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Autore: Xenjas_translations    22/03/2014    8 recensioni
Duncan, 18 anni, incontra una giovane ragazzina, Courtney. I due formano una strana amicizia anche se Duncan inizia a mettere in discussione i suoi sentimenti per la giovane e inizia a chiedersi se ciò che lo lega a lei è solo amicizia o qualcosa di più...
~
La prima volta che la incontrai era un giorno di pioggia scrosciante…
TRADUZIONE ♪
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Saltare le lezioni pomeridiane non fu probabilmente una delle mie idee migliori, ma per questa volta bisognava biasimarmi. Non ero il primo e nemmeno l’ultimo che saltava le lezioni.
Stavo aspettando Courtney davanti alla sua scuola elementare e quando sentii suonare la campanella sperai di vederla correre subito da me. Chinai leggermente il capo seguendo il ritmo della musica sparata a tutto volume nelle mie orecchie osservando quell’intera mandria di studenti uscire dai cancelli
Alcuni bambini mi guardavano come intimoriti dalla mia presenza e altri genitori arricciavano il naso squadrandomi, ma, onestamente, me ne infischiavo.
Lanciai uno sguardo al di sopra della mia testa dove troneggiava la mia cresta verde fluo che copriva il vero colore corvino dei miei capelli. Credevo che i miei capelli più i piercing e il mio look trasandato non mi aiutavano molto ad apparire un “bravo ragazzo”. Mi misi a giocare con la lingua e la pallina di metallo attaccata ad essa mentre un pensiero mi passo per la testa.
Non sarà il caso di togliermi tutti questi aggeggi metallici?
“Duncan!” mi gridò una voce giovanile che già sapevo a chi appartenesse. Alzai lo sguardo e vidi la piccola Principessa corrermi incontro mostrando orgogliosa la sua nuova magnifica acconciatura: due codini fermati da dei nastri colorati.
Mi tolsi le cuffie e le infilai frettolosamente nella tasca della giacca mentre mi preparavo per ricevere un inevitabile abbraccio.
Courtney si aggrappò al mio corpo stringendolo forte a sé e io non potei fare a meno di sorridere affettuoso. Alcune persone ci osservavano curiose mentre altri ragazzini soffocavano battutine che si rimangiavano subito dopo notando il mio sogghigno. Alla fine Courtney mi liberò dalle sue braccine sorridendomi entusiasta.
“Ecco” sussurrai dolcemente mentre prendevo tra le dita un nastrino sciolto e lo riannodavo.
Un color purpureo invase le sue guance e i suoi occhi evitarono i miei mentre io legavo il nastro un po’ a casaccio. Alcune giovani madri iniziarono a guardarmi, bisbigliare e ridacchiare. Diedi un ultimo strattone e il nastro fu allacciato.
“Non è annodato molto bene, ma almeno non cade”  mormorai grattandomi goffamente la testa.
Courtney esitò un momento, ma si rianimò subito e mi prese per mano “Voglio un gelato” borbottò lei scherzosamente mentre mi trascinava via cercando di ignorare le persone che la fissavano stranite per la mia presenza.
 
“Arrrgh! Queste persone sono così ficcanaso! Non possono farsi gli affaracci loro?” sbottò Courtney scuotendo il cono gelato con un po’ troppa energia. Annuii taciturno mentre continuavo ad ascoltare le sue lamentele e mangiare la mia coppa di gelato.
“Il tuo problema, Principessa, è che ti preoccupi troppo delle apparenze, cosa pensano di te gli altri e robe simili” affermai.
“Beh, scusaci tanto se non tutti andiamo matti per dei capelli di un colore così ridicolo e non ci decoriamo la faccia! Buon per te che non ti vergogni di apparire così in pubblico” sbottò lei acida.
Sbuffai infastidito e ancora una volta il pensiero di togliermi tutti quei piercing mi attraversò la mente. Courtney sembrò un po’ vergognarsi per ciò che aveva appena detto, ma non sembrò avere intenzione di scusarsi in alcun modo.
Quella monella testarda!
Finita la mia coppa di gelato mi lasciai cadere sull’erba e chiusi gli occhi oscurando il mondo intorno a me. Restammo in silenzio a lungo, troppo a lungo, che quasi mi addormentai se non fosse stato per la crisi di sensi di colpa di Courtney.
“Mi piacciono i tuoi piercing… e i tuoi capelli. Tu hai il coraggio di esprimere chi sei… non hai paura di dimostrarlo” borbottò Courtney imbarazzata e supposi fosse il suo strano modo per chiedere scusa. Scivolai vicino a lei e l’abbracciai delicatamente. Lei in tutta risposta s’irrigidì, ma non fece alcun gesto per spingermi via.
Qualcosa nel profondo del mio petto si strinse forte.
Le cose stavano cambiando…
 
“Cosa?” gridai incredulo.
Courtney evitò il mio sguardo e i suoi capelli castani le ondeggiarono davanti al volto.
“Ripeti” sibilai mentre lei continuava a ignorarmi “Ripetilo ancora una volta!” le urlai in faccia. Le sue gote erano rosse di rabbia e nei suoi occhi color cioccolato potevo veder ardere scintille infuocate.
“Ti ho solo chiesto di venire! E’ così difficile da capire?” sbraitò  la ragazzina “Non verranno i miei genitori, lo so che non lo faranno… così ho pensato… non importa” si interruppe rossa di vergogna. Io mi passai una mano sul viso, esasperato.
Dio! Adesso sì che sono nei casini!
Era stata una buona giornata, tutto era andato per il meglio, fino a quando lei non aveva mandato tutto in rovina! Solo perché eravamo amici non significa che io dovevo sostituire i suoi genitori, ero troppo giovane e inesperto per un simile impegno.
Mi voltai verso di lei. Le tremavano le labbra mentre tratteneva a stento le lacrime, ma la sua espressione di sfida non mancava mai.
“Perciò andrò a fare questa cosa con te?” sospirai scompigliandole delicatamente i capelli.
Lei alzò il suo sguardo verso di me con un luccichio di speranza negli occhi “Allora verrai?” chiese esitante. Le lanciai uno sguardo duro e impassibile, ma lei non si tirò indietro e questo mi rese orgoglioso del suo carattere.
“Sicuro… Verrò al vostro stupido carnevale dello sport o come si chiama” gemetti io, ma ne valse la pena pur di ammirare il meraviglioso sorriso di Courtney che sprizzava felicità da tutti i pori.
E quel sorriso mi portò a un’immediata vampata di calore e di battiti cardiaci… stavo cambiando.
 
“Accidenti Principessa, non ti piace proprio perdere, vero?” chiesi scompigliandole i capelli.
Lei mi guardò di traverso e borbottò qualcosa sul non rovinarle il codino.
“Perdere non è mai stata una cosa da me. Mi piace vincere” dichiarò Courtney orgogliosa. Non potei fare a meno di non deridere quella sua maturità infantile. Mi riusciva difficile, a volte, credere che lei fosse la più giovane fra noi due tanto che la più parte delle volte me lo dimenticavo completamente.
Courtney richiamò la mia attenzione mentre ci dirigevano verso la staffetta, ma io stetti il più possibile in disparte a osservare. Genitori, insegnanti e studenti mi avevano lanciato occhiatacce e per tutta la mattinata, non che questo mi desse fastidio, ma… Concentrai la mia attenzione su Courtney che non aveva fatto altro che chiacchierare per tutto il tempo.
“Duncan, stai prestando attenzione a ciò che dico?” mi chiese annoiata mentre mi agitava una mano davanti alla faccia cercando di distrarmi.
Scossi la testa.
“Scusami, ero sovrappensiero. Stavi dicendo qualcosa sul non voler entrare qualcos’altro, giusto?” mormorai cercando di ricordare.
“Sì, ma non credo che entrerò nella gara degli 800 metri… voglio dire, devo pur dare a qualcun altro la possibilità di vincere…” tirò sul con naso e si mise a giocare con una ciocca di capelli. Stava mentendo.
“Oh, andiamo Principessa, non ci riesci proprio a perdere?” la canzonai. Lei mi fissò per un attimo lanciando stilettate.
Bingo!
“Sta zitto!” mi urlò spingendomi via mentre ancora ridevo per quella risposta piena di rabbia.
Adoro prenderla in giro!
“Facciamo un patto, se tu vinci io ti porto fuori a pranzo o a fare qualcos’altro che ti aggrada. Le piace questa idea, Principessa?” la affrontai sapendo che non si sarebbe mai tirata indietro di fronte a una sfida. Ammirai quel sorriso di assoluta determinazione che le si dipinse in volto e che copriva la sua ansia per la gara.
Andata!
Accettò la sfida senza rivolgermi una parola. Raggiunse il campo della gara a grandi passi e con un po’ di spavalderia che mi strappò qualche risata, si mise in posizione dietro la linea bianca della partenza e concentrò tutte le sue energie e sforzi per quella singola corsa. Poi l’eco del colpo di pistola risuonò nelle mie orecchie.
 
Come previsto, Courtney vinse ogni gara, compresa la corsa degli 800 metri, e le venero dati molti nastri blu per le sue vittorie. Inutile dire che ero orgoglioso di lei come ogni genitore poteva esserlo per il proprio figlio.
La tormentai per tutto il resto della giornata per sapere che cosa voleva come ricompensa dato che aveva vinto, ma l’unica risposta che ottenni fu uno sguardo compiaciuto.
Finimmo di mangiare  a casa sua e poi oziammo sul divano mentre guardavamo noiose anime in TV. I genitori di Courtney era fuori città per lavoro e questo mi permise di passare più tempo con la ragazzina.
“Principessa, basta! Ti prego!” gridai esasperato coprendomi gli occhi con una mano per non vedere lo schermo del televisore.
“Non vuoi guardare un altro episodio?” piagnucolò lei sollevandomi delicatamente la mano.
“Diavolo, no! Domani dobbiamo andare a scuola, è ora di andare a letto adesso”
Mi sorrise sapendo che a causa degli esami avevo ancora qualche giorno di riposo, ovvero niente scuola per me, ma non per lei!
Courtney mise un finto broncio, estrasse il dischetto dal lettore e chiuse la custodia con una rabbia che non aveva.
“Forza ragazza, è ora di andare a letto” risi mentre ci lanciavamo su per le scale rincorrendoci e buttandoci sul pavimento della sua stanza. La lasciai un attimo sola per farla cambiare e indossare il pigiama, poi, dopo un paio di minuti, ritornai in camera e me la ritrovai davanti tutta sorridente e in una camicia da notte bianca.
“Dai, a letto! Vengo sotto le coperte con te” sorrisi dolcemente e Courtney arrossì. Certo, non ero il ragazzo più grazioso e gentile a questo mondo, ma ammetto che insieme a questa piccola ragazzina mi sentivo più sensibile e compassionevole. Courtney mi aveva fatto scoprire un qualcosa che non avevo mai saputo di possedere prima d’ora.
Mi misi sotto le coperte tirandomele su fino al mento e le carezzai facendo in modo che si adattassero al piccolo corpicino di Courtney che sembrava quasi inghiottita da quel mare di coperte. Così fragile e innocente.
“Ora devo andare” le sussurrai dopo qualche minuto e feci per scendere dal letto, ma una piccola manina mi catturò impedendomelo. Osservai la piccola Principessa con curiosità e striscia vicino a lei.
“Non ti ho ancora detto che cosa voglio come ricompensa…” mormorò nervosamente, il mio cuore mi balzò nel petto.
“Che cosa vuoi allora, Principessa?” ingoiai tutta l’ansia che mi bloccava la gola e i suoi occhi cioccolato si fusero con i miei color cristallo.
“Un bacio…” sussurrò Courtney piano. Mi bloccai e il mio cuore prese a battere sempre più forte nella mia cassa toracica.
La guardai critico, cercando di spaventarla e di toglierle dalla testa questa stupida idea ridicola che aveva formulato la sua mente da bambina. Ma lei non esitò, anzi chiuse gli occhi lentamente e dischiuse le labbra. Non mi resi conto di quanto, nel frattempo, mi ero avvicinato a lei, come fossi un magnete. Le mie labbra sfiorarono l’angolo della sua bocca dalla quale sfuggì un rantolo, i miei capelli si mischiarono ai suoi e io inalai tutto il suo profumo assaporandolo.
E come succedeva ogni volta, mi sentivo strano, diverso…
Borbottai un ciao e scappai fuori per le strade immerse nel buio. Il mio cuore batteva a mille nel mio petto, anche lui voleva scappare. Strinsi la mia camicia sul cuore e provai a controllarlo per rallentare i battiti, ma tutto quello che riuscivo a sentire, tutto quello a cui riuscivo pensare era la morbidezza della sua pelle, in particolare, dell’angolo della sua bocca…
Courtney
Stavo cambiando…
Forse per il peggio.
 
~Written by Silent Unheard Child
~Translated by Xenja

ANGOLO DELLA RITARDATARIA TRADUTTRICE
Ehm, Salve ^.^
Ok, so che qui, fuori dalla porta di casa mia, c’è già pronto un patibolo e una mandria di folla inferocita per non aver aggiornato prima, ma… LA SCUOLA MI STA UCCIDENDO!
Che ci crediate o no, è così, perciò o bigio per tradurre i capitoli o vado a scuola e i capitoli li traduco quando ho tempo -.-“
Però ho una buona notizia: la scrittrice ha finito di scrivere la storia!
-Che bello…-
Sì, è una bella cosa ^.^
E un piccolo Spoiler per il prossimo capitolo, ovvero, ci sarà una “sorpresa” alcuni più gradita e ad altri penso meno… ma io non sono una chiromante e non sapevo che l’autrice avrebbe fatto una tale scelta, quindi… C’est la vie ^.^
Grazie a tutti quelli che seguono, recensiscono e solo leggono *-* Sappiate che Silent vi ringrazia davvero tanto ;)
La traduttrice,
Xenja
  
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