Stupida sveglia.
La spengo, scoprendomi dal piumone e appoggiando i piedi sul pavimento freddo della camera.
Niall non c’è, sarà andato a fare colazione, conoscendolo.
Vado in bagno per darmi una sciacquata alla faccia con l’acqua fredda, per riprendermi dal mio stato di rincoglionimento post-sonno.
Dopo essermi lavata mi infilo la divisa: oggi abbiamo solo teoria, non c’è bisogno di portarsi l’armatura.
Metto lo zaino in spalla e mi avvio verso la sala principale, per fare colazione.
Cerco con lo sguardo Niall, e una volta averlo trovato e aver memorizzato il posto mi dirigo al banco del cibo.
“Cosa prendi, cara?” mi chiede gentilmente la cuoca da dietro il bancone.
“Un succo d’arancia e una brioche al cioccolato, grazie.” rispondo sorridendo falsamente.
Questi prima distruggono tutta la mia razza e poi fanno i gentili, bha.
Comincio a pensare al passato e a cosa sarebbe potuto succedere se questi stupidi alieni non si fossero introdotti nelle nostre vite.
Chissà, magari avrei frequentato il college e l’università, mi sarei laureata, avrei avuto un bel lavoro, un marito, dei figli… Oppure sarei arrivata a ottant’anni da sola, circondata da decine di gatti.
Mentre cammino, assorta nei miei pensieri, vado a sbattere contro una persona, o meglio un ragazzo.
“Oh, scusa! Ti sei fatta male?”
“Ehm, no… scusami tu, piuttosto. Non guardavo dove mettevo i piedi.”
Solo ora noto che ha la divisa dei guardiani dell’istituto.
Perfetto, è uno di loro.
“Comunque piacere, mi chiamo Harold. E tu sei?”
“Sunshine, ma puoi chiamarmi Sun o Sunny, scegli tu.”
“Hai un bellissimo nome!”
“Oh, grazie. Anche il tuo non è male.”
Piccola bugia.
Che cavolo di nome è Harold?
“Hey, Styles! Muovi quel culo e vieni qui!” urla una ragazza.
“Si, adesso arrivo! Beh, è stato un piacere conoscerti, ci sentiamo!”
“Uhm… okay, si, c-ci si vede.”
Imbarazzo.
Imbarazzo più totale.
Nel frattempo mi raggiunge mio fratello.
“Chi era quello?” dice con un sopracciglio alzato.
“Un tipo.”
“Sunny, non sono scemo. Aveva la divisa dei guardiani.”
“Che vuoi che ti dica, mi sono scontrata per sbaglio con lui e abbiamo parlato un po’, tutto qui.”
Fa un respiro profondo e si passa la mano sulla faccia.
“Senti sorellina, se ti piace quel tizio puoi benissimo dirmelo. Per l’età che hai è normale e ti cap--”
“Ehi ehi ehi, frena. Non mi piace quel ragazzo, non saltare a conclusioni affrettate. Abbiamo solo fatto una chiacchierata di sfuggita, niente di che.”
“Sicura?”
“Sicurissima.”
“Sicura di essere sicura?”
“Si.” dico allungando l’ultima lettera.
“Sicura di essere sicura di ess-”
“Niall, ho detto di si. Cosa c’è, nella tua mente da australopiteco, che ti impedisce di capire questa semplice parola?”
Come risposta incrocia le braccia e mette il broncio.
Ha la faccia di un bambino che non può più mangiare le caramelle, tenero lui.
Finiamo la nostra colazione e ci avviamo verso la classe, di malavoglia.
Sembriamo dei bradipi.
Alla prima ora abbiamo chimica: un modo perfetto per iniziare una giornata perfetta.