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Autore: sherry21    21/03/2014    6 recensioni
A tutti i fan di Ace & Sherry, la coppia più buffa e litigiosa che esista sul pianeta terra, ecco a voi i retroscena tagliati della fanfiction "Fonendi, camici e ... amore"!
Cosa potrà mai nascondere dietro le quinte questa coppia tanto stravagante?
Auguro a tutti voi buona lettura!
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori quasi impossibili'
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Il Dottor Focoso e il Chirurgo della Morte
in:
Lei è MIA!

 
 
Voleva abbracciarla, tenerla stretta al suo fianco così forte da farle mancare il fiato e baciarla a non finire.
Il suo cuore sussultava ogni volta che la guardava negli occhi, dovendosi ricordare che respirare non era un optional se voleva continuare a vivere su quel pianeta.
L’attrazione che provava per lei era infinita e lo stava facendo impazzire come mai era successo prima.
Si sentiva così il famoso Dottor Focoso, ma per lui quell’agonia era un piacere tale che ci avrebbe sguazzato in eterno.
Neanche Asso voleva prendere l’ascensore per raggiungere il piano terra dopo l’esperienza che aveva avuto, ma vedere la piccola Pulce inviperita lo faceva ammattire dalla gioia.
Gli faceva tenerezza vedere le sue piccole guance gonfiarsi dal nervoso, in quei frangenti le ricordava una bambina piccola capricciosa, anche se non lo era.
Sapeva che quando faceva così quello era un escamotage per non urlagli in faccia insulti poco carini, nel più disparato tentativo di conservare quel poco di finezza ed eleganza che le rimaneva dopo che lo aveva conosciuto … anche se attributi del genere non si addicevano per nulla a un faccino corrugato e incavolato come il suo in quei momenti.
Da quando gli aveva dato le spalle, non aveva fatto altro che studiare il suo profilo da quella prospettiva.
“Ha un bel fisico a clessidra, questo lo devo riconoscere e apprezzare …” commentò il suo alter ego ammaliato.
Il suo vitino stretto era un invito ad abbracciarla, per poi immergere il naso nell’incavo del suo collo e respirare a pieni polmoni quel profumo all’iris che tanto amava.
No, non riusciva a stare fermo mentre cercava di sopprimere tutte le sue voglie, doveva farle per forza qualcosa.
Si avvinghiò ai suoi fianchi tenendola stretta a sé per non lasciarle via di scampo, e strusciò una guancia contro la sua gustandosi la morbidezza di quello zigomo che adorava tanto tirarle.
La avrebbe voluta baciare, anzi, avrebbe voluto riempire tutto il suo bel visino di baci umidi e caldi, per poi poggiare le labbra sulle sue e dirle una volta per tutte che era lei la ragazza di cui si stava innamorando giorno dopo giorno, ma era certo che l’avrebbe allontanata.
“Le donne sono come le lepri mio caro Detersivo ambulante, si spaventano facilmente e corrono lontano, poi è difficile raggiungerle …” commentò saggiamente il suo alter ego.
Sherry era una donna molto razionale e prima di buttarsi a fare qualcosa vagliava tutti i pro e i contro di un’azione, doveva giocare bene le sue carte se voleva conquistarla.
-Scusami, non volevo spaventarti.- si riferì a quando aveva stoppato l’ascensore.
Quello non era stato un incidente, aveva schiacciato appositamente il pulsante “stop” solo per vedere che espressione avrebbe fatto la piccola peste pulciosa.
La ragazza si appoggiò con la schiena a lui, e alzando lievemente la testa rispose: -Non so se ti perdono questa volta … - ghignava mentre lo diceva, dandogli un motivo in più per continuare la sua docile tortura.
-Davvero? Ne sei sicura?- iniziò a farle il solletico avvinghiandosi a lei più che poteva.
Rideva, quelle sue risate argentine erano note piacevoli per le sue orecchie e le avrebbe ascoltate per sempre.
Si contorceva contro di lui per liberarsi, ma invano: -Asso, non respiro.- sospirò tra una risata e l’altra.
-Tranquilla, sono un medico e ti rianimo più che volentieri, e ringrazia che non ci sia Izou. – le sussurrò malizioso in un orecchio.
“Bravo Detersivo ambulante! Guarda il colore delle sue gote … che porpora meraviglioso … forse sono di quel colore perché non la lasciamo respirare …” osservò alquanto preoccupato il suo alter ego.
Le porte dell’ascensore si aprirono e Pulce corse fuori il più velocemente che poteva, molto probabilmente doveva aver pensato che Asso avrebbe smesso di torturarla in pubblico, ma lui non si faceva alcun problema nel manifestarle il suo affetto davanti agli occhi altrui, e lei questo non lo sapeva.
-Adesso piantala!- gli urlò ridendo, e si fermarono non appena Sherry andò a sbattere contro la schiena di qualcuno:-Ops, mi scusi … oh merda!-.
Non poteva credere alle sue povere orecchie … Pulce aveva detto una parolaccia, lei che non le diceva mai!
“Se è così, vorrà dire che veramente la prossima volta ci troveremo nel nostro soggiorno a fumare delle canne in sua compagnia.”.
Era troppo scioccato per ascoltare il suo io interiore: -Pulce!- la ammonì allibito.
Alzò la testa nella stessa direzione di Sherry per tentare di capire l’origine del suo sgomento, constatando che l’uomo contro cui erano andati a sbattere era Trafalgar Law, il celebre “Chirurgo della morte”.
Adesso non aveva più dubbi, quel pomeriggio Sherry aveva cercato di scappare da lui, ma perché?
Era rimasta pietrificata non appena l’aveva riconosciuto, che cosa poteva essere successo tra i due?
“Ho la netta sensazione che siano stati assieme a suo tempo, non è tipa da inimicarsi nessuno …” e per una volta Ace concordò con il suo io interiore.
-Le parolacce non sono utili per chiedere scusa … - specificò il chirurgo voltandosi.
Sherry si irrigidì e si incollò come meglio poteva a Asso, cercando supporto e sicurezza in lui … che diamine era successo tra i due?
- … oh, signorina Sherry Sterling, anch’io sono felice di rivederti, ma non avrei mai pensato di ritrovarti qui e se fossi stato io al tuo posto, avrei trovato esclamazione più carina per darti il benvenuto. -.
Gli dava nervoso come la stava guardando, era più che ovvio che non fossero stati solo semplici amici.
“Ecco, vedi?! Invece di fare il Romeo della situazione, in ascensore dovevi chiederle se aveva avuto a che fare con lui!”.
Faceva scorrere gli occhi su di lei come se la stesse passando ai raggi x e quello che poteva leggere nei suoi occhi non lo sopportava, nessuno poteva avere quello sguardo voglioso mentre guardava la sua Sherry.
Serrò la mandibola contraendo i muscoli della mascella, mentre i suoi bicipiti si prepararono per un imminente contrattacco … “Ehi, ehi, ehi calma! Non puoi andare in giro a pestare le persone a tuo piacimento, ci rinchiuderebbero in psichiatria ed io non ho voglia di finire suoi giornali per motivi così futili, ovvero una donna. Calmati e riponi le tue armi!” indietreggiò terrorizzato il suo alter ego.
Il suo stupido io interiore non aveva parlato a vanvera questa volta, e doveva seguire i suoi consigli se non voleva essere il protagonista del suo stesso trattamento sanitario obbligatorio.
La sua stizza nei confronti di Law era tale da deconcentrarlo sui loro dialoghi, ma una stretta di Pulce al suo braccio lo ridestò.
Non aveva paura, glielo leggeva in faccia, invece capiva che era in forte imbarazzo e dispiacere, non era da lei essere così fredda, neanche con lui era mai stata così “glaciale”.
-Hai fatto crescere i capelli dall’ultima volta che ci siamo visti, ti preferivo con i capelli corti.- allungò un dito per prenderne una ciocca, e Ace dovette contare, e ancora contare, per non saltargli addosso e spaccargli la faccia.
Non gli piaceva vedere Sherry sottomessa a qualcuno, e lui non voleva credere che quello scricciolo con cui battagliava ogni giorno non riusciva a dirgli qualcosa, se aveva avuto il coraggio di scaricarlo, perché ora non trovava la forza per allontanarlo?
Quella Sherry triste e ammutolita non era la Sherry che conosceva, che contrastava ogni cosa che non le andava a genio.
-Tu invece non sei affatto cambiato, comunque preferisco questo taglio. – con quella risposta sembrava avere recuperato parte della sua autostima e, felice del suo cambiamento d’umore, Asso le ricambiò la stretta al braccio per avvisarla che era lì con lei e che la appoggiava se ne avesse avuto bisogno.
 -Cosa ci fai qui?- domandò Law facendo un passo avanti, innalzando in tal maniera la guardia di entrambi i giovani.
-Lavoro … - era tornata di nuovo troppo remissiva, il caro Trafalgar sapeva giocare alla perfezione le sue carte con lei e sembrava volerne giocare ancora altre per riaverla al suo fianco.
Come diamine faceva a zittire Pulce senza dirle cattiverie e senza toccarla?
Comprese subito che il collega e Pulce non avevano avuto una storia di breve durata, lui sapeva fin troppo bene come muoversi per farle sentire l’acqua alla gola.
-Ah, allora non avevo avuto le allucinazioni questo pomeriggio. Ti avevo visto nel corridoio della terapia intensiva, perché non mi hai salutato?- aveva portato un suo indice sotto il mento per alzarle il viso e guardarla negli occhi, mentre Asso dovette ricominciare a contare per non mordergli quello stupido dito odorante di betadine.
Solo nel provare a immaginare Law che la baciava facendo scorrere le sue luride mani sul corpo meraviglioso e incontaminato di Pulce, gli fece salire una strana morsa alla bocca dello stomaco; era una sensazione orribile, dolorosa e non faceva altro che far crescere in lui rabbia, ancora rabbia e ancora tanta rabbia.
Tutte quelle sensazioni iniziarono a scemare non appena la piccola Pulce afferrò garbatamente la mano del chirurgo e gliela abbassò, finalmente aveva ripreso possesso del suo corpo: - L’ho fatto poco fa … - sussurrò poco decisa.
-Davvero? Da quando in qua ci si saluta dando del letame a una persona?- sogghignò.
Il corpo di Asso tornò a irrigidirsi e, forse, non ne era proprio sicuro, aveva appena ringhiato.
Un piccolo e fugace sguardo terrorizzato e confuso di Sherry gli confermò il suo timore, ma ormai sentiva il sangue ribollire nelle vene e a stento riusciva a trattenersi dal fare o dal dire le cose che gli passavano per la testa.
-Non dirmi che riesco ancora a metterti in soggezione. Eppure siamo stati assieme solo per otto mesi … -.
I pensieri di Asso si annullarono di botto per colpa di un solo e unico pensiero poco fine, intelligente e innocente: Sono stati otto mesi assieme senza fare niente!
“Detersivo ambulante, non hai speranze, fila via e cambia traguardi …” gli suggerì il suo io interiore dandogli qualche pacchetta consolatrice sulla spalla.
Per quale diamine di motivo era rimasta assieme a lui per otto mesi se non voleva concludere niente, ma proprio niente di niente?!
Dopo aver mandato a quel paese il suo alter ego, si riconcentrò su Pulce guardandola con occhi sbarrati dalla meraviglia.
Lui non avrebbe mai retto una storia del genere senza un minimo di piacere carnale, ma neanche Law ci sarebbe riuscito, di questo ne era certo … qualcosa, non sapeva cosa, puzzava nella loro storia.
-Lui è il mio ragazzo. Vi conoscete?- ridacchiò Pulce portando il povero Asso mangiato dai morsi d’ira difronte al suo rivale.
Tornò a fissarla confuso e dal suo sguardo capii che aveva bisogno di un aiuto per uscire da quella posizione scomoda, alla fine glielo doveva concedere dopo tutto quello che le faceva passare.
-Law, è da un bel po’ che non ci si vede … l’ultima volta che ci siamo visti abbiamo litigato davanti alla macchinetta dei tramezzini per prendere l’ultimo che era rimasto con i gamberetti in salsa rosa, poi per fortuna è arrivato Marco a prenderselo. -.
Iniziarono a scannarsi con gli occhi riducendogli a una piccola fessura, la battaglia per la conquista della piccola Pulce aveva appena avuto inizio, a insaputa della diretta interessata ovviamente.
“Carissimo Law, lei è la preda irraggiungibile che il Detersivo ambulante si è imposto … smamma, cambia aria! Lei è e sarà per sempre MIA!” Asso si meravigliò e si complimentò di quello che il suo alter ego aveva appena dichiarato, finalmente aveva scoperto le carte “Ehi! No, non è come pensi! Ho solo tradotto i tuoi pensieri non i miei!”.
Entrambi tirarono la bocca in una linea sottile e dura, iniziando una lotta per il territorio senza precedenti “Ehi, mica sei un cane? Cosa significa lotta per il territorio?!”.
Vide Pulce che cercava di intrufolarsi, ma ora lei non aveva non voce in capitolo, doveva lasciar parlare il loro testosterone.
 -Ragazzi?- li richiamò, ma nessuno dei due distoglieva lo sguardo per non perdere la sfida appena iniziata, quella era una lotta per la supremazia.
“ … non è che fra un po’ qualcuno urlerà “QUESTA – È - SPARTAAA?!”? ricomponetevi!”.
Il Chirurgo della morte fece un passo in avanti dicendo: -Voi due non potete stare assieme.-
-Eccome se lo siamo. – lo fronteggiò Ace al meglio che poteva.
La tensione fra i contendenti si poteva tagliare con un coltello.
-Bene, dammi prova che state assieme.- il chirurgo aveva appena lanciato il suo guanto di sfida, e Asso non si esimiò dal raccoglierlo.
Si stava parlando di Pulce, non di una delle sue conquiste da quattro soldi che per poco non si vendevano su ebay.
“Oh Detersivo ambulante, se solo sapessero quelle centinaia di ragazze quello che pensi su di loro in questo momento … avresti vita breve, lo sai?”.
Anche se avevano passato solo due giorni assieme, aveva capito molte cose sulla piccola infermiera ramata, e non poté fare a meno di sorridere spavaldo mentre si accingeva a pararla: - Le piace essere coccolata, le piacciono le coccole semplici che non contengano malizia. Al mattino mangia qualsiasi cosa che le capita a tiro e che si sposi a meraviglia con la nutella, infatti al lavoro viene con l’angolo destro della bocca sporca di crema al cacao e nocciola. Sta con me perché non le piacciono i classici principi azzurri della Walt Disney, biondi con il cavallo bianco, al tempo d’oggi possono essere una fregatura. Sta con me perché sono il pirata che la fa ridere e divertire, ma che le offre anche una spalla su cui piangere e aggrapparsi.
-Le sta a cuore la famiglia, e quando lavora pensa solo a loro e non vuole essere disturbata, infatti ci ho messo un bel po’ di tempo per farmi notare … -.
“Quanto avrei voluto essere quella briciola di nutella quella mattina …” asserì sognante il suo alter ego “… ehi! Sto solo traducendo i tuoi pensieri, ricordatelo!”.
- … vuoi un’altra dimostrazione?- aggiunse il baldanzoso medico focoso.
Law si girò a fissare Pulce con aria di superiorità, come se avesse trovato un indizio che svelasse la loro messa in scena: -Ma tu credi che io ci caschi nella vostra recita? Lui non può essere il tuo tipo, conosci la sua fama per Bridgeport, vero? –.
Asso vide Pulce incavolarsi come mai era successo prima, era rimasta tanto irritata da quello che Law le aveva appena detto … perché?
“ … per una volta qualcuno sta cercando di coprire il tuo viziaccio.” Rimase allibito il suo io interiore.
-Certo che la conosco, ma lui non è più così … perché non dovrei stare assieme a lui?!-.
Lo stava difendendo?
Tutto quello stava succedendo veramente?
-Non ti ci vedo, se non hai voluto stare con me, non puoi neanche stare con lui visto che ha una certa fama fra voi infermiere, il nostro carissimo “dottor focoso”. - sghignazzò.
-Sempre meglio di “chirurgo della morte”, sbaglio Law? Non è da tutti far morire sotto i ferri un arcivescovo … - ridacchiò malandrino Ace, ora sì che giocavano ad armi pari!
“Wahahah … quante battute si sono fatte su San Pietro e Law quella volta … wahahah!”.
Era rabbia quello che gli vedeva negli occhi, certo, era stato una carogna a tirare fuori la storia dell’arcivescovo, ma se l’era cercata lui d’altronde …
-Vieni a prendere un caffè domani pomeriggio in onore dei vecchi tempi? Non ti sto chiedendo di rimetterti con me. –
-Ecco, io non so se sia il caso … -.
Ace affilò il suo sguardo glaciale nei confronti di Law, adesso capiva perché Sherry lo stesse evitando. Pulce non era tipa da dare delusioni alle persone e con molta fatica rispondeva di “no” a degli inviti, e temeva che lui la facesse cadere di nuovo nel suo fascino enigmatico per farle fare quello che voleva, ne era sicuro.
“Detersivo ambulante? vuole elementi più concreti codesto uomo, sai del neo displastico sulla schiena, aggiungi la taglia di reggiseno che hai scommesso con Marco e Izou e provocalo con qualche domanda impertinente. È l’unica maniera per fargli cambiare aria!”.
-Law, cosa vuoi sentirti dire? Che ha un neo displastico in mezzo alla schiena e che porta la 5^ coppa C di reggiseno? Vuoi sapere anche la sua posizione preferita visto che ci siamo? – sperò che Pulce lo perdonasse per quella sua intrusione poco discreta, era l’unica carta che poteva giocare in quel momento.
“Ne siamo sicuri? Comunque, è un’ossessione per te la sua posizione preferita eh? Ihihih …”.
-Perché hai spiattellato tutto?!- gli soffiò la piccola Pulce infervorata.
“A quanto pare abbiamo indovinato la taglia Detersivo ambulante!” sogghignò il suo alter ego battendo il cinque, constatando anche la resa di Law.
-Bhè, contenta tu Sherry. Vi auguro buona notte, sono sicuro che ci incontreremo di nuovo. -.
Mentre Law si allontanava, lui guardava come la piccola Pulce lo stesse fissando, era rammaricata … molto rammaricata.
Di sicuro voleva trovare un modo meno cruento per dirgli che aveva chiuso definitivamente con lui, ma da sola non ce l’avrebbe mai fatta.
Si rattristò anche lui nel vedere quei piccoli occhi lucidi dalla delusione, era più che sicuro che si stesse domandando perché non avesse avuto più polso per fronteggiare da sola quelle situazioni.
Senza accorgersi di quello strano contatto, i suoi occhi caddero a fissare le loro mani che si stringevano. Sherry le aveva ghiacciate e sudate, doveva essere stata molto tesa per quello che aveva assistito e non poteva dargli torto, lui si stava per prendere a scazzottate con il chirurgo e qualche miracolo li aveva salvati.
Ora non era il momento di farla sentire in colpa, aveva appena incominciato a lavorare in ospedale e gliene erano capitate di tutti i colori.
La trascinò dolcemente con sé, la tentazione di abbracciarla e baciarle la fronte con confortarla era grandissima, ma non voleva spezzare l’equilibrio che si era appena ristabilito.
-Pulce, da quando sono il tuo ragazzo?- non era una domanda molto intelligente, ma solo il fatto che Sherry avesse chiesto il suo sopporto a quel modo era un segnale positivo, significava che aveva fiducia in lui.
Eccola, aveva di nuovo poggiato la fronte contro la sua spalla mentre gli sorrideva.
Quella sera l’immagine del suo sorriso l’avrebbe cullato prima di addormentarsi, o magari l’avrebbe anche sognato, ma di sicuro si sarebbe risvegliato ripensandolo.
 
Ciao carissimi lettori! ^w^
Questa volta non avevo parti tagliate da riportare, ma una cara amica mi ha supplicato di scrivere il punto di vista di Ace al momento dello scontro con Law … spero vi sia piaciuto il capitolo ^^
Quindi non mi rimane che farvi una proposta … volete che scriva un retroscena dei capitoli di “Fonendi, camici e … amore” che ho pubblicato e che volevate veder approfondita, ma non l’ho fatto nella trama “madre”?
Chiedete pure ^^
Per il resto non ho molto da dire, se non che l’alter ego di Asso mi ha fatta impazzire x’’D
Ringrazio tantissimo coloro che hanno recensito lo scorso capitolo: Michiru93; Foco_Foco_Girl; Kiko90; Okami D Anima; Yellow Canadair; Monkey D Alyce.
Grazie mille di cuore a coloro che leggono e recensiscono, e a coloro che leggono ma rimangono dei fan silenziosi ^^ (non abbiate paura, non mangio nessuno! ;3 scrivete pure ^^)
Alla prossima!
Un bacione con abbraccio!
Sherry=^w^=

 
Questa storia non è stata scritta a scopro di lucro ed eccezion fatta per i personaggi di mia invenzione (Sherry e Pam), gli altri non mi appartengono e sono stati usati nel rispetto dei relativi copyright.
 
  
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