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Autore: albaTH    22/03/2014    5 recensioni
Fire. Una ragazza macabra, sola, che attende con ansia il termine della sua vita.
Qualcosa, o qualcuno, cambierà il suo destino; un incontro, un evento, un pensiero malsano.
"L'Essenziale è invisibile agli Occhi."
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Sono io la Morte, e porto corona. Io son di tutti voi, signora e padrona, e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare, e dell’oscura Morte al passo andare.
…E così sono crudele, così forte sono e dura, che non mi fermeranno le tue mura.”
 
 
 
Sean aveva visto che lo stavo guardando sconvolta. Si staccò lentamente dal bacio e si diresse verso di me. Il ragazzo, rimasto all’angolo, aveva capelli castani, occhi neri come pozzi di cui nere erano anche le cornee: parevano occhi alieni, ma erano affascinanti in modo agghiacciante.
Gli lanciai un’occhiataccia; lui ammiccò e fece un’espressione da: ‘sei solo gelosa perché io me lo faccio e tu no’.
Riposai in fretta lo sguardo su Sean.
“Io… credevo…” balbettai.
“In effetti preferisco le ragazze,” disse lui sorridendo, “ma non fa differenza, quando puoi vivere per sempre.”
“Okay.” dissi, ma ero ancora shockata, “Comunque, io esco da questo caos.”
“Arrivo fra qualche minuto, aspettami.” rispose, per poi tornare a limonare con foga con il Ragazzo Alieno.
Ed eccomi di nuovo, al buio accanto all’ingresso dell’Inferno, a riflettere.
 
 
Cercai di non pensare all’immagine di Sean avvinghiato a un altro ragazzo, mentre disegnavamo un pentacolo per evocare lo stregone, ma avevo quell’immagine fissa in testa, inevitabilmente. Forse ero davvero gelosa?
“Stai indietro.” mi avvertì Sean ad un certo punto, prima di recitare una strana frase in una lingua a me sconosciuta, probabilmente latino.
E ci fu una sorta di esplosione, scarlatta e bollente, che schizzò scintille in ogni angolo dell’appartamento; una quasi mi colpì in viso.
Al centro del pentacolo, fra le fiamme danzanti e ardenti, comparve lo stregone. Era un tipo strano, vestito di rosso acceso e lucente, con i capelli lunghi raccolti in una coda. Mi guardò con superiorità, squadrandomi.
“Ecco, noi…” iniziò Sean, vagamente intimorito.
“Non scomodarti.” lo interruppe scocciato lo stregone, “So già cosa volete. Ed ho la risposta; avrai la mortalità, Demone, ma ad una di due condizioni: la ragazza morirà e tu ne succhierai la vita, o tu troverai il Fuoco. E non disturbatemi mai più.”
Velocemente come ci era apparso, sparì.
Sean mi guardò: “Assolutamente non lo faremo.” disse solo, risoluto.
“Troveremo il Fuoco, Sean, vedrai.” risposi, anche se non avevo proprio idea di cosa potesse essere, questo Fuoco. Ma gli stregoni parlavano sempre in modo così arcaico?
Mi ci volle un bel po’, per convincerlo, ma dopo ore di supplica finalmente accettò.
“Se il viaggio diventerà pericoloso torneremo subito indietro. Posso guarire qualsiasi ferita, non resuscitare i morti.” concluse.
Non avevo mai avuto paura di morire. Perché avrei dovuto averne ora che stavo per farlo per l’unica persona a cui volessi bene?
E così, il viaggio alla ricerca del Fuoco o della mia morte iniziò.
 
Prendemmo con noi solo il necessario: Sean sembrava convinto che il viaggio non sarebbe durato a lungo, ed era molto scettico che riuscissimo a raggiungere l’obiettivo. Io invece, ne ero assolutamente certa: se anche non avessimo trovato questo famigerato Fuoco, sarei morta per lui.
Portai con me solamente qualche provvista, e oltre ai vestiti che indossavo, un cappotto pesante nel caso facesse freddo.
Sean portò delle coperte nel suo zaino (non per sé, poiché non percepiva il tatto e quindi nemmeno il freddo) e un pugnale d’argento che posizionò alla vita.
“Per precauzione.” disse.
Mi piaceva il fatto che si preoccupasse per me; lo guardai con dolcezza e desiderio…
“Smettila di spogliarmi con gli occhi.” disse, e poi, iniziammo a camminare.
E camminammo per giorni, attraversando la steppa bruciata. Le notti, avrei voluto dormire abbracciata a Sean, ma sapevo che la sua pelle ghiacciata mi avrebbe solo fatto gelare di più.
Una sera, mi svegliai di soprassalto. Sean dormiva, ma aveva il viso contratto, come stesse facendo un brutto sogno: era inquieto e tormentato. Poggiai la testa al suo ventre, ma il suo cuore non batteva ancora. Era privo di Anima…
E allora decisi, in quel momento, che non avrei più aspettato a salvarlo. Non avremmo mai trovato il Fuoco, solo camminando.
Gli sfilai silenziosamente il pugnale dal fianco; la sua lama brillò nell’oscurità.
Pochi secondi dopo Sean si svegliò si svegliò di colpo, come avesse intuito cosa stavo per fare.
“Scusami.” gli sussurrai. Non ero sicura che l’avesse sentito, ma che importava ormai…
Il suo urlo fu sovraumano e terrificante, disperato e perso, quando mi conficcai con forza il pugnale al petto.
 
‘Prenditi la mia Anima, ti prego. E perdonami.’
 
 
 
 
 
 
 
 
“Angolo dell’autrice.”
 
Questo è il penultimo capitolo. Il prossimo è gia pronto, lo pubblicherò fra qualche giorno: aspetto di arrivare a cinquanta recensioni.
A presto.
  
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