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Autore: sixi    03/07/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Capitolo IV

- Avvisi inutili -

 

Si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Aveva sentito una presenza e l’aveva subito riconosciuta. Uscì dalla stanza e vide Harry, Ron ed Hermione fissare attenti nel camino. Sentì una voce e saltò un battito del cuore; non poteva crederci, non poteva essere lui…

Harry si voltò verso di lui e rimase bloccato. Si girarono anche gli altri due e riconobbe la faccia di Sirius nel camino.

Scavalcò una poltrona e si sedette vicino al camino.

- Sirius…

- Aliack! Sei cresciuto in questi anni.

- Dove sei?

- Non posso dirtelo, sai benissimo che il Ministero ti controlla.

- Sono diventato bravo a far perdere le mie tracce.

Sirius lo guardò rattristato e alla fine rivelò il luogo dove si trovava: - Sono a Londra; Grimauld Place numero 12.

- Qualche volta vengo a trovarti.

Vide il volto di brace sorridere e scomparve.

Si alzò e si diresse verso la camera.

- Aspetta!

Si voltò e guardò interrogativo Harry.

- Perchè sei uscito dalla tua stanza?

- Ho sentito la presenza di mio fratello e ho voluto controllare.

Entrò nella stanza e si sedette sul bordo del letto…non ci credeva…aveva rivisto Sirius…

Sentì la porta della stanza aprirsi e vide tre figure sull’uscio. Si rialzò svogliato e andò verso i tre ragazzi.

Vide Hermione diventare rossa per l’imbarazzo, probabilmente non aveva mai visto qualcuno a torso nudo, Ron guardarlo intimorito e Harry scrutarlo deciso.

- Che volete?

- Nessuno deve sapere ciò che hai visto.

- Non c’era bisogno di dirmelo, l’avevo capito da solo.

- Non lo devono sapere neanche i tuoi amici.

- Ti ho già detto che l’avevo capito da solo. – chiuse la porta in faccia ai ragazzi e si addormentò.

 

Il giorno seguente avevano le materie in cui eccedeva: Trasfigurazione, Cura delle Creature magiche e Astronomia.

Nell’ora di Cura delle Creature magiche vide numerose ragazze accarezzare gli esemplari che aveva portato la professoressa Caporal, notò Miriam appoggiata ad uno steccato e le andò vicino. – Che fai?

- Rido delle ragazzine.

Parlarono per poco perchè arrivarono Draco e i suoi amici. – Un Grifondoro non dovrebbe parlare con un Serpeverde.

Aliack lo guardò ridendo e disse: - Un Serpeverde non dovrebbe portarsi in giro due deficienti.

Malfoy stava per ribattere, ma Miriam lo bloccò con un cenno. – Se volete discutere andatevene da qui.

 

Tornarono al castello e all’entrata della Sala Grande videro un avviso. Tutti gli studenti si avvicinarono e lessero: “Dolores Umbridge è nominata Inquisitore Supremo. Il Ministro della magia, Cornelius Caramel.

Dopo qualche centimetro ce n’era un altro: “Gli studenti dovranno vestirsi con giudizio. Dolores Umbridge, Inquisitore Supremo.

Entrarono nella stanza e presero posto per mangiare. Quando tutta la fiumana di persone finì entrò Zecks camminando tranquillamente.

Dal tavolo degli insegnanti si alzò la Umbridge che disse con la sua voce civettuola: - Signor Kyre, non ha notato la regola appesa al muro?

Zecks tornò indietro e lesse, rimase sconcertato da quella regola e non capì perchè gliel’avesse fatta leggere.

- Mi dispiace signora, ma non ho capito perchè mi ha fatto leggere questa regola.

- Vuole leggerla affinché tutti sappiano che cosa dice?

- “Gli studenti dovranno vestirsi con giudizio.

- E che cosa non ha capito, signor Kyre?

- Io mi vesto con giudizio. – molti risero divertiti e la donna si rabbuiò leggermente.

- La sua uniforme afferma il contrario.

Zecks guardò l’uniforme e dopo qualche istante capì che la donna si riferiva alle maniche.

- Per questo la devo mettere in…

Il ragazzo materializzò delle maniche e la sua uniforme tornò come nuova. La donna si risedette contrariata e Zecks sfilò spavaldo fino al tavolo dei Tassorosso.

 

Passarono altri giorni e altri avvisi sui comportamenti da tenere furono appesi sul muro davanti alla Sala Grande.

Mentre la Umbridge estendeva il suo “dominio”, Harry&Co. progettavano di fondare l’ES: l’esercito di Silente.

Dopo l’ennesima sera passata in punizione dalla Umbridge Harry tornò nel dormitorio e vide Hermione e Ron affaccendati a discutere vivacemente. Notò tutto il resto del dormitorio guardarli incuriositi, ma notò subito l’assenza di Aliack.

Guardò verso la sua stanza e vide una flebile luce uscire dalla porta; guardò i gemelli Weasley e chiese che cosa stesse facendo.

- Non lo sappiamo, si è chiuso qualche ora fa e non ne è ancora uscito.

Si avvicinò alla porta, stava per bussare, ma sentì delle voci, così appoggiò l’orecchio e rimase in silenzio ad ascoltare.

- Come fai ad essertela presa per quello scherzo? Era stupido.

- Mi dà fastidio il fatto che Zecks abbia deciso di prendermi di mira! – riconobbe istantaneamente la voce di Miriam e bussò vigorosamente alla porta.

Aliack gli aprì subito e si appoggiò all’uscio nascondendo la stanza.

- Serve qualcosa?

- Posso parlarti un attimo?

Lo guardò sorpreso e lo fece entrare. Harry si guardò sospettoso, ma non vide la ragazza e si chiese se avesse solo immaginato.

- Allora, che devi dirmi?

Pensò velocemente a che cosa potesse dirgli, ma non era mai stato bravo ad inventare. – Ho sentito delle voci.

- Sei venuto qui per dirmi che sei pazzo?

- Ho sentito delle voci venire dalla tua stanza – spiegò quasi irritato.

Aliack lo guardò sconcertato e Harry pensò che avrebbe potuto fare l’attore.

- Ti ho sentito mentre parlavi con Miriam.

- E come avrebbe fatto ad entrare?

Era proprio quello che voleva capire, così rimase in silenzio. Dopo qualche istante Aliack si voltò e disse: - Vieni fuori, al massimo gli cancelliamo la memoria.

Miriam comparve e Harry la trovò bellissima: i capelli erano sciolti, invece della consueta coda, e le incorniciavano i lineamenti; gli occhi avevano una strana sfumatura argentea al bagliore dell’unica candela che illuminava la stanza; aveva un top e dei pantaloncini che le facevano risaltare le curve già accentuate.

- Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso… - Harry si riscosse e vide Aliack guardarlo contrariato.

- Sei venuto per altro o solo per sapere se sei pazzo?

- Volevo sapere come ha fatto ad entrare.

I due si guardarono e Aliack sbuffò sonoramente. – Ha usato la magia.

- Che magia?

- Sono diventata invisibile e sono arrivata davanti al dipinto, poi ho fatto un incantesimo smaterializzando la materia – notò lo sguardo di Harry e spiegò meglio – sono diventata come un fantasma e ho attraversato il dipinto, poi sono arrivata qui.

Rimase immobile a guardarla e dalla sua espressione capì che non stava mentendo.

- Hai altro da chiedere? – chiese Aliack innervosito.

Harry si avviò verso la porta, ma non poté fare a meno di osservare un’ultima volta il corpo di Miriam.

Appena chiuse la porta vide i gemelli avvicinarsi domandandogli che ci facesse nella camera di Aliack.

- Mi serviva una benda – disse con tono dispersivo e si avviò velocemente verso i suoi due migliori amici.

- Di che parlate?

Entrambi sembravano vederlo solo in quel momento e Hermione affermò evasiva: - Niente. Tu, invece, che ci facevi nella camera di Aliack?

- Mi serviva una benda. – girò lo sguardo e vide i due gemelli bussare alla porta di Aliack. Il ragazzo li ascoltò e uscì dalla stanza.

- Ma non puoi metterti una maglietta? – esclamò Hermione arrossendo.

- Non farne una tragedia, non sono mica nudo! – ribattè di rimando l’altro. – Perchè mi avete fatto uscire?

- Che ci faceva Harry nella tua stanza?

- Gli serviva una benda. – affermò calmo il ragazzo e Harry si chiese se quella fosse stata una pura coincidenza.

Fred lo guardò con fare indagatore e chiese a bassa voce: - Che ci fa Miriam nella tua stanza?

- Non è nella mia stanza.

- Prima abbiamo sentito la sua voce.

Aliack si rabbuiò per un istante, poi si girò e chiese a tutto il dormitorio: - Quanti hanno origliato nella mia stanza?

Alzarono la mano in due o tre persone. Aliack li guardò glaciale e si chiuse nella sua stanza. Alcuni si riavvicinarono, ma dopo qualche istante dissero: - Ha usato il Muffliato.

Aliack spalancò la porta e usò un incantesimo contro quelle persone: dopo un secondo furono scaraventate contro il muro. Tutte le ragazze scesero spaventate, ma la loro espressione mutò quando videro gli addominali scolpiti di Aliack che, come risposta, si richiuse in camera.

Lo videro solo la mattina dopo davanti alla Sala Grande. Stava leggendo un nuovo avviso della Umbridge: “Tutti coloro che sono stati coinvolti con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato devono andare nello studio dell’Inquisitore Supremo. Il Ministro della Magia, Cornelius Caramel.

Un gruppo di Serpeverde salì dai sotterranei e si fermarono a leggere. Molti non entrarono nella sala, ma si diressero verso le scale per andare nell’ufficio della Umbridge; Harry notò anche Miriam e si chiese che cosa c’entrasse lei con lord Voldemort.

Vide Aliack fermare la McGrannit. – Devo andare anch’io?

- Suppongo di sì, Aliack.

Il ragazzo si avviò sbuffando verso l’ufficio di quell’odiosa donna e Harry si fece nuovamente quella domanda, dopotutto avevano solo dieci anni quando Voldemort era caduto, come potevano c’entrare con lui?

Videro la sala stranamente vuota, soprattutto il tavolo dei Serpeverde, e Silente che guardava torvo la scena.

 

Anche dopo colazione in molti non erano tornati dall’ufficio della Umbridge e fu così per tutto il resto della giornata, fino all’ora di pranzo quando la vocina mielosa della donna riecheggiò per il castello: - Dopo aver discusso con tutti coloro che sono venuti nel mio ufficio ho deciso che tutti quelli con il cartellino rosso devono tornare anche dopo pranzo.

Harry guardò Aliack e lo vide prendere un foglio di carta. Dopo pochi istanti quello divenne rosso e lui lo bruciò arrabbiato.

- Che cos’hai fatto per inimicarti la Umbridge? – chiese George.

Il ragazzo non rispose. Per tutto il pranzo rimase in silenzio e Harry lo vide guardare continuamente il tavolo dei Serpeverde. Quando suonò una campanella tutti gli studenti si alzarono e alcuni si diressero verso l’ufficio della Umbridge.

Appena tutti ebbero finito la cena, la Umbridge entrò nella sala insieme ad Aliack, Miriam e altri due ragazzi di Serpeverde.

- Questi ragazzi devono essere espulsi dalla scuola. – affermò calma la donna. Miriam la guardò con tutto l’odio del mondo, mentre Aliack era rimasto sbigottito.

 Silente si alzò lentamente e chiese cortesemente: - Per quale motivo?

- Sono tutti incriminati di credere ancora in Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

- Mi dispiace contraddirla, ma sono certo che questi ragazzi non gli credono minimamente.

- Dopo aver posto a loro delle domande è sorto che: Miriam Serpeverde è ancora un mangiamorte…

- Sì certo, come no. – affermò la ragazza sbuffando. Ma tutti erano rimasti bloccati: Miriam era stata un mangiamorte…

- Aliack Black ha gli stessi ideali del fratello Sirius Black; mentre questi due ragazzi sono incolpati di aver scritto nel loro dormitorio Magie Oscure.

Silente la guardò e dopo qualche istante rispose: - Miriam ha rinnegato Voldemort molti anni fa; Aliack ha ideali diversi da quelli del fratello; quei due ragazzi vorrei interrogarli di persona.

La Umbridge uscì velocemente dalla stanza mentre il resto della sala osservava impietrita Miriam. La ragazza uscì a testa bassa e tornò nel dormitorio.

 

- Aliack, è vero che Miriam è stata un mangiamorte?

Il ragazzo guardò male Ron che rabbrividì dal terrore, ma rispose comunque alzando la voce in modo che tutta la sala comune di Grifondoro sentisse: - È diventata un mangiamorte solo per salvarsi; ha rinnegato Voldemort poco prima della sua caduta.

Avrebbe voluto dire che era stata lei a salvarli, ma non poté farlo, Miriam era stata irremovibile su quel punto: nessuno doveva sapere  ciò che aveva fatto.

Molti rimasero immobili e il silenzio regnò sovrano. Fred e George si guardarono e decisero di provare dei botti per alleviare la tensione.

Tutti guardarono meravigliati quei colori e nessuno notò Aliack tornare nella sua camera.

Solo quando tutti se ne furono andati dalla sala i gemelli, Ginny, Ron, Hermione ed Harry osarono bussare cautamente alla porta. Il ragazzo aprì e chiese: - Che volete?

Sentirono dei singhiozzi e Harry capì che Miriam era entrata nella stanza. Aliack si voltò di scatto e la guardò preoccupato. Fece cenno a tutti di entrare e richiuse silenzioso la porta.

Tutti videro Miriam seduta sul letto del ragazzo con il volto fra le mani scossa da violenti singhiozzi. Aliack si sedette vicino a lei e la strinse a sè. Pose l’indice sulle labbra e tutti tacquero pietrificati dalla scena.

Dopo qualche minuto Miriam si calmò e si voltò verso di loro. Aveva gli occhi rossi e gonfi per il pianto e tutta la sua spavalderia sembrava essere sparita.

Aliack li guardò tristemente continuando a stringere la ragazza e chiese: - Perché siete qui?

Per la  prima volta George assunse un tono serio e disse: - Volevamo sapere con precisione che cos’è successo a Miriam.

La ragazza affondò la faccia nei vestiti di Aliack che scosse la testa facendo capire che non poteva parlarne.

Harry cambiò argomento e chiese: - Tu perchè sei coinvolto con Voldemort?

- Non posso dirvelo perchè direi parte della sua storia – indicò la ragazza che lo strinse più forte.

- Perchè piange? – chiese Ron.

- Ron, hai la delicatezza di un elefante… - commentò Ginny.

- Perchè?

Aliack lo fissò glaciale; si alzò e lo sollevò per la divisa; lo trascinò fuori dalla stanza e gli chiuse la porta in faccia. – Quel tipo non ha la più pallida idea di che cosa sia il tatto…

Si risedette vicino alla ragazza e tutti decisero di uscire.

Continuò a tenerla stretta per dieci minuti, poi sentì il respiro della ragazza tornare normale e lasciò la presa per osservarla. Non riusciva a guardarlo negli occhi e capì che il sentimento di vergogna, provato subito dopo aver rinnegato Voldemort, era ritornato e decise che non l’avrebbe lasciata tornare nel suo dormitorio.

La prese in braccio con enorme facilità e sollevò le coperte dal letto, poi la lasciò delicatamente sul materasso.

- Che fai? – riuscì a chiedere. Gli si strinse il cuore, era da molte ore che non sentiva la sua voce e il fatto che avesse parlato lo rassicurò parzialmente.

- Stanotte dormi qui. Non voglio lasciarti sola. – delle lacrime le solcarono il viso, però riuscì a guardarlo: era sorpresa. Sorrise dolcemente e toccò le morbide labbra della ragazza. Si sdraiò vicino a lei e la cinse in un dolce abbraccio.

Si svegliò alle otto per il solito rumore nella sala. Guardò la ragazza fra le sue braccia e la svegliò con delicatezza.

- Sono le otto.

- Non vado a lezione oggi.

Se l’era immaginato… si alzò e andò a prepararsi.

Nella Sala Grande Ginny s’informò sulla salute della ragazza e lui disse solamente che stava dormendo.

Dopo colazione Zecks lo prese in disparte e chiese preoccupato: - L’hai vista?

- Sì. Sta dormendo… ha deciso di non andare a scuola.

Il Tassorosso sospirò e lo salutò andando nell’aula di Pozioni.

Dopo pranzo vide Malfoy avvicinarsi a lui. - Sai dov’è Miriam?

- Perchè?

- Oggi non era a lezione, sono andato nel dormitorio e non l’ho trovata.

- È da me. – Draco se ne andò rasserenato e Aliack si chiese a chi altro avrebbe dovuto dirlo. Vide Nerix avvicinarsi e già si stava preparando a rispondere.

- Dà questo a Miriam – gli porse una lettera; Aliack la prese e la guardò sorpreso. – Non fare quella faccia… è scontato che sia da te, dopotutto siete insieme, no?

- Come…? – avevano deciso di non dire niente ai due amici per evitare che si sentissero di troppo.

- Si vede e comunque lo sai che sono brava in queste cose.

Anche la ragazza se ne andò e Aliack si diresse verso l’aula di divinazione.

Appena finita quell’ora d’inferno si avviò verso il dormitorio seguito da molti Grifondoro. Entrò nella stanza e trovò Miriam mentre evocava del fuoco e l’osservava. Lo faceva spesso, tutte le volte che voleva calmarsi. Dissolse la fiamma e fissò Aliack: accennava un sorriso, ma il ragazzo vi scorse anche un’enorme tristezza.

- Come ti senti?

- Meglio… torno nel mio dormitorio.

- Stasera vengo da te.

Lei sorrise e lo baciò. Il ragazzo aveva lasciato la porta aperta e tutta la sala li fissò in silenzio. Numerose ragazze fissavano astiose Miriam, ma alla fine dovettero riconoscere che stavano bene insieme.

Miriam divenne invisibile e uscì dal dormitorio.

Fred e George presero Aliack e gli diedero numerose pacche sulla schiena. – “È solo la mia migliore amica”, vero? E bravo Aliack!

Harry notò Hermione guardare il ragazzo corrucciata; poi si alzò e disse: - Non si possono portare persone delle altre Case nei dormitori.

Aliack la fissò quasi schernendola. Si abbassò e le sussurrò all’orecchio: - Non essere gelosa, dieci anni fa, forse, avrei preferito te a lei, ma sei troppo giovane per me…

Hermione avvampò immediatamente e si voltò di scatto per dirigersi nel suo dormitorio. I gemelli si complimentarono nuovamente per averla zittita, ma Ron stava scrutando Aliack. Harry lo sentì borbottare: - Non mi sembra così forte… posso farcela. – si avvicinò al ragazzo e disse – Devo parlarti.

Entrarono nella stanza e Aliack applicò il Muffliato sapendo che tutti erano attaccati alla porta. Ron si girò e urlò: - Stupeficium!

Aliack gli comparve dietro e disse grave: - Hai voglia di morire, per caso?

- Non devi più trattarla in quel modo! -  fece per colpirlo con un pugno, ma Aliack lo bloccò senza sforzo.

- Ti riferisce a Hermione? Io non l’ho trattata in nessun modo…

- La stai illudendo! Tutte le volte parla sempre di te e di ciò che hai fatto, non riesco più a sopportarti!

- Non è colpa mia se si sta illudendo, io non faccio assolutamente niente. – parò un altro pugno e buttò Ron a terra – Se hai problemi sentimentali, parlane con lei.

Uscì dalla stanza e tenne la porta aperta perchè anche Ron potesse uscire.

- Che ti ha detto? – chiese Fred curioso.

- In realtà non l’ho capito, non riesco a capire il suo linguaggio.

Ron si alzò e gli si buttò addosso. Aliack si girò e il pugno arrivò dritto sui suoi addominali. Non fece neanche una piega, Ron, invece, ritrasse la mano e la guardò: era completamente rossa e iniziava a gonfiarsi.

- Mi dispiace per te, ma ho i muscoli duri come l’acciaio. - Fece per colpirlo nuovamente, ma Aliack bloccò il colpo. Ron sentì una strana brezza; poi venne scaraventato contro il muro e cadde a terra.

- Non sono un avversario che puoi battere con questi giochetti, ti consiglio di lasciar perdere.

Ron rimase fermo per terra. Aliack lo guardò sconcertato e gli si avvicinò. L’osservò per qualche istante, poi Ron si volse fulmineo con la bacchetta in mano.

- Stupeficium!

- Protego.

Il colpo rosso svanì nel nulla e Ron fissò spaventato Aliack.

- Te l’ho appena detto: non puoi battermi.

- Come hai fatto? La tua bacchetta…

- Non mi serve un pezzo di legno per fare gli incantesimi. – si voltò; si sedette su una poltrona materializzando un libro e cominciò a studiare. Nel frattempo tutta la sala era rimasta ammutolita, ma si ripresero dopo poco. Harry andò ad aiutare Ron, mentre tutti gli altri ragazzi si sparpagliarono per la sala.

All’ora di cena scesero e Aliack vide l’ennesimo annuncio della Umbridge.

“L’Inquisitore Supremo farà dei controlli per verificare la validità degli insegnanti. Il Ministro della Magia, Cornelius Caramel.

Entrò nella sala e scorse immediatamente Miriam al tavolo dei Serpeverde vicina al cugino. Sembrava felice e sorrise fra sè e sè. Dopo qualche istante Zecks gli venne incontro e lo guardò accigliato dicendo: - Credevi che ci saremmo sentiti di troppo, per caso?

- Di che stai parlando?

- Di te e Miriam.

- Te l’ha detto Nerix, vero? – Zecks non rispose, ma continuò ad osservare l’amico

- Sì,  sia io che Miriam abbiamo pensato che poteste sentirvi di troppo e abbiamo preferito non dirvelo.

- Però tutti i Grifondoro possono saperlo, giusto?

Si voltò di scatto e vide Fred e George fare dei segni a Zecks, l’aveva sempre detto che sarebbero andati d’accordo…

Li guardò glaciale e si diresse verso il suo tavolo.

Verso le dieci andò nella camera di Miriam e la trovò addormentata, probabilmente era ancora stravolta…

Le si avvicinò e le scostò i capelli dal viso. La ragazza aprì gli occhi e dopo qualche istante sembrò riconoscerlo.

- Aliack… - lui la baciò e sussurrò: - Andiamo nel mio dormitorio, questo posto mi mette i brividi.

- Preferisco stare qui.

Il ragazzo la fissò accigliato; la prese in braccio e usarono la magia per arrivare nel dormitorio del ragazzo. Dopo essere entrato appoggiò Miriam su una poltrona e tornò visibile.

- Vi ho portato una persona… - indicò la poltrona e tutti sentirono delle imprecazioni venire da quella. Miriam comparve piuttosto accigliata e solo in quel momento Aliack si rese conto di quanto fosse bella. I capelli erano sciolti, gli occhi erano di un viola vivo, aveva una maglietta a maniche lunghe molto larga che le arrivava al seno e di un bianco quasi trasparente e i pantaloni erano dello stesso tessuto. Aliack si pentì di averla portata nel dormitorio. Vide gli sguardi di tutti puntati su di lei, avidi di ricordare la sua immagine. Si sedette di fronte alla ragazza e fissò i suoi occhi d’ametista. La ragazza alzò lentamente lo sguardo e incrociò gli zaffiri di lui. Nello sguardo di lei scorse amarezza, mentre il suo esprimeva rimpianto.

Forse si è pentito di avermi portata qui…è sempre stato possessivo…

Non volevo che si sentisse al centro dell’attenzione, ma il portarla qui l’avrebbe distratta…

Fred guardò i due e chiese: - Come vi siete conosciuti?

Si alzò un leggero brusio e Aliack la guardò aspettando un qualunque segno per poter continuare: fece un cenno col capo.

- Ci siamo conosciuti quattordici anni fa, quando Voldemort non era ancora caduto e Miriam era ancora un mangiamorte. Stavano distruggendo un villaggio e io mi sono materializzato in una tenda insieme a mio fratello, Sirius Black: il piano era quello di portare Miriam in un altro luogo per convincerla a venire dalla nostra parte. Dopo aver fregato Voldemort l’ho portata nella casa dei Black e ho tentato di convincerla.

- Ce l’hai fatta? – chiesero in più persone.

- Più o meno… i mangiamorte ci hanno trovati e lei mi ha lanciato un Faecta mea Ivo Morte… naturalmente non l’ha finito – aggiunse notando gli sguardi sconvolti di tutti – Mi ha portato da Silente che mi ha curato e nel frattempo è andata da Voldemort per ricevere la sua punizione.

- Mentre stava per uccidermi si è messo in mezzo e l’ho salvato nuovamente; così siamo tornati da Silente e ci siamo rimasti fino alla caduta di Voldemort. – s’intromise Miriam e Aliack non poté fare a meno di guardarla amaramente… probabilmente avrebbe portato fino alla tomba ciò che aveva fatto.

Tutti rimasero in silenzio continuando ad osservarli. Aliack sorrise e baciò la ragazza di fronte a lui con impeto. Ron guardò Hermione e la vide triste, ma, appena lei si accorse del suo sguardo, ritornò impassibile.

Quando separarono le loro labbra, Aliack vide numerose ragazze fissarlo corrucciate e i ragazzi guardarlo gelosi. Prese in braccio Miriam e la portò in camera sotto lo sguardo allibito di tutti. Chiuse la porta e l’appoggiò sul letto.

- Perchè siamo venuti qui, ora?

- Volevo osservarti… - accese le candele e guardò la ragazza. A quella flebile luce era ancora più bella; si sedette vicino a lei e la baciò. Si stesero sul letto e represse il desiderio di andare oltre a quel bacio. Si separò bruscamente e si rialzò con la testa fa le mani.

- Scusami, non… - farfugliò altre scuse. Si rialzò anche la ragazza e si strinse alla schiena dell’amato.

- Perchè mi chiedi scusa? Per avermi resa felice?

Aliack si voltò di scatto e la guardò con gli occhi sbarrati. La strinse a sè e le sfilacciò un laccio che aveva sulla schiena aprendo la maglietta. Abbassò il tessuto fino alle spalle e la baciò dolcemente. Si sdraiarono nuovamente e slacciò tutti i lacci continuando a baciarle le spalle e il collo.

Si lasciò togliere la maglietta e sentì le mani della ragazza percorrergli la schiena facendogli provare brividi di piacere.

La porta si spalancò. Si bloccarono e si voltarono verso tutti i Grifondoro che li guardavano paonazzi. Aliack si alzò e chiuse la porta sbattendola violentemente. Tornò a guardare la ragazza che stava allacciando la maglietta. La fissò intensamente e pensò di farla rimanere, ma sapeva che lei non avrebbe acconsentito. Miriam divenne invisibile e se ne andò salutandolo appena.

Aprì la porta e guardò accigliato le poche persone rimaste nella sala.

- Chi è stato il genio che ha deciso di aprire?

- Dovevi chiudere la porta se volevi della privacy. – affermò George. Comparve davanti ai gemelli; prese delle merendine a caso e gliele ficcò in bocca. Li vide impallidire ed entrambi salirono nella loro stanza correndo.

- Non erano stati loro, comunque. – affermò una delle ragazze. Vide Ron trasalire e capì che era stato lui. Gli si avvicinò lentamente e si appoggiò alla sua spalla. – Hai voglia di morire, quest’anno?

Harry sfoderò la bacchetta e Aliack la fece volare guardandola soltanto. Il ragazzo rimase spiazzato e tornò a fissare Ron. – Un altro scherzo e ti rompo qualcosa, intesi?

Lo vide scuotere febbrilmente la testa su e giù e tornò nella sua stanza. Non dormì neanche per un minuto, nella sua mente continuava a pensare a Miriam e all’opportunità che aveva perso per colpa di quell’idiota… non aveva visto niente del corpo che desiderava da sempre e strinse il pugno così forte da far sanguinare il palmo.

All’alba si alzò dal letto capendo che non si sarebbe addormentato. Si preparò e uscì dalla stanza per sedersi su una poltrona vicino alla finestra. Alle otto la sala era piena di persone e decise di scendere anche lui; visto che anche Zecks sapeva della sua relazione con Miriam avrebbe potuto sfogarsi con qualcuno.

Lo trovò in mezzo al solito gruppo di ragazzine e lo trascinò lontano da loro con mal grazia.

- Che è successo?

Gli spiegò della sera prima e alla fine della spiegazione lo vide ghignare.

- Penso che Ronald Weasley diventerà il mio prossimo bersaglio…

Entrarono nella stanza e Aliack si sedette di fronte ai gemelli. – Scusate per ieri, ma mi ero innervosito. – disse dopo qualche istante.

- Nessun problema, l’avremmo fatto anche noi. – affermò calmo Fred.

Mangiarono velocemente e si diressero verso l’aula di Erbologia. Guardarono delle piante piuttosto strane e molti si sporcarono nel tentativo di prendere dei bulbi.

 

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