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Autore: Giallo4ver    21/03/2014    0 recensioni
Un Serpeverde sociopatico, il quale ha per miglior amico un Grifondoro che è una calamita per rapporti umani; una Corvonero che legge Tolkien ed ha l'hobby di appioppare strani soprannomi a tutti, e che abitualmente passa il tempo con una Tassorosso, la quale non perde occasione di inciampare negli stessi lacci delle proprie scarpe.
Sommate a tutto Maledizioni di Famiglia, Camera dei Segreti ed enigmi di vario tipo.
Hogwarts è piena di misteri e ce ne sono alcuni vecchi millenni.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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d - Se non posso ucciderti per levarti di mezzo, posso sempre schiantarti!- sbottò Tom Marvolo Riddle, adirato.- STUPEFICIUM!- proferì, ed un lampo rosso guizzò verso Septimus, il ragazzino non si spostò in tempo e cadde a terra privo di sensi, soddisfatto, Riddle si rivolse al serpente:- Sangue del mio sangue, non posso ucciderlo, non era nelle volontà di Salazar che avvenissero lotte fratricide, ma ora che lui dorme da bravo bambino, tu finisci l’opera, uccidi Harry Potter!- ordinò in tono perentorio.
Il Basilisco si voltò verso Harry, che nel frattempo si era nascosto qualche colonna più in là.
Il serpente fece per avanzare, ma Fanny, la fenice di Silente, sbucò improvvisamente dal fondo della Camera, e stridendo superba volò verso il gigantesco rettile e lo accecò.
- Alza gli occhi, Harry!- lo chiamò una voce conosciuta.- Il Basilisco è accecato! Non può più uccidere con la vista!-
Harry Potter alzò finalmente lo sguardo e vide correre verso di lui Roderich Van Krasnyy e Tara Tax, seguiti da Ron.
- Expelliarmus!- gridò Tara e la bacchetta di Riddle volò via una seconda volta.
Il Basilisco intanto sibilava dolorante ed irato, cercando di azzannare Fanny, che era già volata distante da lui.
- Uccidili! Sei cieco, ma puoi sentirli!- sibilò Tom, con la voce intrisa di odio e rabbia.
- Levati di mezzo, Harry!- tuonò Roderich e solo in  quel momento il ragazzo occhialuto si rese conto che il suo compagno di Casa impugnava una spada ed indossava quello che pareva il vecchio Cappello Parlante.
Di slancio, il Grifondoro si lanciò verso l’aggressore squamoso, che a sua volta, a fauci spalancate, faceva planare il muso verso di lui.
La spada impugnata da Roderich si conficcò fino all’elsa nella bocca del Basilisco, che affondò comunque una delle sue zanne nel braccio del ragazzo, entrambi caddero a terra, l’uno moribondo e l’altro morto.
Tara e Ron, spaventati e preoccupati, spostarono di peso Roderich, svenuto sia per la paura che per il dolore, lontano dal Basilisco.
Fanny planò di fianco al ragazzino e si accovacciò sulla sua ferita, cominciando a piangerci sopra.
- P-perfetto…- balbettò Tara, a metà tra i singhiozzi ed i sorrisi.-…grazie Fanny…-
Harry si avvicinò a loro e nel farlo incappò nel diario nero di Tom Riddle, che la fenice aveva lasciato cadere lì prima di accucciarsi vicino Roderich, poco distante dal diario, vi era una zanna di Basilisco, probabilmente saltata via dalla gengiva del mostro quando si era schiantato a terra.
Il cervello di Harry lavorò a velocità superlativa: Diario Stregato, se Tom Riddle dice di essere uscito dal diario, allora sono legati, se sono legati, forse se pugnalo il diario pugnalo anche lui, si disse il Grifondoro, e si accasciò per raccogliere la zanna avvelenata del Basilisco.
- Potter, finiamola!- rimbombò la voce di Tom, il quale aveva recuperato per la seconda volta la bacchetta.
- Oh…- commentò Harry, non riuscendo a trattenersi dal sorridere per il nervosismo e la pregustata vittoria.-…certo.- e nel mentre lo diceva, affondò il dente acuminato e avvelenato nel diario nero.
Inchiostro sgorgò come sangue, Riddle urlò d’ira e dolore ed Harry affondò di più la punta velenosa della zanna del Basilisco nel libro.
Ancora un urlo, prima del totale silenzio.
I tre ragazzi si guardarono, sconvolti ed impauriti, il sangue ghiacciato nelle vene dall’ultimo ululato di Riddle.
Harry si alzò, tremante, e si avvicinò a Ron e Tara, che erano accanto a Roderich, il quale stava riprendendo i sensi.
- Che ci fate qui?- domandò Harry.- Li hai chiamati tu?- chiese a Ron.
- No…- rispose il Weasley, sorridendo.
- È una lunga storia, te la racconterò dopo.- fece Tara.- Dove sono Septimus e Nerina?- chiese preoccupata.
- Septimus è laggiù.- Harry indicò un punto poco dietro di loro.- Riddle ha detto qualcosa come ‘posso schiantarti’, ma non credo sia morto, e Nerina…- la lingua del Grifondoro si paralizzò: dov’era la Corvonero? L’ultima volta che aveva sentito la sua voce, stava gridando il nome di Septimus.
- E Nerina?- incalzò ansiosa Tara.
Dei passi, provenienti dal fondo della Camera risuonarono nel corridoio semidistrutto: Nerina aiutava Ginny a stare in piedi ed entrambe camminavano a passo lento verso di loro, Nerina sorrideva e Ginny piangeva.
- Su su, Ginny, va tutto bene…- la consolava la Corvonero.
- Sono stata così stupida…papà mi dice sempre di non…- farfugliò la rossa, disorientata.
- Ah, è andato tutto bene, coraggio!- ribatté Nerina.
- Per la barba di Merlino!- scoppiò in lacrime Tara, correndo verso di loro ed abbracciandole.- Ero così preoccupata…- singhiozzò stringendole forte.
- Ginny!- esultò Ron, correndo a sua volta dietro Tara.- Ginny! Stai bene!- abbracciò sua sorella, incapace di dirle altro.
- Harry!- pianse Ginny, scrollandosi Ron di dosso e avvicinandosi piano a lui.- Mi dispiace, Harry! Tom…è stato Tom! Mi ha fatto fare delle cose cattive! Io non volevo! Mi dispiace, Harry!-
- Ginny, non ti devi scusare.- sorrise rassicurante Harry.- Come hai detto, è stato Tom, tu non hai fatto niente.- poi si rivolse a Nerina.- Eri con lei?- le chiese.
- Cosa?- cinguettò lei, mentre consolava Tara.- Sì, certo, dove volevi che fossi?- ironizzò, ma si mise una mano in tasca e sfiorò la piuma blu notte di Priscilla Corvonero, che aveva trovato nella tana del Basilisco, in fondo al buio e largo cunicolo, adagiata in un angolo e coperta di squame verdognole.
- Grazie…- rispose Harry.
- Dov’è Septimus?- domandò la voce impastata di Roderich.
- Ti sei ripreso!- esclamò Ron, andando ad aiutarlo a mettersi in piedi.  
- Ah!- saltò su Tara, ricordandosi del povero Serpeverde.- Harry di-dice che è sc-schiantato…- tirò su col naso, staccandosi finalmente dalla Corvonero e correndo a cercare il corpo esanime di Septimus.
Lo trovò lì dove Harry le aveva indicato.
- Come lo svegliamo? È grave? Sta bene?- sciorinò Nerina, fece per accostarsi a lui, ma vide che c’era acqua ovunque e si bloccò.
- Niente paura, sta benissimo, forse meglio di te, Harry, Ginny e Roderich messi insieme…- Tara puntò la propria bacchetta verso la testa di Septimus.- Reinnerva!- imperò con risolutezza.
Come se avesse preso una debole scossa elettrica, Septimus si riscosse e tossì, poi aprì gli occhi.
- Come stai?- domandò ansiosa Nerina, precedendo Tara.
Nel sentire la voce della ragazzina, Septimus si mise piano a sedere.- Sono bagnato fradicio…- biascicò intorpidito.-…e credo di avere un mal di testa formidabile, ma data la situazione, non c’è male.- si mise lentamente in piedi e Tara lo sorresse, aiutandolo a camminare.- Che è successo?- volle sapere, vedendo il Basilisco morto stecchito a terra e Roderich e Ron insieme ad Harry e Ginny.- Dov’è Riddle?- continuò, guardandosi intorno.- E tu che fine avevi fatto?- guardò Nerina.- E voi tre che ci fate qui?- concluse, rivolto a Tara.
- Possiamo prima uscire di qui?- gli propose Nerina, in tono che però non ammetteva repliche.

Erano tutti nell’ufficio della McGranitt, era stata Fanny a portarli tutti via dalla Camera, avevano creato una catena umana e la Fenice li aveva fatti volare a ritroso nel tunnel buio nascosto dietro il lavandino del bagno di Mirtilla, e poi li aveva condotti lì, con Lockhart che vaneggiava assurdità e Ginny ancora piangente.
Avevano trovato in ufficio i coniugi Weasley e si erano lanciati tutti in una quanto più precisa descrizione dei fatti accaduti.
Fu così che Harry venne a sapere di come Tara, Ron e Roderich li avevano raggiunti: Tara sospettava da tempo che Nerina e Septimus cercassero di entrare nella Camera, e lei e la Granger avevano fatto ricerche insieme per capire che mostro vi albergasse, Tara aveva anche chiesto in giro chi fosse morto quel lontano anno in cui si diceva che la Camera fosse stata aperta, aveva quindi scoperto che era Mirtilla la vittima, dunque si era recata dal fantasma, se l’era ingraziato e le aveva chiesto indirettamente come fosse deceduta, l’aveva poi pregata di correre subito ad avvisare lei e Roderich se casomai qualcuno avesse fatto qualcosa di strano nel bagno, come scendere in passaggi segreti, per cui era stata Mirtilla ad avvisare Tara e Roderich che gli altri erano scesi nella Camera.
Tara, in più, conosceva un incantesimo di nome ‘Portale’, che creava varchi a forma di porta in qualunque materia solida, l’aveva imparato in un libro in biblioteca e Vitious l’aveva aiutata ad approfondire, con tanto di punti a Tassorosso, quindi era stato grazie a lei che avevano creato un’apertura nei cumuli di roccia ed erano passati, Fanny li aveva raggiunti poco prima che arrivassero alla porta della Camera ed aveva lasciato cadere il cappello parlante in testa a Roderich, che ne aveva estratto la spada; riguardo al Reinnerva di Tara, lei disse di averlo imparato mentre era in Infermeria, da Madame Pomfray, la quale rianimava gli studenti più grandi schiantati troppo violentemente durante le lezioni di Incantesimi di Vitious.

Arrivò Silente, che spedì i Weasley in Infermeria.
La McGranitt uscì, lasciandoli soli e ricevendo l’ordine di istituire un banchetto notturno, mentre Lockhart venne mandato a ricovero.
- In primis, signori e signorine, avete infranto le regole e…- cominciò Silente, pacato.
- Ma l’abbiamo fatto per il bene della scuola!- protestò Roderich, brandiva ancora la spada ed aveva ben calato in testa il Cappello Parlante.
Il preside lo studiò e poi sorrise.-…ed avete fatto bene.- proseguì, sedendosi vicino al camino.- Sì, decisamente ben fatto.- squadrò i volti attoniti dei ragazzi, solo Nerina ammirava con distaccato disinteresse il soffitto.- Duecento punti a testa ai tre Grifondoro qui presenti, trecento al signor Trickster, uno dei Serpeverde più coraggiosi che la  scuola abbia mai avuto, altri trecento alla signorina Tax, che dalle sue cadute impara ogni rimedio, ed in ultima, ma non meno importante, trecento punti alla Corvonero più rivoluzionaria dell’istituto, la signorina Blackstorm…a tutti voi, intendo dire grazie, come Preside e come rappresentate di questa scuola.- orgoglioso, li guardò negli occhi uno dopo l’altra.- Le vostre famiglie sarebbero orgogliose di voi, se vi vedessero ora.- aggiunse, ed Harry e Septimus seppero che quelle parole erano soprattutto per loro.- Signor Weasley, vada in Infermeria, la sua famiglia l’attende.- soggiunse, sorridendo benigno a Ron, lui uscì senza fare troppe domande.- Prego…sedetevi.- disse agli altri, facendo apparire con un tocco di bacchetta le sedie, loro obbedirono.
Il preside li squadrò per l’ennesima volta.- Signor Van Krasnyy, lei sa che spada è quella che impugna?- domandò cortese.
Roderich posò gli occhi sulla splendida arma, leggendo la scritta sulla lama.- La spada era di Godrich Grifondoro, signore.- rispose il ragazzo, drizzandosi in testa il Cappello.
- Esatto, Roderich. È una spada che si mostra solo ai veri Grifondoro. Ora, credi che Harry possa impugnarla?- sorrise Silente.
- Credo di sì, signore.- Roderich passò l’arma ad Harry senza esitazione alcuna, ed Harry l’afferrò saldamente, sentendola stranamente leggera e maneggevole.
Potter guardò verso il vecchio mago dalla barba bianca con aria interrogativa.
- Harry, questo dissipa tutti i tuoi dubbi, tu sei un Grifondoro, un vero Grifondoro, quella spada non sarebbe così amica alla tua mano, se il tuo cuore non rispecchiasse quello del suo primo padrone.- gli occhi azzurri di Silente brillarono da dietro le lenti a mezzaluna, tese le mani.- Posso riaverla?- Harry gliela porse.- Grazie…ah, sì, Roderich…il Cappello, ci serve per il prossimo anno.- il secondo Grifondoro si sfilò il cappello a punta e lo consegnò a Silente, che poggiò i due oggetti sulla scrivania della McGranitt.
- Ora, veniamo al signor Trickster…posso chiamarti Septimus?- domandò amabilmente.
Il ragazzo annuì.
- Molto bene, cosa ti ha detto quel ragazzaccio di Riddle?- scherzò il preside, tentando di sdrammatizzare la situazione.
Septimus esitò, a disagio si guardò intorno, Harry e Nerina sapevano già, ma Roderich e Tara no.
- Avanti, non è un crimine, Septimus…e c’è tuo nonno, davanti all’entrata del mio ufficio, ti conviene non farlo aspettare troppo.- lo avvertì bonariamente il vecchio mago.
Il ragazzo deglutì.- Ha detto…che la mia famiglia discende dalla figlia primogenita di Salazar Serpeverde…ha detto…che siamo come cugini…-
- Ed ha ragione, Septimus. Stesso sangue, ma impiegato in modo diverso… credo di poter affermare con sicurezza, che Salazar sarebbe stato più fiero di Septimus, che di Tom, se avesse potuto vederli.- gli sorrise.- Non preoccuparti, ragazzo, nessuno dei presenti dirà a qualcun altro ciò che è stato rivelato tra queste quattro mura, il legittimo ed unico vero Erede di Serpeverde è al sicuro ora; mi raccomando, però, riabilita il tuo titolo, è stato usato come sinonimo di ‘Mago Oscuro’, ultimamente.-  il preside lo scrutò.- Va’ pure da tuo nonno, ragazzo, lui ti spiegherà meglio ciò che vuoi sapere.-
Septimus si alzò e corse fuori dallo studio della McGranitt.
- Signorina Tax, o meglio, Tara…- le sorrise Silente.-…hai davvero dimostrato la previdenza di un Corvonero, la lealtà di un Tassorosso, il coraggio di un Grifondoro e l’astuzia di un Serpeverde, in quest’occasione…sì, altri cento punti a Tassorosso, prima temo di aver sottovalutato…ci sono i suoi genitori all’entrata, sono arrivati proprio ora, credo.-
Tara saltò giù dalla sedia e corse via esilarata, salutando il preside, che rise intenerito.- Sarà una grande strega.- commentò, quando i passi di Tara furono lontani, poi si voltò verso Nerina.- La nostra Raven Junior…- esordì, pacato.-…che dire?- sospirò stancamente, poi guardò Roderich.- Credo che tuo padre stia litigando con Lucius Malfoy, giù, e temo anche che stia facendo squadra con Totila Tax, il padre di Tara, ti va di assistere e poi di raccontarmi come va a finire?-
Roderich ridacchiò, assentì, ed uscì dallo studio.
- Siamo solo noi tre, temo che tua madre sia in Italia, a lavoro, e che suo padre stia andando a prenderla, ci vorrà del tempo prima che arrivino.- Silente guardò Nerina negli occhi, lei batté le palpebre più volte.
- Non ho molto da dire.- dichiarò atona.
- Invece io credo di sì, Nerina…anche tua zia non aveva mai molto da dire, così anche tuo nonno, tuo padre…ed il tuo bisnonno…credo che ‘Non ho molto da dire’ sia una delle risposte evasive preferite dei Blackstorm.- Silente incrociò le dita ossute delle mani sotto la folta barba.
- È possibile…- ponderò Nerina, vacuamente.
- Cosa cercavi nella Camera, Nerina?- gli occhi azzurri e cortesi del preside si fermarono di nuovo a squadrarla con insistente preoccupazione.
Di riflesso, Nerina rispose - Me stessa.-
Fu una risposta tanto bizzarra ed inaspettata, che perfino Silente corrucciò appena le sopracciglia, perplesso.
- Molto bene…- concluse il preside.-…di sicuro abbiamo una strega rivoluzionaria, in questa stanza.- mormorò, come assorto tra i suoi pensieri.
Si alzò, girando in tondo davanti al camino, poi si bloccò, li fissò e sorridendo disse- Siete ancora qui? Andate! Andate! Il banchetto attende anche voi due! Sbrigatevi, prima che il signor Ronald Weasley finisca tutti i piatti più buoni!-
I due si alzarono, ma prima che potessero andarsene, Lucius Malfoy entrò come una furia nello studio.
Ci fu una serena litigata tra i due, durante la quale si capì come Ginny Weasley era entrata in possesso del diario di Tom Riddle.
Alla fine della schermaglia verbale, Lucius fece per uscire e fu solo allora che si accorse della presenza inquietante di Nerina, che lo guardava fissamente, come un gufo che adocchiava la preda.
- Salve, signor Malfoy senior.- lo salutò Nerina, piegando leggermente la testa di lato.
- Miss. Blackstor junior…- fece lui, tra i denti, poi, tra una bastonata al povero Dobby e l’altra, uscì.
Harry escogitò lo stratagemma del calzino e Nerina assistette all’intera scena in cui Dobby gridava al suo ex padrone ‘Dobby è un elfo libero!’ e lo scaraventava via con uno schiocco di dita, fu contenta di vedere il Malfoy umiliato dal suo ormai ex- elfo domestico, lei ed Harry attraversarono ridendo e scherzando il corridoio per andare in Sala Grande, che trovarono allestita con tutti i colori delle quattro Case.
Si separarono, l’uno andò al tavolo dei Grifoni e l’altra a quello dei Corvi.
Penelope li raggiunse poco dopo, insieme a tutti coloro che erano stati pietrificati, tra scrosci di applausi venne accolto Hagrid, e tra scrosci di applausi e grida di giubilo venne accolta la notizia dell’annullamento degli esami e quella che diceva che a Lockhart non sarebbe stato possibile rinnovare il mandato di docente.

Nerina, Septimus, Tara e Roderich passarono in pace col mondo, e soprattutto con loro stessi, il resto dell’anno scolastico.
- Comunque, non ho ancora capito perché quella Sirena mi tormentava…- fece un giorno Septimus.
- Non credo di tormentasse…nessuno sa come funzionano davvero le connessioni empatiche, Septimus.- lo riprese Nerina, che leggeva Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re.
- Va be’, insomma, quella roba…- tagliò corto lui.
- Chissà.- fece lei, noncurante, stava pensando al mistero del libro di Priscilla, non ci era più entrata da quando aveva trovato la piuma, non voleva perdersi una sola giornata di sole, quindi  risolse di sbrogliare l’enigma durante l’estate imminente.
- Ehi…- bisbigliò lui, d’un tratto, assicurandosi che Roderich e Tara fossero impegnati a farsi gavettoni a distanza da loro.-…davvero discendi dai Candidarosa? Voglio dire, davvero tua madre è una di loro?-
- Be’, certamente, dicevo la verità.- ammise, guardandolo senza paura, né vergogna negli occhi.- Non c’è niente di male nel discendere da una figura come quella del Re-Stregone o di Salazar Serpeverde, Septimus! Per tutti gli dei Olimpici! Non sono i tuoi antenati a decidere la tua strada, sei tu e basta che scegli per te stesso, lo dice sempre mio nonno materno.- non gli diede tempo di rispondere e si rimise a leggere.

Nell’Hogwarts Express si sedettero tutti e quattro nello stesso scompartimento, il viaggio fu costellato di esilaranti momenti di mimo artistico, in cui Roderich si cimentò nell’imitazione di Severus Piton, Draco Malfoy, Colin Creevey e Percy Weasley, riscuotendo grande ed immediato successo.
   Quando arrivarono a destinazione e scesero dal treno, incrociarono prima Malfoy, che scambiò Nerina per Pansy Parkinson, lasciandola molto offesa ed amareggiata, poi s’imbatterono in Harry, i Weasley ed Hermione.
S’incamminarono verso un punto a caso della stazione, tanto per allontanarsi dal treno, quando d’un tratto Nerina lasciò cadere a terra la sua roba e corse verso un uomo vestito di nero, con un elegante cilindro estivo in testa, la cui visiera  gli copriva il volto.
La ragazzina gli si buttò tra le braccia e l’uomo la strinse, baciandole la fronte, poi i due si avvicinarono al resto degli studenti di Hogwarts da poco in vacanza.
- Questo è mio padre, Ulixes Raven Blackstorm.- lo presentò Nerina, sorridendo radiosa.
- Molto piacere.- fece l’uomo, togliendosi il cilindro.
Tara ed Hermione rimasero a bocca aperta, il volto di Ulixes Blackstorm era semplicemente troppo perfetto per essere quello di un comune mortale: era pallido, sua figli aveva il suo stesso colorito niveo, i suoi capelli erano corti e corvini, anche Nerina li aveva di quel colore denso, le labbra erano sottili e rosate ed i suoi occhi erano blu cobalto, intensi e penetranti come quelli di Silente.
Ulixes strinse la mano ai ragazzi, che pure lo guardavano con riverenza, e si cimentò in uno scherzoso baciamano per le ragazze.
- Ah, la figlia di Totila!- esclamò il padre di Nerina, osservando Tara.- Spero che tu non abbia preso da lui, Toty non era un gran che a scuola.-
- Non se mi paragoni a te, Ulixes.- intervenne una voce scherzosa.
- Ciao papà, ciao mamma.- salutò Tara, andando ad affiancare i genitori.
Totila Tax era un uomo abbastanza alto, ma non longilineo come Ulixes, se il Blackstorm ispirava un certo timore reverenziale, incarnando quasi in sé lo spirito di un’antica Casata di maghi di rispettabile condizione, Totila aveva più l’aria di un trasandato babbano capitato lì per caso: aveva pochi capelli mossi e castani arruffati in testa, occhi color nocciola e barbetta ispida tagliata probabilmente qualche giorno prima, indossava jeans chiari e maglietta a mezze maniche arancio spento, nulla lo faceva sembrare un mago.
- Troppo buono, Toty.- fece un inchino sbilenco Ulixes, atteggiando il volto in una falsa espressione di devozione e grande cortesia.
Totila e sua moglie risero di cuore.- Certa gente non cambia mai, ed è meglio così.- commentò Totila, dando una pacca sulla spalla ad Ulixes, poi salutò i presenti e si allontanò con Tara.
- Scrivimi!- gridò la Tax a Nerina.
- Lo farò!- rispose lei, salutandola con la mano, poi si congedarono dagli altri anche lei e suo padre e tornarono a casa, Nerina aveva Pansofia e la piuma di Priscilla nel suo baule e qualche domanda da porre a suo padre a proposito di una certa Maledizione Permanente di famiglia.

Angolo giallo:
Chiedo venia per la lunga assenza! Non ho avuto internet (a dire il vero non ce l'ho tutt'ora e mi sto servendo di una connessione instabile e lenta come il cervello di un troll moribondo) e la settimana scorsa ero in Inghilterra, quindi ho trovato tempo di postare solo oggi.
Ecco l'ultimo capitolo, ma direi che poco e niente è stato risolto, e come dice non ricordo chi nel film 'La Mummia': 'La morte non è che l'inizio', ebbene, qui a parte il ricordo di Voldy non è morto nessuno (per ora), quindi correggiamo la frase in 'La fine non è che l'inizio'.
Spero di riuscire a postare il primo capitolo di 'The Four Houses and the prisoner of Azkaban' venerdì prossimo...
Mi spiace molto per essere mancata così a lungo, miserere di me!
Spero che questa storia vi abbia appassionato abbastanza da invogliarvi a leggere il sequel.
grazie a tutti per aver letto, seguito, inserito tra le varie categorie e soprattutto recensito questa storia, ho apprezzato davvero molto i commenti dei recensori e a loro va la mia gratitudine, mi hanno fatto capire che il mio lavoro era apprezzato, quindi grazie a tutti, e non meno importanti, ovviamente, sono stati i lettori, per cui, ancora una volta, grazie.
Giallo4ver.
  
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