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Autore: lacrimenere    22/03/2014    0 recensioni
“Buongiorno, principessa” fece Harry sollevandosi per trovarsi faccia a faccia con lui e stampandogli poi un fugace bacio sulle labbra.
“…regina”
“Cosa?”
“Non sono una principessa, sono una regina”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il salotto era ormai totalmente illuminato dalla luce cupa del cielo grigio.
Louis, con lo sguardo assonnato di chi si è svegliato da non più di 10 minuti, seduto sul divano con gli stessi vestiti della sera precedente, cercava di riordinare i pensieri.
Aveva dormito li quella notte, e quando si era svegliato si era reso conto di star ancora stringendo la coroncina di margherite.
Si era addormentato quando ancora aveva le guance bagnate, quando, ormai troppo stanco, i sensi di colpa l’avevano finalmente lasciato in pace.
Sapeva di aver sbagliato, ma quale altra scelta aveva?
Ma soprattutto, aveva un’altra scelta?
Sperava che Harry avrebbe capito. Ma per il momento, non era stato così.
Si alzò e si stiracchiò mentre raggiungeva la grande finestra che dava sul balcone.
Diede un’occhiata fuori e poi si diresse verso la cucina.
Beh, in realtà Harry avrebbe dovuto capire. Perché voleva rendere tutto così difficile?
Avevano affrontato così tante volte quel discorso, che era stato stupido da parte sua chiedergli una cosa simile.
Gli aveva chiesto di promettere che ne sarebbero usciti.
Promettere.
Le promesse sono cose serie.
Raggiunse il frigorifero e lo aprì, mettendosi poi a contemplare i ripiani vuoti.
Dopo diversi minuti in cui tenne lo sguardo fisso sull’ultimo yogurt rimasto, richiuse il frigorifero e si sedette con poca grazia sulla sedia più vicina.
Poi ad un tratto una domanda gli balenò in testa, facendosi spazio tra la miriade di pensieri: dov’era Harry?
Prese lo yogurt e si diresse verso le scale.
Se Harry era ancora al piano superiore, probabilmente non aveva ancora fatto colazione.
Meglio portare con sé un dono di pace.
Sollevò lo yogurt per poterlo osservare meglio
“Tu, amico mio” disse indicando il vasetto con un dito “potresti essere la chiave per evitare un’altra discussione”
Sorrise con poca convinzione.
Camminò fino alla camera da letto e prima di guardarvi dentro tirò un profondo respiro.
Mosse un passo verso la porta, l’aprì leggermente e sgranò gli occhi non appena notò il letto vuoto.
In realtà non era sorpreso, più che altro era la delusione l’emozione predominante sulle altre.
 Su tutte le altre, le tante altre.
Si guardò intorno avvicinandosi al comodino, sperando di trovare un biglietto o qualsiasi altra cosa.
Niente di quello che avrebbe sperato.
Solo il posacenere con qualche mozzicone al suo interno.
Scrollò la testa contrariato.
Tornò al piano terra senza pensare a niente, se non a quell’unica domanda.
Dov’era Harry?
Passando davanti alla porta d’ingresso lanciò uno sguardo alla mensola e qualcosa attirò la sua attenzione.
Un accendino, il pacchetto di sigarette di Harry e un biglietto.
Cercando di non crearsi false aspettative, prese velocemente il biglietto tra le mani e lo lesse ad alta voce

Sono da Zayn.
Ps. come avrai notato, ho lasciato a casa le sigarette.
Almeno uno dei due le promesse le mantiene.
Harry
Louis rilesse quelle poche righe una decina di volte.
“Oh, fantastico” sibilò riappoggiando il biglietto vicino all’accendino.
Le promesse sono cose serie.
Non andrebbero mai fatte senza la certezza di poterle mantenere.
Ma cosa succede quando prometti qualcosa di impossibile, credendoci?
Non è mentire.
Non è non saper mantenere le promesse.
Non è neanche illudere le persone.
E’ convincerle a credere alla propria illusione.
A quell’illusione in cui credi anche tu, la stessa che ti ha portato via dalla realtà ma che ti permette di affrontarla.
E’ illudere involontariamente?
No, non è neanche questo.
E’ qualcosa di simile al sperare, aspirare a qualcosa di positivo.
E impossibile.
Illusione?
Tornò al divano e vi si sdraiò, fissando il soffitto e continuando ad affogare nei suoi pensieri.
 
 
 
“Harry…”
Il ragazzo sollevò lo sguardo dal tappeto bianco dell’appartamento.
Zayn era inginocchiato ai piedi del divano nel tentativo di incontrare le iridi verdi dell’amico, che lo fissava senza in realtà vederlo.
“Dimmi”
Zayn fece un sorriso che parve più una smorfia di disappunto. Aveva sperato che le parole gli sarebbero uscite spontaneamente, ma in quel momento rimpianse di non essersi preparato un discorso.
Harry l’aveva chiamato la sera prima, quindi avrebbe effettivamente avuto il tempo per riflettere su cosa dire, e su come sarebbe stato meglio dirlo.
Ma non l’aveva fatto.
Fece un respiro profondo, augurandosi di trovare le parole giuste.
“…Lui ti ama, lo sai”
L’attenzione di Harry si spostò su un punto non definito alle spalle di Zayn.
Immaginava che avrebbe reagito così.
“Harry, guardami!” disse afferrandolo per le spalle e scuotendolo un poco.
Il ragazzo lo fissò socchiudendo gli occhi.
“Mi ha preso per il culo, Zayn. Mi ha detto quelle cose così, senza pensarle, tanto per tenermi buono. Io ci avevo creduto, mi era sembrato sincero. Pensavo che finalmente saremmo riusciti a dare una svolta e a uscire da tutta sta storia. Ma non ho sbagliato, perché lui non ci ha neanche provato. E mai ci proverà”
Zayn sospirò rassegnato.
“Louis ti ama da morire, e sai meglio di me che se potesse farebbe di tutto per evitare questa situazione. Semplicemente, non può”.
“Si ma, se solo ci provasse…”
Harry tentò di nuovo di abbassare lo sguardo, ma Zayn lo obbligò a mantenere il contatto visivo sollevandogli il mento con una mano.
“Harry, qui non ne va solo del vostro futuro, ne va del futuro della band. Louis non è stupido, sa che se chiedesse di poter rendere pubblica la vostra relazione non otterrebbe il via libera.
E continuare a insistere metterebbe solo ostilità tra noi e loro.
Noi le marionette, i manager i burattinai. Lo spettacolino che siamo riusciti a mettere in scena frutta loro troppi soldi perché permettano che uno di noi tagli i fili. Peggio ancora se sono due. Non possono farlo, o meglio.. non vogliono farlo. Hai idea di quante fans se ne andrebbero se voi due faceste coming out? Meno fans uguale a meno soldi. Lo sai come girano le cose qui. Io e i ragazzi ne abbiamo parlato più volte, saremmo disposti a rinunciare a questa vita per vedervi felici. Il problema è che c’è un contratto, e una mano che ci indica un percorso prestabilito. Non ci lasceranno mai andare così, siamo prigionieri in questa gabbia dorata. Siamo impotenti Harry, almeno per ora. L’unica cosa che puoi fare è… accettarlo”.
Detto questo, fu Zayn per primo, stavolta, a distogliere lo sguardo.
Ci furono alcuni momenti di silenzio, rotti di tanto in tanto dal picchiettio della pioggia sui vetri.
“Non ce la faccio più, Zayn”
“Lo so, lo so. Ma sapevamo a cosa stavamo andando incontro quando…”
“Non avrei mai immaginato che si potesse star così male” lo interruppe Harry “così male, per così poco. Perchè alla fine è poco quello che chiedo, sai? Essere felice con la persona che amo. Tutti hanno questo diritto, tutti possono camminare per strada mano nella mano con la loro anima gemella. E non riesco ad accettare il fatto che io non potrò mai fare cose semplici come questa”
Zayn accennò a parlare, ma serrò immediatamente le labbra quando notò che Harry aveva ancora qualcosa da dire.
 “E sai cosa vuol dire vedere continuamente foto del tuo ragazzo abbracciato a qualcuno che non sei tu? E ritrovarsi ovunque gente che commenta dicendo ‘dio mio, loro due insieme sono perfetti, si amano, si vede’?
 E io rimango fuori, in disparte.
 Vorrei solo poter urlare ‘hey, Louis ama me, non lei’ ma non posso. O meglio, mi sento come se lo stessi urlando, ma avessi davanti un vetro che non permette alle persone che si trovano dalla parte opposta di sentirmi.
Vorrei solo essere felice. Felice, con Louis” terminò con voce rotta.
“Oh, Harry…”
Zayn si mise seduto sul divano accanto a lui. I riccioli gli coprivano gli occhi stanchi.
Il moro si avvicinò ancora un po’ e strinse l’amico, che si abbandonò nell’abbraccio.
Per un po’ nessuno dei due parlò.
Quando Harry sembrò calmarsi, Zayn allentò la presa in modo da poterlo guardare in viso.
 “Senti, dov’è Louis adesso?”
“A casa, credo”
”Vai da lui”
 “Non credo sia una buona idea, dato quello che è successo ieri sera non penso che lui voglia già parlarmi e nemmeno io sono sicuro di volerlo”
“Ci sta male, almeno quanto te…se non di più. E ha bisogno di te, più di quanto tu abbia bisogno di lui. Quindi smettila con le paranoie e vai”
Il riccio si morse un labbro, riflettendo su quanto gli era appena stato detto.
Forse Zayn aveva ragione, dopotutto. E lui era stato solo un egoista a non capire quanto stesse soffrendo Louis. Troppo preso dall’incolpare qualcuno per il suo dolore, aveva finito per accusare la persona sbagliata, quella che si trovava sulla sua stessa barca. Louis, appunto.
“Grazie amico, ti devo un favore” esordì, poi scattò in piedi di tutta fretta raggiungendo l’appendi abiti e infilandosi il giaccone nero.
Zayn, rimasto seduto sul divano, lo guardava con un sorriso dipinto sulle labbra.
Harry si avvicinò alla porta di casa, e prima di aprirla salutò l’amico con uno dei suoi più bei sorrisi.
“Sei il migliore”.
Gli fece l’occhiolino e aprì la porta.
Non appena mise piede fuori casa, respirò profondamente e lasciò che l’aria fredda penetrasse in ogni centimetro del suo corpo. Dopo qualche istante di esitazione, iniziò a correre in direzione dell’appartamento che condivideva con Louis.
“Harry aspetta!” strillò Zayn raggiungendo la porta “l’ombrello!”
Ma il ragazzo era ormai sparito, inghiottito dal grigio di quel pomeriggio di pioggia.
 
 
 
La porta si spalancò di colpo, facendo sobbalzare Louis che stava guardando distratto un vecchio film.
Harry era fermo sulla porta con i vestiti grondanti di pioggia.
“Harry, cosa cazzo…?” iniziò Louis con tono sorpreso.
Il riccio si tolse il giaccone e richiuse la porta, e con passo indeciso si avvicinò al divano e si sedette sulla poltrona vicina.
Louis continuava a fissarlo nell’attesa che dicesse qualcosa.
“Mi dispiace”
“Per cosa?”
“Per aver reagito così male ieri”
Louis fece per dire qualcosa, ma venne subito interrotto
“E’ solo che sono stanco di questa situazione.”
Harry, seduto a gambe incrociate, lasciò che i riccioli bagnati coprissero le sue iridi verdi.
“Lo so” fece eco Louis “anche io”.
Harry riflettè su quello che stava per dire, e dopo qualche momento di silenzio azzardò
 “Avevi promesso, Lou. Avevi detto che avresti chiuso questa storia per sempre, avevi detto che l’avresti lasciata”
Louis abbassò lo sguardo e sospirò profondamente prima di parlare
“Oh, dannazione Harry! Sai meglio di me che non posso. Io credo in quello che ti ho promesso, okay? E lo farò, solo non ora. Non adesso che tutto sta andando a gonfie vele.”
“Tutto? Spiegami cosa intendi per ‘tutto’” rispose, ed era quasi un sospiro. Un sorriso dal gusto amaro gli oscurò il volto.
“La carriera. La musica, le fans, i soldi…”
“…la nostra storia. Ah no, è vero: dimenticavo che il lavoro è più importante del nostro amore”
“Senti, ascoltami…”
“No Louis, ascoltami tu!”  ma non finì la frase.
Il moto d’ira che l’aveva spinto fino a pochi istanti prima si sciolse in un’unica lacrima salata, che velocemente tentò di asciugare sfiorandosi la guancia accaldata.
“Harry…io…”
Il silenzio era rotto soltanto dal pianto sommesso del ragazzo.
“Lascia perdere Louis”
Due occhi azzurri fissarono Harry, senza riuscire a metterne a fuoco i lineamenti.
Louis si alzò dal divano raggiungendo il ragazzo in lacrime.
“Hey” sussurrò sollevandogli il volto con delicatezza.
Nessuna reazione.
“Harold” riprovò, sperando di riuscire ad incontrare i due pozzi di acqua salmastra.
Harry alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi in quelli di Louis, che sorrise di rimando.
“Ti giuro, te lo giuro Haz, saremo felici un giorno. Ti chiedo solo di avere ancora un po’ di pazienza” prese il viso del riccio tra le mani asciugandogli le lacrime con i pollici e gli si avvicinò lentamente, quasi fosse insicuro sul da farsi. Gli lasciò un bacio leggero e sfuggevole al lato della bocca e deglutì mentre le lacrime iniziavano a bagnargli le guance.
“Non giurare, per favore non farlo stavolta”
Si staccò quel tanto che bastava per permettere ai loro sguardi di accarezzarsi ancora, e lo fissò senza saper cosa rispondere.
 Poi si avvicinò di nuovo e labbra a labbra sussurrò con voce rotta “Scusami.”
Vedendo che Harry era rimasto impassibile, continuò “ti amo, Harry” e premette contro di lui lasciandogli un bacio tremante sulla bocca rossa.
Harry si allontanò di colpo.
Gli occhi di Louis vennero attraversati da un lampo di terrore.
“Harry…ti prego..” silenzio. “Harry….”
“Stai zitto”
“Cosa?”
“Non dirlo, Lou. Fa solo più male.”
“Io…mi dispiace…”
Il ragazzo scosse la testa, nascondendo il viso dietro i ricci.
“Sai perché fa così male?”
Louis sollevò lo sguardo aspettando che continuasse.
“Perché ti amo anche io, cazzo, lo sai quanto ti amo.
 Ti amo, e vorrei poter camminare per strada urlando ‘ebbene sì, amo Louis William Tomlinson’ mentre ti tengo la mano. E’ un sentimento troppo grande per essere ridotto a baci segreti, a parole non dette, ad abbracci rubati, a silenzi assordanti. E’ troppo Lou, ti amo troppo. E fa male non potertelo sussurrare ogni volta che i nostri sguardi si trovano”
Harry afferrò il volto del ragazzo dagli occhi color oceano tirandolo a sé e appoggiando le labbra sulle sue, in un bacio disperato.
Quando si staccarono, Louis prese le mani di Harry.
“Prima o poi tutti sapranno. Saremo come tu vorrai, come io vorrei. Non te lo prometto, ma sappi che io ci credo. E ti prego, credici anche tu”
“Ci credo”
Sorrise al ragazzo con i ricci, e nonostante lo sguardo non fosse pienamente convinto, si sentì il cuore sussultare.








scusate se ho impiegato così tanto ad aggiornare, scusate se il capitolo non è un granchè.
Devo ammettere che ho fatto molta, moltissima fatica per scriverlo... l'ispirazione sembra già avermi abbandonato.
Btw, fatemi sapere cosa ne pensate :)

Grazie a tutte quante, vi amo.
Laura x
  
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