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Autore: Strega_Mogana    22/03/2014    2 recensioni
Raccolta di one-shot/flash fic con tema i sorrisi.
Un sorriso a Settimana per Severus. Un anno di sorrisi.
Sfida n. 14 del Forum Il Calderone di Severus - Magie Sinister
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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n. 51

Titolo: L’ultimo sorriso
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot Rating: Per tutti
Genere: Malinconico, triste
Personaggi: Severus Piton, HarryPotter, Hermione Granger
Pairing: Severus / Lily
Epoca: post battaglia finale
Riassunto:
Quando qualcuno uscì dalla stanza al giovane mago sembrò passata un'eternità. Si avvicinarono tutti al medico che non aveva uno sguardo rassicurante. Orribili e macabre macchie rosse sporcavano il suo bel camice.
Il dottore li fissò uno per uno soffermandosi qualche istante in più sulla cicatrice di Potter. Poi scosse lievemente il capo.

Parole: 1.415

L’ultimo sorriso

L'infermeria di Hogwarts era rimasta integra durante lo scontro finale. I feriti più lievi venivano curati direttamente in Sala Grande mentre quelli più gravi venivano portati in infermeria dove una squadra di medimaghi, smaterializzati ai confini della scuola qualche ora dopo la fine della battaglia, stavano lavorando senza sosta.
Harry aveva passato abbastanza tempo in infermeria e pensava di conoscerla bene invece ignorava molto di quella parte del castello.
Oltre agli innumerevoli letti c'erano anche delle piccole stanze. Per lo più camere singole dove venivano ricoverati i professori colpiti dall’influenza ed in qualche modo immobilizzati a letto da un’apprensiva Madama Chips; aveva scoperto che Remus vi passava le giornate dopo la luna piena.
Il ricordo di Remus gli procurò una fitta dolorosa allo stomaco. Non avrebbe più dovuto preoccuparsi della luna piena, della pozione Antilupo, delle maldicenze sul suo conto. Non avrebbe visto suo figlio crescere, diventare un buon mago e un brav'uomo. Non avrebbe più baciato Tonks, abbracciata ed amata.
Chiuse per un attimo gli occhi e si appoggiò al muro del castello. Era esausto, aveva un disperato bisogno di dormire, di non pensare, di non vedere i morti che aveva causato quella lunga guerra, ma non era ancora arrivato il momento del riposo.
Lui, insieme a Hermione, Ron, Ginny e la professoressa McGranitt, stavano fissando una di quelle porte chiuse in attesa di notizie.
In quella piccola stanza c'era un mago che combatteva tra la vita e morte.
Un mago che aveva odiato con tutto se stesso.
Un eroe solitario che lui non aveva mai compreso.
Severus Piton non era morto in quella casa.
Era certo di averlo visto spirare, ma quando erano andati a recuperare il suo corpo si erano accorti che respirava ancora.
L'avevano portato subito in infermeria e i medimaghi si erano chiusi dietro una di quelle piccole porte dal colore spento senza dar loro nessuna notizia.
Quando qualcuno uscì dalla stanza al giovane mago sembrò passata un'eternità. Si avvicinarono tutti al medico che non aveva uno sguardo rassicurante. Orribili e macabre macchie rosse sporcavano il suo bel camice.
Il dottore li fissò uno per uno soffermandosi qualche istante in più sulla cicatrice di Potter. Poi scosse lievemente il capo.
La professoressa di trasfigurazione estrasse un fazzoletto verde dalla manica della veste e si soffiò il naso. Hermione appoggiò la testa sulla spalla di Ron mentre Ginny prese la mano del fidanzato.
- Utilizzando la stessa cura del signor Weasley, - iniziò a spiegare il madimago – abbiamo fermato l'emorragia. Abbiamo somministrato pozioni rimpolpasangue, ma il veleno del serpente è stato modificato ed è più potente. Se l'avessimo preso in tempo forse potevamo avere più tempo per studiare un antidoto, ma in questo caso siamo arrivati tardi. Sta morendo, ha la febbre molto alta, delira. Forse non sa neppure dove si trova. Il veleno è arrivato al cervello, probabilmente non ci vede più; quando gli abbiamo fatto delle domande non era lucido e rispondeva in modo incomprensibile. C'è una famiglia da avvisare? Una moglie? Una compagna?
- No, - riferì la vecchia maga con gli occhi lucidi – Albus era la sua famiglia. Ora ci siamo solo noi. Se fossimo stati la sua famiglia, - sussurrò la strega, ma sembrava che stesse parlando più a se stessa che al medico – gli avremmo dato più fiducia.
Il dottore sembrò sorpreso dalla risposta.
- E' strano. - disse – Continua a chiamare una certa Lily.
Harry sentì un macigno posarsi sul suo cuore. Chiuse gli occhi, impedendo alle lacrime di scendere.

* * * *


Il suo corpo e la sua mente andavano a fuoco.
Vedeva solo nebbia attorno a lui, spessa nebbia che gli impediva di vedere distintamente oggetti e persone.
Ma, in fondo, non era importante.
Vedeva solo i suoi occhi verdi, che come fari di speranza lo chiamavano, invocando il suo nome.
E lui la chiamava. Voleva averla vicino in quella nebbia che lo spaventava, mentre sentiva il fuoco consumarlo da dentro.
Voleva la sua migliore amica, la donna che amava.
Voleva Lily.
Sentì un delicato tocco sulla mano e una macchia rossa comparve nella nebbia illuminata dagli occhi verdi nella sua mente.
Severus...
Un sussurro appena udibile, un lieve mormorio tra le fiamme che lambivano il suo corpo.
Severus...
Avvertì più chiaramente il tocco sulla sua mano e un profumo fruttato che gli sembrò di riconoscere.
- Lily... - non seppe mai se il nome l'avesse sussurrato, urlato o solo pensato
Sono qui.
Ancora quella dolce voce che lo chiamava. Ancora quel tocco, ora più deciso, sulla mano.
Ora sono qui.
- Lily... Lily...
Va tutto bene.
Era come cercarla in una nebbia infuocata. Sapeva di avere gli occhi aperti eppure non vedeva nulla, non scorgeva il suo sguardo di smeraldo, il suo dolce volto, solo quell’indistinta macchia rossa.
Era spaventato come un bambino perso nel bosco di notte.
- Non... non ti vedo...
Sentì qualcuno alzargli la mano e qualcosa di morbido e caldo sotto le lunghe dita.
Pelle.
Calda, morbida, profumata pelle femminile.
Mi senti?
- Sì.
Allora non c'é bisogno di vedermi.
- Non... non è possibile...
Tutto è possibile. Noi siamo maghi.
Avrebbe sorriso se ne fosse stato ancora in grado. Era una frase che la sua piccola Lily, così affamata di notizie sul mondo magico, gli diceva spesso.
Andrà tutto bene, Severus.
Chiuse gli occhi, incapace di vedere ancora quell’orribile nebbia che gli portava via il volto di Lily, perso nel fuoco del suo corpo e della sua mente. Non sapendo se quello che sentiva, se quello che provava fosse vero o irreale. E se anche fosse stato solo un sogno, l'ultimo sogno di un morente, andava bene lo stesso. Perché non c'era modo migliore di morire se non con lei vicino.
Con uno sforzo immane ordinò alla sua mano di accarezzarle la guancia. Così soffice e delicata. Umida di lacrime.
- Perché piangi?
E'... così... ingiusto...
Singhiozzava la sua Lily immaginaria che gli stava stringendo la mano. Singhiozzava sul suo corpo morente.
- Non voglio che tu pianga per me. Non... lo... merito...
No, non è vero. Tu... sei un eroe...
- No. Sono solo... un... uomo innamorato.
Era così difficile parlare, ma per lei avrebbe fatto qualunque cosa.
Aveva fatto qualunque cosa per lei, solo e soltanto per lei.
La sentì strofinare la guancia sul palmo della sua mano, avvertì le lacrime bagnargli il polso. In confronto al fuoco che stava bruciando il suo corpo, quelle calde lacrime salate erano come acqua fresca.
Severus…
- Perdonami... – sussurrò quella parola che per anni aveva singhiozzato solo nella sua stanza o in ginocchio sulla terra umida di un cimitero – Lily… perdonami…
Basta Severus. Basta, non devo perdonarti.
- Ma tu sei… morta… a causa…
Non è vero.
- Ti prego… Lily… ho bisogno del tuo perdono… ti prego.
Non rispose il suo sogno che sembrava così reale, restò in silenzio lasciandolo solo con quel fuoco che lo stava consumando.
Severus pensò di impazzire, avrebbe voluto urlare, piangere, disperarsi. Ma era così stanco.
Così maledettamente stanco.
- Lily… chiamami ancora una volta Sev.
Poi la sentì vicino. Sentì il suo profumo. Il suo calore. I capelli solleticargli il volto e un dolce bacio sulle labbra.
Un bacio dolce come lei e salto come le sue lacrime.
Ti perdono Sev.
Severus questa volta sorrise veramente. Sorrise mentre la sentiva vicino, mentre sentiva quel macigno che per anni aveva schiacciato il suo cuore e la sua anima sgretolarsi sotto quelle dolci parole che aveva sempre desiderato sentire.
- Grazie. – sussurrò nella piccola stanza, mentre tutto attorno a lui bruciava e si perdeva in quella nebbia – Grazie.
Poi non si mosse più.

* * * *


La strega scoppiò a piangere china sul materasso.
Gli stringeva ancora la mano, quella calda mano che poco fa le stava accarezzando il viso pensando che fosse un’altra.
Sentì un delicato tocco sulla guancia e sollevò il volto rigato dalle lacrime trovandosi davanti la professoressa McGranitt con lo sguardo velato.
- Il tuo è stato un gesto molto dolce, Hermione. – sussurrò la strega accarezzandole i capelli che aveva tinto di rosso con un incantesimo. Sapeva che non poteva vederla, ma se solo riusciva a scorgere la sua ombra voleva che il sogno che gli aveva donato fosse il più reale possibile – Non ho mai visto Severus felice come in questo momento.
La giovane donna sollevò lo sguardo sul corpo del professore.
Severus Piton giaceva immobile sul letto. Aveva gli occhi chiusi, l’espressione pacifica e un tenero sorriso felice che gli increspava le labbra sottili.
   
 
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