Capitolo IV
- Avvisi inutili -
Si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Aveva
sentito una presenza e l’aveva subito riconosciuta. Uscì dalla stanza e vide
Harry, Ron ed Hermione fissare attenti
nel camino. Sentì una voce e saltò un battito del cuore; non poteva crederci,
non poteva essere
lui…
Harry si voltò verso di lui e rimase bloccato. Si girarono
anche gli altri due e riconobbe la faccia di Sirius nel camino.
Scavalcò una poltrona e si sedette vicino al camino.
- Sirius…
- Aliack! Sei cresciuto in questi anni.
- Dove sei?
- Non posso dirtelo, sai benissimo che il Ministero ti
controlla.
- Sono diventato bravo a far perdere le mie tracce.
Sirius lo guardò rattristato e alla fine rivelò il luogo
dove si trovava: - Sono a Londra; Grimauld Place numero 12.
- Qualche volta vengo a trovarti.
Vide il volto di brace sorridere e scomparve.
Si alzò e si diresse verso la camera.
- Aspetta!
Si voltò e guardò interrogativo Harry.
- Perchè sei
uscito dalla tua stanza?
- Ho sentito la presenza di mio fratello e ho voluto
controllare.
Entrò nella stanza e si sedette sul bordo del letto…non ci
credeva…aveva rivisto
Sirius…
Sentì la porta della stanza aprirsi e vide tre figure
sull’uscio. Si rialzò svogliato e andò verso i tre ragazzi.
Vide Hermione
diventare rossa per l’imbarazzo, probabilmente non aveva mai
visto qualcuno a torso nudo, Ron guardarlo intimorito e Harry scrutarlo deciso.
- Che
volete?
- Nessuno deve sapere ciò che hai visto.
- Non c’era
bisogno di dirmelo, l’avevo capito da solo.
- Non lo devono sapere neanche i tuoi amici.
- Ti ho già detto
che l’avevo capito da solo. – chiuse la porta in faccia ai ragazzi e si addormentò.
Il giorno seguente avevano le materie in cui eccedeva:
Trasfigurazione, Cura delle Creature magiche e Astronomia.
Nell’ora di Cura delle Creature magiche vide numerose
ragazze accarezzare gli esemplari che aveva portato la professoressa Caporal, notò Miriam
appoggiata ad uno steccato e le andò vicino. – Che fai?
- Rido delle ragazzine.
Parlarono per
poco perchè arrivarono Draco e i suoi amici. – Un Grifondoro non
dovrebbe parlare con un Serpeverde.
Aliack lo guardò ridendo e disse: - Un Serpeverde non
dovrebbe portarsi in giro due deficienti.
Malfoy stava per ribattere, ma Miriam lo bloccò con un
cenno. – Se volete
discutere andatevene da qui.
Tornarono al
castello e all’entrata della Sala Grande videro un avviso. Tutti
gli studenti si avvicinarono e lessero: “Dolores Umbridge è nominata
Inquisitore Supremo. Il Ministro della magia, Cornelius Caramel.”
Dopo qualche centimetro ce n’era un altro: “Gli studenti
dovranno vestirsi con giudizio. Dolores Umbridge, Inquisitore Supremo.”
Entrarono nella stanza e presero posto per mangiare. Quando tutta la fiumana di
persone finì entrò Zecks camminando tranquillamente.
Dal tavolo degli insegnanti si alzò la Umbridge che disse con la sua voce
civettuola: - Signor Kyre, non ha notato la regola appesa al muro?
Zecks tornò indietro e lesse, rimase sconcertato da quella
regola e non capì perchè gliel’avesse
fatta leggere.
- Mi dispiace signora, ma non ho capito perchè mi ha fatto
leggere questa regola.
- Vuole leggerla affinché tutti sappiano che cosa dice?
- “Gli studenti dovranno vestirsi con giudizio.”
- E
che cosa non ha capito, signor Kyre?
- Io mi vesto con giudizio. – molti risero divertiti e la
donna si rabbuiò leggermente.
- La sua uniforme afferma il contrario.
Zecks guardò l’uniforme e dopo qualche istante capì che la
donna si riferiva alle maniche.
- Per questo la devo mettere in…
Il ragazzo materializzò delle maniche e la sua uniforme
tornò come nuova. La donna si risedette contrariata e Zecks sfilò spavaldo fino
al tavolo dei Tassorosso.
Passarono altri giorni e altri avvisi sui comportamenti da tenere
furono appesi sul muro davanti alla Sala Grande.
Mentre la Umbridge
estendeva il suo “dominio”, Harry&Co. progettavano di fondare l’ES:
l’esercito di Silente.
Dopo l’ennesima sera passata in punizione dalla Umbridge Harry tornò nel dormitorio e
vide Hermione e Ron affaccendati a discutere vivacemente. Notò tutto il resto
del dormitorio guardarli incuriositi, ma notò subito l’assenza di Aliack.
Guardò verso la sua stanza e vide una flebile luce uscire
dalla porta; guardò i gemelli Weasley e chiese che cosa stesse facendo.
- Non lo sappiamo, si è chiuso qualche ora fa e non ne è ancora uscito.
Si avvicinò alla porta, stava per bussare, ma sentì delle
voci, così appoggiò l’orecchio e rimase in silenzio ad ascoltare.
- Come fai
ad essertela presa per quello scherzo? Era stupido.
- Mi dà fastidio il fatto che Zecks abbia deciso di
prendermi di mira! – riconobbe istantaneamente la voce di Miriam e bussò
vigorosamente alla porta.
Aliack gli aprì subito e si appoggiò all’uscio nascondendo
la stanza.
- Serve qualcosa?
- Posso parlarti un attimo?
Lo guardò sorpreso e lo fece entrare. Harry si guardò
sospettoso, ma non vide la ragazza e si chiese se avesse solo immaginato.
- Allora, che devi dirmi?
Pensò velocemente a che cosa potesse dirgli, ma non era mai stato bravo ad
inventare. – Ho sentito delle voci.
- Sei venuto qui
per dirmi che sei pazzo?
- Ho sentito
delle voci venire dalla tua stanza – spiegò quasi irritato.
Aliack lo guardò sconcertato e Harry pensò che avrebbe
potuto fare l’attore.
- Ti ho sentito
mentre parlavi con Miriam.
- E
come avrebbe fatto ad entrare?
Era proprio quello che voleva capire, così rimase in
silenzio. Dopo qualche istante Aliack si voltò e disse: - Vieni fuori, al
massimo gli cancelliamo la memoria.
Miriam comparve
e Harry la trovò bellissima: i capelli erano sciolti, invece della consueta
coda, e le incorniciavano i lineamenti; gli occhi avevano una strana sfumatura
argentea al bagliore dell’unica candela che illuminava la stanza; aveva un top
e dei pantaloncini che le facevano risaltare le curve già accentuate.
- Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso… - Harry si
riscosse e vide Aliack guardarlo contrariato.
- Sei venuto per altro o solo per sapere se sei pazzo?
- Volevo sapere come ha fatto ad entrare.
I due si guardarono e Aliack sbuffò sonoramente. – Ha usato
la magia.
- Che
magia?
- Sono diventata invisibile e sono arrivata davanti al
dipinto, poi ho fatto un incantesimo smaterializzando la materia – notò lo
sguardo di Harry e spiegò meglio – sono diventata come un fantasma e ho attraversato
il dipinto, poi sono arrivata qui.
Rimase immobile a guardarla e dalla sua espressione capì che
non stava mentendo.
- Hai altro da chiedere? – chiese Aliack innervosito.
Harry si avviò verso la porta, ma non poté fare a meno di
osservare un’ultima volta il corpo di Miriam.
Appena chiuse la porta vide i gemelli avvicinarsi
domandandogli che ci facesse
nella camera di Aliack.
- Mi serviva una benda – disse con tono dispersivo e si
avviò velocemente verso i suoi due migliori amici.
- Di che parlate?
Entrambi sembravano
vederlo solo in quel momento e Hermione affermò evasiva: - Niente. Tu, invece,
che ci facevi nella camera di Aliack?
- Mi serviva una benda. – girò lo sguardo e vide i due
gemelli bussare alla porta di Aliack.
Il ragazzo li ascoltò e uscì dalla stanza.
- Ma
non puoi metterti una maglietta? – esclamò Hermione arrossendo.
- Non farne una tragedia, non sono mica nudo! – ribattè di
rimando l’altro. – Perchè mi avete fatto uscire?
- Che
ci faceva Harry nella tua stanza?
- Gli serviva una benda. – affermò calmo il ragazzo e Harry si chiese se quella
fosse stata una pura coincidenza.
Fred lo guardò con fare indagatore e chiese a bassa voce: - Che ci fa
Miriam nella tua stanza?
- Non è nella mia stanza.
- Prima abbiamo sentito la sua voce.
Aliack si rabbuiò per un istante, poi si girò e chiese a
tutto il dormitorio: - Quanti hanno origliato nella mia stanza?
Alzarono la mano in due o tre persone. Aliack li guardò
glaciale e si chiuse nella sua stanza. Alcuni si riavvicinarono, ma dopo
qualche istante dissero:
- Ha usato il Muffliato.
Aliack spalancò la porta e usò un incantesimo contro quelle
persone: dopo un secondo furono
scaraventate contro il muro. Tutte le ragazze scesero spaventate, ma la loro
espressione mutò quando
videro gli addominali scolpiti di Aliack che, come risposta, si richiuse in
camera.
Lo videro solo la mattina dopo davanti alla Sala Grande.
Stava leggendo un nuovo avviso della
Umbridge: “Tutti coloro che sono stati coinvolti con
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato devono andare nello studio dell’Inquisitore
Supremo. Il Ministro della Magia, Cornelius Caramel.”
Un gruppo di Serpeverde salì dai sotterranei e si fermarono
a leggere. Molti non entrarono nella sala, ma si diressero verso le scale per
andare nell’ufficio della Umbridge;
Harry notò anche Miriam e si chiese che cosa c’entrasse lei con lord Voldemort.
Vide Aliack fermare la McGrannit. – Devo andare anch’io?
- Suppongo di sì, Aliack.
Il ragazzo si avviò sbuffando verso l’ufficio di
quell’odiosa donna e Harry si fece nuovamente quella domanda, dopotutto avevano
solo dieci anni quando
Voldemort era caduto, come potevano c’entrare con lui?
Videro la sala stranamente vuota, soprattutto il tavolo dei Serpeverde, e Silente
che guardava torvo la scena.
Anche dopo colazione in molti non erano tornati dall’ufficio della Umbridge e
fu così per tutto il resto della giornata, fino all’ora di pranzo quando la
vocina mielosa della donna riecheggiò per il castello: - Dopo aver discusso con
tutti coloro che sono venuti nel mio ufficio ho deciso che tutti quelli con il
cartellino rosso devono tornare anche dopo pranzo.
Harry guardò Aliack e lo vide prendere un foglio di carta.
Dopo pochi istanti quello divenne rosso e lui lo bruciò arrabbiato.
- Che cos’hai
fatto per inimicarti la Umbridge? – chiese George.
Il ragazzo non rispose. Per tutto il pranzo rimase in
silenzio e Harry lo vide guardare continuamente il tavolo dei Serpeverde.
Quando suonò una campanella tutti
gli studenti si alzarono e alcuni si diressero verso l’ufficio della Umbridge.
Appena tutti ebbero finito la cena, la Umbridge entrò nella sala insieme ad
Aliack, Miriam e altri due ragazzi di Serpeverde.
- Questi ragazzi devono essere espulsi dalla scuola. –
affermò calma la donna. Miriam la guardò con tutto l’odio del mondo, mentre
Aliack era rimasto sbigottito.
Silente si alzò
lentamente e chiese cortesemente: - Per quale motivo?
- Sono tutti incriminati di credere ancora in Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
- Mi dispiace contraddirla, ma sono certo che questi ragazzi
non gli credono minimamente.
- Dopo aver posto a loro delle domande è sorto che: Miriam
Serpeverde è ancora un mangiamorte…
- Sì certo, come no. – affermò la ragazza sbuffando. Ma tutti erano rimasti
bloccati: Miriam era stata un mangiamorte…
- Aliack Black
ha gli stessi ideali del fratello Sirius Black; mentre questi due ragazzi sono
incolpati di aver scritto nel loro dormitorio Magie Oscure.
Silente la
guardò e dopo qualche istante rispose: - Miriam ha rinnegato Voldemort molti
anni fa; Aliack ha ideali diversi da quelli del fratello; quei due ragazzi
vorrei interrogarli di persona.
La Umbridge
uscì velocemente dalla stanza mentre il resto della sala osservava impietrita
Miriam. La ragazza uscì a testa bassa e tornò nel dormitorio.
- Aliack, è vero che Miriam è stata un mangiamorte?
Il ragazzo guardò male Ron che rabbrividì dal terrore, ma
rispose comunque
alzando la voce in modo che tutta la sala comune di Grifondoro sentisse: - È
diventata un mangiamorte solo per salvarsi; ha rinnegato Voldemort poco prima
della sua caduta.
Avrebbe voluto dire
che era stata lei a salvarli, ma non poté farlo, Miriam era stata irremovibile
su quel punto: nessuno doveva sapere ciò
che aveva fatto.
Molti rimasero immobili e il silenzio regnò sovrano. Fred e
George si guardarono e decisero di provare dei botti per alleviare la tensione.
Tutti guardarono meravigliati quei colori e nessuno notò Aliack tornare nella
sua camera.
Solo quando
tutti se ne furono andati dalla sala i gemelli, Ginny, Ron, Hermione ed Harry
osarono bussare cautamente alla porta. Il ragazzo aprì e chiese:
- Che volete?
Sentirono dei singhiozzi e Harry capì che Miriam era entrata
nella stanza. Aliack si voltò di scatto e la guardò preoccupato. Fece cenno a
tutti di entrare e richiuse silenzioso la porta.
Tutti videro Miriam seduta sul letto del ragazzo con il volto fra le mani scossa
da violenti singhiozzi. Aliack si sedette vicino a lei e la strinse a sè. Pose
l’indice sulle labbra e tutti tacquero pietrificati dalla scena.
Dopo qualche
minuto Miriam si calmò e si voltò verso di loro. Aveva gli occhi rossi e gonfi per il
pianto e tutta la sua spavalderia sembrava essere sparita.
Aliack li guardò tristemente continuando a stringere la
ragazza e chiese: - Perché siete qui?
Per la prima volta George assunse un
tono serio e disse: - Volevamo sapere con precisione che cos’è successo a
Miriam.
La ragazza affondò la faccia nei vestiti di Aliack che scosse la testa facendo capire
che non poteva parlarne.
Harry cambiò argomento e chiese: - Tu perchè sei coinvolto
con Voldemort?
- Non posso dirvelo perchè direi parte della sua storia – indicò la
ragazza che lo strinse più forte.
- Perchè piange? – chiese Ron.
- Ron, hai la delicatezza di un elefante… - commentò Ginny.
- Perchè?
Aliack lo fissò glaciale; si alzò e lo sollevò per la
divisa; lo trascinò fuori dalla
stanza e gli chiuse la porta in faccia. – Quel tipo non ha la più pallida idea
di che cosa sia il
tatto…
Si risedette vicino alla ragazza e tutti decisero di uscire.
Continuò a tenerla stretta per dieci minuti, poi sentì il
respiro della ragazza tornare normale e lasciò la presa per osservarla. Non
riusciva a guardarlo negli occhi e capì che il sentimento di vergogna, provato
subito dopo aver rinnegato Voldemort, era ritornato e decise che non l’avrebbe
lasciata tornare nel suo dormitorio.
La prese in braccio con enorme facilità e sollevò le coperte
dal letto, poi la lasciò delicatamente sul materasso.
- Che
fai? – riuscì a chiedere. Gli si strinse il cuore, era da molte ore che non
sentiva la sua voce e il fatto che avesse parlato lo rassicurò parzialmente.
- Stanotte dormi qui. Non voglio lasciarti sola. – delle
lacrime le solcarono il viso, però riuscì a guardarlo: era sorpresa. Sorrise
dolcemente e toccò le morbide labbra della ragazza. Si sdraiò vicino a lei e la
cinse in un dolce abbraccio.
Si svegliò alle otto per il solito rumore nella sala. Guardò
la ragazza fra le sue braccia e la svegliò con delicatezza.
- Sono le otto.
- Non vado a lezione oggi.
Se
l’era immaginato… si alzò e andò a prepararsi.
Nella Sala Grande Ginny s’informò sulla salute della ragazza
e lui disse solamente che stava dormendo.
Dopo colazione Zecks lo prese in disparte e chiese preoccupato: -
L’hai vista?
- Sì. Sta
dormendo… ha deciso di non andare a scuola.
Il Tassorosso sospirò e lo salutò andando nell’aula di
Pozioni.
Dopo pranzo vide Malfoy avvicinarsi a lui. - Sai dov’è
Miriam?
- Perchè?
- Oggi non era a lezione, sono andato nel dormitorio e non
l’ho trovata.
- È da me. – Draco se ne andò rasserenato e Aliack si chiese a chi
altro avrebbe dovuto dirlo. Vide Nerix avvicinarsi e già si stava preparando a
rispondere.
- Dà questo a Miriam – gli porse una lettera; Aliack la prese e la
guardò sorpreso. – Non fare quella faccia… è scontato che sia da te, dopotutto siete insieme, no?
- Come…? – avevano deciso di non dire niente ai due amici
per evitare che si sentissero di troppo.
- Si vede e comunque
lo sai che sono brava in queste cose.
Anche la ragazza se ne andò e Aliack si diresse verso l’aula di
divinazione.
Appena finita
quell’ora d’inferno si avviò verso il dormitorio seguito da molti Grifondoro.
Entrò nella stanza e trovò Miriam
mentre evocava del fuoco e l’osservava. Lo faceva spesso, tutte
le volte che voleva calmarsi. Dissolse la fiamma e fissò Aliack: accennava un
sorriso, ma il ragazzo vi scorse anche un’enorme tristezza.
- Come ti senti?
- Meglio… torno nel mio dormitorio.
- Stasera vengo da te.
Lei sorrise e lo baciò. Il ragazzo aveva lasciato la porta aperta e tutta la sala li fissò
in silenzio. Numerose ragazze fissavano astiose Miriam, ma alla fine dovettero
riconoscere che stavano bene insieme.
Miriam divenne invisibile e uscì dal dormitorio.
Fred e George presero Aliack e gli diedero numerose pacche
sulla schiena. – “È solo la mia migliore amica”, vero? E bravo Aliack!
Harry notò Hermione guardare il ragazzo corrucciata; poi si alzò e disse:
- Non si possono portare persone delle altre Case nei dormitori.
Aliack la fissò quasi schernendola. Si abbassò e le sussurrò
all’orecchio: - Non essere gelosa, dieci anni fa, forse, avrei preferito te a
lei, ma sei troppo giovane per me…
Hermione avvampò immediatamente e si voltò di scatto per
dirigersi nel suo dormitorio. I gemelli si complimentarono nuovamente per
averla zittita, ma
Ron stava scrutando Aliack. Harry lo sentì borbottare: - Non mi sembra così
forte… posso farcela. – si avvicinò al ragazzo e disse – Devo parlarti.
Entrarono nella stanza e Aliack applicò il Muffliato sapendo
che tutti erano attaccati alla porta. Ron si girò e urlò: - Stupeficium!
Aliack gli comparve dietro e disse grave: - Hai voglia di
morire, per caso?
- Non devi più trattarla in quel modo! - fece
per colpirlo con un pugno, ma Aliack lo bloccò senza sforzo.
- Ti riferisce a Hermione? Io non l’ho trattata in nessun
modo…
- La stai illudendo! Tutte le volte parla sempre di te e di
ciò che hai fatto, non riesco
più a sopportarti!
- Non è colpa mia se si sta illudendo, io non faccio
assolutamente niente. – parò un altro pugno e buttò Ron a terra – Se hai
problemi sentimentali, parlane
con lei.
Uscì dalla stanza e tenne la porta aperta perchè anche Ron potesse uscire.
- Che
ti ha detto? – chiese Fred curioso.
- In realtà non l’ho
capito, non riesco a capire il suo linguaggio.
Ron si alzò e gli si buttò addosso. Aliack si girò e il
pugno arrivò dritto sui suoi addominali. Non fece neanche una piega, Ron,
invece, ritrasse la mano e la guardò: era completamente rossa e iniziava a
gonfiarsi.
- Mi dispiace per te, ma ho i muscoli duri come l’acciaio. -
Fece per colpirlo nuovamente, ma Aliack bloccò il colpo. Ron sentì una strana
brezza; poi venne
scaraventato contro il muro e cadde a terra.
- Non sono un avversario che puoi battere con questi
giochetti, ti consiglio
di lasciar perdere.
Ron rimase fermo per terra. Aliack lo guardò sconcertato e
gli si avvicinò. L’osservò per
qualche istante, poi Ron si volse fulmineo con la bacchetta in
mano.
- Stupeficium!
- Protego.
Il colpo rosso svanì nel nulla e Ron fissò spaventato
Aliack.
- Te l’ho appena detto: non puoi battermi.
- Come hai
fatto? La tua bacchetta…
- Non mi serve un pezzo di legno per fare gli incantesimi. –
si voltò; si sedette su una poltrona materializzando un libro e cominciò a
studiare. Nel frattempo tutta
la sala era rimasta ammutolita, ma si ripresero dopo poco. Harry andò ad
aiutare Ron, mentre tutti gli altri ragazzi si sparpagliarono per la sala.
All’ora
di cena scesero e Aliack vide l’ennesimo annuncio della Umbridge.
“L’Inquisitore Supremo farà dei controlli per verificare la
validità degli insegnanti. Il Ministro della Magia, Cornelius Caramel.”
Entrò nella sala e scorse immediatamente Miriam al tavolo
dei Serpeverde vicina al cugino. Sembrava felice e sorrise fra sè e sè. Dopo
qualche istante Zecks gli venne incontro e lo guardò accigliato dicendo: -
Credevi che ci saremmo sentiti di troppo, per caso?
- Di che stai parlando?
- Di te e Miriam.
- Te l’ha detto Nerix, vero? – Zecks non rispose, ma
continuò ad osservare l’amico
- Sì, sia io che Miriam abbiamo
pensato che poteste sentirvi di troppo e abbiamo preferito non dirvelo.
- Però
tutti i Grifondoro possono saperlo, giusto?
Si voltò di scatto e vide Fred e George fare dei segni a
Zecks, l’aveva sempre detto
che sarebbero andati d’accordo…
Li guardò glaciale e si diresse verso il suo tavolo.
Verso le dieci andò nella camera di Miriam e la trovò
addormentata, probabilmente era ancora stravolta…
Le si avvicinò
e le scostò i capelli dal viso. La ragazza aprì gli occhi e dopo qualche
istante sembrò riconoscerlo.
- Aliack… - lui la baciò e sussurrò: - Andiamo nel mio
dormitorio, questo posto mi mette i brividi.
- Preferisco stare qui.
Il ragazzo la fissò accigliato; la prese in braccio e
usarono la magia per arrivare nel dormitorio del ragazzo. Dopo essere entrato
appoggiò Miriam su una poltrona e tornò visibile.
- Vi ho portato una persona… - indicò la poltrona e tutti
sentirono delle imprecazioni venire da quella. Miriam comparve piuttosto accigliata e solo in quel
momento Aliack si rese conto di quanto fosse bella. I capelli erano sciolti,
gli occhi erano di un viola vivo, aveva una maglietta a maniche lunghe molto
larga che le arrivava al seno e di un bianco quasi trasparente e i pantaloni
erano dello stesso tessuto. Aliack si pentì di averla portata nel dormitorio. Vide gli
sguardi di tutti puntati su di lei, avidi di ricordare la sua immagine. Si
sedette di fronte alla ragazza e fissò i suoi occhi d’ametista. La ragazza alzò
lentamente lo sguardo e incrociò gli zaffiri
di lui. Nello sguardo
di lei scorse amarezza, mentre il suo esprimeva rimpianto.
Forse si è pentito di avermi portata qui…è
sempre stato possessivo…
Non volevo che si
sentisse al centro dell’attenzione,
ma il portarla qui l’avrebbe distratta…
Fred guardò i due e chiese: - Come vi siete conosciuti?
Si alzò un leggero brusio e Aliack la guardò aspettando un
qualunque segno per poter continuare: fece un cenno col capo.
- Ci siamo conosciuti quattordici anni fa, quando Voldemort
non era ancora caduto e Miriam era ancora un mangiamorte. Stavano distruggendo
un villaggio e io mi sono materializzato in una tenda insieme a mio fratello,
Sirius Black: il
piano era quello di portare Miriam in un altro luogo per convincerla a venire
dalla nostra parte. Dopo aver fregato Voldemort l’ho portata nella casa dei Black e ho tentato
di convincerla.
- Ce l’hai
fatta? – chiesero in più persone.
- Più o meno…
i mangiamorte ci hanno trovati e lei mi ha lanciato un Faecta mea Ivo Morte…
naturalmente non l’ha finito – aggiunse notando gli sguardi sconvolti di tutti
– Mi ha portato da Silente che mi ha curato e nel frattempo è andata da
Voldemort per ricevere la sua punizione.
- Mentre
stava per uccidermi si è messo in mezzo e l’ho salvato nuovamente; così siamo
tornati da Silente e ci siamo rimasti fino alla caduta di Voldemort. –
s’intromise Miriam e Aliack non poté fare a meno di guardarla amaramente…
probabilmente avrebbe portato
fino alla tomba ciò che aveva fatto.
Tutti rimasero in silenzio continuando ad osservarli. Aliack
sorrise e baciò la ragazza di fronte a lui con impeto. Ron guardò Hermione e la
vide triste, ma, appena lei si accorse del suo sguardo, ritornò impassibile.
Quando
separarono le loro labbra, Aliack vide numerose ragazze fissarlo corrucciate e
i ragazzi guardarlo gelosi. Prese in braccio Miriam e la portò in camera sotto lo sguardo allibito di
tutti. Chiuse la porta e l’appoggiò
sul letto.
- Perchè siamo venuti qui, ora?
- Volevo osservarti… - accese le candele e guardò la
ragazza. A quella flebile luce era ancora più bella; si sedette vicino a lei e
la baciò. Si stesero sul letto e represse il desiderio di andare oltre a quel
bacio. Si separò bruscamente e si rialzò con la testa fa le mani.
- Scusami, non… - farfugliò altre scuse. Si rialzò anche la
ragazza e si strinse alla schiena dell’amato.
- Perchè mi chiedi scusa? Per avermi resa felice?
Aliack si voltò di scatto e la guardò con gli occhi
sbarrati. La strinse a sè e le sfilacciò un laccio che aveva sulla schiena
aprendo la maglietta. Abbassò il tessuto fino alle spalle e la baciò dolcemente.
Si sdraiarono nuovamente e slacciò tutti i lacci continuando a baciarle le
spalle e il collo.
Si lasciò togliere la maglietta e sentì le mani della
ragazza percorrergli la schiena facendogli provare brividi di piacere.
La porta si spalancò. Si bloccarono e si voltarono verso
tutti i Grifondoro che li guardavano paonazzi. Aliack si alzò e chiuse la porta sbattendola
violentemente. Tornò a guardare la ragazza che stava allacciando la maglietta.
La fissò intensamente e pensò di farla rimanere, ma sapeva che lei non avrebbe
acconsentito. Miriam divenne invisibile e se ne andò salutandolo appena.
Aprì la porta e guardò accigliato le poche persone rimaste
nella sala.
- Chi è stato il genio che ha deciso di aprire?
- Dovevi chiudere la porta se volevi della privacy. – affermò George.
Comparve davanti ai gemelli; prese delle merendine a caso e gliele ficcò in
bocca. Li vide impallidire ed entrambi salirono nella loro stanza correndo.
- Non erano stati loro, comunque. – affermò una delle ragazze. Vide
Ron trasalire e capì che era stato lui. Gli si avvicinò lentamente e si
appoggiò alla sua spalla. – Hai voglia di morire, quest’anno?
Harry sfoderò la bacchetta e Aliack la fece volare
guardandola soltanto. Il ragazzo rimase spiazzato e tornò a fissare Ron. – Un
altro scherzo e ti rompo
qualcosa, intesi?
Lo vide scuotere febbrilmente la testa su e giù e tornò
nella sua stanza. Non dormì neanche per un minuto, nella sua mente continuava a
pensare a Miriam e all’opportunità che aveva perso per colpa di quell’idiota…
non aveva visto
niente del corpo che desiderava da sempre e strinse il pugno così forte da far
sanguinare il palmo.
All’alba si alzò dal letto capendo che non si sarebbe
addormentato. Si preparò e uscì dalla stanza per sedersi su una poltrona vicino
alla finestra. Alle otto la sala era piena di persone e decise di scendere
anche lui; visto che anche Zecks sapeva della sua relazione con Miriam avrebbe
potuto sfogarsi con qualcuno.
Lo trovò in mezzo al solito gruppo di ragazzine e lo
trascinò lontano da loro con mal grazia.
- Che
è successo?
Gli spiegò della
sera prima e alla fine della spiegazione lo vide ghignare.
- Penso che Ronald Weasley diventerà il mio prossimo
bersaglio…
Entrarono nella stanza e Aliack si sedette di fronte ai
gemelli. – Scusate per ieri, ma mi ero
innervosito. – disse dopo qualche istante.
- Nessun problema, l’avremmo fatto anche noi. – affermò
calmo Fred.
Mangiarono velocemente e si diressero verso l’aula di Erbologia. Guardarono
delle piante piuttosto strane e molti si sporcarono nel tentativo di prendere
dei bulbi.
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