1 recensioni
Il mio nome è Kaori, e in quelle giornate felici da ragazza libera avevo appena compiuto 17 anni, frequentavo il liceo di città, e non avevo la minima esperienza con l'altro sesso. Per quanto avessi avuto piccole cotte o sguardi di interesse, non ero mai riuscita ad arrivare a confessare il mio amore, o a stringere un rapporto con un ragazzo. Mai. Finché non ho conosciuto lei: Saki.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Scolastico
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DIN. DON. DAN.
“Ti prego Dio, ti chiedo solo una piccola cosa quest'anno, solo una. Fa si che non abbia il solito professore di inglese, e ti prometto che farò la brava, studierò tutti i giorni, e mi darò da fare, ma ti prego non piazzarmi il solito brontolone!”.
Con le mani congiunte, chiusi gli occhi e pregai per cinque minuti buoni implorando e promettendo cose che probabilmente non avrei fatto, e cercai di tenere un tono basso per non farmi sentire dagli altri, ma, ahimé, difficile non sentirmi.
“Kaori che stai facendo?”
“Oh, niente niente! … Stavo solo domandando un nuovo professore di inglese.. Ehm, piuttosto Sho, che combinano quelli?”
“Oh, loro? Meglio non parlare di professori di inglese o..”
Un ragazzo di bassa statura corse come un forsennato verso il mio banco, e sbatté le mani con forza su di esso, guardando con sguardo torvo Sho.
“Sho!! Non puoi!! Mettiti in fila, ok?!”
“Cosa, anche Sho? Ehi bello, lascia stare, la notizia si sarà già sparsa per tutta la scuola. Ancora un po' e vedremo i ragazzi dell'ultimo anno con la bava alla bocca!”
“Mi spiegate di che diamine parlate?”
Sbottai un poco infastidita, mentre portai una mano sotto il mento e fissai malamente i due individui che invasero il mio banco, come se fossi loro amica!
“Dai, c'eri anche tu quando si è presentata la professoressa Okamoto no?”
Mi rispose uno dei due, e con uno sguardo serio oserei dire.
“Beh, lei è giovane e bella, e sembra sia anche single, per cui questi omoni vogliono farle la corte! Poveracci, lei è una donna adulta e matura, figuriamoci se si mette insieme ad un moccioso del liceo...”
Lo osservai con un'espressione alquanto stupita, ed annuii alle sue parole.
“Oh si, hai decisamente ragione. Ma, ehi Sho, non sapevo che anche tu volessi buttarti.”
“Cosa? No no! Sono questi idioti che parlano troppo, io.. io non sono così disperato da corteggiare un'insegnante!”
Evidentemente alzò la voce tanto da farsi sentire, perché in un batter d'occhio i ragazzi della classe si voltarono con sguardo minaccioso verso di lui, mente le ragazze furono abbastanza contente di avere tra i maschietti qualcuno che non stravedesse per quella donna a loro sconosciuta e già antipatica. Tuttavia quel momento di bisticcio tra ragazzi e ragazze durò poco, in quanto arrivò in classe una ragazza che urlò
“Arriva! Ai vostri posti ragazzi, su!”
Ed ecco il momento che attesi tutta la mattina. Presi qualche respiro, pronunciai altre preghiere a bassa voce tenendo il capo chino, e quando entrò l'insegnante e tutti si alzarono, io feci lo stesso sollevando lentamente lo sguardo. Ahimè, anche quell'anno Dio non mi ascoltò.
“Buongiorno ragazzi! Alcuni di voi mi conoscono già, ma io sono il professor Ozaki! E se credete che l'inglese sia una passeggiata, beh, state sicuri che con me sarà un inferno, pretenderò studio e disciplina! Vi auguro di passare un buon anno! Ora, cominciamo subito la lezione. Kaori ti spiace prendere il libro e leggere a pagina 25? Cominciamo con un testo leggero, su”.
Eccolo, cominciò subito di primo mattino a tartassarmi. Lui sapeva bene quanto odiavo l'inglese, perciò si divertì ogni volta ad umiliarmi o a chiamarmi per fare qualsiasi cosa. Ed alla richiesta sospirai irritata.
“.. Non ho il libro.”
“Molto male signorina, dovrò segnarlo nel registro.”
“Cos.. ma è il secondo giorno di scuola!”
“Credi che al tuo secondo giorno di lavoro sarai graziata per ogni errore che farai? Oh, non ci sperare nemmeno. Toshio, prego, leggi tu.”
“Si prof...”
Lo odiai quando mi stese parole del genere, perché ebbe ragione, e io non potei ribattere in alcun modo; questa è la tipica conversazione con cui lui mi abbatteva. Come dico sempre, anche i professori hanno le loro preferenze, giusto?
La lezione durò un'ora circa, e al suono della campana, non appena lui varcò la soglia dell'aula, tirammo tutti un sospiro di sollievo.
“Heh, vedo che piace già a tutti il professor Ozaki!”
Mi rivolsi verso Sho che fu mio compagno di banco, ed egli si limitò ad annuire, chiudendo il libro di inglese e sollevandosi poi per sgranchirsi le gambe. Il mio sguardo si rivolse verso la porta, e con grande sorpresa vidi la figura genuina di Aya lì in piedi che mi fissò e mi agitò la mano in segno di saluto. Mi alzai subito per correrle incontro.
“Aya! Che ci fai qui, non avete lezione?”
“Oh si, ma volevo informarti subito dei nuovi professori che ho!”
“Dimmi tutto!”
“Ricordi che l'anno scorso in letteratura avevo quel professore un po' grassoccio e noioso che parlava tuta l'ora di cosa ne pensava dei libri? Beh, ti assicuro che c'è una persona peggiore di lui!”
“Peggiore del sonnifero umano? Sentiamo, chi avresti?”
“La professoressa Harada!”
“Oddio no! E' quella professoressa che l'anno scorso sollevò un grande putiferio per la faccenda dei ragazzi che non erano venuti a scuola per la sua verifica?”
“Esatto, e te l'assicuro, è una vera e propria despota! Quella vecchiaccia è odiosa!”
“Terribile.. Beh se ti fa stare meglio, io ho di nuovo Ozaki in inglese.. Mi farà morire anche quest'anno...”
“Ecco, volevo proprio parlare di inglese. Io ho la professoressa Okamoto!”
Il mio volto si accese sentendone il nome, e incuriosita le chiesi di più sulla famosa insegnante giovane e single.
“E com'è? Insomma, di solito gli insegnanti giovani sono carichi ma sono anche di manica larga..”
“E' vero, e così lo è lei, ma è bravissima, quando spiega si capisce tutto è proprio in gamba! Senti ma se hai problemi con Ozaki perché non chiedi alla mia docente di farti delle lezioni pomeridiane? Potrebbe darti una mano, lei ci ha dato la piena disponibilità per fare ripetizioni.”
All'idea di stare un pomeriggio a scuola mi venne il mal di testa, per cui prima portai le mani sulle tempie, e poi scossi il capo riluttante.
“Oh no, io che spreco il pomeriggio qui a scuola? Neanche morta!”
“Come sei pigra Kaori! Beh, scusa, ma io ora vado! Comunque se cambi idea fammi sapere, le parlerò io per te! Ciao!”
Sollevai una mano verso di lei, mentre con un passo elegante Aya si avviò verso la sua classe. Mi appoggiai sulla porta osservandola allontanarsi, e poi spostai lo sguardo verso la finestra del corridoio a cui si affacciò la nostra classe, avvistando appena il giardino interno della scuola. Non notai che nel frattempo stava avanzando per quel corridoio la figura di una donna, al che si fermò non appena mi notò e mi rivolse un sorriso smagliante, mentre io non potei far altro che sobbalzare da quella comoda postura, e mi irrigidii un poco portando le mani dietro la schiena.
“B.. Buongiorno professoressa Okamoto!”
Con lo sguardo cercai quei suoi occhi scintillanti che mi fissarono, e abbassai giust' appena il volto prima di rialzarlo.
“Buongiorno a te. Allora, com'è andata il tuo secondo giorno di scuola?”
Sollevò poi lo sguardo per osservare il numero della mia classe, e scosse poi il capo un poco preoccupata.
“Accidenti, hai il professor Ozaki? Dimmi, era ancora arrabbiato per la faccenda di ieri?”
Risi alle sue parole.
“Non si preoccupi prof, ci sono abituata a lui ormai. E' da due anni che lo sopporto, posso farlo anche quest'anno.”
Mi sorrise sollevata.
“Capisco. In tal caso io andrei in classe. Buona giornata!”
Lì per lì me ne stetti a riflettere mentre la osservai allontanarsi, pensai seriamente alla faccenda delle lezioni pomeridiane, e mi mordicchiai il labbro inferiore, prima di scattare in una corsa.
“Prof!”
L'insegnante si voltò di scatto al richiamo, e si fermò attendendo il mio arrivo.
“Dimmi cara.”
“Ehm.. mi stavo chiedendo... Non è che lei fa lezioni di recupero pomeridiane? La verità è che sono una schiappa in inglese, e vorrei poter migliorare quest'anno...”.
Portai le mani strette dietro la schiena, mentre picchiettai la punta del piede sinistro contro il pavimento, ed il mio sguardo si abbassò per qualche istante, prima di rialzarsi verso di lei. Quella mi osservò con un certo stupore.
“Beh, il quadrimestre è appena iniziato, sarebbe meglio lasciar passare qualche mese, vedi come va, e se hai problemi vieni da me.”.
Il mio sguardo assunse quello di un bimbo a cui è stata levata una caramella, e ruotai gli occhi sulla finestra gonfiando le guance.
“A che scopo? Tanto so già che con Ozaki non combinerò mai nulla.”
Scossi poi il capo sollevando le mani ed agitandole.
“Ah, no, cioé.. E' che ho sempre problemi con lui ma, insomma.. Non vorrei disturbarla, mi rendo conto in effetti che è ancora presto per i corsi.”.
Cercai di abbozzare una risata riuscita male. Fui dannatamente imbarazzata in quel momento, e non capii affatto il perché. Non ebbi motivo di comportarmi così, lei era insegnante, ed io ero un genio nel comportarmi come una peste senza peli sulla lingua a qualsiasi professore. Sospirai pesantemente, forse troppo nervosa, al che lei mi rivolse un sorriso affettuoso.
“Facciamo così, lasciamo che passi un mese. Trascorso questo mese, verrai da me, e mi dirai se vuoi fare dei corsi o no. Nel frattempo sarò disponibile a correggerti compiti o a darti una mano quanto posso. Non lascio mai nessuno abbandonato a se stesso, non preoccuparti! Oh, se mi dai il tuo nome sarebbe grandioso.”
“..K.. Kaori! Maeda Kaori, classe 3A!”
Arrossii non appena pronunciai il mio nome con una tale enfasi che persino la professoressa rise di gusto al mio tono.
“D'accordo, Kaori, allora ci vediamo!”.
Sollevò la mano per agitarla verso di me, dopodiché girò i tacchi, e si avviò verso la classe in cui ebbe lezione. In quel momento volli appoggiarmi al muro; portai la mano al petto e sentii un battito forte e percettibile. Scossi il capo, un poco confusa da quella sensazione, non capii affatto cosa fosse, ma non ci volli pensare. Mi avviai solamente verso la mia classe, mantenendo per qualche istante uno sguardo spaesato, per poi regalare verso i miei compagni un sorriso accompagnato dal mio solito sguardo sinistro, beh, non si può mai scegliere la faccia con cui nascere, giusto?


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Ciao a tutti, io sono Celestite, autrice dell'opera.
Argh, ho fatto passare davvero molto tempo dall'ultimo capitolo, e mi scuso. Spero comunque che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, in caso abbiate commenti da farmi potete tranquillamente lasciarmi una recensione o inviarmi un messaggio.
Alla prossima!
  
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